domenica 26 novembre 2023

Oltre le Sfide: Un Viaggio di Fede e Resilienza

Prendiamo in considerazione un recente articolo di studio della Torre di Guardia del Giugno 2022


Geova benedice chi perdona del
 22 giugno pp. 8-13

In questo articolo a cui fa cornice la scrittura di Colossesi  “Proprio come Geova vi ha perdonato senza riserve, così dovete fare anche voi” (COL. 3:13) si parla del perdono ma più che altro della capacità di perdonare. La prima domanda che ci chiediamo è che in un articolo rivolto ad una congregazione religiosa per quale motivo trattare questo aspetto? Perchè è necessario imparare a perdonare nella congregazione? Non dovrebbe essere un luogo protetto dall'influenza del mondo e che garantisce le persone dalle ansietà di questo sistema? Non dovrebbero le persone addestrate da anni di insegnamento biblico avere la capacità di evitare le trappole del sistema di cose? In generale possiamo dire che le difficoltà della vita ci pongono davanti talmente tanti problemi che non è difficile doversi trovare ad affrontare situazioni dove è necessario perdonare ma anche essere perdonati. 

Ma quale è secondo voi l'evento più importante che può capitare nella congregazione che necessita la qualità del perdono? L'avete capito subito è proprio la disassociazione. Ora in questo articolo l'argomento della disassociazione, secondo me è trattato in un modo sinteticamente efficace perché in due paragrafi si spiega bene il meccanismo teocratico. Non volendo essere frainteso cito testualmente per lasciare a voi la capacità di giudicare indipendentemente dalle mie eventuali parole.

5 Quando gli anziani si incontrano con la persona che ha peccato, il loro obiettivo è quello di arrivare a prendere sulla terra la stessa decisione che è già stata presa in cielo (Matt. 18:18). Perché quello che fanno gli anziani è per il bene della congregazione? Perché la protegge: fa in modo che chi ha peccato e non si è pentito venga allontanato e non danneggi le preziose pecore di Geova (1 Cor. 5:6, 7, 11-13; Tito 3:10, 11). Inoltre quello che fanno gli anziani è per il bene di chi ha peccato, perché può aiutarlo a pentirsi e a ricevere il perdono di Geova (Luca 5:32). Gli anziani pregano a favore di chi si è pentito e chiedono a Geova di aiutarlo a riprendersi spiritualmente (Giac. 5:15).

Nella prima frase viene creato un lucchetto logico che rende la decisione giudiziaria un elemento di un ingranaggio cosmico che è inviolabile. Come fai a contestare una decisione presa in cielo? Difficile. Questo è un esempio di sviluppo logico corretto che porta ad una conclusione sbagliata perchè la premessa è sbagliata. Seguitemi nel ragionamento. La frase è legata ad una attività disciplinare che avviene in tutte le congregazioni. Il problema nasce dal fatto che è una citazione di una scrittura che vediamo al termine della frase, la scrittura di Matteo 18:18. 

18 “In verità vi dico: tutte le cose che legherete sulla terra saranno già state legate in cielo, e tutte le cose che scioglierete sulla terra saranno già state sciolte in cielo.+

Questo versetto non è messo li a caso perchè è il termine dei famosi passi di Matteo indicati da Gesù per risolvere i contrasti fra fratelli. Se leggiamo bene i passi indicati da Gesù sono un modo che permette alla persone di riprendere la pace e la serenità perdute da una azione abusante di un fratello la dove ovviamente non è possibile chiedere l'intervento delle autorità. Cosa che è ben lontana dal meccanismo dei comitati giudiziari utilizzati per il controllo morale delle congregazioni. Il soggetto delle indicazioni di Gesù non è la congregazione come il paragrafo vorrebbe farci credere ma siamo noi stessi. Gesù non sta pensando alla congregazione ma a salvaguardare noi la nostra spiritualità e il nostro animo.

