venerdì 29 giugno 2018

Il ministero del Cristo parte 1

Marco Cap. 6,1-6

*Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli l’accompagnavano. *Venuto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. I molti che l’udirono ne rimasero stupiti e dicevano: Donde gli viene questo? E che sapienza è mai questa che gli è data? E questi grandi miracoli compiuti dalle sue mani? *Non è costui l’artigiano, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e di Simone? *E le sue sorelle non sono qui tra noi? Ed erano sconcertati a suo riguardo. Ma Gesù diceva: Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e tra i suoi parenti e in casa sua. *E non poteva fare là nessun prodigio: tuttavia, impose le mani ad alcuni infermi, li guarì. *E si stupiva della loro incredulità. Poi andò attorno per i villaggi circostanti insegnando.
Gesù prosegue il suo viaggio fino ad arrivare a Nazaret, il suo villaggio. La sua fama l'ha preceduto, le guarigioni, l'insegnamento. Come sua abitudine entrò nella sinagoga di sabato.
Non sappiamo da quanti giorni fosse a casa, di solito veniva accolto appena arrivato dalla gente che gli portava i malati, ma qui lo troviamo subito ad insegnare nel luogo di pubblico incontro, con un uditorio attento ed incuriosito dalle voci che circolano su di lui. Sembra che rimangano stupiti dal suo insegnamento, eppure sappiamo che già a dodici anni aveva mostrato un acume fuori dell'ordinario, probabilmente fino al battesimo frequentava quella stessa sinagoga e avevano già avuto modo di ascoltarlo. Dal passo parallelo di Luca 4:16-30 scopriamo altri particolari, gli viene dato il rotolo di Isaia e legge  il brano che noi troviamo nel cap 61:1,2. 

Una volta letto si prende il tempo di riavvolgerlo, riconsegnarlo al servitore e sedersi. Gli occhi di tutti sono fissi su di lui l'atmosfera è carica per le parole che sta per pronunciare: "oggi questo passo della scrittura che avete appena ascoltato si è adempiuto". L'annuncio è ben accolto, si meravigliano delle sue parole, ma al tempo stesso si stupiscono che un semplice falegname, un uomo che conoscono fin da bambino, il classico ragazzo della porta accanto stia acquistando tanta fama e applichi a se stesso una profezia messianica.

Vogliono prove, si aspettano che compia segni anche maggiori che negli altri villaggi ma invece ricevono una doccia fredda. Gesù sa che si aspettano, pretendono da lui opere anche più grandi rispetto a quelle udite. Non sono forse i suoi concittadini? Non hanno quindi maggior diritto di beneficiare delle sue attenzioni? Ma poi, è mai possibile che un falegname di Nazaret sia non solo un profeta ma addirittura il Messia?

In questo clima la scrittura dice che egli non poteva fare alcun prodigio, non che non volle, ma che non poté. Perché?
Non sembra strano che a differenza delle altre occasioni la casa in cui è ospitato non sia presa d'assalto? I Nazareni lo incontrano solo quando arriva il momento di andare nella sinagoga, lo spirito di scetticismo avrebbe reso i suoi miracoli opere da baraccone, per mostrare i suoi poteri. Sappiamo che più volte rifiutò di usarli in tal modo. Gesù non si fa problemi a guarire anche chi solo tocca il lembo della sua veste ma non vuole una fede da avanspettacolo. Le sue opere sono un dono, non una prova di forza. Così lo ritroviamo stupito per la loro incredulità, ma tuttavia prosegue il suo ministero nei villaggi circostanti.

La missione dei dodici
Cap. 6,7-13

*E chiamati a sé i dodici, cominciò a mandarli a due a due, dando loro potere sopra gli spiriti immondi, *e ordinò loro di non prendere per via altro che un bastone; non pane, non bisaccia, non denaro nella cintura; *ma calzate sandali e non indossate due tuniche.
*E diceva loro: In qualunque casa entriate, trattenetevi in essa finché non partiate di là; *e se in qualche luogo non vi ricevono e non vi ascoltano, andatevene e scuotete la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro.
*Essi dunque, partiti, predicavano la conversione, *scacciavano molti demoni e ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Inizia così l'attività missionaria degli apostoli, dopo aver vissuto a stretto contatto e visto il maestro predicare e compiere segni viene dato anche a loro questo dono e vengono inviati a due a due ad annunciare l'imminenza del regno dei cieli. In queste prime istruzioni viene comandato loro di non portare scorte, avrebbero dovuto confidare che alloggio e cibo fossero provveduti strada facendo. Sembra che una volta entrati in un villaggio la predicazione venisse fatta pubblicamente, forse in luoghi di mercato, o nelle sinagoghe, da qui, qualcuno li avrebbe invitati nella propria casa, un evento usuale per la cultura ebraica dell'epoca e li dovevano rimanere facendone un centro per la missione.

