domenica 25 febbraio 2018

Gesù e la discesa agli inferi


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I Pietro 3:18,20 il passo biblico della versione riveduta dice
"Poiché anche Cristo ha sofferto un volta per i peccati, egli giusto per gl’ingiusti, per condurci a Dio; essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato quanto allo spirito; 19 e in esso andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere20 i quali un tempo furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca; nella quale poche anime, cioè otto, furon salvate tra mezzo all’acqua. "
Nel versetto 19 Pietro ci porta a conoscenza di un fatto avvenuto in una realtá spirituale alternativa a quella terrena avvenuta poco dopo la morte di Gesú. Premettiamo che il versetto e stato oggetto di molte speculazioni scritturali esso per la chiesa Cattolica è una scrittura chiave del loro definito credo apostolico. Per la precisione il punto 5
...
4.patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
5. discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;
6. salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:
...
Diciamo che nello studio della Bibbia cerchiamo di non lasciarci coinvolgere troppo dalle definizioni e dalle idee e come ricercatori prima di arrivare a conclusioni ci piace analizzare i versetti. Ora nel testo scritto si identificano in modo inequivocabile due soggetti che sono Gesù e gli "spiriti" e si parla di una predicazione fatta in un momento particolare. Chi sono questi spiriti? Perche sono in carcere? Perche Gesú predica loro? Cosa predica loro?
La prima interpretazione é che evidentemente Gesú abbia raggiunto un luogo spirituale apparentemente di perdizione, nel senso che diamo in italiano definendo un luogo oscuro sotterraneo come quello ricordato dal Boccaccio "dico costui più tosto dovere essere nelle man del diavolo in perdizione che in paradiso" (Decamerone) e quindi dove non è possibile nessun ritorno. In questo luogo vivono entità definite spiriti che oltre a ricevere una visita decisamente inusuale, viene predicato loro una testimonianza altrettanto anomala. Un luogo particolare perché invece, dall'atteggiamento di Gesú, non pare sia una perdizione irreversibile. 

Il termine carcere viene tradotto
5438 φυλακή phulake {foo-lak-ay'}
Significato: 1) guardia, guardare 1a) guardare, tenere la guardia  1b) le persone che sorvegliano, una guardia, sentinelle 1c) del luogo in cui sono tenuti i prigionieri, una prigione...
Origin: from 5442; TDNT - 9:241,1280; n f
Usage: AV - prison 36, watch 6, imprisonment 2, hold 1, cage 1, ward 1; 47

