sabato 27 agosto 2022

Il comma 22 della neutralità


Considerazioni introduttive dal letargo

Dopo un po' di tempo di assenza dal blog mi ero trovato con un cumulo di argomenti distillati dal blob narrativo sciorinato dall'organizzazione negli ultimi mesi, ma la mancanza di tempo per redigere qualcosa "al volo" ha tuttavia finito con l'invalidare le costruzioni e argomentazioni che avevo in mente.

Mi spiego: argomentare quanto veniva enunciato dal podio televisivo o da quello reale è un po' come yogurt aperto in una casa senza frigorifero in agosto.

Primo perché la retorica prodotta ha il solo scopo di renderti, per dirla alla Pink Floyd, confortably numb, grezzamente traducibile in "piacevolmente insensibile"; l'emivita delle parole e dei concetti espressi e cacciati a martellate nella testa dei fratelli è come quella dell'eroina nelle vene di un tossico inveterato, 3 ore e se ne è già persa la metà, mezza giornata e non ve ne è quasi più traccia. 

Ho dedotto che dev'essere questo il motivo per cui gli abusatori cronici di detta retorica saltano dalla sedia ogni volta come tappi di spumante per cose meno che ordinarie ripetute in un algoritmo ricorsivo che cicla in un loop infinito sulle medesime cose, solo aumentando il volume degli aggettivi superlativi ad ogni ciclo: all'uscita da ogni giro l'uditore deve evidentemente avere una sorta di "garbage collector" che ripulisce la sua RAM e il nostro malcapitato finisce con il non ricordare nulla, figurarsi poi di li a qualche giorno. 

Quando arriva lo tsunami retorico i fratelli ormai chiudono le paratie del cervello e ormai la persuasione è puro esercizio di "brute force", forza bruta della ripetizione.

C'è da capirli; bisogna pur sopravvivere all'alluvione di irrilevanza entro la quale viene diluita la verità. Si perché di questi tempi, come disse anni fa fa Gamma, la verità è un lusso che non ci possiamo più permettere.

Secondo, il mestiere del blogger e del debunker di caciara spirituale è diventato terribilmente difficile, esattamente quanto lo è diventato quello della satira politica.  Se si da sufficiente tempo a questa gente, questa produrrà a stretto giro di posta una realtà sempre più estrema e sempre più indistinguibile dalla parodia stessa, spesso battendola sul suo stesso terreno. 

Un esempio di queste dinamiche di progressione esponenziale dell'assurdo è il tentativo fallimentare di produrre una "cultura pop" dell'ortodossia cristiana nei giovani e meno giovani tdg; emerge specie dai video musicali e dalle drammatizzazioni presentate alle assemblee, che di fatto sono un "bundle" in cui vengono piazzati gli aggiornamenti di sicurezza contenenti le nuove opinioni, i nuovi standard e i nuovi cliché confezionati dal Corpo Direttivo, aggiornati e tirati a lustro e che devi ficcarti in testa prima di subito. Adeguarsi senza frapporre indugio, non vorrete mica far piangere Geova?

L'ultima drammatizzazione francamente non ho capito dove volesse andare a parare: Una ragazza si ingastrisce perché un altra fa collane e le vende sui social, si monta tutta una questione di stato che in qualsiasi ambiente sociale verrebbe abortita con un occhiata di traverso, tipo quelle che ti fanno vedere il neon con la scritta "ma sei scemo?" lampeggiare sulla fronte di chi l'occhiata te la tira, volano stracci e non si capisce bene perché (ma i capisce bene che sono tutti piuttosto depressi), si fa la pace ma non si capisce bene perché (dobbiamo ancora capire per quale motivo sta gente era "litigata") e ci si trova tutti a cantare in modo sgraziato e stonato canzoni che erano già brutte di suo con un entusiasmo finto e un sorriso ancora più finto e tenuto su con i plinti, quello li, quello che solo i morti dentro riescono a produrre. Poi ci si saluta con la sensazione di avere avuto a che fare con un gruppo di bipolari maniaco depressivi e passivo aggressivi appena entrati in modalità maniacale. 

Presumo che si sia voluto esagerare ficcando fra le righe troppi messaggi "a nuora perché suocera capisca"; con tutti questi "middleware" messi e mezzo nel flusso della narrazione esce fuori un quadro completamente fittizio, grottesco, sgraziato, stanco e anche deprimente, specie nella sua esaltazione di una gioia di sottomarca comperata su Wish. 