La predicazione casa per casa veniva usata dagli apostoli?

Probabilmente no, ma ciò non significa che debba necessariamente essere sbagliata, Gesù sfruttava ogni occasione, come per la samaritana al pozzo ad esempio, le folle spargevano la voce col passaparola, il regno veniva predicato e questo era importante. Piuttosto che il come sarebbe ben più importante capire cosa predicare, nel corso del tempo come tdG ci siamo fatti la nomina di predicare la fine del mondo, un grido "al lupo al lupo" che ormai sta perdendo credibilità. Forse sarebbe meglio concentrarci sulle parole di Gesù,  sui principi biblici e su come accrescere la fede in Dio.

I cristiani da ultimi giorni sanno tanto di interesse a scampare perdendo l'ultima occasione, sono più fedeli della paura piuttosto che dell'amore e le conseguenze sul gregge si ritrovano in uno spirito farisaico governato dalle opere, come se il regno si potesse guadagnare e non ricevere per immeritata benignita. Confesso che la predicazione con presentazioni modello e gli studi sul libro apposito non fanno più parte del mio modo di predicare. Piuttosto utilizzo le scritture cercando di farle rivivere, di raccontare i vangeli come storie che toccano il cuore e talvolta vedo brillare una luce negli occhi delle persone che mi ricompensa dello sforzo fatto.
La voce si sarebbe sparsa rapidamente e infermi e ammalati sarebbero giunti alla casa non solo per guarire, ma anche per ascoltare le parole degli inviati, o mandati, significato del nome apostoli. Riuscite a immaginare la gioia e l'entusiasmo di questi primi discepoli nell'udire la buona notizia e nel vedere coi loro occhi il potere di guarigione? La notizia sicuramente si spande a macchia d'olio, non solo nella Galilea,  ma anche in Giudea e nelle province confinanti. Qualcosa di straordinario stava accadendo e ricordiamo anche che il popolo era in aspettativa perché dalle profezie sapevano che doveva arrivare il Messia.

Ho trovato interessante questo commento su Qumran.net :

"• Il Vangelo di oggi continua quanto abbiamo visto nel vangelo di ieri. Il passaggio per Nazaret fu doloroso per Gesù. Fu rifiutato dalla propria gente (Mc 6,1-5). Quella che prima era la sua comunità, ora non lo è più. Qualcosa è cambiato. A partire da questo momento, come dice il vangelo di oggi, Gesù cominciò ad andare per i villaggi della Galilea per annunciare la Buona Novella (Mc 6,6) e mandare i dodici in missione. Negli anni 70, epoca in cui Marco scriveva il suo vangelo, le comunità cristiane vivevano una situazione difficile, senza orizzonte. Umanamente parlando, non c’era futuro per loro. Nel 64, Nerone cominciò a perseguitare i cristiani. Nel 65, scoppiò la rivolta dei giudei della Palestina contro Roma. Nel 70, Gerusalemme fu totalmente distrutta dai romani. Per questo la descrizione dell’invio dei discepoli, dopo il conflitto a Nazaret, era fonte di luce e di coraggio per i cristiani.
• Marco 6,7. L’obiettivo della Missione.Il conflitto crebbe e toccò da vicino la persona di Gesù. Come reagisce? In due modi: a) Dinanzi alla chiusura mentale della gente della sua comunità, Gesù lascia Nazaret ed inizia a percorrere i villaggi nelle vicinanze (Mc 6,6). b) Allarga la missione ed intensifica l’annuncio della Buona Novella chiamando altre persone per coinvolgerle nella missione. “Chiamò i dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi”. L’obiettivo della missione è semplice e profondo: La partecipazione dei discepoli alla missione di Gesù. Non possono andare da soli, devono andare due a due, perché due persone rappresentano la comunità meglio di una sola e si possono aiutare a vicenda. Ricevono potere sugli spiriti immondi, cioè devono essere di sollievo agli altri nella sofferenza e, attraverso la purificazione, devono aprire le porte di accesso diretto a Dio.
• Marco 6,8-11. Gli atteggiamenti da avere nella Missione. Le raccomandazioni sono semplici: “E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: “Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro”. E se ne andarono. E’ l’inizio di una nuova tappa. Ora non solo Gesù, bensì tutto il gruppo, annuncia la Buona Novella di Dio alla gente. Se la predicazione di Gesù causava conflitto, molto più ora, con la predicazione di tutto il gruppo. Se già il mistero era grande, ora sarà maggiore con la missione intensificata.
• Marco 6,12-13. Il risultato della missione. “E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano”. Annunciare la Buona Novella, produce conversione o cambiamento nelle persone, è sollievo nel dolore, cura le infermità e scaccia i demoni.
• L’invio dei discepoli in Missione. Al tempo di Gesù c’erano diversi altri movimenti di rinnovamento. Per esempio, gli esseni ed i farisei. Anche loro cercavano un nuovo modo di vivere in comunità ed avevano i loro missionari (cf. Mt 23,15). Però costoro, quando andavano in missione erano prevenuti. Portavano bisaccia e denaro per occuparsi del proprio cibo. Perché non avevano fiducia nel cibo della gente, che non era sempre ritualmente “puro”. Al contrario degli altri missionari, i discepoli e le discepole di Gesù ricevevano raccomandazioni diverse che aiutavano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Novella, che ricevevano da Gesù e che è anche la nostra missione:
a) Dovevano andare senza nulla. Non dovevano portare nulla, né bisaccia, né denaro, né bastone, né pane, né sandali, né avere due tuniche. Ciò significava che Gesù li obbliga ad avere fiducia nell’ospitalità. Perché colui che va senza nulla, va perché ha fiducia nella gente e pensa che sarà accolto. Con questo atteggiamento criticavano le leggi di esclusione, sostenute dalla religione ufficiale, e mostravano, per mezzo della pratica nuova, che avevano una concezione diversa della comunità.
b) Dovevano mangiare ciò che la gente mangiava o ciò che la gente dava loro. Non potevano vivere separati con il proprio cibo, ma dovevano accettare di mettersi insieme a tavola (Lc 10,8). Ciò significa che nel contatto con la gente, non dovevano aver paura di perdere la purezza così come veniva insegnata all’epoca. Con questo atteggiamento criticavano le leggi della purezza in vigore e mostravano, per mezzo della nuova pratica, che avevano un altro tipo di accesso alla purezza, cioè, all’intimità con Dio. 

