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sabato 27 agosto 2022

Il comma 22 della neutralità


Considerazioni introduttive dal letargo

Dopo un po' di tempo di assenza dal blog mi ero trovato con un cumulo di argomenti distillati dal blob narrativo sciorinato dall'organizzazione negli ultimi mesi, ma la mancanza di tempo per redigere qualcosa "al volo" ha tuttavia finito con l'invalidare le costruzioni e argomentazioni che avevo in mente.

Mi spiego: argomentare quanto veniva enunciato dal podio televisivo o da quello reale è un po' come yogurt aperto in una casa senza frigorifero in agosto.

Primo perché la retorica prodotta ha il solo scopo di renderti, per dirla alla Pink Floyd, confortably numb, grezzamente traducibile in "piacevolmente insensibile"; l'emivita delle parole e dei concetti espressi e cacciati a martellate nella testa dei fratelli è come quella dell'eroina nelle vene di un tossico inveterato, 3 ore e se ne è già persa la metà, mezza giornata e non ve ne è quasi più traccia. 

Ho dedotto che dev'essere questo il motivo per cui gli abusatori cronici di detta retorica saltano dalla sedia ogni volta come tappi di spumante per cose meno che ordinarie ripetute in un algoritmo ricorsivo che cicla in un loop infinito sulle medesime cose, solo aumentando il volume degli aggettivi superlativi ad ogni ciclo: all'uscita da ogni giro l'uditore deve evidentemente avere una sorta di "garbage collector" che ripulisce la sua RAM e il nostro malcapitato finisce con il non ricordare nulla, figurarsi poi di li a qualche giorno. 

Quando arriva lo tsunami retorico i fratelli ormai chiudono le paratie del cervello e ormai la persuasione è puro esercizio di "brute force", forza bruta della ripetizione.

C'è da capirli; bisogna pur sopravvivere all'alluvione di irrilevanza entro la quale viene diluita la verità. Si perché di questi tempi, come disse anni fa fa Gamma, la verità è un lusso che non ci possiamo più permettere.

Secondo, il mestiere del blogger e del debunker di caciara spirituale è diventato terribilmente difficile, esattamente quanto lo è diventato quello della satira politica.  Se si da sufficiente tempo a questa gente, questa produrrà a stretto giro di posta una realtà sempre più estrema e sempre più indistinguibile dalla parodia stessa, spesso battendola sul suo stesso terreno. 

Un esempio di queste dinamiche di progressione esponenziale dell'assurdo è il tentativo fallimentare di produrre una "cultura pop" dell'ortodossia cristiana nei giovani e meno giovani tdg; emerge specie dai video musicali e dalle drammatizzazioni presentate alle assemblee, che di fatto sono un "bundle" in cui vengono piazzati gli aggiornamenti di sicurezza contenenti le nuove opinioni, i nuovi standard e i nuovi cliché confezionati dal Corpo Direttivo, aggiornati e tirati a lustro e che devi ficcarti in testa prima di subito. Adeguarsi senza frapporre indugio, non vorrete mica far piangere Geova?

L'ultima drammatizzazione francamente non ho capito dove volesse andare a parare: Una ragazza si ingastrisce perché un altra fa collane e le vende sui social, si monta tutta una questione di stato che in qualsiasi ambiente sociale verrebbe abortita con un occhiata di traverso, tipo quelle che ti fanno vedere il neon con la scritta "ma sei scemo?" lampeggiare sulla fronte di chi l'occhiata te la tira, volano stracci e non si capisce bene perché (ma i capisce bene che sono tutti piuttosto depressi), si fa la pace ma non si capisce bene perché (dobbiamo ancora capire per quale motivo sta gente era "litigata") e ci si trova tutti a cantare in modo sgraziato e stonato canzoni che erano già brutte di suo con un entusiasmo finto e un sorriso ancora più finto e tenuto su con i plinti, quello li, quello che solo i morti dentro riescono a produrre. Poi ci si saluta con la sensazione di avere avuto a che fare con un gruppo di bipolari maniaco depressivi e passivo aggressivi appena entrati in modalità maniacale. 

Presumo che si sia voluto esagerare ficcando fra le righe troppi messaggi "a nuora perché suocera capisca"; con tutti questi "middleware" messi e mezzo nel flusso della narrazione esce fuori un quadro completamente fittizio, grottesco, sgraziato, stanco e anche deprimente, specie nella sua esaltazione di una gioia di sottomarca comperata su Wish. 

