domenica 27 maggio 2018

La potenza del Cristo

Risultati immagini per cristo potenteIl racconto prosegue nel capitolo cinque, calmata la tempesta giungono all'altra riva del mare, nel paese dei geraseni. Si trovano adesso nella decapoli, in una zona abitata da popoli gentili, infatti vedremo più avanti un allevamento di porci, impensabile in un paese prettamente ebraico. Gli apostoli sono ancora intimoriti dall'ultima dimostrazione di potere che Gesù aveva rivolto ad elementi naturali, ma ora stanno per vedere un espressione di forza ancora maggiore, non verso elementi fisici, bensì contro forze spirituali oscure. Appena sceso dalla barca gli viene incontro un uomo posseduto, dice il racconto, non da un solo spirito impuro ma da un intera legione. Non sappiamo se definirsi legione stesse a significare l'esatto numero di spiriti, una legione romana poteva essere composta da 1000 a 20000 unità, sempre in termini di migliaia si parlava,  probabilmente intendevano piuttosto rendere l'idea del notevole numero di entità che avevano aggredito l'uomo, esso aveva di conseguenza una notevole forza, tanto da rompere ogni legame con cui avevano cercato di soggiogarlo.
Il pover'uomo gridava e si lacerava la carne con pietre, viveva lontano dalle genti, tra le tombe e sui monti, nudo e con escoriazioni fatte dalle sue stesse mani. Uno spettacolo inquietante e penoso al tempo stesso.
Appena Gesù scende dalla barca gli si fa incontro gridando, riconosce in lui il figlio di Dio e lo teme, tuttavia gli resiste, infatti nonostante Gesù gli abbia comandato di uscire dall'uomo si mette a mercanteggiare, o meglio, la legione comunica con lui chiedendo di potersi trasferire in una mandria di porci che pascolano li vicino.
Non finisce bene per le povere bestiole che isterizzate da queste presenze malvage si gettano dalla scarpata e annegano.

È un racconto che mi pone più domande che risposte.
Perché Gesù va nella decapoli quando in altre occasioni afferma di essere stato mandato alle pecore d'Israele?  Perché una legione di spiriti si sono accaniti in un solo uomo? Morti i porci che fine hanno fatto gli spiriti?
Quale insegnamento traiamo da questo racconto?
Spiluccando in giro nei vari siti commentari ho trovato molte speculazioni su significati metaforici e  spiegazioni sulle incongruenze nel racconto,  tanto scolare di moscerino ma ho l'impressione che mi sfugga l'ovvio, il motivo principale per cui questo racconto è stato scelto tra le tante esperienze di Gesù.

Mi colpisce il suo potere, la forza invincibile del suo spirito, sia sugli elementi fisici che spiritici. Eppure, alla richiesta degli abitanti spaventati di andarsene non oppone ne forza ne ragionamento alcuno.
Gesù si offre ma non s'impone.
Non vuole suscitare paura ma amore che attrae. I geraseni vedono nella perdita del branco di porci un disastro piuttosto che il miracolo di guarigione di un loro fratello. La perdita materiale più importante del guadagno spirituale, della salvezza. Perdono così l'occasione di stare con l'uomo più importante che avessero mai potuto incontrare. Tuttavia Gesù ha ancora un dono da offrire, l'uomo guarito lo implora di portarlo con sé ma piuttosto gli ordina di restare e di rendergli testimonianza.
Offre quindi una nuova occasione di accogliere la lieta novella ai geraseni.
La testimonianza vivente di uno di loro, perduto e ritrovato.