Tutti i video successivi che dovrebbero motivarti paiono template di spot pubblicitari di Fastweb di 10 anni fa, quelli col faccione di Clooney: presentano la stessa costruzione della leva emotiva, del richiamo all'immaginazione a cui segue la presentazione del logo o messaggio e il relativo playoff. Devono essersi comperati quel format all'agenzia pubblicitaria in saldo.



Finito il pistolotto, proverò a proporre argomentazioni e volutamente provocatorie e sganciate dall'attualità WT e che sono un po degli evergreen per entrare nei comma-22 della dottrina della WT

La neutralità illusoria

Una delle dottrine bandiera di cui si è parlato anche nella recente assemblea è quello della neutralità.  Del resto lo si fa in tutte: il contenuto dei discorsi, fateci caso, è il medesimo tutti gli anni; si cambia giusto il titolo che viene confezionato in ragione del tema dell'assemblea ma il prodotto all'interno è sempre lo stesso.

La dottrina della neutralità per come la conosciamo sembra apparentemente lineare, ma l'impressione regge solo in apparenza; sembra profonda ad uno sguardo superficiale, ma appare superficiale ad una osservazione profonda.

La questione in realtà è abbastanza complessa, la WT pialla tutto per bene con ogni tecnica e modalità di interruzione del pensiero attuata principalmente mediante i soliti pochi argomenti: Gesù che non si vuole fare re, la colpa del sangue delle guerre a cui non partecipi, il regno di Dio che risolverà tutto, eccetera. 

La retorica dell'organizzazione si fonda su opinioni che richiedono che il fruitore della retorica stessa non si formi opinioni proprie (condizione ovviamente illusoria) se non l'ortodossia filtrata dal retore.

Ho aperto decine di articoli e la questione neutralità viene immediatamente derubricata con queste argomentazioni, senza entrare nel dettaglio delle implicazioni della propria NON scelta se non dal punto di vista della falsa dicotomia giusto-sbagliato a priori. Le situazioni aneddotiche prese ad esempio sono sempre estreme, condizioni limite che più che la regola rappresentano l'eccezione nella vita della fratellanza.

Nel corso del tempo la microgestione della questione neutralità si è estesa poi fino ad invadere ogni aspetto della vita del tdg: non basta non appartenere ad un partito politico ma anche votare per un referendum diventa un problema, fare il rappresentante di classe a scuola e firmare petizioni sindacali può costarvi la distruzione eterna.

Non basta solo essere neutrali ma è divento peccato pure il maturare opinioni (figurarsi esprimerle) sulle questioni che scorrono attorno a noi. Non serve cercare di capire la realtà, c'è chi la capisce per te perché tu non debba fare lo sforzo di capirla, vuoi mai che poi capisci una cosa diversa. 

Con queste premesse ci vuole niente che la partecipazione ad una assemblea di condominio valga un comitato giudiziario.

Poi fa nulla se partecipi a campagne di pressione via lettera verso governi per modificare leggi a tuo sfavore (tipo Russia) oppure accetti di corrompere ufficiali pubblici per risparmiarti la naja, finendo poi con il risultare inquadrato fra la riserva dell'esercito (tipo Messico) o accettare soldi e prebende dai governi vari o iscriversi all'ONU.

In tutti gli articoli che trattano la questione la narrazione è piuttosto appiattita sul "persecution porn", sull'aneddotica, meglio se collocata in un periodo bellico.

La questione della "verginità dalle opinioni" è poi ovviamente diventata un enorme volano di ipocrisia nei rapporti fra fratelli: nessuno dice più cosa pensa perché socialmente inaccettabile, le persone si fidano meno di chi non dice cosa pensa, le persone nascondono ancora di più i propri sentimenti e pensieri verso coloro di cui si fidano poco e il cerchio si chiude per ricominciare da capo. La risultante è che abbiamo più maschere in congregazione che al carnevale di Venezia.

Il Comma 22

"«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»"

Ma si sa, non mi stanco di ripetere che il mondo è più complesso di come lo si vuole raccontare e a darci la misura del livello di infantilismo del pensiero a cui l'organizzazione anela è un discorso presentato in una delle ultime assemblee: per sostenere la neutralità si cita l'esempio di un fratello ospitato da una famiglia che non si intrometterebbe mai in un litigio interno di detta famiglia ospite. 

