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domenica 17 dicembre 2023

"Tra barba e ipocrisia: Riflessioni sulle scelte personali e le discriminazioni nell'organizzazione religiosa"

Oggi parleremo del video recente sulla precisazione fatta dal Corpo Direttivo sulla barba. Prima di arrivare al video però vorrei trattare un argomento più generale che ci aiuterà a comprendere meglio le considerazioni che faremo poi nel dettaglio. Parleremo quindi di Gesù ma ancora meglio del senso dell'autorità religiosa che aveva e percepiva in quel tempo e come questo dovrebbe o deve influenzare la nostra vita. Questa premessa ci tornerà utile anche in futuro per capire meglio la posizione che avremo quando si vorrà mantenere nella mente, e più che altro nel nostro cuore, la voglia o la volontà di continuare a mettere al primo posto le cose spirituali. 
La religione può essere una forza potente per il bene nel mondo. Può fornire conforto, ed essere una importante guida spirituale per le persone. Una domanda interessante potrebbe essere quella di chiedersi: come la religione può diventare una guida e quindi quale grado di autorità deve esercitare sulle persone?
La scrittura chiave è quella di Matteo 20:25-28

In questo passaggio, Gesù insegna ai suoi discepoli che il potere non dovrebbe essere usato per dominare gli altri, ma per servire gli altri. Dice:

"I capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi le opprimono. Ma voi non sarete così; anzi, chiunque tra voi vorrà diventare grande, sarà vostro servitore; e chiunque tra voi vorrà essere il primo, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti".

Ora le parole di Gesù in questo caso, ma anche in generale non possono essere prese così ma devono essere viste nel contesto  guardando un po' tutta la sua vita complessivamente. Il disaccordo di Gesù verso la religione istituita era evidente in tanti aspetti che non tenevano conto delle vere cose importanti ma che fondavano la spiritualità nell'ipocrisia delle formalità.

  • Sabato: 
    • Matteo 12:1-14: Gesù guarisce un uomo con la mano paralizzata di sabato. I farisei lo accusano di violare la legge, ma Gesù risponde che il sabato è fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato.
    • Luca 14:1-6: Gesù guarisce un uomo con la gamba gonfia di sabato. I farisei lo accusano di violare la legge, ma Gesù risponde che il figlio dell'uomo è signore del sabato.
  • Il perdono: 
    • Luca 7:36-50: Gesù perdona una donna peccatrice che gli ha lavato i piedi. I farisei lo criticano per questo, ma Gesù risponde che il perdono è un dono di Dio.
  • L'importanza dell'amore
    • Luca 10:25-37: Un dottore della legge interroga Gesù per metterlo alla prova. Gesù risponde che il comandamento più importante è amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente. Il secondo comandamento più importante è amare il prossimo come se stessi.
Considerate o meglio consideriamo Gesù una autorità religiosa? Se si le sue parole dovrebbero assumere un significato particolare specialmente riguardo al senso dell'autorità che Gesù stesso dava alla religione "istituita" a quel tempo. Autorità, come abbiamo visto, che non era quella di controllare gli altri, così come faceva la legge mosaica, ma di servire gli altri.

Ora si pongono tante questioni: Quale tipo di autorità dovrebbe esercitare una qualsiasi religione cristiana? Una sana autorità religiosa potrebbe rendere plausibile esercitare pressioni indebite sulle scelte personali dell'individuo? Una sana autorità religiosa potrebbe permettere che ci siano precetti religiosi che oltrepassino le indicazioni morali e stabiliscano regole private sull'abbigliamento intimo?