c) Dovevano rimanere ospitati nella prima casa in cui fossero stati accolti. Dovevano vivere insieme in modo stabile e non andare di casa in casa. Dovevano lavorare come tutti gli altri e vivere di ciò che ricevevano in cambio, “poiché l’operaio merita il suo salario” (Lc 10,7). In altre parole, dovevano partecipare alla vita ed al lavoro della gente, e la gente li avrebbe accolti nella sua comunità e avrebbe condiviso con loro il cibo. Significa che dovevano aver fiducia nella condivisione.
d) Dovevano occuparsi dei malati, curare i lebbrosi e scacciare i demoni (Lc 10,9; Mc 6,7.13; Mt 10,8). Dovevano svolgere la funzione di “difensori” (goêl) ed accogliere dentro del clan, nella comunità, coloro che vivevano da emarginati. Con questo atteggiamento criticavano la situazione di disintegrazione della vita comunitaria del clan e puntavano a soluzioni concrete. Erano questi i quattro punti fondamentali che dovevano dare slancio all’atteggiamento dei missionari che annunciavano la Buona Novella di Dio, nel nome di Gesù: ospitalità, comunione, condivisione ed accoglienza degli esclusi. Se queste quattro esigenze venivano rispettate, loro potevano e dovevano gridare ai quattro venti: “Il Regno è venuto!” (cf. Lc 10,1-12; 9,1-6; Mc 6,7-13; Mt 10,6-16). Poiché il Regno rivelato da Gesù non è una dottrina, né un catechismo, né una legge. Il Regno di Dio viene e si rende presente quando le persone, motivate dalla loro fede in Gesù, decidono di vivere in comunità per dare testimonianza e rivelare a tutti che Dio è Padre e Madre e che, quindi, noi esseri umani siamo fratelli e sorelle tra di noi. Gesù voleva che la comunità locale fosse di nuovo un’espressione dell’Alleanza, del Regno, dell’amore di Dio Padre, che fa di tutti noi fratelli e sorelle."