Quando è avvenuta? Il versetto non è proprio del tutto chiarissimo si intuisce però una sequenza temporale suddivisa in 4 eventi.
  1. Evento - Gesù soffre i peccati dell'umanità in vita
  2. Evento - Gesù Muore nella carne
  3. Evento - Gesù reso vivo nello spirito
  4. Evento - ( concomitante al 3 ) andò a predicare agli spiriti in carcere.
Non c'è molto in questo versetto che ci indichi che la predicazione agli spiriti in carcere sia avvenuta esattamente nei tre giorni seguenti alla morte prima della resurrezione. Anche nella scrittura di Efesini 4:8,10 si parla di salite e discese.
  • Efesini 4:8-10"Per questo è detto: «Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini». Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa".  ( N.B la scrittura sembra a sua volta una citazione del Salmo 68:18: "Tu sei salito in alto, portando prigionieri, hai ricevuto doni dagli uomini, anche dai ribelli, per far qui la tua dimora, o SIGNORE, Dio".)
In questo caso si specificano delle modalità che sono riconducibili a Gesù ma non si definiscono ne i tempi ne i luoghi e anzi si fanno riferimenti profetici a scritture dell'antico testamento. Pare quindi che l'interpretazione di associare la visita di Gesù all'inferno nei 3 giorni che intercorrono fra la morte e la sua resurrezione sia il risultato di una tradizione entrata fra le prime comunità protocristiane tradizione che però non era condivisa da tutti ( es: il credo orientale non lo prevede). La visita di Gesù viene fatta in un posto dalle caratteristiche che oltrepassano la nostra esistenza non ne possiamo esserne quindi testimoni oculari ma solo testimoni nella fede per diretta intercessione dello spirito santo. Questi spiriti, Pietro ci spiega nel versetto seguente, sono identificati con persone spirituali che in opposizione alla volontà di Dio si spogliarono delle vesti ultraterrene per materializzarsi nella terra. Questa ribellione portò alle conseguenze che vengono descritte nel versetto seguente il 20. La presenza di questi spiriti è associata quindi ad un gruppo di scissionisti antidiluviani e questo ci pone delle perplessità ulteriori. La materializzazione era apparente? Evidentemente no, il racconto biblico ci dice che non solo si materializzarono ma adescando giovani fanciulle più o meno consenzienti e procrearono una razza ibrida di superuomini chiamati Nefilim rendendo molto concreto quell'adulterio spirituale. (Genesi 6:4) Se non era apparente, chi li ha presi dematerializzati e portati in questo nuovo luogo spirituale? Ancora, visto che questi scissionisti erano in realtà parte dell'organizzazione celeste di Dio ed erano angeli, perchè definirli spiriti? 
Il termine utilizzato è il solito "4151 πνεῦμα pneuma {pnyoo'-mah}" che è reso con Vento, Respiro. Ma in questo contesto viene rimandato al senso che ne da lo stesso Pietro nel capitolo seguente I Pietro 4:6:
"6... ma vivessero in quanto allo spirito dal punto di vista di Dio." 
Quindi il termine spirito per Pietro in quella lettera è contestualizzato a tutto ciò che non è parte visibile perché rimane al di fuori delle esperienze possibili umane ma di cui è comunque testimone.  Giuda 6 ci spiega un po' meglio è chiarifica che questi spiriti citati da Pietro non sono entità generiche ma hanno una personalità precisa. Questa caduta degli angeli ha fatto seguito una condanna che gli ha messi in un luogo di costrizione e in questo caso le carceri sono equiparate a "legami sempiterni!.
6 E gli angeli che non mantennero la loro posizione originale ma abbandonarono il proprio luogo di dimora li ha riservati al giudizio del gran giorno con legami sempiterni, sotto dense tenebre.
Queste persone spirituali sono angeli che hanno subito un "precedente" giudizio e sono confinati in un luogo indeterminato. Questo luogo era logisticamente vicino alla condizione di Gesù appena deceduto? Impossibile dirlo, sappiamo che il concetto di "confino" è ripreso da Giovanni in Rivelazione che in un passo della lettera ci porta a conoscenza di una guerra in cielo contro il principale gruppo di scissionisti spirituali che venne ostracizzato mandandoli proprio sulla terra. (Rivelazione 12:9)
Ma ritorniamo al versetto. Cosa può avere da dire Gesù a questi spiriti ? Il termine predicare è reso in greco Kerusso

2784 κηρύσσω kerusso {kay-roos'-so}

Significato: 1) essere un araldo, officiare come un araldo 1a) per proclamare secondo la maniera di un araldo 1b) sempre con il suggerimento di formalità, gravità e un'autorità che deve essere ascoltata e obbedita 2) per pubblicare, proclamare apertamente: qualcosa che è stato fatto 3) usato per l'annuncio pubblico del Vangelo e per le questioni ad esso relative, fatte da Giovanni Battista, da Gesù, dagli apostoli e da altri insegnanti cristiani
Origine: di incerta affinità; TDNT - 3: 697,430; v
Uso: AV - predica 51, pubblica 5, proclama 2, predica + 2258 2, predicatore 1; 61