Sovrapporre l'attività di disassociazione a Matteo 18 è un modo artificioso di immaginare che i comitati giudiziari siano il frutto di meccaniche celesti quando è solo un elemento umano. Ora ribadiamo pur comprendendo la legittimità di poter definire limiti umani nella congregazione, sempre di limiti umani parliamo. Ma nel paragrafo della Torre di Guardia successivo leggiamo quindi 


6. Se una persona viene disassociata, è ancora possibile che Geova la perdoni? Spiegate.

6 Supponiamo che quando una persona si incontra con gli anziani emerga il fatto che non è pentita. In questo caso verrà disassociata. Se la persona ha violato la legge del paese in cui vive, gli anziani non la proteggeranno dalle conseguenze delle sue azioni. Geova infatti permette ai governi di giudicare e punire chiunque trasgredisca la legge, a prescindere dal fatto che sia pentito oppure no (Rom. 13:4). Se però in seguito la persona si pente sinceramente e cambia modo di pensare e di agire, Geova è pronto a perdonarla (Luca 15:17-24). E questo indipendentemente da quanto sia grave il peccato che ha commesso (2 Cron. 33:9, 12, 13; 1 Tim. 1:15).


Come possiamo notare il comitato giudiziario non giudica il peccato ma il pentimento. Perchè nella fenomenologia dell'organizzazione religiosa, quando si è di fronte a questo tipo di comitato si da per scontato che tu venga disassociato e vuol dire che sono state già prese in considerazione gli elementi che servono per darti l'annuncio di essere espulso dalla congregazione.

In questo paragrafo il discorso si allarga includendo anche una precisazione necessaria al polverone generale che questa pratica religiosa ha creato in tutto il mondo. Infatti si parla di persone che hanno commesso reati.

Se la persona ha violato la legge del paese in cui vive, gli anziani non la proteggeranno dalle conseguenze delle sue azioni. 

Si vuole ribadire in modo netto una separazione fra il sistema giudiziario tradizionale e quello che avviene all'interno delle congregazioni. È questo se pensate bene è corretto.

Il motivo basilare è che se sarebbe semplicemente un grosso problema vivere dove si ottengono due pene per lo stesso reato. Immaginate ad esempio un fratello che evade il fisco (a no scusate...) che ruba al supermercato il fratello non può essere condannato per il furto da un comitato giudiziario e da un eventuale giudice civile. In questo caso i Testimoni di Geova hanno correttamente interpretato questa impostazione perché si ci sarebbe un conflitto di interessi che dovrebbe poi essere giustificato.

Questo fatto garantisce di essere riconosciuti dalle autorità come ente religioso e allo stesso tempo la possibilità da parte della congregazione di avere un sistema giudiziario di salvaguardia dalle tante oggettive situazioni imbarazzanti che si creano quando la fratellanza turbolenta crea scompiglio.

Pur ammettendo uno metodo corretto questo non fa la gestione della disassociazione corretta. Il motivo è sostanzialmente legato proprio alla gestione del peccato. Come fai a capire se una persona è pentita o meno? Il pentimento è alla stessa stregua di un giudizio delle intenzioni le persone possono avere motivazioni complesse come la vita e i comportamenti sono naturalmente difficili da interpretare. Ma qui sveliamo un piccolo arcano teocratico, la soggettività di un giudizio aleatorio ed effimero del pentimento è un elemento secondario rispetto alla disassociazione. Infatti a bene vedere l'espulsione è solo nella forma giudicata dalle intenzioni del pentimento.

Nella realtà la fratellanza i comitati giudiziari esercitano il potere sul peccato tanto che la durata della disassociazione è spesso proporzionata alla percezione del peccato stesso. Sappiamo di casi dove fratelli e sorelle sono condannati alla disassociazione perenne, e che le forme di pentimento sono inutili perchè tutte le volte viene fuori la presunta vastità dello scandalo arrecato anni prima.

Come venirne fuori dalle perenni incongurenze di questa organizzazione?