Cap. 6,14-29

*Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché il nome di lui era diventato famoso e si diceva: Giovanni il Battista è risorto, per questo il potere di fare miracoli opera in lui. *Altri dicevano: E’ Elia. E altri: E’ un profeta come uno dei profeti. *Ma Erode, udite queste cose, diceva: E’ quel Giovanni che io ho fatto decapitare: E’ lui risorto. *Erode infatti aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo teneva in carcere a causa di Erodiade, la moglie di Filippo suo fratello, ch’egli s’era preso in moglie .*Perché Giovanni diceva a Erode: Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello. *Perciò Erodiade gli teneva rancore e bramava di farlo morire, ma non poteva *perché Erode aveva timore di Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e lo proteggeva; quando lo udiva, restava molto perplesso, tuttavia l’ascoltava volentieri. *Ma venne il giorno propizio in cui Erode, per il suo compleanno, fece un convito ai grandi della sua corte, agli ufficiali e ai notabili della Galilea.
*La figlia di Erodiade, entrata a danzare, piacque a erode e ai convitati. Allora il re disse alla fanciulla: Chiedimi ciò che vuoi e te lo darò. *E le giurò: Qualunque cosa tu chieda, te la darò, fosse anche la metà del mio regno. *Ed essa, uscita, chiese alla madre: Che cosa debbo chiedere? Quella rispose: La testa di Giovanni il Battista. *E subito rientrata in fretta dal re, chiese: Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista. *Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento fatto e dei commensali, non volle darle un rifiuto. *E subito, chiamato un carnefice, gli ordinò di portare la testa di Giovanni. Quello uscì, lo decapitò in carcere, *ne portò via la testa in un vassoio e la dette alla fanciulla e la fanciulla a sua madre. *Saputo il fatto, i suoi discepoli andarono, presero il cadavere e lo deposero in un sepolcro.
Si sviluppano voci su questo predicatore itinerante, voci che giungono anche ai potenti dell'epoca, tra cui Erode. Qui Marco amplia il racconto narrando dell'uccisione di Giovanni battista. È interessante come si mette a descrivere i conflitti interni a cui Erode va incontro, egli fa imprigionare il Battista,  ma vuole anche proteggerlo essendone affascinato. Sente di avere a che fare con un uomo speciale che ha relazione con Dio, che non teme la sua autorità,  né cerca di ingraziarselo, piuttosto lo condanna apertamente per la relazione adulterina che sta portando avanti.
Emerge la figura di un monarca pavido, attratto dal mondo spirituale, ma che vorrebbe afferrare senza dover rinunciare alla propria vita,  sa cosa dovrebbe fare ma segue tuttavia i desideri della carne, non permette quindi alla parola di Dio di radicare nel suo cuore. Sa che uccidere un uomo giusto è criminale, tuttavia non vuole perdere la faccia e posto di fronte ad un tranello cede, per poi spaventarsi notevolmente alle voci di un possibile Giovanni risorto.
Erode anche se controvoglia fa la sua scelta, adora se stesso e la sua vita piuttosto che l'amore di Dio.
A tutti noi verrà chiesto di fare la nostra scelta.
Sarà una scelta che ci porrà di fronte al sacrificio della nostra vita comoda, sia essa la nicchia che abbiamo in congregazione, in famiglia o dovunque abbiamo interessi nel nostro cuore.

Da consapevoli abbiamo fatto un passo, quello di voler sapere. La conoscenza comporta responsabilità. Leggendo queste parole so che ciascuno di voi rabbrividisce pensando a qualcosa a cui teme di dover rinunciare. Lo so perché è  quello che provo anche io in prima persona.
Al momento stiamo continuando a capire, verrà il momento di tirare le somme e ciascuno avrà il suo personale conto da pagare per seguire il Cristo.

sabato 23 giugno 2018

L'altra faccia del dissenso

Partirei dal commento di Osservatore del 21 giugno 2018 in cui parla dell'altra faccia del dissenso.

Non so a cosa alludesse Osservatore, ma da un pò mi frulla in testa questo argomento, osserviamo un CD immobilizzato dal proprio passato, incapace di guardare in faccia la realtà e fare riforme! Questo ha portato a un dissenso sempre più ampio e variegato.

All'interno del dissenso si crea altro dissenso, ex confratelli che si sparano addosso ad alzo zero, definendo i TdG una setta.

Non potevano che entrare a dar man forte atei decisi e demolire tutto quello che ha il minimo sentore di fede, usando la critica lettetaria colta e saccente, volta a screditare i testi su cui poggia la nostra stessa fede.

  • Realmente i TdG sono una setta o lo stanno diventando? Notate che lo stesso cristianesimo venne considerato una setta ai suoi inizi.
  • Come la critica letteraria può condizionare la cultura dominante e come essa varia nel corso del tempo le proprie opinioni, e fino a che punto basare le nostre scelte su ciò che affermano?
  • Pensate che discutere su queste tematiche possano modificare l'intensità della nostra fede? La w 99 15/7 affrontando il soggetto delle sette conclude dicendo: Come i venti di burrasca mettono alla prova la capacità di una nave di tenere il mare, così le tempeste dell'opposizione rivelano gli eventuali punti deboli nella nave della nostra fede.

Non diveniamo vittime della disinformazione

Cari fratelli,

Con l'avvento della rete mediatica è diventato semplice fare ricerche e conoscere fatti a cui prima era difficile accedere. Tuttavia, la facilità del mezzo ha portato ad un aumento sproporzionato anche di notizie distorte, ingigantite o addirittura false, spesso difficili da distinguere. Come difenderci dunque e non cadere nella rete di chi vuole manipolare l'informazione ingannandoci?