Tutti i video successivi che dovrebbero motivarti paiono template di spot pubblicitari di Fastweb di 10 anni fa, quelli col faccione di Clooney: presentano la stessa costruzione della leva emotiva, del richiamo all'immaginazione a cui segue la presentazione del logo o messaggio e il relativo playoff. Devono essersi comperati quel format all'agenzia pubblicitaria in saldo.



Finito il pistolotto, proverò a proporre argomentazioni e volutamente provocatorie e sganciate dall'attualità WT e che sono un po degli evergreen per entrare nei comma-22 della dottrina della WT

La neutralità illusoria

Una delle dottrine bandiera di cui si è parlato anche nella recente assemblea è quello della neutralità.  Del resto lo si fa in tutte: il contenuto dei discorsi, fateci caso, è il medesimo tutti gli anni; si cambia giusto il titolo che viene confezionato in ragione del tema dell'assemblea ma il prodotto all'interno è sempre lo stesso.

La dottrina della neutralità per come la conosciamo sembra apparentemente lineare, ma l'impressione regge solo in apparenza; sembra profonda ad uno sguardo superficiale, ma appare superficiale ad una osservazione profonda.

La questione in realtà è abbastanza complessa, la WT pialla tutto per bene con ogni tecnica e modalità di interruzione del pensiero attuata principalmente mediante i soliti pochi argomenti: Gesù che non si vuole fare re, la colpa del sangue delle guerre a cui non partecipi, il regno di Dio che risolverà tutto, eccetera. 

La retorica dell'organizzazione si fonda su opinioni che richiedono che il fruitore della retorica stessa non si formi opinioni proprie (condizione ovviamente illusoria) se non l'ortodossia filtrata dal retore.

Ho aperto decine di articoli e la questione neutralità viene immediatamente derubricata con queste argomentazioni, senza entrare nel dettaglio delle implicazioni della propria NON scelta se non dal punto di vista della falsa dicotomia giusto-sbagliato a priori. Le situazioni aneddotiche prese ad esempio sono sempre estreme, condizioni limite che più che la regola rappresentano l'eccezione nella vita della fratellanza.

Nel corso del tempo la microgestione della questione neutralità si è estesa poi fino ad invadere ogni aspetto della vita del tdg: non basta non appartenere ad un partito politico ma anche votare per un referendum diventa un problema, fare il rappresentante di classe a scuola e firmare petizioni sindacali può costarvi la distruzione eterna.

Non basta solo essere neutrali ma è divento peccato pure il maturare opinioni (figurarsi esprimerle) sulle questioni che scorrono attorno a noi. Non serve cercare di capire la realtà, c'è chi la capisce per te perché tu non debba fare lo sforzo di capirla, vuoi mai che poi capisci una cosa diversa. 

Con queste premesse ci vuole niente che la partecipazione ad una assemblea di condominio valga un comitato giudiziario.

Poi fa nulla se partecipi a campagne di pressione via lettera verso governi per modificare leggi a tuo sfavore (tipo Russia) oppure accetti di corrompere ufficiali pubblici per risparmiarti la naja, finendo poi con il risultare inquadrato fra la riserva dell'esercito (tipo Messico) o accettare soldi e prebende dai governi vari o iscriversi all'ONU.

In tutti gli articoli che trattano la questione la narrazione è piuttosto appiattita sul "persecution porn", sull'aneddotica, meglio se collocata in un periodo bellico.

La questione della "verginità dalle opinioni" è poi ovviamente diventata un enorme volano di ipocrisia nei rapporti fra fratelli: nessuno dice più cosa pensa perché socialmente inaccettabile, le persone si fidano meno di chi non dice cosa pensa, le persone nascondono ancora di più i propri sentimenti e pensieri verso coloro di cui si fidano poco e il cerchio si chiude per ricominciare da capo. La risultante è che abbiamo più maschere in congregazione che al carnevale di Venezia.

Il Comma 22

"«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»"

Ma si sa, non mi stanco di ripetere che il mondo è più complesso di come lo si vuole raccontare e a darci la misura del livello di infantilismo del pensiero a cui l'organizzazione anela è un discorso presentato in una delle ultime assemblee: per sostenere la neutralità si cita l'esempio di un fratello ospitato da una famiglia che non si intrometterebbe mai in un litigio interno di detta famiglia ospite. 