Fatta questa premessa prendiamo in considerazione il recentissimo video che è comparso sul broadcasting di Dicembre



Il video lascia piuttosto sconcertati non tanto sul merito della questione per il quale anzi ho più di un dubbio ma lo vedremo fra poco. A mio modesto avviso, questo chiarimento ufficiale del Corpo Direttivo, letto da un pizzino passato alla velina Lett, è in realtà una necessaria puntualizzazione ad una posizione che è stata già ampiamente trattata precedentemente dalla Torre di Guardia solo qualche anno fa. Infatti l'organizzazione aveva "chiaramente" (virgolette d'obbligo) espresso una posizione di questo tipo nel W 2016 pag 21

17 Che dire della barba? È appropriata per un fratello? La Legge mosaica richiedeva che gli uomini portassero la barba. I cristiani però non sono sotto la Legge e quindi non hanno l’obbligo di osservarla (Lev. 19:27; 21:5; Gal. 3:24, 25). In alcune culture una barba ben curata è accettabile e dignitosa, e potrebbe non riflettersi negativamente sul messaggio del Regno. In questi posti anche alcuni fratelli nominati hanno la barba. Altri invece decidono di non portarla (1 Cor. 8:9, 13; 10:32). In altri luoghi ci sono usanze diverse e non c’è l’abitudine di avere la barba. Di conseguenza portarla non è considerato appropriato per un ministro cristiano. In questi luoghi, portare la barba potrebbe impedire a un fratello di dare gloria a Dio con il proprio aspetto; il fratello quindi potrebbe non essere considerato irreprensibile (Rom. 15:1-3; 1 Tim. 3:2, 7).

Così come potete notare già dal 2016 c'era una posizione tollerante sulla barba. Cosa è successo quindi? Chiediamoci: Perchè questa necessità di chiarire ulteriormente con un "posizione UFFICIALE" del corpo direttivo sulla barba? (virgolette e maiuscolo non sono errori editoriali n.d.r.)

E' successo che purtroppo questa organizzazione è molto debole nel gestire le "questioni di coscienza" ed è fortemente condizionata da decenni di controllo (molto settario in alcuni aspetti) sul comportamento e sull'abbigliamento delle persone. A suo tempo quindi nel 2016 a seguito dell'analisi fatta dall'articolo letto, tanti fratelli avevano deciso incautamente di farsi crescere la barba pensando che fosse cambiato il modo di pensare così come l'articolo sembra sostenere. In realtà le cose non sono state così.

Purtroppo la retorica dell'articolo è articolata in modo da dire tutto ma anche il contrario di tutto. I concetti generali di "alcune culture", "altri luoghi" sono stati di inciampo per alcuni fratelli che pensando di essere in quelle condizioni hanno deciso di farsi crescere la barba senza tenere conto che all'interno dell'organizzazione esiste un doppio binario interpretativo.

Cosa significa questo? Chi fece la scelta di farsi crescere la barba, fu oggetto di riprensione perché i fratelli sostennero che in quel luogo non era "usanza" portarla. I fratelli poi coinvolti dalla riprensione furono oggetto di scandalo e denigrati non solo nelle congregazioni vicine ma anche nelle circoscrizioni tanto che fu inevitabile l'abbandono di loro stessi della congregazione, perché tacciati da ribelli rendendo impossibile un accordo.

Ma approfondiamo un po' la questione, a chi si riferisce nell'articolo il termine "usanza" o "cultura del luogo" ? Altra considerazione: chi di voi che ci legge conosce un solo fratello che sente di essere davvero influenzato "dall'usanza" mondana di considerare accettabile che una persona porti la barba o meno? Nessuno giusto? E quindi di quale "usanza" parliamo? La faccio breve, semplicemente non è l'usanza esterna di quelli "del mondo" ma 
quella che esiste all'interno della stessa congregazione.