"Se una famiglia ci invita e una volta a casa loro vediamo che iniziano a litigare non prendiamo le parti di nessuno...."

Beh detta così pare condivisibile, e infatti è un argomento fantoccio.  

Ma proviamo a generalizzare la regola, esattamente come si farebbe per validare una teoria fisica o matematica: Mettiamo che tu sia a casa di questa famiglia e che esattamente come sopra la situazione cominci a scaldarsi. 

Ad un certo punto il marito salta al collo  della moglie con l'idea di strangolarla e quella inizia a stramazzare esanime. 

La tua neutralità vale ancora? Lasceremo fare il marito finché Geova non ci pensi e ci metta una pezza? Lasciamo le cose nelle mani di Dio? ognuno per se e Dio per tutti?

La WT non riconosce causa di forza maggiore che non sia nel perimetro dei suoi interessi, tuttavia in una situazione come questa il non intervento non ti renderebbe in parte colpevole di omicidio visto che avresti potuto agire e non lo hai fatto? 

La tua neutralità nel caso è una acquiescenza diretta all'atto di omicidio, una passiva e remissiva condiscendenza all'atto che potevi impedire e non hai impedito

La generalizzazione della regola WT oltre il perimetro di quelle 4 cose generalmente riportate negli articoli, finisce con il portare al paradosso, la posizione avrebbe dovuto tenere il fratello alla larga dalla colpa del sangue è diventato nel caso di specie causa di colpa del sangue. 

Non aveva modo di non produrre una trasgressione, sia che avesse mantenuto l'integrità alla WT maniera (colpa del sangue per non aver salvato chi era in tuo potere salvare) sia che non avesse mantenuto questa integrità (rottura della neutralità cristiana per la WT)

Quindi finiamo il nostro gioco di generalizzazione del modello mentale del CD sulla questione con il paradosso che ogni scelta che fai ti avrebbe portato alla dissociazione o alla disassociazione.

Insomma un bel problema senza soluzione come quello della Kobayashi Maru che il Capitano ha ben presente.

Un altra solidissima logica è quella presentata nel discorso della domenica mattina, in cui si paragona il male ad un ragno che tesse ragnatele e che i movimenti per la giustizia si impegnano a rimuovere senza rimuovere il ragno (satana). Per sostenere la logica neutrale la WT non ha senso rimuovere la ragnatela se non possiamo rimuovere la causa.

Generalizzando secondo la nostra regola, immaginiamo quindi che le ville a Tuxedo del corpo direttivo debbano essere invase da ragnatele e dune di polvere mosse dal vento, perché cavoli, non ha senso spolverare visto che non possiamo rimuovere la sorgente del pulviscolo, ovvero l'atmosfera. Di li a poco la polvere tornerà. 

E immagino pure che nessuno proverà a curarsi da nessun malanno, men che meno da quelli cronici, visto che non possono rimuovere l'imperfezione e nemmeno risolvere problemi cronici; aspetteranno quindi Geova che ci metta una pezza.

E perché lavarsi, se di li a poco tornerai a puzzare?


I mostri

L'alienazione

I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere... Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà. (Primo Levi)


Dopo avere approfondito la storia contemporanea alla scoperta di cosa potesse aver generato un male così grande da portare a produrre l'olocausto ho realizzato che la ricerca di una motivazione ultima un parto della storia tanto orribile è destinata a restare frustrata, d'accordo con quanto affermava la Arendt il male spesso è una cosa banale.

La nascita dei totalitarismi europei del ventesimo secolo non fonda le basi su centinaia di milioni di aguzzini assetati di sangue che non vedevano l'ora di saltare al collo di qualcuno; le persone non erano diverse da quelle di oggi.
L'esperienza nazifascista nasce da un terreno fertile di frustrazione sociale nel quale con la giusta retorica si sono convinte milioni di persone a rinunciare a pensare, a delegare il metro morale a terzi e a "girarsi dall'atra parte" quando qualcosa che succedeva attorno a loro li turbava, e questo solo perché il persuasore aveva un aura rispettabile e che ti rassicura che avrà cura di te. 
Non serve una fabbrica di mostri, ma basta dar da mangiare al mostro che dentro ogni persona.