Non sempre è facile distinguere e qualche volta ci cascheremo tutti. Resta ottimo il consiglio che troviamo in proverbi 14:15 

“Chiunque è inesperto ripone fede in ogni parola, ma l’accorto considera i suoi passi” 

Cerchiamo quindi di valutare ciò che stiamo leggendo, ci sono alcuni aspetti che possono aiutarci a capire se l'informazione è scritta in modo corretto.
Ho trovato quattro punti da prendere in considerazione in questo articolo:
 
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/28/fake-news-e-liberta-di-stampa-la-disinformazione-allitaliana-in-quattro-punti/3549085/

In breve. . 
1 . Uso strumentale del messaggio: ossia si cerca, a volte, di “colorare” una notizia o di metterla maggiormente in risalto perché funzionale, rispetto ad altre, a perseguire fini di consenso politico, sociale o di semplice popolarità di una classe dirigente o di un gruppo d’influenza. 

2 La superficialità di chi fa informazione, ad esempio nella verifica delle fonti, una delle regole più importanti del giornalismo, e/o dei fatti. Quest’atteggiamento alimenta la totale disinformazione e la nascita delle cosiddette bufale, che si trovano ad essere legittimate dall’autorevolezza del mezzo comunicativo (quotidiano, tv o web) che le veste di veridicità e come tale le diffonde. 

3 La ricerca spasmodica del sensazionalismo fine a stesso che segue logiche commerciali, di mercato, fondate sulla spettacolarizzazione della notizia che punta al gossip più basso senza, di fatto, informare. 

4 L'autoreferenzialità del mezzo in chiave autoironica. Il web oggi è pieno di siti, pagine social e blog che creano dichiaratamente notizie false, recepite come vere da fruitori o operatori poco attenti, i quali poi si adoperano come mezzi di diffusione. Si tratta quasi di “stakeholder”, i quali, nel migliore dei casi, vengono smentiti poco dopo creando più imbarazzo e perdita di credibilità che informazione. In alcuni casi, tali notizie sono finite addirittura all’interno di tg nazionali, nonché in talk show di prima serata molto seguiti dal pubblico. Quelle sopracitate sono le tipiche situazioni comunicative da interpretare in modo critico ed evitare quando si vuole fare o fruire informazione degna di questo nome.

Un cristiano consapevole viene da un percorso che lo portava a dare fiducia totale alla religione di appartenenza. Poi qualche intoppo o incongruenza fin troppo palese lo ha portato a rimettere in discussione questa certezza. Il pericolo è di conservare lo stesso modo di vedere le cose, solo rovesciandolo dal lato opposto, ovvero, credere a tutto quello che parla contro l'organizzazione. In tal modo dimostrerebbe di non aver compreso la lezione ma solo "cambiato parrocchia" mantenendo la stessa forma mentis. È importante imparare ad essere obiettivi e imparziali affinché possiamo crescere e sviluppare una nostra coscienza, una nostra fede e personale relazione con Dio e non siamo "portati qua e là da ogni vento d'insegnamento". (Ef. 4:14)

“Stolto è l’uomo che non legge mai il giornale; ancor più stolto è l’uomo che crede a quello che legge solo perché è scritto nel giornale” August von Schlözer, storico e scrittore tedesco (1735-1809)

sabato 16 giugno 2018

Perdere una nomina, ritrovare se stessi

Ogni essere umano cerca un posto nella società in cui vive che gli permetta di costruire la propria identità,  qualcosa che dia senso e valore alla propria vita. É un desiderio naturale quello di voler esser non solo accettati ma anche considerati persone di valore. In questa spinta spontanea troviamo persone che emergono in svariati mestieri, dal successo economico alla fama per qualche scoperta scientifica oppure per naturali doti di bellezza o canto, c'è la madre che si realizza allevando i propri figli e l'artista che mette tutto se stesso nel dipingere.

La congregazione non è immune da questa spinta che anzi sfrutta per farci rincorrere una "carriera" cristiana. Pionieri regolari,  speciali,  servitori di ministero, anziani, sorveglianti...
Non ci sarebbe nulla di male nello spendersi a motivo del regno ma è evidente che ormai la corsa al privilegio ci è sfuggita di mano. È diventato un metodo per farci accettare un giogo che di cristiano ha ben poco. Se sei un pioniere forse ti accorgi che devi fare discepoli di un'organizzazione anziché di Cristo. Se sei un anziano, non ti sarà difficile notare quante volte ti senti costretto ad interpretare un ruolo e mettere a tacere la tua coscienza. Spesso le adunanze degli anziani pur iniziando con una preghiera ed un passo scritturale proseguono accantonando la bibbia e basandosi su circolari e regole non scritte che poco hanno a che fare con la parola di Dio. La priorità diventa l'interesse dell'organizzazione, a costo di sacrificare qualche pecora malata o insubordinata forse,  ma sempre pecora.