A questo punto arriva il paragrafo sette dell'articolo che ci mette davanti la soluzione finale a tutti i più grandi problemi teocratici.

7. Cosa significa perdonare qualcuno che ha peccato contro di noi?

7 Ci sentiamo davvero sollevati pensando al fatto che non dobbiamo stabilire se Geova perdonerà o no una persona che ha peccato. C’è però qualcosa che dobbiamo decidere. Immaginiamo che una persona pecchi contro di noi, forse in modo grave. Potrebbe scusarsi e chiederci di perdonarla. Ma anche se non lo facesse possiamo decidere di perdonarla, cioè di liberarci del rancore e della rabbia che potremmo provare nei suoi confronti. Questo potrebbe richiedere tempo e impegno, soprattutto se la cosa ci ha ferito profondamente. La Torre di Guardia del 15 settembre 1994 dice:
“Perdonare un peccatore non significa condonare il peccato. Per il cristiano, perdonare significa lasciare con fiducia la cosa nelle mani di Geova. È lui il giusto Giudice di tutto l’universo e a tempo debito farà giustizia”. Perché Geova ci incoraggia a perdonare e a lasciare che sia lui a giudicare?

Ecco qui in questo paragrafo si parla di lasciare le cose nelle mani di Geova. Questo è a mio avviso uno dei più forti e potenti lucchetti logici che vengono utilizzati quando la situazione disperata non può essere risolta per i limiti di questa teocrazia.

L'interpretazione indotta di questa esortazione è quella di scaricare a Dio le responsabilità umane. Quante volte vi sarà capitato un nominato o un anziano che vi guarda sconcertato e alzando le spalle apostrofa la situazione dicendo "lasciamo con fiducia le cose nelle mani di Geova? Da quel momento in poi si crea una gigantesco tsunami di rassegnazione che investe il malcapitato che finisce affogato nella melassa dell'inconsistenza delle procedure teocratiche.

L'effetto secondario e che quando si arriva a queste conclusioni di questo tipo le persone possono solo immaginare che Dio sia dietro ad un complotto del male. Lo spirito di questo paragrafo non è un po' quello di Pilato dove noi ci laviamo le mani e ci liberiamo dalle responsabilità scaricandole su altri? In questo caso a chi? A Dio? Davvero? Non è forse un invito a diventare atei?

L'impossibilità di trovare una chiave che la porte della giustizia può essere molto gravoso per una persona che adesso deve trovare da se le risorse per uscire dal problema. In realtà basterebbe seguire semplicemente le indicazioni di Gesù che fra l'altro erano quelle che gli israeliti già facevano nelle legge mosaica.

Nel caso conosciate persone affrante e in difficolta prendete l'occasione per incoraggiarle. Vi propongo una bozza di lettera che spero ognuno di voi possa rielaborare e riscrivere in modo personale in modo che sia il più possibile un gesto genuino e sincero. Le persone in difficoltà hanno più bisogno di comprensione e di una persona che li ascolti. Detto questo le parole di incoraggiamento possono scaldare il cuore rendere più lieve le nostre più profonde ansietà nei momenti più complessi e difficili.


buona serata

Caro amico/a,

Nelle parole del Salmo 34:17-18, leggiamo: "Il giusto ha molte avversità, ma il Signore lo libera da tutte. Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto e salva gli spiriti spezzati."

Ti esorto a non rassegnarti di fronte alle sfide che la vita ti presenta. Sì, potrebbero esserci tempi difficili, ma sappi che non sei solo/a. Il tuo Creatore conosce il peso che porti e sente il battito del tuo cuore. Nei momenti di disperazione, Egli è vicino a te.

Guarda avanti con fede, perché anche quando il cammino sembra oscuro, la luce della speranza risplende nel tuo cuore. Nella lettera di Paolo ai Filippesi 4:13, leggiamo: "Posso ogni cosa in colui che mi fortifica." Con il sostegno divino, supererai le sfide che ti si presentano.