Il tema della disumanizzazione "dell'uomo senza pensiero" lo abbiamo già trattato tempo fa in un paio di post sul pensiero di gruppo e vi daremo ulteriore spazio un prossimi post sulla dissonanza cognitiva; in senso più in generale questo è il leit motif nel quale milioni di persone normali, banali e talvolta meno che mediocri, inserite in questo meccanismo infernale riuscivano a produrre mostruosità di magnitudo difficilmente immaginabili.

Il TdG inconsapevole non è da meno; il sovvertimento delle regole del buon senso producono numerosi comma-22 quali ad esempio l'allontanamento dei figli che non la pensano come te e l'ostracismo sociale solo per citarne alcuni.
Tutti aspetti deprecabili se a praticarli sono altri gruppi religiosi ma che diventano prove di fede se vengono chiesti dall'amministratore delegato della tua coscienza.

L'astensione da qualsiasi posizione rispetto ad ingiustizie sociali e la forzata astensione dalla pratica della propria capacità di pensiero produce de facto lo stesso risultato che produsse l'indifferenza morale nel periodo nazifascista, un acquiescenza allo status quo che risultò più colpevole della violenza stessa in quanto risultante del silenzio assenso di chi vuole un risultato moralmente sporco senza però doversi sporcare materialmente le mani

Ora obietterete che il TdG medio non è ne razzista ne violento e vi dirò che non è questo il punto: pur avendo conosciuto numerosissimi fratelli tendenzialmente razzisti e con un pensiero violento, il TdG non sarà mai esternamente riconosciuto per una individuo che auspichi le camere a gas.
 



Frequentemente è portatore sano inconsapevole di proto-opinioni spesso istintive di pancia, verrebbe da dire populiste.
Questo sono quasi mai completamente maturate e capita che a volte esondino violente da quell'alveo di inaccettabilità sociale dell'esporre come pudenda le proprie opinioni. Esattamente come un vulcano in fase di eruzione effusiva.

Quindi che colpa avrebbe l'ignaro fratello che sceglie di non scegliere, Di fatto scegliendo implicitamente la parte del più forte?

L'impossibilità della non scelta

Ora, la sceneggiatura nella testa del nostro fratellone, che di fronte ad una situazione di tipo politico decide di non decidere, non comprende tutte le sfumature du cui sopra; di fatto il suo processo decisionale verrà cortocircuitato molto prima verso i percorsi stabiliti dalla flow chart predisegnata dall'organizzazione.

Il nostro fratellone sarà contento che non sarà mai messo contro un altro fratello di fede in proteste, guerre ecc e dobbiamo dargliene atto.

Mettiamo però di trovarci in una situazione che piloti verso un totalitarismo o più semplicemente che discrimini una razza rispetto ad un altra.
Quest'ultimo caso di specie non è così remoto, basi pensare all'apartheid in Sud Africa o alla segregazione razziale nel sud degli USA, in vigore più o meno legalmente fino a qualche decennio fa.

Può l'organizzazione e possono i fratelli bianchi ritenersi neutrali e coerenti con quanto detto sopra, nessun TdG sarà mai implicato in guerre o altre attività violente contro altri fratelli? 
L'acquiescenza verso quello standard, il non prendere nessuna posizione di fronte ad ingiustizie simili non è di fatto un fare una guerra silenziosa verso i diritti di questi fratelli? Cosa c'è di diverso rispetto a quelli che sapevano dei pogrom e si giravano dall'altra parte? 
La segregazione per razza o religione non può definirsi come una guerra civile più o meno fredda verso un altra razza o gruppo sociale?
A me pare che Paolo prese abbastanza d'aceto quando Pietro mise in piedi nella congregazione il teatrino della segregazione Ebrei versus gentili e non mi pare che la questione fosse lasciata nelle mani di Dio.

L'avere avuto sale del regno separate fra bianchi e neri con la scusa della neutralità e cultura dominante, non è anche questo una scelta implicita di sostenere la parte politica di maggioranza per quieto vivere?
Certo i fratelli Hutu e Tutsi del Ruanda si sono aiutati a vicenda e anche qui dobbiamo dare atto all'eroismo e alla fede di costoro, ma perché ogni volta che si smette di sparare e i confini diventano meno netti queste posizioni assolute cessano d'essere funzionali?
Sarà mica perché posizioni ideologiche "assolute" ed estreme funzionano solo quando si presentano, per fortuna raramente, casi estremi?