"Se una famiglia ci invita e una volta a casa loro vediamo che iniziano a litigare non prendiamo le parti di nessuno...."

Beh detta così pare condivisibile, e infatti è un argomento fantoccio.  

Ma proviamo a generalizzare la regola, esattamente come si farebbe per validare una teoria fisica o matematica: Mettiamo che tu sia a casa di questa famiglia e che esattamente come sopra la situazione cominci a scaldarsi. 

Ad un certo punto il marito salta al collo  della moglie con l'idea di strangolarla e quella inizia a stramazzare esanime. 

La tua neutralità vale ancora? Lasceremo fare il marito finché Geova non ci pensi e ci metta una pezza? Lasciamo le cose nelle mani di Dio? ognuno per se e Dio per tutti?

La WT non riconosce causa di forza maggiore che non sia nel perimetro dei suoi interessi, tuttavia in una situazione come questa il non intervento non ti renderebbe in parte colpevole di omicidio visto che avresti potuto agire e non lo hai fatto? 

La tua neutralità nel caso è una acquiescenza diretta all'atto di omicidio, una passiva e remissiva condiscendenza all'atto che potevi impedire e non hai impedito

La generalizzazione della regola WT oltre il perimetro di quelle 4 cose generalmente riportate negli articoli, finisce con il portare al paradosso, la posizione avrebbe dovuto tenere il fratello alla larga dalla colpa del sangue è diventato nel caso di specie causa di colpa del sangue. 

Non aveva modo di non produrre una trasgressione, sia che avesse mantenuto l'integrità alla WT maniera (colpa del sangue per non aver salvato chi era in tuo potere salvare) sia che non avesse mantenuto questa integrità (rottura della neutralità cristiana per la WT)

Quindi finiamo il nostro gioco di generalizzazione del modello mentale del CD sulla questione con il paradosso che ogni scelta che fai ti avrebbe portato alla dissociazione o alla disassociazione.

Insomma un bel problema senza soluzione come quello della Kobayashi Maru che il Capitano ha ben presente.

Un altra solidissima logica è quella presentata nel discorso della domenica mattina, in cui si paragona il male ad un ragno che tesse ragnatele e che i movimenti per la giustizia si impegnano a rimuovere senza rimuovere il ragno (satana). Per sostenere la logica neutrale la WT non ha senso rimuovere la ragnatela se non possiamo rimuovere la causa.

Generalizzando secondo la nostra regola, immaginiamo quindi che le ville a Tuxedo del corpo direttivo debbano essere invase da ragnatele e dune di polvere mosse dal vento, perché cavoli, non ha senso spolverare visto che non possiamo rimuovere la sorgente del pulviscolo, ovvero l'atmosfera. Di li a poco la polvere tornerà. 

E immagino pure che nessuno proverà a curarsi da nessun malanno, men che meno da quelli cronici, visto che non possono rimuovere l'imperfezione e nemmeno risolvere problemi cronici; aspetteranno quindi Geova che ci metta una pezza.

E perché lavarsi, se di li a poco tornerai a puzzare?


I mostri

L'alienazione

I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere... Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà. (Primo Levi)


Dopo avere approfondito la storia contemporanea alla scoperta di cosa potesse aver generato un male così grande da portare a produrre l'olocausto ho realizzato che la ricerca di una motivazione ultima un parto della storia tanto orribile è destinata a restare frustrata, d'accordo con quanto affermava la Arendt il male spesso è una cosa banale.

La nascita dei totalitarismi europei del ventesimo secolo non fonda le basi su centinaia di milioni di aguzzini assetati di sangue che non vedevano l'ora di saltare al collo di qualcuno; le persone non erano diverse da quelle di oggi.
L'esperienza nazifascista nasce da un terreno fertile di frustrazione sociale nel quale con la giusta retorica si sono convinte milioni di persone a rinunciare a pensare, a delegare il metro morale a terzi e a "girarsi dall'atra parte" quando qualcosa che succedeva attorno a loro li turbava, e questo solo perché il persuasore aveva un aura rispettabile e che ti rassicura che avrà cura di te. 
Non serve una fabbrica di mostri, ma basta dar da mangiare al mostro che dentro ogni persona.