[GING] proclamano ad alta voce, annunciano, menzionano pubblicamente, predicano più spesso in riferimento all'azione salvifica di Dio Mt 10:27;
(fonte BibleWorks)
Quindi probablmente è una predicazione dall'azione salvifica ma l'oggetto della predicazione però non lo sappiamo. Sappiamo che questi spiriti sono in carcere ma non sappiamo la condanna e non sappiamo se sono condanne redentive o se sono invece condanne all'ergastolo. Da qui è difficile capire il senso della predicazione così come lo intendiamo tradizionalmente. La consapevolezza che gli spiriti avevano di Gesù è testimoniata in diversi passi biblici. (Luca 4:40,41) Che bisogno aveva Gesù di confermare cose che loro già sapevano? Si può solo intuire che la testimonianza per avere senso, possa essere relativa a cose di cui questi spiriti non ne sono a conoscenza. Gesù è andato a testimoniare direttamente la sua risurrezione?
Analizzando il versetto 19 sembra che esso nasconda un aspetto non evidente. Rovesciando l'affermazione e facendola diventare una sostantivante "risposta" forse riusciamo ad ottenere qualche ulteriore indizio. La frase "e in esso andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere" quale domanda potrebbe soddisfare? Forse i primi cristiani volevano sapere "Cosa ha fatto Gesù nei tre giorni sulla terra prima di risorgere?" Forse si forse no alla fin fine Pietro ci ha risposto in modo fugace. Il problema (o anche il diavolo) sta nei dettagli e in tutte le conclusioni che hanno fatto seguito alla speculazione delle parole di questo versetto.
L'insieme di queste considerazioni hanno germinato altri tipi di idee che sono state ad esempio l'anima immortale, che esiste un luogo di tormento e poi tutti i concetti di redenzione, salvezza dal peccato, battesimo dei bambini le indulgenze plenarie e l'estrema unzione. Tutte considerazioni che alla fine hanno oltrepassato decisamente quello che è stato scritto facendo diventare la fede in Dio un giogo spirituale sempre più pesante. Alle volte bisognerebbe semplicemente fermarsi e magari accontentarsi di riconoscere che non possiamo avere le risposte a tutte le domande. E' vero che la giustizia umana non permette l'ignoranza ma forse anche per Dio l'ignoranza è parte del proposito. Comprendere in toto lo scibile biblico è un percorso che evidentemente non ci è concesso in questo momento. Se fosse così avremmo già raggiunto il traguardo ma finchè c'è un cammino da percorrere facciamo tutti affidamento nella misericordia di Dio come gratuito dono.