Per questo motivo i fratelli sono stati oggetto di riprensione non perché si erano fatti crescere la barba ma perché creavano scandalo perchè "l'usanza" della congregazione era quella di non avere la barba. 
L'ambiguità del termine Lett non la spiega anche perchè lui e li  per dire quello che a concordato di dire. Lett in modo esplicito contrariamente alla Torre di Guardia fa riferimento alle nomine impegnate nel servizio a tempo pieno come pionieri speciali e sorveglianti ed è evidente che vogliono chiarire facendo riferimento all'usanza in voga nelle congregazioni. 
Ora considerate anche questa ulteriore considerazione. La barba contrariamente a quello che si pensa necessita di molte più cure personali, rispetto a chi si rade tutti i giorni. Deve essere sempre rasata, lavata, spazzolata ogni giorno. Farsi crescere la barba necessita che la persona abbia una maggiore cura e attenzione al proprio aspetto, molto più di chi sceglie di rasarsi anche quotidianamente. Farsi crescere la barba pone anche altre problematiche legate all'enorme varietà che il taglio potrebbe avere. 


Come fai a ritenere un taglio più spirituale di quell'altro? Ogni tipo poi, di volta in volta, porta al cambio sostanziale della fisionomia della faccia senza tenere conto che una barba troppo curata, potrebbe davvero attirare indebita attenzione verso il nostro interlocutore.

Da un punto di vista pratico in tutta confidenza se io dovessi essere il Corpo Direttivo direi che per uscire nel servizio di campo, radersi rimane la scelta migliore.

Ma detto questo rimangono tutte le problematiche che abbiamo da tanti anni trattato nelle pagine di questo blog. Le cose davvero importanti da rivedere non sono il chiarimento sulla barba ma il resto come ad esempio è l'ipocrisia discriminatoria che questo chiarimento si porta dietro. Ipocrisia che si evidenzia in tre aspetti sostanziali:
  1. Un organizzazione religiosa dove il Corpo Direttivo deve perdere del tempo a chiarire un aspetto secondario alle scelte personali di abbigliamento (naturalmente ipocrite) è indice di poca assennatezza generale. Vuol dire che il sistema nel suo insieme non sta funzionando bene.
  2. Per il punto precedente, se per decenni quella che è una scelta personale è stata oggetto di riprensione, il problema non sta nella scelta personale dei fratelli ma nella gestione delle riprensioni, che rendono il sistema isterico e squilibrato. Il corpo direttivo dovrebbe dare indicazioni non sulle scelte dei fratelli (cosa che non ha senso perchè li fa diventare ipocriti) ma lavorare proprio sulle riprensioni facendole diventare più equilibrate.
  3. C'è da considerare anche come l'organizzazione ancora adesso agisce nelle tante scelte dei fratelli e anche in particolar modo delle sorelle. Ad esempio per il mondo femminile l'uso obbligatorio della gonna considerando i pantaloni un esclusivo abbigliamento maschile. Una sorella che mette i pantaloni in sala gli vengono tolti i "privilegi" di servizio tagliandola fuori da tutte le attività di congregazione. Ora mentre la barba in fin dei conti è un elemento puramente estetico, usare un tipo di abito o un altro potrebbero esserci altre considerazioni non vi pare? Spesso le sorelle ci hanno ricordato di come la gonna risulti un impedimento e anche un disagio in alcune occasioni. Però mentre per l'estetica maschile si chiude un occhio per la concreta e reale praticità femminile si rimane desueti oltranzisti integralisti. Non vi pare un palese controsenso?
Nel cercare la verità dietro le scelte personali, possiamo trovare ispirazione nel libro dei Proverbi 16:9: 'Il cuore dell'uomo trama il suo cammino, ma il Signore dirige i suoi passi.' Ognuno così possa seguire il proprio cammino con fiducia, sapendo che Gesù e il nostro creatore guidano ogni nostro passo.

E, nel risolvere le controversie e le discriminazioni, possiamo trarre forza dalla Parola di Matteo 7:12: 'Quindi, tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro; questa infatti è la Legge e i Profeti.' Nell'amore e nel rispetto reciproco, possiamo superare le divisioni e costruire ponti che collegano cuori e menti.

Che ognuno trovi la forza di essere vero a se stesso, superando le barriere e abbracciando la diversità senza ipocrisie ma solo con puro amore fraterno. Amen.