Poi succede qualcosa. Un passo falso, l'ennesimo calpestamento di una coscienza che ancora si fa sentire e allora non si è più disposti a tacere. Ci si trova così a perdere la propria posizione nella scala sociale teocratica e tutta la prospettiva coltivata e vissuta finora, forse tra mille rinunce viene a mancare. Se la scelta dimissionaria è spontanea l'adattamento per quanto difficile rimane più accettabile e ci consola il fatto di non aver schiacciato per l'ennesima volta la nostra coscienza.
Se invece nonostante tutto l'impegno messo nel far quadrare il cerchio si viene giudicati non più idonei l'umiliazione è più difficile da sopportare, specie se, come spesso accade, ci sono state manovre e tranelli atti a farci cadere.

Accade spesso che il fratello preso di mira dagli anziani venga convocato senza avvertire del reale motivo, solo una visita pastorale di routine dicono oppure se anziano convocato per un'adunanza degli anziani nel cui ordine del giorno il suo nome non compare. Una volta iniziata la visita o adunanza viene affrontato quasi "per caso" l'argomento e il malcapitato fratello  dovrà difendersi impreparato. La tattica mirerà non solo a farlo cadere dal pero, ma anche a provocarlo affinché perda la calma. Se si scalda e si difende con eccessiva veemenza, o peggio ancora attacca gli anziani,  questa verrà presa come una dimostrazione della mancanza di spiritualità da parte del fratello che sarà quindi facilmente esonerato dal suo incarico.

Non è difficile comprendere che a questo punto la vita in congregazione viene completamente ribaltata, accade spesso che questi fratelli, umiliati e messi da parte smettano di frequentare le adunanze o cadano in depressione. Ecco perché è importante scindere certi privilegi dal proprio valore come persona e spirituale. Forse alcuni fratelli ci giudicheranno con superficialità,  impariamo a capire che non è un problema nostro ma loro. Quello che a noi interessa è ricostruire una vita ed un'identità stavolta ben più solida. Farsi prendere dalla rabbia serve solo a ritardare il processo di guarigione. Imparate piuttosto a vedere tutta questa farsa dei privilegi per quello che è,  un teatrino, una carota legata davanti per condurci dove vogliono loro. Se riuscirete a guardare veramente come stanno le cose questi ominicchi vi faranno pena piuttosto che rabbia. Imparate piuttosto ad apprezzare il tempo ritrovato e a costruire stavolta opere di fede concrete. Studiate le scritture non le pubblicazioni, offrite il vostro aiuto nell'ombra e non alla ribalta del podio. Trovate la vostra strada e il vostro percorso, non importa se fuori o dentro un recinto organizzato. Adesso riprendete in mano le redini della vostra vita, adesso cominciare a vivere!

Ho trovato interessante questo articolo di inattivo. Info, buona lettura.


http://inattivo.info/cosa-succede-a-chi-non-e-piu-un-sorvegliante-un-pioniere-speciale-o-un-anziano/

mercoledì 13 giugno 2018

Testamento biologico


Risultati immagini per testamento biologico DAT

Parte la campagna per il testamento biologico con le nuove direttive che prendono spunto dal DL 22 dicembre 2017 219 entrata in vigore 31/01/2018. Il testamento biologico è una cosa molto importante e che non c'entra nulla con il tesserino sul sangue (Nuovo tesserino sangue) che abbiamo avuto sin'ora. Come al solito non vi diranno una mazza sulla legge e ci saranno i soliti casini. Così vi rovineremo la serata invitando tutta la fratellanza prima di mettere qualsiasi firma su qualsiasi cartellino di leggere gli 8 articoli che la legge italiana ha redatto per lo scopo. A tutti i nominati del gruppo di servizio consigliamo vivamente la lettura delle seguenti informazioni.


Link della gazzetta ufficiale


Ovviamente se il teocratichese è prolisso i burocrati italiani sono peggio. Come al solito ci si lascia andare ad i facili entusiasmi e alcuni spacciano per risolti tutti i problemi che sono legati alle trasfusioni di Sangue. Per comprendere che le cose non stanno così basta leggere l'articolo 1 che dice testualemente

1. La presente legge, nel rispetto dei principi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e degli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignita' e all'autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario puo' essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge

La frase in grassetto è una forma espressiva molto tipica nei DL di paraculismo indotto che consente al legislatore di non dover ridiscutere la legge mettendo nella bratta chi poi dovrà legiferare davvero.