Non siamo più sotto l'impero romano dove l'imperatore veniva calato dall'alto ma in un contesto nel quale spesso si è chiamati ad esprimere con il voto la propria opinione per definire le politiche contingenti: dire di potersi astenere dalla politica per non condividerne la responsabilità degli errori è una illusione.

Chi non sceglie implicitamente condivide e appoggia le scelte di quella che sarà poi la maggioranza, ed è legato mani e piedi alla responsabilità che deriva dal silenzio assenso.

Ora io una soluzione non ce l'ho e mi interesserebbe sapere la posizione di altri; che non ci sia una posizione universalmente funzionale nello spazio e nelle epoche mi pare chiaro dal fatto che nonostante la narrativa WT voglia un Cornelio dimissionario dall'esercito dopo il battesimo e un eunuco etiope allontanarsi dalle cariche pubbliche, le scritture non raccontano nulla di quello che queste due figure decisero di fare, ammesso che gli sia saltato in testa di decidere qualcosa.

Nel mio immaginario di lettore delle scritture c'è il sospetto che se la cosa fosse stata di capitale importanza e fosse pregnante la necessità di istituzionalizzare questo tipo di posizione neutrale, mi viene da pensare che Paolo e gli altri redattori delle scritture greche-cristiane qualche parola in più l'avrebbero spesa per raccontarci la riconciliazione delle figure di Cornelio e dell'Etiope verso l'ortodossia della fede.
Tuttavia non c'è nulla a riguardo, e faccio fatica a pensare ad una botta collettiva di pigrizia o ad uno sciopero prolungato dei produttori di pergamene


Gatto di Schroedinger

sabato 20 agosto 2022

Post prandium aut stabis aut lente deambulabis

post prandium aut stabis aut lente deambulabis ovvero dopo il pranzo o stai in piedi o passeggia lentamente;

E' un fatto acclarato, lo sforzo fisico in eccesso non facilita la digestione ma lo stare fermi rende i processi del dopo pranzo potenzialmente dannosi.

Dopo il sovrabbondante e continuo pranzo spirituale fornito "gratuitamente" dalla WT risulta poco salubre per l'ingenuo proclamatore darsi troppo da fare o, viceversa, rimanere immobili in attesa del pasto successivo.

L'atteggiamento giusto per una corretta metabolizzazione dopo l'assunzione di ogni tipo di cibo risulta sempre essere una moderata attività fisica, viene da chiedersi ad esempio come mai la wt dopo due anni di zoom e di sospensione delle attività principali abbia deciso di riavviare così all'improvviso l'opera di porta in porta.

Dopo due anni di lauti pasti spirituali la WT vuole riavviare l'attività fisica così, di colpo? A questo punto come reagiranno gli infiacchiti corpi degli adepti al rapido risveglio muscolare imposto dagli Usa? Rischieranno i fedeli seguaci un indigestione da improvviso sovraccarico?

Quella che era l'opera principale affidata ai veri cristiani, la predicazione, é stata infatti inaspettatamente sospesa, il parametro unico per stabilire se una persona sia o meno spirituale é stato praticamente accantonato e diluito in un surrogato fatto di lettere e telefonate.

Schiere di proclamatori sono state private della passeggiata post colazione o post pranzo e, stupite, notavano come invece "nel mondo" da mesi ci si rivedeva in presenza con e senza mascherine, molti si chiedevano, ma come, l'unica vera e sola organizzazione di Dio in terra, aveva sospeso le proprie attività principali? Il servizio di casa in casa?

Quante domande, ahimè, destinate a non avere una risposta plausibile.

Ma, a proposito di domande, é interessante quanto pubblicato da una ricercatrice relativamente alle tattiche usate dai gruppi religiosi, visto che personalmente vivo e mi alimento di poche certezze e di tanti quesiti, vi giro questa serie di riflessioni post pranzo:

C'é stato un tempo in cui le convinzioni religiose ti hanno portato compagnia e pace, mentre ora lotti per la tua privacy, fra mille regole, cerimonie e rituali? Ti chiedi come sei arrivato a tutto questo? Sei in una organizzazione narcisista!