Ricorda sempre che sei un essere straordinario, plasmato con amore e proposito. Non lasciare che le avversità ti spezzino, ma permetti loro di temprarti come l'oro nel fuoco.

In questo momento di difficoltà, prega, spera e agisci con fiducia, sapendo che il tuo cammino è sostenuto da una forza più grande di te. Che la tua fede sia il faro che illumina il tuo percorso e che il tuo cuore sia ricolmo di speranza.

Con affetto e incoraggiamento, [Tuo Nome]



domenica 12 novembre 2023

Navigare nella Complessità della Fede: Riflessioni per un Percorso Spirituale Armonioso

Purtroppo abbiamo dei fatti di cronaca di una gravità estrema perchè una sorella nel nord Italia è stata uccisa in un modo barbaro. Non è nostra intenzione entrare nei meriti ovviamente e per quanto possibile vorrei evitare che si tratti la vicenda così come accade in altri blog. Come sapete cerchiamo di evidenziare quei comportamenti che distinguono l'organizzazione in modo da rendere più evidente gli aspetti più controversi e non vogliamo utilizzare vicende pubbliche di persone in modo strumentale.

Innanzi tutto mi sento di dire a nome del blog la nostra vicinanza e le nostre condoglianze sentite a tutta la famiglia. Immaginiamo non sarà un periodo facile le persone che sono coinvolte oltre a dover gestire il lutto di una cara persona, essere nel contempo oggetto di indagine della magistratura e più che altro subire l'enorme pressione mediatica con tutti i giornalisti di indagine che rovistano la loro vita, non è davvero un bel periodo. Speriamo che la magistratura faccia il suo corso e trovi subito il colpevole e almeno liberi chi è innocente dalla morsa delle indagini.

Detto questo, come dicevamo prima, non tratteremo il caso ma cercheremo di rendere evidente un aspetto che è legato allo spirito generale con cui l'organizzazione reagisce quando per tanti motivi è oggetto di critica.

Per entrare nel dettaglio l'8 Novembre dietro la segnalazione di un nostro collaboratore c'è stata una trasmissione televisiva piuttosto notoria che sta trattando il caso come argomento all'interno del programma di inchiesta, con le solite indagini giornalistiche a mio avviso di dubbia efficacia e anche abbastanza imbarazzanti per come stanno trattando le persone coinvolte in questa disgrazia. Detto questo però ad un certo punto durante il programma la conduttrice ha mandato in onda un testo inviato evidentemente dall'organizzazione alla trasmissione e ai suoi conduttori con l'evidente intento di chiarire alcuni aspetti ritenuti diffamatori che una persona aveva dichiarato in una puntata precedente.

L'elemento che avrebbero dovuto chiarire è quello della disassociazione perchè secondo l'autore della lettera non è stata spiegata correttamente. Gli argomenti li sapete già li abbiamo trattati tante volte. 

Prima di farvi leggere la lettera che è stata spedita per gioco ho proposto all'intelligenza artificiale Chat GPT, di far finta di scrivere la stessa lettera con lo stesso intento e così vi propongo la versione che ha prodotto per la trasmissione televisiva.

🌟 Comunicato Ufficiale dell'Organizzazione Religiosa XYZ 🌟

Spettabile redazione della trasmissione televisiva,

In seguito alla recente puntata televisiva del vostro programma che ha affrontato il tragico evento dell'omicidio di una sorella, desideriamo condividere con voi alcuni insegnamenti dogmatici che riteniamo importanti per comprendere la via della nostra fede.

Innanzitutto, ci teniamo a sottolineare che il nostro cuore è pesante di fronte a qualsiasi perdita di vita, e offriamo le nostre più sincere condoglianze alla famiglia colpita da questa tragedia.

Nel corso della trasmissione, è emersa la necessità di approfondire un aspetto dogmatico fondamentale della nostra fede.