Il DAT o meglio il documento Disposizioni Anticipate di Trattamento è stato previsto all'interno di una circolare dei ministri. In questa circolare ci sono tutte le indicazioni date agli organi compenti che devono prevedere delle procedure di vidimazione di questi documenti.



Il ministero della salute ha previsto una pagine con le indicazioni essenziali che includono anche le indicazioni sul fine vita le cure palliative tutte cose molto importanti. Accludiamo il link

http://www.salute.gov.it/portale/dat/dettaglioContenutiDat.jsp?lingua=italiano&id=4954&area=dat&menu=vuoto


Alcune caratteristiche del DAT

Lo puoi scrivere di tuo pugno, lo puoi scaricare dalla rete, lo puoi accettare dalla congregazione. Se non sei in gradi di apporre una firma la legge prevede anche la possibilità di videoregistrare le tue volontà. Tutti i DAT precompilati sono a prescindere modificabili quindi è possibile rinnovare modificare o revocare il DAT in qualsiasi momento.

La legge auspica che ci sia un fiduciario in grado di farne le veci in caso di impossibilità di intervenire direttamente nel decorso medico. Il fiduciario se accettato avrà il potere quindi di attualizzare le disposizioni.

Il DAT è impugnabile in caso di incongruità fra le dichiarazioni e il decorso clinico. Se le ambiguità non trovano risoluzione le parti potranno fare appello alla magistratura.

Il DAT potrà tipicamente essere ricevuto dall'ufficio di stato civile ma secondo me sarebbe meglio che se ne facciano carico le strutture sanitarie provvedendo direttamente alla registrazione delle indicazioni all'interno del circuito informatico che utilizzano.

Come detto in anticipo il testamento biologico non c'entra con il tesserino del sangue. Ricordo che il problema del sangue per noi Testimoni di Geova permane perchè rimane ancora da conciliare la possibilità di disassociazione indotta (senza comitato giudiziario) del fratello legata alla scelta di accettare la trasfusione di sangue.

In questo link una interesante sentenza della cassazione su una trasfusione coatta link

Buon DAT a tutti

referenze WEB

In questo articoli si trattano tutte le criticità espresse sulla normativa e la sua applicazione

Ovviamente anche il mondo cattolico è in subbuglio


HELP!



Cari amici su tv.jw.org ci sono diversi video non tradotti in italiano, uno in particolare ritengo sia molto interessante e sarebbe bello tradurlo a beneficio della fratellanza che non conosce bene l’inglese, il video in questione si trova nella sezione Morning worship e sintitola: John Ekrann “Happy Is That Slave” (Matt. 24.46).
Personalmente non conosco bene la lingua inglese, in passato questo video si trovava sottotitolato in una lingua che conosco ma purtroppo è stato rimosso, peccato non aver salvato il file sul pc!
Ho cercato di fare una traduzione con Google, ma meglio lasciar perdere per frasi così complesse.
Ho ritagliato e postato la parte più interessante che spiega il perché di un recente cambiamento di intendimento, se qualcuno volesse tradurlo in italiano ne sarai molto grato, magari potrebbe nascerne un’interessante discussione …

domenica 10 giugno 2018

Leak assemblea 2018 Siate Coraggiosi

Anche quest'anno le assemblee sono state spoilerate è stata pubblicata in rete l'intera assemblea sia i video che i discorsi ( link ). La fratellanza che non sopporta le anticipazioni può saltare la visione dei contenuti di questo post. Il video è preso da Youtube. 





buona giornata.





lunedì 4 giugno 2018

La volontà del vento

“L'esperienza insegna che gli uomini dall'esperienza non hanno mai imparato nulla”(George Bernard Shaw)

I fatti politici recenti mi hanno dato spunto per considerare un aspetto legato al concetto di consenso e nello specifico al consenso popolare. Per comprendere meglio faccio una piccolo escursus storico rievocando chi ha fatto del consenso la propria missione portando nella terra uno dei più grandi se non il più grande disastro umano mai concepito. L'italia era preda di tensioni sociali immani che trovarono sfogo nell'unico modo dato possibile attraverso il meccanismo elettorale. Il 6 Giugno 1924 effettuarono attraverso  delle elezioni politiche una scelta apparentermente legittima e libera di appoggiare il governo fascista guidato da quello che sarebbe diventato il dittatore Benito Mussolini. Quello che ci interessa di questa storia è capire cosa c'era dietro quel massivo consenso popolare che raggiunse il 60% dell'elettorato. Gli analisti compresero bene che dietro quel plebiscito nazionale c'erano in realtà altri meccanismi in parte nuovi in parte vecchi che consentivano di poter ottenere l'approvazione delle masse.