Il narcisista usa il proprio credo per manipolare, controllare e dominare, egli strumentalizza sistematicamente la tua vita al di fuori del culto per inserirla al suo centro. Non é il tipo di credenza ma piuttosto come la fede viene usata che favorisce l'abuso.

Si comincia con il pensiero dicotomico, la gente viene spaccata in due parti, chi é d'accordo con il narcisista e chi non lo é, solo il narcisista è il giudice e può decidere chi appartiene ad una fazione o all'altra. La tua opinione individuale é irrilevante.

Il narcisista prende in giro, sminuisce e mostra pregiudizi verso le altre credenze, questa tattica manipolatrice é utile per ricordare che se uno cambia le proprie opinioni sarà trattato nello stesso modo. Improvvisamente da aggregante l'organizzazione narcisista diventa elitaria e rifiuta di associarsi con persone e gruppi che ritiene profani, preferisce isolarsi e chiede al suo gruppo di fare lo stesso, condannando chiunque non lo faccia.

L'organizzazione narcisista richiede che si adotti completamente il proprio punto di vista, non é ammesso il dialogo l'autorità, chi si oppone viene minacciato di abbandono e perde l'approvazione del leader. Il gruppo narcisista richiede perfezione e felicità nelle manifestazioni pubbliche, devono essere ostentati sentimenti positivi e l'immagine deve essere perfetta.

L'adesione rigorosa ai ruoli e alle regole prevede dichiarazioni assolute su questioni insignificanti come ad esempio il colore o lo stile dei capelli. L'inosservanza delle indicazioni é affrontata con severa disciplina e perfino con la scomunica. Per separare ulteriormente, il narcisista prevede vari livelli di segretezza e trattine le informazioni fra pochi eletti tra individui meritevoli. Per entrare al livello superiore occorre dare prova tangibile di spiritualità avanzata, che sarà ovviamente valutata dal narcisista.

Per il narcisista, il fine giustifica i mezzi. Lui può anche impegnarsi in una cattiva condotta, coprire le trasgressioni altrui per il bene superiore. Questo atteggiamento include coprire abusi sessuali, fisici, reati finanziari, ecc... L'organizzazione narcisista é al di sopra della legge e può anche sovvertirla.

Alla fine di tutto, ti accorgerai che le tue convinzioni hanno perso la loro vitalità e che la tua crescita religiosa si é bloccata a causa dell'abuso narcisista costante. Non é insolito a questo punto mettere in discussione la propria fede e anche abbandonarla in conseguenza di questi comportamenti sadici.

Ovviamente non indico una religione in particolare, tantomeno suggerisco che una religione in particolare possa essere affetta dal narcisismo, ma é un fatto certo che abbinare ad una moderata attività fisica, di riflessione, qualsiasi pasto (offerto o pagato) permetterà al nostro organismo di rimanere in salute, tutto qui.

Buon appetito e, soprattutto, buona digestione

(tratto da Christine Hammond, narcissistic religious abuse tactis)

Post di BethSarim

sabato 13 agosto 2022

Un'utopia che inchioda al palo

Carissimi vi saluto, siamo vissuti nel caso di molti di noi, con promesse che ci hanno illuso e fatto spendere gran parte della nostra vita per un'organizzazione.

Su altro blog si spera a una ristrutturazione teocratica ma io credo che sia pura utopia, tuttavia voglio denunciare quello che secondo me sono che carenze che ho rilevato nel corso della mia consapevolezza.

1) c'è la tendenza molto marcata a idoleggiare l'organizzazione anziche adorare solo Dio (molti non distinguono la differenza tra organizzazione e Dio), inoltre autocelebrarsi come i migliori rispetto al resto di altri cristiani denota mancanza di umiltà!

2) molti pastori non soddisfano i requisiti biblici, andrebbero immediatamente dimissionati

3) diverse interpretazioni bibliche sono di parte e andrebbero riviste con umiltà

4) il problema della pedofilia, sottovalutata inizialmente ed ammessa a denti stretti successivamente, mai risolta con ammissioni sincere, e questo si collega alla questione economica per via dei risarcimenti

5) dare troppa importanza all'aspetto economico anziché alla fiducia in Dio di provvedere

6) mancanza di trasparenza sia per come sono amministrati i denari sia come è amministrato il resto.
Poi ci saranno altre aspetti che mi sfuggono ma questi a mia opinione sono fondamentali!