La disassociazione è uno... <descrizione corretta del dogma>

Senza entrare nei dettagli specifici dell'evento, vorremmo enfatizzare l'importanza di riflettere sulla misericordia divina e sulla possibilità di rinnovamento. La fede che professiamo ci insegna a percorrere la via della compassione, incoraggiando il perdono e la comprensione.

Invitiamo tutti i nostri fedeli a considerare queste lezioni preziose mentre affrontano le sfide della vita. La nostra comunità è qui per sostenere tutti in ogni passo spirituale specialmente in questi momenti particolarmente difficili che le persone coinvolte da questa vicenda stanno subendo.

Che la pace e la luce divina possano avvolgere tutti coloro che sono toccati da questa dolorosa circostanza.

Con amore e preghiere,

[Il Nome dell'Organizzazione Religiosa XYZ]

Qui invece vi trascrivo la lettera ufficiale inviata alla trasmissione televisiva.

Scriviamo in riferimento alla puntata di "xx xx xx" andata in onda mercoledì 10 novembre 2023. per rispondere ad alcuni commenti infondati e sprezzanti fatti da una persona anonima in merito al provvedimento spirituale della disassociazione da parte dei Testimoni di Geova. Contrariamente a quanto è stato affermato, la disassociazione non è il risultato in cui incorrono "di solito" coloro che commettono quello che la Bibbia considera un peccato grave. Infatti, solo coloro che trasgrediscono in modo ostinato e impenitente le norme bibliche vengono disassociati. Quando una persona viene disassociata, i singoli fedeli decidono in base alla loro coscienza sensibile alle norme religiose come regolare i loro rapporti con la persona, e come applicare i principi contenuti nella Bibbia in I Corinti 5:11-13 e 2 Giovanni 1:9-11. Come si può leggere chiaramente dal sito ufficiale dei Testimoni di Geova, jw.org, anche se "dal punto di vista religioso le cose cambiano". è importante notare che all'interno della famiglia "i legami di sangue restano inalterati. Il vincolo coniugale e i normali rapporti familiari e affettivi proseguono". La disassociazione non viola alcun diritto dell'individuo, come evidenziato dalla Corte di Cassazione italiana in una sentenza del 2017, e da altre Alte Corti in Belgio, Canada, Inghilterra, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Polonia, Sudafrica e Stati Uniti.

Questa è la lettera comparsa alla TV



Avete notato delle differenze? Quando ho letto la dichiarazione dell'organizzazione mi è saltato subito all'occhio la totale mancanza di empatia del messaggio perchè non viene ricordata la memoria della sorella, ne fatte le doverose condoglianze ufficiali. Scusate un attimo, ma chi se ne frega della disassociazione e della scrittura di corinti quando c'è la morte di una persona ammazzata? C'è una indagine di un omicidio e siamo li a spiegare come avviene la disassociazione senza un minimo riferimento alla sorella? Ma a voi sembra una cosa normale? E' normale secondo voi che chat GPT ci "pensa" ai famigliari e invece l'organizzazione no? Ma quanto mai sarà importante puntualizzare le dichiarazioni disperate di persone che cercano un senso alla morte di una persona? 

Mancanza di empatia fra l'altro sottolineata anche dalla conduttrice quando in modo polemico rimarcava che contrariamente a quanto sostenuto nella lettera la persona in oggetto di critica non era anonima. Ma la cosa che risulta evidente è questa incapacità di esprimere i sentimenti in particolar modo considerando che stiamo parlando di una sorella che ha perso la vita in modo violento. Pare così assurdo che un fatto di una estrema gravità come un omicidio per l'organizzazione diventi assolutamente secondario e inesistente rispetto alla proterva volontà di difendere diritti che sente violati.