martedì 20 febbraio 2018

La generazione

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Una delle dottrine fondamentali dei Testimoni di Geova è rappresentata dal ritorno di Cristo in maniera invisibile nel 1914, col suo Regno costituito in cielo, ma solo successivamente egli spazzerà via il potere umano malvagio ad Har-Maghedon. I Testimoni di Geova da molto tempo insegnano che questo intervento contro i governi umani avverrà entro "una generazione". Ma qual era l'intendimento negli anni '60, '70, '80 e primi '90?
Notiamo come questo veniva spiegato nel famoso libro Verità:
"Quanto presto accadrà ciò? Lo stesso Figlio di Dio, Gesù Cristo dà la risposta . Dopo avere richiamato l'attenzione su molte cose che contrassegnano il periodo dal 1914 in poi come il "tempo della fine", Gesù disse: "Questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siamo avvenute". (Matteo 24:34) Quale generazione aveva in mente?
Gesù si era appena riferito a persone che avrebbero 'visto tutte queste cose'. "Queste cose" sono gli avvenimenti che si sono verificati dal 1914 e quelli che devono ancora accadere... Alcuni d'essi saranno ancora in vita per vedere la fine di questo sistema malvagio. Ciò vuol dire che resta solo un breve tempo prima che venga la fine! (Salmo 90:10) Ora è dunque il tempo di agire con urgenza se non volete essere spazzato via con questo sistema malvagio" - La Verità che Conduce alla Vita Eterna, 1968, pp. 94, 95, §§ 2, 3.
Mi rendo conto che questo rappresenta il "vecchio" intendimento, ma penso possano essere fatte alcune utili considerazioni.
1- Questo intendimento viene presentato come verità assoluta, infatti si dice "Gesù Cristo dà la risposta".
2- A conferma viene citata una scrittura fuori contesto (Salmo 90:10). Infatti in Salmo ci si riferisce alla durata media della vita umana, non alla durata di "una generazione".
3- Chi avesse messo in dubbio questo intendimento sarebbe stato considerato poco spirituale o peggio apostata, mentre il tempo ha dimostrato l'infondatezzadelle argomentazioni adotte dalla dirigenza dei Testimoni di Geova.
4- Si termina in tono "intimidatorio" sostenendo che bisogna agire con urgenza per non essere distrutti.
Ritengo che per non ripete gli errori sia necessario conoscerli, o come disse Malcolm X: "La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore"
L'attuale intendimento riguardante il tempo che deve passare tra l'intronizzazione di Cristo in cielo (1914) e la guerra di Har-Maghedon contro i malvagi è ben espresso ne La Torre di Guardia:
"Lo schiavo fedele e discreto” usa da molto tempo questa rivista come canale principale per rivelare gradualmente le verità bibliche. (Matt. 24:45) Prendiamo ad esempio il nostro intendimento riguardo a coloro che formano “questa generazione” di cui parlò Gesù. (Leggi Matteo 24:32-34). A quale generazione si riferiva? Come spiegava l’articolo “Cosa significa per voi la presenza di Cristo?”, Gesù non si riferiva ai malvagi, ma ai suoi discepoli, che presto sarebbero stati unti con lo spirito santo. Sia nel I secolo che nei nostri giorni sarebbero stati gli unti seguaci di Cristo a vedere il segno e a comprenderne il significato, ovvero che Gesù “è vicino, alle porte”.
Cosa significa per noi questa spiegazione? Anche se non si può determinare l’esatta durata di “questa generazione”, è bene tener conto di alcuni aspetti legati al termine “generazione”: di solito si riferisce a un insieme di persone di varie età le cui vite si sovrappongono nel corso di un determinato periodo di tempo; non copre un periodo eccessivamente lungo; questo periodo ha una fine. (Eso. 1:6) Come dobbiamo quindi intendere ciò che Gesù disse riguardo a “questa generazione”? Evidentemente Gesù voleva dire che le vite degli unti che erano presenti nel 1914, quando si cominciò a vedere il segno, si sarebbero sovrapposte alle vite di altri cristiani unti che avrebbero visto l’inizio della grande tribolazione. Tale generazione ha avuto un inizio, e avrà sicuramente una fine. L’adempimento dei vari aspetti che compongono il segno indica chiaramente che la tribolazione deve essere vicina. Mantenendo il senso di urgenza ed essendo vigilanti dimostriamo di tenerci al passo con l’aumentare della luce spirituale e di seguire la guida dello spirito santo. — Mar. 13:37" - La Torre di Guardia 15 aprile 2010, p. 10, §§ 13,14
Questo intendimento non ha convinto molto la base dei Testimoni di Geova: infatti parlando con i fratelli i pochi che si dicono convinti sono solitamente quelli più impegnati in congregazione, come anziani e pionieri. Molti semplicemente lo ritengono l'ennesima speculazione per dire che la fine è vicina, infatti l'articolo afferma "l’adempimento dei vari aspetti che compongono il segno indica chiaramente che la tribolazione deve essere vicina". "Questa generazione non basta più, allora allunghiamola!", probabilmente si saranno detti ai vertici dell'organizzazione.
Vogliamo ora valutare le ragioni per le quali alcuni ritengono che le parole di Cristo riguardanti "questa generazione" non abbiano attinenza con i nostri giorni.
In Matteo 24:3 viene posta questa domanda a Gesù: “Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” e la sua risposta dopo aver elencato guerre, terremoti e pestilenze fu "Ora imparate dall’illustrazione del fico questo punto: Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno affatto. In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo"- (Matteo 24:32-37)
Valutiamo la grammatica. Questo è un aggettivo dimostrativo e viene utilizzato per indicare vicinanza di chi parla a qualcosa nel tempo e nello spazio. Quel invece viene utilizzato come aggettivo dimostrativo e indica in genere cosa o persona lontana nello spazio o nel tempo da chi parla e da chi ascolta. Probabilmente Gesù stava dicendo che "questa generazione" presente non sarebbe passata tutta prima che le cose predette si fossero avverate, in contrasto con "quel tempo e quell'ora", non meglio definiti perché lontani a Gesù e ai suoi ascoltatori. Penso non ci sarebbero dubbi se qualcuno vi dicesse "questa crisi economica è diversa da quella del '29". In questa frase ci si riferisce a due avvenimenti lontani nel tempo. "Questa crisi" si riferisce ai nostri giorni, mentre "quella del '29" è lontana nel tempo perché è stata vissuta dai nostri nonni.
Il contesto. Nel capitolo 23 di Matteo Gesù aveva parlato di avvenimenti simili condannando i capi religiosi di allora. Notiamo le sue parole: "Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al giudizio della Geenna? ... Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione" (Matteo 23: 33-36) Notiamo che qui è chiaro come non ci sia un secondo adempimento nelle parole di Gesù Cristo. Per di più nel capitolo 24 di Matteo Gesù non aveva intenzione di creare allarmismo o false aspettative tra i suoi servitori, infatti Gesù disse "Badate che nessuno vi svii" (Matteo 24:4) e ancora "Allora se qualcuno vi dice: ‘Ecco, il Cristo è qui’, o: ‘È là!’ non lo credete. Poiché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno grandi segni e prodigi da sviare, se possibile, anche gli eletti" (Matteo 24: 23, 24) Il contesto quindi chiarisce che Gesù non voleva creare false aspettative, anzi desiderava che i suoi discepoli fossero prudenti e che discernessero gli avvenimenti. La generazione a non passare sarebbe stata costituita dai malvagi, tra i quali spiccavano i capi religiosi.

