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sabato 12 giugno 2021

Le proiezioni del Paperino depresso



In questo post andremo molto nel profondo del nostro animo. Oltrepasseremo i limiti della nostra ragione per raggiungere le profondità delle tumultuose emozioni e vedremo come ci influenzano e condizionano la nostra realtà e anche la visione di Dio. Così, un consiglio spassionato, sedetevi in una posizione comoda e prendetevi cinque minuti...

Noi tutti pensiamo, ragioniamo nella nostra vita è giudichiamo tutti anche noi stessi in modi più o meno razionali. Vi è mai capitato di riflettere come il tempo e le situazioni vi abbiano fatto cambiare idea su certe cose?

Facciamo un esempio concreto. Spesso ad esempio giudichiamo gli oratori dei discorsi mettendoli in relazione con le cose che dicono. Ad esempio quando un oratore parla di educazione dei figli giudichiamo quello che dice a seconda se lui stesso ha figli o meno. Questo perché un po’ nel DNA del Testimoni di Geova la tendenza malevola a giudicare, in tutti i casi nella fratellanza questo modo di vedere le cose specifico è biunivoco i figli vengono giudicati per i genitori che hanno, così come i genitori vengono giudicati per il figli che hanno. Se abbiamo figli non ci piace che persone senza figli ci dicano cosa fare o cosa non fare perché pensiamo che le esperienze specifiche nella vita contino è in questo caso anche molto.

Quello che pensiamo in parte giustamente è che la nostra visione delle cose del mondo che si circonda sia sicuramente influenzato dalle esperienze che abbiamo avuto. Condividerete con me che traumi o forti stress emotivi possono condizionare la nostra vita presente e quella futura. Per quale motivo?

La percezione delle cose

La nostra idea è che le opinioni, i pensieri di una persona, siano condizionati dalle sue esperienze. Questo ci pone davanti ad un problema pratico che viviamo quotidianamente. Banalizziamo un poco, il lunedì mattina è un giorno che a prescindere in tanti (e io per primo) auspicherei l’estinzione dell’umanità, mentre il venerdì ho un approccio alla giornata molto diverso e passo dalla speranza di un meteorite risolutore di inizio settimana a magari una meno devastante grandinata di qualche minuto... 

Se ci pare assodato che la suddivisione metrologica della sequenza temporale dei giorni settimanali rende pressoché identico il lunedì dal venerdì, l’unica altra variabile che potrebbe influenzare il giudizio che diamo al nostro mondo, siamo proprio noi stessi e alla nostra infausta capacità di vederlo diverso. La prima scoperta non proprio intuitiva, con cui dobbiamo confrontarci è che quel mondo che vediamo fuori dalla nostra casa, stranamente diventa molto simile a quel mondo che abbiamo dentro nella nostra testa. Se non stiamo bene di salute come anche le tante problematiche della vita esse ci fanno cambiare la percezione delle cose, pur essendo il mondo esattamente lo stesso il lunedì e il venerdì nel bene e nel male.

Scherzando un po’ meno, i traumi o la forte depressione condizionano molto la nostra vita e spesso capita che in molti casi venga compromessa anche da noi stessi in modo inconsapevole dalla nostra visione sbagliata. La morte di un figlio o anche quella di un genitore o un incidente invalidante sono tante le cose che possono cambiare le nostre opinioni che ci condizioneranno per tutto il resto della nostra vita.

La proiezione

Uno dei meccanismi psicologici più importanti che abbiamo è quella che gli addetti del settore, chiamano la proiezione psicologica. Non sono ovviamente un tecnico quindi considerate queste note solo un ausilio per approfondire la questione. La proiezione in questo senso è sostanzialmente una sorta di interpretazione del mondo condizionata da noi stessi, delle cose che vediamo, un po’ come abbiamo accennato nel paragrafo precedente. 