Il tema della disumanizzazione "dell'uomo senza pensiero" lo abbiamo già trattato tempo fa in un paio di post sul pensiero di gruppo e vi daremo ulteriore spazio un prossimi post sulla dissonanza cognitiva; in senso più in generale questo è il leit motif nel quale milioni di persone normali, banali e talvolta meno che mediocri, inserite in questo meccanismo infernale riuscivano a produrre mostruosità di magnitudo difficilmente immaginabili.

Il TdG inconsapevole non è da meno; il sovvertimento delle regole del buon senso producono numerosi comma-22 quali ad esempio l'allontanamento dei figli che non la pensano come te e l'ostracismo sociale solo per citarne alcuni.
Tutti aspetti deprecabili se a praticarli sono altri gruppi religiosi ma che diventano prove di fede se vengono chiesti dall'amministratore delegato della tua coscienza.

L'astensione da qualsiasi posizione rispetto ad ingiustizie sociali e la forzata astensione dalla pratica della propria capacità di pensiero produce de facto lo stesso risultato che produsse l'indifferenza morale nel periodo nazifascista, un acquiescenza allo status quo che risultò più colpevole della violenza stessa in quanto risultante del silenzio assenso di chi vuole un risultato moralmente sporco senza però doversi sporcare materialmente le mani

Ora obietterete che il TdG medio non è ne razzista ne violento e vi dirò che non è questo il punto: pur avendo conosciuto numerosissimi fratelli tendenzialmente razzisti e con un pensiero violento, il TdG non sarà mai esternamente riconosciuto per una individuo che auspichi le camere a gas.
 



Frequentemente è portatore sano inconsapevole di proto-opinioni spesso istintive di pancia, verrebbe da dire populiste.
Questo sono quasi mai completamente maturate e capita che a volte esondino violente da quell'alveo di inaccettabilità sociale dell'esporre come pudenda le proprie opinioni. Esattamente come un vulcano in fase di eruzione effusiva.

Quindi che colpa avrebbe l'ignaro fratello che sceglie di non scegliere, Di fatto scegliendo implicitamente la parte del più forte?

L'impossibilità della non scelta

Ora, la sceneggiatura nella testa del nostro fratellone, che di fronte ad una situazione di tipo politico decide di non decidere, non comprende tutte le sfumature du cui sopra; di fatto il suo processo decisionale verrà cortocircuitato molto prima verso i percorsi stabiliti dalla flow chart predisegnata dall'organizzazione.

Il nostro fratellone sarà contento che non sarà mai messo contro un altro fratello di fede in proteste, guerre ecc e dobbiamo dargliene atto.

Mettiamo però di trovarci in una situazione che piloti verso un totalitarismo o più semplicemente che discrimini una razza rispetto ad un altra.
Quest'ultimo caso di specie non è così remoto, basi pensare all'apartheid in Sud Africa o alla segregazione razziale nel sud degli USA, in vigore più o meno legalmente fino a qualche decennio fa.

Può l'organizzazione e possono i fratelli bianchi ritenersi neutrali e coerenti con quanto detto sopra, nessun TdG sarà mai implicato in guerre o altre attività violente contro altri fratelli? 
L'acquiescenza verso quello standard, il non prendere nessuna posizione di fronte ad ingiustizie simili non è di fatto un fare una guerra silenziosa verso i diritti di questi fratelli? Cosa c'è di diverso rispetto a quelli che sapevano dei pogrom e si giravano dall'altra parte? 
La segregazione per razza o religione non può definirsi come una guerra civile più o meno fredda verso un altra razza o gruppo sociale?
A me pare che Paolo prese abbastanza d'aceto quando Pietro mise in piedi nella congregazione il teatrino della segregazione Ebrei versus gentili e non mi pare che la questione fosse lasciata nelle mani di Dio.

L'avere avuto sale del regno separate fra bianchi e neri con la scusa della neutralità e cultura dominante, non è anche questo una scelta implicita di sostenere la parte politica di maggioranza per quieto vivere?
Certo i fratelli Hutu e Tutsi del Ruanda si sono aiutati a vicenda e anche qui dobbiamo dare atto all'eroismo e alla fede di costoro, ma perché ogni volta che si smette di sparare e i confini diventano meno netti queste posizioni assolute cessano d'essere funzionali?
Sarà mica perché posizioni ideologiche "assolute" ed estreme funzionano solo quando si presentano, per fortuna raramente, casi estremi?