Cap. 5,1-20
*Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Geraseni. *Appena Gesù scese dalla barca, subito gli venne incontro dai sepolcreti un uomo posseduto da uno spirito immondo. *Questi dimorava nei sepolcri, e nessuno poteva tenerlo legato, neppure con catene, *perché spesso era stato legato con ceppi e con catene, e le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno riusciva a domarlo. *E notte e giorno sempre nei sepolcri e sui monti andava gridando e percuotendo se stesso con pietre. *Vedendo Gesù da lontano, accorse e gli si prostrò davanti, *e gettando un forte grido disse: Perché ti intrometti tu, Gesù, Figlio di Dio l’Altissimo? Io ti scongiuro per Iddio, non mi tormentare! *Perché Gesù gli diceva: Esci spirito immondo da quest’uomo. *Poi gli domandò: Che nome hai? Gli rispose: Il mio nome è legione, perché siamo molti. *E lo supplicava di non scacciarlo da quel paese. *C’era là, sulle falde del monte, un grosso branco di porci a pascolare. *E si raccomandarono a lui dicendo: Mandaci in quei porci, perché entriamo in essi.
*Egli lo permise. Allora gli spiriti impuri, usciti, entrarono nei porci, e il branco si avventò dall’alto del precipizio nel mare. Erano circa duemila e affogarono nelle acque. *I guardiani fuggirono e portarono la notizia in città e nella campagna, e tutti accorsero a vedere ciò che era accaduto. *Arrivano da Gesù e vedono l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che aveva avuto la legione, e temettero. *Quelli che avevano visto raccontarono loro ciò che era avvenuto all’indemoniato e ai porci. *Allora presero a supplicarlo che se ne andasse dal loro territorio. *E mentre Gesù risaliva sulla barca, colui che era stato indemoniato gli chiese il permesso di stare con lui. *Ma egli non glielo permise, e gli disse: Và a casa tua, dai tuoi e racconta loro quanto il Signore nella sua misericordia ha fatto per te. *Egli se ne andò, e cominciò a divulgare per la Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui, e tutti ne restavano ammirati.
Ma le manifestazioni di potenza del Cristo non sono finite in questo capitolo. Dopo aver affermato il suo dominio sugli elementi naturali e sugli spiriti c'è ancora un altro aspetto eclatante da sconfiggere: la morte.
Torna all'altra riva e la folla già l'aspetta e gli si accalca attorno.
Tra la folla si affaccia un uomo di spicco, uno dei capi della sinagoga, con estrema umiltà e disperata premura lo prega gettandosi ai suoi piedi, la sua bambina sta morendo ed egli sa che Gesù può salvarla.
Ma tra la folla un'altra donna ha necessità di avvicinarsi a Gesù. Tuttavia come destare la sua attenzione? Sarebbe così vergognoso e umiliante dover confessare una malattia impura come una perdita di sangue, la legge le vietava di stare in mezzo alla gente, il solo ammettere questo problema l'avrebbe condannata agli occhi delle persone presenti. (Lev. 15:19-25). Eppure da dodici anni la sua vita era una tortura, si parla di dolorosa malattia, ma ad aggiungere dolore c'era l'annientamento della vita sociale della donna. Oltre a non poter stare in pubblico probabilmente non aveva figli e se sposata sarebbe stato facile per il marito ripudiarla, se nubile, impossibile farsi una famiglia.
Aveva speso tutto ciò che aveva consultando medici e sottoponendosi a numerose, penose cure, con il solo risultato di peggiorare ulteriormente.
Ella fa l'unica cosa possibile, Gesù sta allontanandosi, non c'è tempo per prenderlo in disparte, figurarsi, ma la sua fede è forte, "se solo tocco il suo mantello sarò guarita! Nessuno se ne accorgerà, non disturberò nemmeno il maestro..."