Ad esempio se noi non abbiamo la sicurezza e la maturità di accettare parti che non ci piacciono, ci risulta più facile spostare su altre persone quegli stessi sentimenti spiacevoli. Quindi se le immagini di donne nel supermercato ci provocano turbamenti sessuali, giudicheremo negativamente non il turbamento sessuale, ma le donne che ne sono inconsapevole oggetto a cominciare dalla cassiera che pretende il pagamento del conto. 

Avete mai affrontato questioni con persone a voi più vicine, che vi accusano di essere sleali per coprire la loro slealtà? O ancora quelle persone che coprono la propria infedeltà magari solo mentale, con scenate di gelosia al partner. O ancora sul lavoro quando in una attività congiunta ci accusano che qualcosa è andato storto ed è solo colpa nostra. 

Questi sono tutti esempi di proiezione psicologica, un meccanismo ancestrale di difesa che abbiamo tutti ma se si abusa può portare a danni psicologici importanti come paranoie e nevrosi non solo a noi ma anche alle persone che stanno intorno a noi. Non è uno scherzo.

Ad esempio, un genitore che non è stato in grado di intraprendere una carriera di successo potrebbe dire al proprio figlio: “Non andrai da nessuna parte” o “Non provarci nemmeno”. Proiettando le sue insicurezze sul figlio, il figlio potrebbe interiorizzare il messaggio, credere che lui o lei non riuscirà mai e quindi non proverà neppure.

L’antropomorfismo

A seguito di questa base psicologica che abbiamo tutti, inconsciamente costruiamo sopra tutta una serie di meccanismi mentali che trasformano la realtà. Lo scopo da non biasimare è quello di interpretarla al meglio e di capirla il più possibile per essere o sentirsi allineati con il mondo che ci circonda. Uno di questi meccanismi mentali che attuiamo viene chiamato Antropomorfismo. 

In cosa consistite? Molto semplicemente nella capacità di attribuire qualità umane a cose o animali o a fenomeni naturali o a fenomeni soprannaturali o a divinità.

L’antropomorfismo più rappresentativo è ad esempio quello che nell’antica Grecia hanno creato con il mondo soprannaturale. Un mondo illusorio che esisteva in una realtà parallela, fatto e vissuto da entità divine che erano un’ po’ vittime delle proiezioni delle persone dell’epoca. Ares, Demetra, Apollo, Giove una burrascosa compagnia di personaggi che interloquivano con superpoteri in stile Marvel. Questa cosa faceva indispettire anche le persone (vere e vive) di quel periodo che avevano, fra l’altro, compreso il fenomeno della proiezione psicologica. 

Già nel 6° sec. a.C. il filosofo greco Senofane di Colofone critica l’antropomorfismo di Omero e di Esiodo, responsabili di aver attribuito agli dei tutto ciò che per gli uomini è obbrobrio e vergogna.

Un altro fenomeno dell’antropomorfismo è quello che molti attuiamo con gli animali. L’industria del divertimento ne ha fatto un business utilizzando proprio questa trasposizione che è stata utilizzata per creare l’immaginario degli animali parlanti Disneyani. Queste sono state oggetto di grande attenzione da parte degli psicologi per le inevitabili ripercussioni che la divulgazione di massa crea. (https://www.giornalepop.it/animali-umanizzati-disney/)

Ovviamente questo processo di trasformazione dove è palese ed evidente la proiezione umana, crea paradossi logici come questi..

PAPERINO: Come al solito sono in bolletta e manca un’eternità al giorno di paga.
NIPOTE: Potresti fare una passeggiata zio Paperino… andare a osservare gli uccelli.
L’antropomorfismo è insito nella natura umana ed è iniziata proprio dalla notte dei tempi e ha una applicazione scritturale:
Genesi 1,27
Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Nel tempo si sono create sette religiose chiamate antropomorfite che hanno applicato letteralmente questa scrittura. Queste sette hanno da questa scrittura creata una relazione "fisica" diretta fra Dio e l’uomo.