Ovviamente possiamo sicuramente immaginare che questa sia un semplice errore di impeto di eccesso di zelo. Oppure forse aveva il preciso mandato di rispondere indipendentmente dall'argomento. Nella direttiva non c'era scritto di ricordarsi di fare le condoglianze? Ovviamente siamo contenti che non ci siano altrimenti sarebbero state condoglianze ipocrite. Quindi, perché il fratello non ci ha pensato? C'è forse qualcosa di strutturale che potrebbe giustificare questa ed altre "dimenticanze" di questo tipo. Ad esempio come viene percepito il senso della morte e della vita? A ben vedere andando ad approfondire l'aspetto troviamo alcuni elementi che potrebbero far diventare questo dettaglio un sintomo. Sospettiamo quindi che non sia una semplice dimenticanza.

La religione è la pratica religiosa risulta efficace e convincente perché molte persone riescono a trovare risorse che altrimenti non avrebbero per superare le difficoltà della vita. Ma ogni moneta ha due facce è la pratica religiosa se non ha una impostazione corretta e sostenibile causa più danni di quelli che le persone vorrebbero risolvere. In pratica se scaccio via lo stress emotivo sostituendolo con un altro tipo di stress non faccio altro che essere contento di aver risolto un problema sostituendolo con un altro. Un esempio tipico è la tossicodipendenza che per tanti motivi è molto simile alla pratica religiosa ossessiva. La religione potrebbe anche inconsapevolmente amplificare gli effetti tossici perché ha tutto l'interesse ad aumentare le ossessioni religiose. 

Quando poi saltano tutti i filtri etici e di ragionevolezza poi la religione diventa solo strumentale a sostenere fini umani allontanandosi dai valori spirituali. In questo caso divento così incapace di gestire la vita e riconoscere gli aspetti e i valori più importanti. Come possiamo riconoscere gli effetti tossici? Facciamo degli esempi pratici

  • Rigidezza dottrinale: Un ambiente religioso che promuove una visione dogmatica e intransigente può causare stress nelle persone che si sentono costrette a conformarsi a norme e aspettative rigide senza spazio per la riflessione personale. Matteo 23:23 (Nuova Riveduta): "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, del finocchio e del cumino, ma trasgredite le cose più importanti della legge, cioè il diritto, la misericordia e la fedeltà. Dovete fare queste cose, senza trascurare le altre."
  • Condanne e sensi di colpa: Un approccio religioso che enfatizza fortemente il peccato, le condanne e i sensi di colpa potrebbe generare uno stress significativo nelle persone, specialmente se si sentono costantemente giudicate o se l'aspetto di peccato è associato a aspetti normali della vita. Giovanni 8:10-11 (Nuova Riveduta): "Chinatosi di nuovo, Gesù scrisse con il dito in terra. Ma essi, udito ciò, andarono via uno per uno, cominciando dai più anziani, e Gesù restò solo con la donna che era nel mezzo. Allora, sollevatosi, Gesù le disse: 'Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?' Rispose essa: 'Nessuno, Signore'. E Gesù le disse: 'Neppure io ti condanno; va' e non peccare più.'"
  • Perdita di appoggio sociale: Se un individuo all'interno di una comunità religiosa si allontana dagli insegnamenti o dai valori prevalenti, può sperimentare la perdita di supporto sociale e il senso di appartenenza, causando stress e isolamento. Matteo 6:14-15 (Nuova Riveduta): "Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; ma se vi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe."
  • Aspettative irrealistiche: Se la religione impone aspettative irrealistiche in termini di perfezione o conformità assoluta a determinati standard, ciò può generare ansia e stress. Salmo 103:8-14 (Nuova Riveduta):"Il Signore è compassionevole e misericordioso, lento all'ira e grande nell'amore. Non contenderà per sempre, né conserverà per sempre il suo risentimento. Non ci ha trattato secondo i nostri peccati, né ci ha ripagato secondo le nostre iniquità. Poiché quanto è grande l'altezza dei cieli sopra la terra, tanto grande è la sua misericordia verso quelli che lo temono. Quanto è lontano l'oriente dall'occidente, tanto egli allontana da noi le nostre trasgressioni. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; si ricorda che siamo polvere."
  • Contraddizioni personali: Quando un individuo sperimenta un conflitto tra le proprie convinzioni personali e gli insegnamenti della propria religione, potrebbe provare uno stress significativo. Giovanni 4:1 (Nuova Riveduta): "Carissimi, non credete a ogni spirito, ma provate gli spiriti se sono di Dio; perché molti falsi profeti sono usciti nel mondo."
La religione approva ed accetta i punti descritti come se fossero inevitabili? Oppure li contrasta e cerca di ristabilire i principi biblici che aiutano a comprendere l'importanza e il valore della vita delle persone per una sana spiritualità? Chiedetevi anche: se la fede è vista con un senso di urgenza, indebito, irrazionale e poco ragionevole quali risultati nel tempo potrà portare?