Mi rendo conto che le opinioni che ho espresso sono troppo radicali per poter essere applicate e quindi rimarranno pura utopia!
E tuttavia mettono al palo l'organizzazione!

Approfondimenti:
Credo che il punto 1) infondo racchiuda tutti gli altri problemi irrisolti, partirei con una citazione e spero di non usare retorica ma solo fatti!

La Bibbia ci narra la storia di un tempo in cui Dio usò la statua di un serpente per aiutare a maturare la fede nel suo popolo. Dei serpenti velenosi attaccarono gli israeliti e molti morirono.
Pregarono Dio di mandare via i serpenti, ma Dio invece escogitò un piano molto più creativo per salvarli.
Avrebbe potuto semplicemente guarirli tutti, ma come Dio fa spesso, trovò un modo di collaborare con la sua gente per portare liberazione. Dio disse a Mosè di fare un serpente e metterlo sopra un’asta e disse che chiunque dopo essere stato morso, lo avesse guardato sarebbe restato in vita. La statua fu un’idea di Dio, e servì bene al suo scopo.
Tuttavia più in là nella Bibbia le persone s’innamorarono così tanto della statua del serpente che iniziarono ad adorarla piuttosto piuttosto che adorare Dio che gliel’aveva data (vedi 2 Re 18:4). Invece di adorara Dio adoravano la forma esteriore.

Purtroppo per ignoranza anche io sono caduto in questo tipo di idolatria! Quando sento queste frasi da fratelli e sorelle "quello che dice l'organizzazione è come se lo dicesse Geova" "ubbidire all'organizzazione e quello che richiede Geova" e con questi frasi che girano in testa alla fratellanza piene di retorica, l'organizzazione con le sue interpretazioni di parte ha preso il posto di Dio, e vi faccio un esempio pratico con la dottrina delle trasfusioni e l'ultima novita sui 4 elementi fondamentali del sangue da cui ci si dovrebbe astenere basata ovviamente non sulle scritture ma su interpretazione puramente umana, ciò obbliga i fedeli a decisioni che invece andrebbero lasciate alla coscienza del singolo individuo.
Dio ci ha dato il dono della vita e non richiede che la perdiamo per un'interpretazione discutibile, ma delle scritture emerge che anche se si trattasse di un comando scritture potrebbe essere infranto se la vita è messa in pericolo! l'organizzazione ha preso il posto di Dio e ci chiede di sacrificarla per l'organizzazione!
Concludo con la frase finale dell'ultimo post del Capitano
"Da un punto di vista pratico per chi rimane credente ci si deve preoccupare solo di cosa pensa Dio e non di cosa pensa l'organizzazione e questa non è retorica".

post di Tommaso

sabato 6 agosto 2022

Perché proprio Osservatore e pure Teocratico?

Le parole che scegliamo di usare per definire le cose, spesso non ci garantiscono che chi le ascolta o le legge le capisca così come volevamo noi. 

Prendiamo ad esempio il nostro blog “Osservatore Teocratico”. 

Solo due parole non scelte a caso per definire le nostre intenzioni ed i nostri obiettivi ma che è necessario darne una spiegazione. Partiamo dalla seconda parola: Teocratico. Secondo l’enciclopedia Treccani la teocrazia, da cui deriva il termine teocratico, è un sistema statuale o di governo in cui il potere è esercitato in nome della divinità, da persone che si dichiarano sue rappresentanti.

Già qui siamo costretti a spiegarvi che questa nostra scelta del termine teocratico nel nome del blog non l’abbiamo fatta con in mente questa definizione. Noi non esercitiamo, ne vogliamo farlo, alcun potere in nome di alcuna divinità, a differenza di quanto avviene in molte organizzazioni religiose compresa quella dei TdG. Va da sé che quello che diciamo qui, sia amministratori ed utenti non è verbo del Signore, ma frutto di riflessioni o studi che possono anche cambiare ed essere messi in discussione. Ci aspettiamo quindi che anche chi scrive e commenta qui, lo faccia consapevole di non avere la verità in tasca. 