Non siamo più sotto l'impero romano dove l'imperatore veniva calato dall'alto ma in un contesto nel quale spesso si è chiamati ad esprimere con il voto la propria opinione per definire le politiche contingenti: dire di potersi astenere dalla politica per non condividerne la responsabilità degli errori è una illusione.

Chi non sceglie implicitamente condivide e appoggia le scelte di quella che sarà poi la maggioranza, ed è legato mani e piedi alla responsabilità che deriva dal silenzio assenso.

Ora io una soluzione non ce l'ho e mi interesserebbe sapere la posizione di altri; che non ci sia una posizione universalmente funzionale nello spazio e nelle epoche mi pare chiaro dal fatto che nonostante la narrativa WT voglia un Cornelio dimissionario dall'esercito dopo il battesimo e un eunuco etiope allontanarsi dalle cariche pubbliche, le scritture non raccontano nulla di quello che queste due figure decisero di fare, ammesso che gli sia saltato in testa di decidere qualcosa.

Nel mio immaginario di lettore delle scritture c'è il sospetto che se la cosa fosse stata di capitale importanza e fosse pregnante la necessità di istituzionalizzare questo tipo di posizione neutrale, mi viene da pensare che Paolo e gli altri redattori delle scritture greche-cristiane qualche parola in più l'avrebbero spesa per raccontarci la riconciliazione delle figure di Cornelio e dell'Etiope verso l'ortodossia della fede.
Tuttavia non c'è nulla a riguardo, e faccio fatica a pensare ad una botta collettiva di pigrizia o ad uno sciopero prolungato dei produttori di pergamene


Gatto di Schroedinger

domenica 21 marzo 2021

Fra l'intelligenza e la razionalità

Problemi con le Donne: Come Risolverli Definitivamente | Seduzione  Attrazione

I problemi. Con questa parola condensiamo quello che è uno dei temi principali della nostra vita. Diciamo che in genere la consapevolezza che esistono è un dato piuttosto assodato implicito naturale. Nessuno di noi pensa o immagina la vita come qualcosa che non abbia a che fare con i problemi.

La consapevolezza che esistano problemi, per quanto possa sembrare strano, non implica la stessa consapevolezza nel capire che l'essenza di un problema ha anche una stretta relazione con la sua soluzione. Solo in apparenza sono cose scorrelate e complementari in realtà sono molto più intersecate e sovrapposte tanto che per quanto possa sembrare surreale, si possono scambiare fra di loro.

Per capire di cosa sto parlando nella bibbia nel libro 1 Re al capitolo 3 si parla della famosa richiesta di giudizio fatta da due donne che si contendevano il bambino

Al versetto 25 si legge Il re disse: “Tagliate il bambino vivo in due e datene metà all’una e metà all’altra”.

Come è chiaro Salomone non ha proposto una soluzione ma ha creato un problema che in qualche modo gli ha permesso di trovare la soluzione alle due donne. Secondo voi Salomone era intelligente o razionale? Rispondete pure a questa domanda e poi confrontatela con quella che darete alla fine.

Ora mi trattengo dal immergervi di banalità cercando di descrivervi e dimostrare che i probelmi non sono tutti uguali e che allo stesso modo le soluzioni non sono tutte uguali... La prima domanda che ci facciamo in questo post è quella di capire cosa lega il concetto di problema al concetto di soluzione. Per rispondere a questa domanda prendo una sezione di articolo comparso sul sole 24 ore intitolato "L'intelligenza del benessere" (link)

Per alcuni psicologi, economisti e biologi il fattore principalmente responsabile del progresso umano in ogni campo negli ultimi quattro secoli è l’intelligenza, intesa come l’insieme di capacità cognitive funzionali alla soluzione di problemi e valutabile con batterie di test psicometrici...

Lavoro incompatibile con lo stato di salute - Studio Legale Innocenti

L'articolo presuppone che ci sia una relazione fra l'intelligenza e lo stato di salute delle persone. Per farla breve più sei capoccione e più campi a lungo. Il paradosso di questo articolo è legato ad una applicazione stessa dell'intelligenza dove si mette in relazione quello che i tecnici del settore psicologico chiamano l'effetto Flynn e il miglioramento generale dello stato di salute dell'umanità. Presi i due grafici si arriva al concetto breve appena espresso. Ovviamente questo approccio è un evidente salto logico legato ad un bias intellettuale che conosciamo bene e che non ci spaventa. Ma non è questo l'argomento...