Se fossi in una organizzazione sana potrei farmi questioni etiche importanti e chiedermi: Come posso favorire una comprensione più approfondita e realistica degli insegnamenti religiosi tra i nostri membri? In che modo possiamo creare un ambiente in cui le persone si sentano libere di esprimere dubbi o cercare una comprensione più personale della fede? Quali risorse possiamo fornire per aiutare i membri a conciliare la propria esperienza personale con gli insegnamenti religiosi? In che modo possiamo affrontare le sfide di interpretazione e applicazione degli insegnamenti religiosi in un mondo in rapido cambiamento? Come possiamo incoraggiare i membri a discernere attentamente tra insegnamenti autentici e potenziali influenze negative provenienti dall'esterno?

Le domande corrette ne possiamo fare quante vogliamo ma se le risposte che diamo sono sbagliate i risultati finali saranno quelli che poi vediamo nelle espressioni pubbliche. I fratelli sono stati addestrati male. Ma come può non essere biasimevole scrivere ad una trasmissione televisiva una perfettamente inutile lettera di piagnistei, per altro fuorvianti perché sappiamo tutti che esistono le attività di revisione dei requisiti la dove ci sono disassociati in famiglia e oltretutto sono immediate. Così come sono immediate le rimozioni di incarico quando vengono resi noti relazioni pubbliche indebite con disassociati che creano "scandalo" (tipica nell'era social sono le foto su facebook delle cene). Senza tenere conto che se la condotta disordinata con disassociati diventa di dominio pubblico nella congregazione vengono fatti anche comitati giudiziari. Ma di cosa parliamo?

La lettera è talmente iniqua e inconcludente di recriminazioni che oltretutto nessuno capisce e che inducono ragionevoli dubbi sulla effettiva estraneità ai fatti. Ma poi cosa pensavano di risolvere? Che la trasmissione televisiva, giustifichi la pratica della disassociazione? Pratica che è diventata uno scandalo internazionale? Pensano davvero di confidare nell'appoggio politico di qualche normativa statale dei vari governetti europei che dichiari costituzionale la disassociazione? 

Ma davvero davvero per questo fatto l'attività di predicazione è stata temporaneamente sospesa nella zona? E' questa dovrebbe essere la predicazione degli ultimi giorni? Quella delle sette trombe? Dei sette giri di Gerico? Ho paura che ci siano delle leggere discordanze in merito o sbaglio?

La ricerca di una fede autentica richiede riflessione, apertura e un sano discernimento. Sia come individui che come comunità religiose, possiamo abbracciare il messaggio di Proverbi 16:3, Proverbi 16:3 (Nuova Riveduta): "Affida al Signore le tue opere, e i tuoi progetti saranno stabiliti."
affidando al Signore le nostre opere mentre coltiviamo una comprensione sempre più profonda della fede. Attraverso la preghiera, la riflessione e la condivisione, possiamo camminare insieme con umiltà e amore, trovando un equilibrio armonioso tra la nostra esperienza personale e gli insegnamenti preziosi della nostra tradizione religiosa. In questo modo impareremo a dare il giusto valore delle cose della vita e non faremo gli errori che fanno tanti quando pensano con la testa degli altri.