Come Testimoni di Geova abbiamo senza alcun dubbio insito un meccanismo di trasformazione antropomorfa del creatore e di tutto l’immaginario spirituale sul quale proiettare tutte le nostre ansietà.

La base più importante di questo antropomorfismo è quella ad esempio di dare un nome a Dio. Così come noi abbiamo un nome, la nostra proiezione di noi su Dio deve avere avere un nome. Il nome lo diamo al gatto perché Dio non deve avere un nome? 

In alcuni casi molti nella fratellanza e spesso anche io utilizzo questi escamotage molto suggestivi e affettuosi come quello di chiamare il creatore “papà”. In questa proiezione però si può arrivare ad un problema che è l'abuso di confidenza. Dopo un po' considerandolo davvero come noi, Dio assume nel nostro immaginario un po' le nostre stesse problematiche umane.
Dio diventa succube come noi delle emozioni e alla bisogna, diventa geloso, prova ira, gioia, esultanza insomma un po’ schizofrenico come la nostra esistenza. 

Gli viene data nomina di monarca assoluto un po’ come quella francese ma in tutti i casi leggi e principi hanno un valore superiore a Dio stesso.  A conferma di questa vision del soprannaturale c’è sempre un po’ stata anche nell’antichità.

In questa scrittura Giacobbe lotta fisicamente con un angelo con ben più l’idea di una materialità antropomorfa del soprannaturale 
Genesi 32:24

24 Infine Giacobbe rimase solo. A un certo punto un uomo si mise a lottare con lui, e la lotta continuò fino all’alba.+ 25 Vedendo che non riusciva a prevalere su Giacobbe, l’uomo gli toccò la cavità dell’anca e così, durante la lotta, l’anca si lussò.+
Anche la visione di Abraamo è quella di confrontarsi con Dio così come si sarebbe interposto con una persona normale
Genesi 18:22

22 Poi gli uomini andarono via da lì e si incamminarono verso Sodoma; Geova+ però rimase con Abraamo. 23 Quindi Abraamo gli si avvicinò e disse: “Davvero spazzerai via il giusto insieme al malvagio?+

Con l’idea falsata della protezione angelica durante il servizio di campo alcuni per esempio hanno lasciato incustoditi i mezzi di trasporto che utilizzavano per raggiungere il territorio. La follia di questo tipo di approccio è stata quella di chiedersi quale tipo di problema spirituale poteva avere la sorella dopo che qualcuno, ignaro dell’antifurto spirituale, aveva bellamente sottratto il mezzo.

Ma andiamo avanti, questo meccanismo psicologico è parte integrante del ragionamento tanto da diventarne una figura retorica.

La Prosopopea

Questa, come abbiamo appena detto è una figura retorica (fra le tante) che utilizziamo nei nostri ragionamenti. Le figure retoriche sono artifici del discorso dialettico per cercare di spiegare concetti. In questo caso la Prosopopea e una specie di ragionamento sull'antropomorfismo questa volta applicato ad oggetti inanimati o astrazioni della logica come ad esempio la Patria o l’amore che assumono identità umane.

Un esempio principe delle Prosopopea è ad esempio "l’elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam che con questo stratagemma retorico personifica, la follia, questa condizione psichica dell’intelletto umano e diventando in grado di ragionare esprime giudizi per altro non molto clementi sulla dottrina Cattolica e sulle numerose pratiche corrotte della chiesa in quel tempo.

Questa figura retorica viene utilizzata nella bibbia come ad esempio in Rivelazione quando si personifica la morte come parte dei cavalieri dell’apocalisse o come quando ad esempio viene condannata e buttata nel lago di fuoco come fossero oggetti o persone condannabili. 

Rivelazioni 20:14
E la morte e la Tomba* furono gettate nel lago di fuoco.+ Questo lago di fuoco+ rappresenta la seconda morte

L’organizzazione diventando da società editoriale a mediatica sta quindi sviluppando questo tema dell’antropomorfismo, ha in modo voluto attinto a piene mani da questi temi per la grandissima capacità penetrativa nell'intelletto umano. Sostenere idee seppur vere dell'inconoscibilità del mondo spirituale renderebbe l'organizzazione poco credibile per le menti deboli. 