Per farla breve lo scopo di questo post è quello di dimostrare la relazione fra intelligenza e razionalità e per fare questo ci affidiamo a due assunti che abbiamo appena intravisto. Il primo è:

Riconoscere uno stupido è più difficile di quello che sembra.

Ecclesiaste 2:15 Allora ho detto in cuor mio: “Quello che capita allo stupido capiterà anche a me.+ Che cosa ci ho guadagnato, allora, a essere tanto saggio?” Così ho detto in cuor mio: “Anche questo è vanità”.

Questo assunto parte dal presupposto che l'articolo proposto dal sole24 ore sia concettualmente sbagliato e che le capacità mentali intellettive che chiamiamo intelligenza non possono influenzare la cartella clinica. Questo fatto già di per se solleverà l'animo a molte persone ma veniamo al secondo assunto che per molti è conseguenza o forse il primo è conseguenza di questo non lo so ancora, comunque:

Lo stupido potresti essere tu.

Perché c’è nella mano dello stupido il prezzo per acquistar sapienza, quando egli non ha cuore?” — Prov. 17:16.

Non avertene a male. Ci siamo passati tutti il primo passo da superare è anche questo. Per arrivare ad una consapevolezza completa bisogna accettare anche il rischio di ammettere che siamo in grado di fare stupidaggini. 

In un altro articolo del sole e 24 ore (link) sempre dello stesso autore Gilberto Corbellini si cerca di capire per quale motivo esista la stupidità. Nell'articolo però si parla cercando di capire come sia possibile che persone valutate in genere intelligenti o geniali possano nello stesso tempo fare cose stupide.


L'incredibile storia di Steve Jobs - Focus.it



Un' esempio piuttosto eclatante è quello che ha coinvolto Steve Jobs (1955-2011) e le sue decisioni riguardo il suo stato di salute che alla fine lo hanno portato a perdere la vita prematuramente. La storia di Steve è più o meno questa è stato il fondatore della Apple una azienda di computer e attraverso una serie di intuizioni di indubbia genialità con i sui prodotti innovativi è riuscito a cambiare le regole di mercato mondiale condizionando le scelte di miliardi di persone. A Steve fu diagnosticato un carcinoma al pancreas che a detta di esperti non avrebbe dovuto avere un decorso fatale. Steve rifiutò l'operazione chirurgica ma non solo. Andando anche un po' contro a quella che comunque era la sua visione generale delle cose, suddivise il decorso di cura in tante parti separate affidandosi a tanti professionisti che alla fine persero il controllo della malattia sino al comunque inevitabile intervento chirurgico arrivarono le conferme che oramai si era arrivati troppo tardi per risolvere il problema. Steve morì per un tumore che poteva curare.

Ora terminato questo appunto non fatemi ripetere che non tutti i problemi che dobbiamo affrontare mettono a repentaglio la nostra vita. Ma indubbiamente l'appartenenza in questa organizzazione sappiamo bene cosa significa mettere in gioco la nostra vita.
 
Testimone di Geova rifiuta la trasfusione e muore di gastrite. I figli: “Brava mamma”. Pensionata 70enne nega il consenso alle cure salvavita. Lo sfogo del medico: «Questo è un suicidio assistito».

https://www.lastampa.it/cronaca/2019/09/30/news/testimone-di-geova-rifiuta-la-trasfusione-e-muore-di-gastrite-i-figli-brava-mamma-1.37570196

Continuiamo però con le nostre analisi. C'è alla base degli assunti appena fatti una considerazione da fare: come abbiamo visto l'intelligenza da sola non basta a Steve non è bastata e così abbiamo bisogno di un altro ausilio intellettuale per riuscire a contrastare quell'innata capacità che abbiamo di fare errori stupidi. Di quale ausilio abbiamo bisogno?