In una possibile accezione, il termine teocratico è anche sinonimo di spirituale e/o cristiano, da questo punto di vista mettere la parola Teocratico nel nome del blog indica che vogliamo avere l’obiettivo di contribuire ad una sana spiritualità (nel senso più ampio del termine) di chi partecipa. Spiritualità, non religiosità! Ci piace distinguere la teocrazia religiosa da quella spirituale, così come si distingue la forma dai contenuti.

In armonia con ciò, nessuno qui deve mirare a tirare fuori o trattenere qualcuno nella congregazione dei TdG, nè tanto meno proporre altri recinti religiosi in cui entrare. Cosa fare delle informazioni che acquisite qui, ognuno lo decide per sé. Partecipare ad un blog come questo è un po' come salire sopra un albero per capire dove andare è da considerare uno strumento non un fine. 

Dai post cerchiamo di evidenziare il desiderio di stimolare la crescita delle facoltà di pensiero che sono state addormentate da anni di pensiero unico TdG e che per chi crede sono coerenti al desiderio del nostro creatore di ottenere il meglio da noi stessi. Questo desiderio di crescere si applicherà nella nostra vita con atteggiamenti e comportamenti "cristiani".

Con atteggiamento ‘cristiano’ intendiamo tutta quella serie di comportamenti etici virtuosi come essere rispettosi degli altri (anche quando non siamo d’accordo), educati nei modi di esprimersi, non andando contro la persona in sè e travalicando con insulti o epiteti. Partendo dal presupposto che, fino a prova contraria, molti potrebbero sinceramente credere in quello che dicono o scrivono, pure quando si trattasse di oggettive stupidaggini.

Ed arriviamo alla prima parola che dà il nome al blog: Osservatore. 

Un osservatore è uno che potrebbe passivamente guardare qualcosa. Ma non è questo il significato per cui si è scelta questa parola. Ci piace di più questa parte della definizione di Osservatore che si trova nell’enciclopedia della Treccani:”.. chi ha la capacità di esaminare con attenzione e di rilevare elementi e aspetti che a molti altri sfuggono.” La stragrande maggioranza di noi che siamo qui, siamo o siamo stati TdG. Conosciamo già la vita in questa organizzazione e nella congregazione, farvi essere osservatori non significa farvi vedere ciò che già conoscete. 

Facciamo un esempio, quando siamo andati a visitare una casa che forse volevamo acquistare, ci è stato permesso di andarla a vedere, di farci un giro per vedere come è fatta e le cose che ci sono dentro, ma non è detto che con quel giro riusciamo ad osservare le cose correttamente. 

Quando siamo personalmente immersi in un ambiente o in una situazione, potrebbero sfuggirci cose che abbiamo sotto il naso. Vi sarà capitato che solo dopo aver acquistato una automobile o una casa vi siate accorti che c’erano dei difetti di cui, nonostante fossero a vista, non vi eravate accorti.

Abbiamo visto, ma non abbiamo osservato!

Per essere un osservatore attento ed imparziale dobbiamo tirarci fuori, in senso simbolico, dalla situazione, liberarci dal coinvolgimento emotivo (positivo o negativo che sia) e guardare le cose come se stessimo fuori ad osservarle attraverso le finestre, spostando la nostra attenzione di volta in volta in vari punti o addirittura cambiando finestra per avere un diverso punto di vista.

Come per l’acquisto di una nuova casa, però è importante che prima abbiamo chiaro in mente perché vogliamo abbandonare la vecchia, quanto siamo disposti a spendere per comprarne una nuova, quali sono le nostre esigenze (mi servono 3 stanze o meno? Voglio uno spazio esterno?) e quanto costa mantenerla dopo che l’avremo comprata.

In altre parole prima di andare a vedere cose fuori dobbiamo chiarirci le idee su noi stessi.

Questo è lo spirito di Osservatore teocratico! Guarda quello che non avevi osservato, calcola quanto ti costano le tue scelte e sviluppa la tua capacità di pensare per fare meno danni possibili quando farai la tua prossima scelta in campo spirituale. 

Soprattutto ogni tanto invece di guardare dalla finestra le case di altri, da uno sguardo dentro di te e chiarisciti chi sei e cosa vuoi veramente, perché come disse John Lubbock (banchiere, naturalista e archeologo): 

“In questo mondo non vediamo le cose come sono. Le vediamo come siamo, perché ciò che vediamo dipende principalmente da ciò che stiamo cercando”.