E qui si scopre che Gesù non aveva una bacchetta magica con cui guarire con leggerezza, qualcosa usciva da lui, della potenza, quindi si stancava. Egli sa esattamente  che tra il pressare della folla c'è stato un contatto diverso, l'energia dello spirito santo è fluita da lui alla donna che infatti all'istante sente di essere guarita. Ella sperava di potersi allontanare in disparte, nessuno avrebbe saputo se non che da ora in poi avrebbe potuto tornare a vivere una vita normale, ma Gesù fa una domanda e lei sa che la sta cercando.
"Chi mi ha toccato?"
I suoi discepoli quasi lo prendono in giro, "Signore, vedi la folla che ti preme e chiedi: chi mi ha toccato?" Questa domanda è quasi buffa per noi che sappiamo il proseguimento della storia ma rivela un aspetto intimo esistente tra gli apostoli e Gesù,  nonostante il precedente timore per le dimostrazioni della sua potenza essi si sentono liberi di esprimersi confidenzialmente con lui. Non capiscono, non sanno del dramma che si sta svolgendo tra lui e la donna ma rivelano quanto fosse avvicinabile e intimo nel suo rapporto con loro.
Gesù si prende la briga di spiegare ciò che per loro non è evidente, della potenza è uscita da lui e intanto si guarda attorno. La frase è rivolta al femminile, "per vedere colei che lo aveva fatto" se ciò corrisponde al greco significa che già sapeva chi fosse e lo immagino incontrare lo sguardo della donna spaventatissima, lei avrebbe voluto passare inosservata, la vergogna per la sua situazione, la condanna per aver trasgredito la legge che le imponeva una sorta di isolamento sociale per non rendere impuro chiunque la toccasse. Correva il rischio di essere presa a insulti e sassate dalla folla, più attenta al legalismo della legge piuttosto che al suo significato.
Eppure Gesù la guarda, se nel toccare la frangia c'era stato un contatto fisico minimo, quasi impercettibile eppure così grande da cambiare la sua vita, nello sguardo di Gesù c'è l'incontro di due anime. Non può sottrarsi, ha paura, è tremante ma si fa avanti. Confessa ciò che ha fatto, la fede della guarigione adesso si mostra in fiducia nel maestro, il suo sguardo non era di accusa e rimprovero, ma come una mano tesa, un invito a uscire dal suo isolamento e infatti una volta confessato avviene un secondo miracolo, Gesù la riporta alla dignità di figlia d'Israele. Non la chiama donna ma figlia, un termine più intimo, le dice "va in pace" non c'è condanna, anche la folla non si oppone essendo testimone del miracolo.
La scrittura dichiarava che ciò che è impuro rendeva impuro ciò che veniva in contatto con esso, ma Gesù rovescia il concetto rendendo con il suo contatto puro ciò che è impuro e nessuno può contraddire tale verità visto la miracolosa guarigione che ne consegue. Nessuno può più giudicare impura la donna quindi di cosa potrebbero accusarla?
C'era una sorta di ossessione per la purezza cerimoniale all'epoca. Il formalismo farisaico aveva reso la vita impossibile, una miriade di legalismi atti a separare il puro dall'impuro che troviamo spesso nei racconti evangelici. Fariseo di fatto significa separato, infatti troviamo spesso questa categoria di religiosi impegnati ad accusare Gesù per il suo anticonformismo al sistema.
Possiamo solo immaginare quindi l'angoscia di questa donna, la profonda vergogna di dover parlare della sua impurità e dell'inferno di quei dodici anni.