C'è un illustre strizzacervelli americano Keith Stenovich che ha in un certo senso dimostrato con diverse tesi, come l'intelligenza non ci salva dalla capacità di risolvere i problemi. Nel suo modello cognitivo mette in relazione tanti aspetti che sono legati all'analisi e alle capacità razionali dell'individuo. Ad esempio la predisposizione delle persone a dare risposte lunghe anziché impulsive riduce l'entità degli errori causati. Stenovich associa questa capacità al concetto di razionalità. A conferma di come il Qi intellettuale non garantisca la capacità di avere le qualità razionali per risolvere i problemi, in un studio piuttosto inclemente è venuto fuori che in un campione selezionato di persone ad un livello di Qi superiore alla media il 44% credeva nell'astrologia, il 51% nei bioritmi e il 56% nei visitatori extraterrestri.

Incipit 21: Elogio della follia | LIMINA MUNDI

In pratica si dimostrano due cose:

1. La prima è che ci sono persone che nonostante abbiano capacità intellettive di livello superiore possono credere e agire con stupidità.
2. La seconda è che il Qi è un indice inutile.

Perché ci interessa la questione?

Ho incontrato di recente alcuni vecchi amici una coppia di ex Testimoni di Geova pionieri speciali che hanno servito all'interno dell'organizzazione per tanti anni. Così abbiamo affrontato alcuni problemi e siamo arrivati ad alcune considerazioni che volevo condividerle con voi.

Cercando di essere razionali una cosa che abbiamo condiviso è che non dobbiamo troppo focalizzare il problema sull'organizzazione ma è sempre bene avere una visione generale delle cose. Questo è relativo al fatto che in molte o troppe occasioni cerchiamo un capro espiatorio dove concentrare tutti i problemi. Questo meccanismo mentale semplifica troppo la comprensione del problema ma spesso impedisce a noi di trovare la soluzione. Ad esempio per molti il Corpo Direttivo è il responsabile di tutti i problemi che sono accaduti nell'organizzazione. Alcuni un po' seguendo la stessa corrente polemica che accade in altre religioni li vede come protagonisti, mandanti e malvagi. Sono tutte considerazioni devianti le stesse generalizzazioni che facciamo addossando etichette di appartenenza come quella a cui accenniamo in questo post quella degli idioti.


Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova ha un nuovo membro | Studio


Cosa c'è di più generale dell'organizzazione? Lo capite anche voi che tutti i problemi a cui facciamo riferimento nei nostri articoli, sono figli di un sistema generale che si chiama Cristianesimo. Il Cristianesimo Occidentale. I Testimoni di Geova sotto questa ottica diventano una nuova "forma" di religione che non vuol sentire ragioni e che proviene da altre forme religiose che non vogliono sentire ragioni. E così via in questo continuum infinito dove il tutto ha una base comune che non è Dio ma il "non sentire ragioni". L'occidente è in pesante declino tutte le soluzioni adottate e concentrate sull'interesse economico hanno di fatto defenestrato chi sin ora aveva altri interessi (la politica e la religione). Il mondo si sta assestando a nuovi equilibri politici ma l'alternativa all'egemonia americana oramai in declino avrà altri protagonisti? Russi o Cinesi? A voi la scelta ma in entrambi i casi vedo in futuro, se non lo farà Dio, qualcuno dovrà per forza spostare il timone...

L'occidente indebolito di Kreeft e l'esempio della forza islamica

Ex calvinista di origine olandese, folgorato da sant'Agostino mentre studiava filosofia a Yale, il settantaquattrenne filosofo Peter Kreeft è un importante apologeta cattolico americano, autore di libri di successo come “Venti argomenti sull'esistenza di Dio”, “Socrate incontra Kant” e “Tra Allah e Gesù”. Intervistato martedì scorso da Avvenire, Kreeft ha riproposto la tesi dell'occidente nemico di se stesso, che sbaglia a temere l'islam perché la sua fine può arrivare solo dall'“edonismo mondano e socialmente rispettabile” che ha preso il posto della fede e si è fatto religione.


STATI UNITI: I Testimoni di Geova mettono in vendita il Towers, patrimonio  storico di Brooklyn

https://www.ilfoglio.it/articoli/2011/09/26/news/loccidente-indebolito-di-kreeft-e-lesempio-della-forza-islamica-63876/


Ora una volta fatte le nostre considerazioni generali possiamo fare quelle particolari. Come ad esempio l'ipotesi che stiamo proponendo in questo post. La domanda

La capacità di esprimere concetti in modo intelligente sono una prova che abbiamo la capacità di comprendere razionalmente i temi della nostra esistenza in modo da "salvare" noi stessi e gli altri?