Che questo percorso spirituale ci conduca verso una fede radicata nell'amore, nella comprensione e nella saggezza divina.

domenica 5 novembre 2023

I fuoriusciti dei Testimoni di Geova: Tra Fenomenologia e statistica

Cosa dicono gli esperti?

"Il membro deluso, e l’apostata, in particolare, sono informatori le cui prove devono essere utilizzate con circospezione. L’apostata ha generalmente bisogno di giustificare se stesso. Cerca di ricostruire il suo passato, di scusare le sue affiliazioni precedenti e di biasimare coloro che erano stati i suoi colleghi più prossimi. Non è dunque raro che impari a fabbricarsi una "storia di atrocità" per spiegare come — attraverso la manipolazione, l’inganno, la coercizione o le frodi — è stato prima condotto ad aderire, quindi gli è stato impedito di abbandonare un’organizzazione che oggi disapprova e condanna. Gli apostati, le cui narrazioni sono sensazionalizzate dalla stampa, cercano talora di trarre profitto dalle loro esperienze vendendo i loro racconti ai giornali o pubblicando libri". nota 2

Questo è l'incipit di un post trovato in rete in questo indirizzo (link) che fa da appunto da cappello a tutta una serie di considerazioni legate al mondo del dissenso negli ex testimoni di Geova. Ora c'è da dire in primo luogo che in verità il fenomeno del dissenso è variegato alcuni non si riconoscono solo in alcuni aspetti, altri in molti, altri ancora arrivavano a  provare un totale rigetto completo. Un piccolo insieme di queste persone partecipa in modo alterno a blog come questo. Il commento non è di un fratello ma è la citazione di un insigne studioso sociologo B.R.Wilson, The Social Dimensions of Sectarianism, Clarendon Press, Oxford 1990, p. 19. Bryan Ronald Wilson (1926-2004), inglese, presidente della International Society for the Sociology of Religion. La proterva adulazione all'illustrissimo studioso raggiunge il parossismo dialettico con la nota sua personale nota di encomio.

I ‘venti contrari’ che si ingegnano ad alimentare, buoni per dominare la ristretta audience di un forum di dissidenti, di un bollettino parrocchiale o di una piccola rete TV cattolica, perdono efficacia di fronte alle impietose dichiarazioni di un ‘mostro sacro’ della sociologia come il prof. Wilson, al quale è stato riconosciuto, dopo la sua morte, “un enorme debito di gratitudine per l’arricchimento che ha recato alla nostra comprensione delle moderne società”. nota 3

Il nostro esegeta parte quindi con una senziente opera di debunking del fenomeno apostata intercalando insulti fra presunzione e demistificazione. Leggiamo quindi cose di questo tipo:

Nonostante ciò, ci sono molti sorprendenti punti di contatto fra le sue descrizioni e la multiforme ‘fauna’ degli ex-testimoni: ad esempio i ‘rimpatriati’ ricordano, è naturale, i ‘riassociati’ dei testimoni di Geova (peraltro numerosissimi). Anche la figura del disassociato ‘dotto’ finto/esperto, con laurea esibita a uso di titolo nobiliare, che vediamo ogni tanto intervistato in qualche TV privata, o fare capolino dai giornali (di solito in calcolato sincronismo con qualche ‘fattaccio’ di cronaca), è un classico al quale siamo piuttosto abituati.

Ovviamente il personale disappunto potrebbe essere giustamente di parte e così per una volta vorrei evitare di debunkare l'ovvio. Così come ogni tanto facciamo daremo la possibilità a tutti voi di rispondere alle domande che il nostro esegeta pone in modo da verificare se effettivamente il dissenso degli ex testimoni di Geova è così come viene rappresentato nel post. Le risposte saranno come sempre libere e al termine faremo un post con i vosti commenti.