Ma vi sono altri versetti che ci aiutano a stabilire la durata di una generazione?

1. La generazione che udì le parole di Gesù vide adempiersi la profezia entro 37anni. Infatti Gesù le pronuncio nel 33 E. V. e già nel 70 E. V. Gerusalemme fu distrutta dalle legioni romane guidate dal generale Tito.
2. La generazione che fu condannata a morire nel deserto al tempo di Mosè ebbeun arco temporale di 40 anni. "L’ira di Geova divampò dunque contro Israele e li fece vagare nel deserto per quarant’anni, finché tutta la generazione che faceva il male agli occhi di Geova giunse alla sua fine" - Numeri 32:13
3. Descrivendo la benedizione di Geova sul fedele servitore Giobbe la Bibbiaafferma: "E dopo ciò Giobbe continuò a vivere per centoquarant’anni e vide i suoi figli e i suoi nipoti, quattro generazioni. E gradualmente Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni" - Giobbe 42:16,17 - In questi versetti si afferma che un arco temporale di 140 anni corrispondono a quattro generazioni, della durata di circa 35 anni ciascuna.

Tutti questi versetti ci aiutano a capire che nel comune parlare una generazione abbraccia il tempo che intercorre tra un padre e il proprio figlio e quindi all'incirca 35-40 anni nell'uso biblico.
Al termine di questa breve considerazione possiamo quindi affermare che quando Gesù citò "questa generazione" lo fece in maniera negativa e quindi per logica non voleva riferirsi ai suoi "fratelli spirituali". Non possiamo quindi speculare oltre sulle parole di Gesù, non era sua intenzione additare nel lontano futuro un periodo di tempo entro cui si sarebbero svolti particolari avvenimenti, infatti poi aggiunse "In quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre". Una sola domanda: perché l'organizzazione continua a porre "una carota" di fronte ai fratelli?