Molte volte prendiamo per scontato la capacità di usare espressioni verbali ad effetto e il valore assoluto della manipolazione linguistica. L'organizzazione ha investito molto in questo aspetto, tanto da averne fatto un un elemento fondamentale della struttura teocratica. L'arte oratoria. Ne ha fatto una scuola che ha il preciso intento di eccellere nella capacità di espressione e di manipolare gli argomenti applicando quell'ipocrita arte di ottenere ragione, la propria.

All'inizio questo fatto potrebbe lasciare indifferenti. In un certo senso una persona ha tutto da guadagnare nell'imparare a esprimersi. Perché questa scuola potrebbe far nascere problemi? Molto semplicemente perché nella "struttura scolastica" da qui si impara questa arte esiste (e non a caso) il reato di opinione.

...Sono stata costretta ad uscire per dissenso ideologico, come molti altri sinceri testimoni, poiché non è tollerata la più pallida ombra di dissenso o la modesta divergenza di opinione nei riguardi del corpo direttivo, a nessun testimone di Geova.

Infatti la signorina xxxx non ha "voluto", nel senso di potuto, parlare con me al telefono, perché è proibito ai T. di G. il confronto con i dissidenti. Le ho promesso che avrei risposto tramite il vs. giornale. ... L'inquisizione continua infatti, non solo per i teologi cattolici dissidenti, ma anche dolorosamente, e soprattutto, tra i T. di G., i quali considerano morti tutti coloro che escono per dissenso, da loro definito eresia o apostasia... (lettera di una ex testimone di Geova comparsa su Repubblica 11 Aprile 1998)

Quello che in questa scuola non viene mai detto è che la tua capacità di esprimerti ha un solo un unico scopo che è quello di passare per il resto della tua vita da un podio all'altro sostenendo opinioni che non sono le tue. In più questo non ti salverà dall'irrazionalità delle decisioni che prenderai nella tua vita. Ora tu potresti obbiettare che noi siamo qui per sostenere verità e non opinioni. Obiezione inutile, la prova sta nel fatto che per esprimere una verità non hai bisogno di una scuola teocratica. 

Luca 19:40 Lui però rispose: “Vi dico che se questi stessero zitti, griderebbero le pietre”.

La scuola serve solo per esprimere opinioni che devono seguire pedissequamente quelle stesse opinioni che l'organizzazione si aspetta che tu esprima. Un po' come se una scuola di recitazione pretendesse dagli attori di credere alle cose che interpretano. Agli attori viene chiesto di immedesimarsi con quello che interpretano non di credere a quello che interpretano.

Così alla fine di questo post abbiamo svelato come tutta la retorica avvincente perpetrata dal podio non garantisce l'integrità degli argomenti. Non garantisce che affronterete  con razionalità le prove della vita. Alimenta uno spirito di contenzioso e ipocrita volto al raggiungimento di nomine autoritarie. La retorica faziosa non vi salverà. Alle prove di intelligenza rispondete sempre con le capacità razionali da dimostrare con i fatti nella vostra vita.  Fate attenzione. Sempre.


bibliografia

https://www.vitapensata.eu/2019/07/27/l%E2%80%99arte-di-esitare-dall%E2%80%99intelligenza-alla-razionalita/

https://www.pensierocritico.eu/intelligenza-e-razionalit%C3%A0.html

https://angolopsicologia.com/intelligenza-e-razionalita/

https://www.hafricah.net/la-differenza-tra-essere-intelligenti-ed-essere-razionali/

https://www.ilsole24ore.com/art/quando-ntelligenti-si-comportano-stupidi-ACsyQDW?refresh_ce=1

https://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_14/jobs-tumore-cure-giuste-potevano-salvarlo_56088194-f68f-11e0-abf0-c6818ffd4921.shtml

https://www.ilariaartusi.it/2016/02/sono-abbastanza-intelligente/

https://www.questionegiustizia.it/rivista/articolo/la-parola-pericolosa_il-confine-incerto-del-controllo-penale-del-dissenso_278.php

https://www.specchioeconomico.com/sommario/articoli/3510-una-cosa-e-convincere-una-cosa-e-manipolare-la-retorica-come-arte-al-servizio-della-verita