Cap. 5,21-43

*E, passato di nuovo Gesù in barca all’altra riva, una grande folla gli si radunò intorno, mentre egli stava in riva al mare. *E gli viene incontro uno dei capi di sinagoga, chiamato Giairo, il quale vedutolo, cade ai suoi piedi, e lo prega insistentemente: La mia bambina è agli estremi; vieni, imponi le tue mani su di lei perché sia salva e viva! *E Gesù andò con lui, e una grande folla lo seguiva e gli si accalcava intorno. *Ora una donna, che da dodici anni soffriva perdite di sangue, *e aveva patito molto in mano di molti medici e speso tutto il suo senza alcun giovamento, anzi piuttosto peggiorando, *udito parlare di Gesù, venne tra la folla alle sue spalle e gli toccò il mantello. *perché diceva: Se riesco a toccare anche solo le sue vesti, sarò guarita. *sull’istante ristagnò il suo flusso di sangue e sentì nel suo corpo di essere guarita da quell’infermità. *E subito Gesù, sapendo che una forza era uscita da lui, voltosi, disse alla folla: Chi mi ha toccato le vesti? *I discepoli risposero: Vedi la folla che ti preme e domandi: chi mi ha toccato? *Ma egli guardava intorno per vedere colei che lo aveva fatto. *Allora la donna, paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto, venne e gli si gettò ai piedi e disse a lui tutta la verità. *Egli disse: Figlia, la tua fede ti ha salvata; và in pace e sii guarita dal tuo male.
*Parlava ancora quando vengono dalla casa del capo della sinagoga a dirgli: La tua figlia è morta, perché disturbare ancora il Maestro? *Ma Gesù, sentito il discorso, disse al capo della sinagoga: Non temere, solo abbi fede. *E non permise che alcuno lo accompagnasse, salvo Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. *Giunti alla casa del capo della sinagoga, Gesù vide del tumulto e gente che piangeva e mandava alte grida. *Entrate disse loro: Perché strepitate e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme. E si facevano beffe di lui. Ma egli, messi fuori tutti, prese il padre della fanciulla e la madre e quelli che l’accompagnavano, ed entrò dove giaceva la fanciulla. *E presala per mano, disse: Talithà qùm! Che vuol dire: Fanciulla, te lo dico io, sorgi. *Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare, perché aveva dodici anni. E furono presi da grande stupore. *Egli raccomandò loro insistentemente che nessuno lo sapesse e ordinò che le fosse dato da mangiare.
L'ultimo episodio,  il più drammatico del capitolo mostra la potenza del Cristo in relazione alla morte, egli può donare la vita! Gesù stesso afferma di essere la risurrezione e la vita, qui ne dà una dimostrazione pratica.
Riuscite ad immaginare il dolore e poi lo stupore e l'incredibile gioia dei genitori  nel rivedere viva la bambina? Gesù raccomanda di non farlo sapere a nessuno, "camuffa" la risurrezione affermando che la fanciulla dorme ma la notizia si sparge nella regione. Perché non vuole far sapere del miracolo?
Probabilmente perché ancora non era il suo tempo, quando risuscita Lazzaro e la notizia giunge ai farisei la conseguenza è che non solo vogliono ucciderlo, ma anche la vita di Lazzaro, testimonianza vivente del suo potere è in pericolo. Inoltre una resurrezione avrebbe potuto portarlo di fronte a uomini potenti desiderosi di possedere un uomo con la capacità di riportarli vita. Anche degli altri miracoli ad esclusione dell'indemoniato nella decapoli Gesù chiede il silenzio. Gesù guarisce, risuscita, ma si rifiuta di farlo per motivi sbagliati. Non compie miracoli per sé stesso, come trasformare le pietre in pani nel deserto o per mostrarsi in modo eclatante, infatti quando i farisei gli chiedono un segno si rifiuta.
Eppure quando vede il bisogno e la fede si dona senza esitare.

Non c'è commercio nelle opere di fede nè il desiderio di appagamento personale, tutto ciò che un cristiano fa, lo fa come gratuito dono di ciò che ha egli stesso ricevuto. Quando i motivi non sono puri si rischia di divenire risonanti cembali.
1Cor 13:1
Ho trovato interessante questo commento sul racconto:


### Anche qui, come in precedenza, c’è un contatto: Gesù le prende la mano e dice: “Talitha kum”. E’ un ordine perentorio. La figlia di Giairo si alza e si mette a camminare. Lo stupore è una delle parti fisse nei racconti di miracolo e rileva la gratuità di qualcosa che è avvenuto e che non è dipeso da noi. Il miracolo, prassi d’antirassegnazione, ci lascia sempre a bocca aperta di fronte alle inedite possibilità di cambiamento. Dopo Gesù si rivolge ai genitori ordinando loro due cose: Non fare della propria figlia un fenomeno da baraccone (raccomandò che nessuno venisse a saperlo); di darle da mangiare. Quest’ultima azione così concreta e così importante pone l’accento che la ragazza ora viveva ma che doveva continuare a vivere.
Un’altra considerazione che possiamo trarre da questa vicenda è il confronto tra Gesù e la morte. Nella casa del capo della sinagoga già si celebrava la morte secondo i riti di partecipazione sociale al lutto. E anche qui vi è un contrasto evidente: Gesù ridimensiona la tragedia della morte e vuol gettare un velo su quello che ha compiuto. Cosa sia avvenuto in quegli istanti tra Gesù e quella ragazzina dodicenne, rimarrà sempre nel cuore di Gesù ed è giusto che “nessuno venisse a saperlo”, perché l’azione di Dio nel cuore di ciascuno e ciascuna di noi possa manifestarsi liberamente oltre gli schemi che a volte ci imprigionano, oltre la folla chiassosa di cui troppe volte facciamo parte, oltre la non voglia di vivere che paralizza.
L’insegnamento che ne traiamo è che come Elia nel deserto, come questa fanciulla, anche noi abbiamo bisogno di riprendere il cammino: un po’ di pane, una mano da stringere e quella parola: Talitha kum!, alzati! ###
Da Adonai.it. it

Nella parte finale del cap 4 e in tutto il cap 5 assistiamo ala potenza del Cristo in rapporto agli elementi naturali, alle forze spirituali, di fronte alle malattie e perfino alla morte. Credere oggi a questi miracoli ci resta più difficile visto che possiamo solo leggerli nelle pagine dei Vangeli,  ma ricordiamo che furono scritti da Testimoni oculari o loro discepoli che furono disposti a lottare e anche a dare la vita per portare avanti questa testimonianza. A quale scopo se fosse stata una menzogna? Essi videro non uno ma innumerevoli miracoli, gli apostoli furono loro stessi in grado di farne. Marco scrisse il suo vangelo avvalendosi della testimonianza dell'apostolo Pietro che fu capace anche di compiere una resurrezione. Questo dovrebbe assicurarci sulla verità del racconto, anche se, infine, l'ultimo passo, il salto della fede ci sarà sempre chiesto di compierlo personalmente.

6 commenti:

  1. Questo post, come gli altri su Marco sono solo uno spunto che spero possa portare a ulteriori riflessioni e approfondimenti.

    RispondiElimina
  2. Bene Barnaba.
    Sono riflessioni non solo utili, ma anche balsamo per l'anima.
    Grazie

    RispondiElimina
  3. "Anche le piante si addormentano"

    Articolo pubblicato su 'Repubblica' il 03 Febbraio 2018

    Un test dimostra che l'anestesia funziona sui vegetali. "Significa che forse sperimentano sonno e coscienza come noi", spiega lo scienziato Stefano Mancuso direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell'Università di Firenze.

    Ho citato questo studio perchè dimostra quanto poco sappiamo della natura che ci circonda!

    Quindi mi collego al miracolo compiuto in modo indipendente dalla volontà di Gesù nei riguardi della donna che tocco le sue vesti.
    Qundi è quell'energia che Gesù possedeva in se, il potere dello spirito, come se fosse una scarica di 'quanti di energia' in se stessa consapevole della donna e del suo problema, che agì con una coscienza propria e guarirla, collegata naturalmente alla consapevolezza di Gesù che lo percepì immediatamente, ma quanto poco sappiamo ... esseri umani tanto istruiti e colti ...

    RispondiElimina
  4. Mi fanno notare che il sito da cui ho preso uno stralcio è Adonaj.it, con j anziché i. Scusate. ..

    RispondiElimina
  5. Un buon post Barnaba mi piace questa lettura dei vangeli. Con le considerazion si riescono a mettere in ordine tanti dettagli che migliorano la comprensione del contesto giudaico dell’epoca.

    RispondiElimina
  6. Per quanto riguarda il contenuto il salto della fede mi fa venire in mente Indiana Jones. Più la rilettura biblica a componenti razionali e realisti più è alto il salto della fede che il Cristiano deve fare per avvicinarsi a Dio. Più è alto più ci avviciniamo a Dio.

    RispondiElimina

Grazie per il commento.