Dio e il mondo spirituale diventano un po’ una realtà sdoppiata di quella umana un po' come facevano nell'antica Grecia con gli stessi meccanismi ma con argomenti diversi. Guardate ad esempio come intercedono con considerazioni del mondo spirituale come se gli appartenesse la capacità di comprendere davvero il trascendente.

Perché dunque le creò? Perché ebbe piacere di creare e permettere ad altri di godere la sua bontà, la sua compagnia e la sua sapienza. w56 15/9 pp. 548-554
Significa questo che gli angeli non aiutino gli esseri umani? No (Salmo 91:11). Alcuni hanno avuto la chiara sensazione che Dio li abbia protetti e guidati per mezzo di angeli. Kenneth, menzionato nell’articolo iniziale, è uno di questi. wp17 n. 5 p. 5
Non desiderano la nostra adorazione. Giacché non li possiamo vedere, non sappiamo in che misura Dio li usa per aiutare i suoi servitori nella vita quotidiana. g99 22/11 pp. 8-10

11 I potenti angeli di Geova sono ancora disposti e pronti a servire a favore del suo popolo sulla terra? Certissimamente! w77 1/2 pp. 76-82

Ma evidentemente gli angeli badano al benessere spirituale dei veri cristiani nel complesso.  w77 1/2 pp. 76-82

Il problema più grave di questo approccio sistemico è quello di perdere i rifermenti della realtà del soprannaturale. Così come accade nella proiezione delle nostre idee. L’eccessiva antropomorfizzazione di Dio potrebbe causare effetti avversi proprio causati dalla considerazione contraffatta che diamo a lui e al mondo spirituale. Con l’abuso dei meccanismi di proiezione che vengono perpetrati continuamente nelle pubblicazioni e nei discorsi teocratici, possiamo anche arrivare a fenomeni di sdoppiamento della realtà e allo stesso modo potremo scaricare su Dio un’immagine che non è quella reale. Questo processo di trasformazione anche un po’ ossessiva nei confronti del nostro Creatore svilisce le qualità stesse di Dio e per questo molti, rivedendo la loro posizione religiosa, non riconoscono più Dio così come l’hanno percepito e smettono di credere.

Ad esempio, l’abuso del nome Divino è un po’ la chiave sintomatica di questa malattia che spesso prende molti fratelli. Avete presente quei fratelli che usano il nome di Dio così spesso da diventare un intercalare del discorso? Questo è indubbiamente un problema anche considerando che in Israele non era lecito utilizzare il nome di Dio nelle conversazioni formali facendolo diventare un compagno di merende.
Esodo 20:7
“Non devi usare il nome di Geova tuo Dio in modo indegno,+ perché Geova non lascerà impunito chi usa il suo nome in modo indegno.+
Alcuni giuravano il falso usando il nome di Dio.
Levitico 19:12
12 Non dovete giurare il falso usando il mio nome;+ profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono Geova.

Ma i modi per utilizzare in modo indegno il nome di Dio sono tanti. Come ad esempio attribuire a noi stessi la sua volontà, ritenersi illuminati così come alcuni anziani spesso pensano erroneamente di se stessi. “Non sono io che ti parlo, ma Geova stesso…” o frasi di questo tipo che vengono pronunciati da queste lampade di buio spirituale che illuminano le congregazioni.

Diciamo che per quello che ci riguarda ovviamente potremo vedere la cosa distaccata e dire che questa cosa non ci riguarda, ma se l'organizzazione intercede troppo con queste visioni alternative, con unti che dal cielo scagliano magli perforanti, allora mi riesce difficile pensare che poi le persone riescano a prendere una corretta posizione fra loro stesse e Dio.