Tutto fu fatto girare intorno al termine propaganda. Le masse furono attaccate dai sistemi mediatici con un fervore mai accaduto prima nella storia dell'uomo. Solo attraverso essa le idee politiche si potevano concretizzare nella vita sociale dell'individuo, entrando non attraverso la vita reale ma dal suo immaginario. Quel finto mondo equo e solidale era alla portata di tutti, bastava saperlo cogliere e così milioni di persone fecero propri sogni spacciati per realtà. La dittatura controllava i mezzi di comunicazione in modo tale da presentare una realtà artefatte che davano sicurezza e piacere. Il risveglio fu triste e difficile. 

Con questa piccola digressione terminiamo con ultimi capitoli di Marco (15 e 16) dove vi possiamo ritrovare un po' le cose che abbiamo anticipato.  Nel capitolo 15 di Marco viene raccontato lo scontro finale con la classe clericale dell'epoca, che ricordiamo, per anni aveva cercato in tutti i modi di porre fine alla demolizione ideologica fatta da questo giudeo ribelle che aveva scardinato il loro potere e messo in crisi tutto il sistema religioso dell'epoca.

Il racconto concitato è davvero incredibile. I giudei sequestrarono Gesù nella notte e lo portano in giro per Gerusalemme cercando  giudici che potessero condannarlo a morte. (Mc.14,53; Mt.26,57) e anche la mattina presto (Mc. 15,1 ) (Mc. 15,1 ) Solo Giovanni si astenne dal raccontare questo balletto notturno che è completamente al di fuori delle regole. Ricordo anche che questi passi biblici sono stati pesantemente strumentalizzati tanto da diventare un po' il motore ideologico mondiale che ha alimentato l'antisemitismo da una parte e il sionismo dall'altra. Ma leggiamo come le folle divennero protagoniste.

Marco 15:11,15 (ps)
11 Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. 12 Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». 13 Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». 14 Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». 15 E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Apro una piccola chiosa in tutte le bibbie di questo mondo, il termine greco Stauros e tutte le desinenze verbali associate sono tradotti croce e crocifissione. La tendenza integralista è quella di farne una questione di fede ma ho motivo di ritenere che, nello spirito consapevole, questa interpretazione non doveva diventare dogmatica. Spero che riprenderemo questo argomento in futuro per svilupparlo meglio. Chiudo la chiosa e faccio seguito all'interlineare del versetto Marco 15:15 con i riferimenti Strong.
15 3588 [e]
15 ho
15 
15 -
15 Art-NMS
1161 [e]
de
δὲ
inoltre
conj
4091 [e]
Pilatos
Πιλᾶτος * ,
Pilato
N-NMS
1014 [e]
boulomenos
βουλόμενος
desiderando
V-PPM / P-NMS
3588 [e]
a
τῷ
al
Art-DMS
3793 [e]
ochlō
ὄχλῳ
folla
N-DMS
3588 [e]
a
τὸ
quello che [era]
Art-ANS
2425 [e]
hikanon
ἱκανὸν
soddisfacente
Adj-ANS
4160 [e]
poiēsai
ποιῆσαι ,
fare
V-ANA
630 [e]
apelysen
ἀπέλυσεν
rilasciato
V-AIA-3S
846 [e]
autois
αὐτοῖς
a loro
Ppro-DM3P
3588 [e]
ton
τὸν
-
Art-AMS
912 [e]
Barabban
Βαραββᾶν ,
Barabba
N-AMS
2532 [e]
kai
καὶ
e
conj
3860 [e]
paredōken
παρέδωκεν
consegnato
V-AIA-3S
3588 [e]
ton
τὸν
-
Art-AMS
2424 [e]
Iēsoun
Ἰησοῦν ,
Gesù
N-AMS
5417 [e]
phragellōsas
φραγελλώσας ,
avendo fustigato [lui]
V-APA-NMS
2443 [e]
hina
ἵνα
lo
conj
4717 [e]
staurōthē
σταυρωθῇ .
crocifiggerono
V-Asp-3S





























La corte di giustizia Giudaica si chiamava Sinedrio. Esso poteva arrivare anche alla condanna a morte di un imputato ma c'erano regole che dovevano essere seguite. Secondo il Cambridge Bible School queste erano le caratteristiche principali per garantire la condanna:
1 – Era necessaria la maggioranza.
2 – Per l'assoluzioni era possibile ottenere la sentenza lo stesso giorno ma per la condanna si doveva attendere il giorno seguente.
3 – Nessun processo penale del Sinedrio poteva essere fatto durante la notte.
4 – I giudici in caso di condanna dovevano digiunare tutto il giorno
5 – La condanna poteva essere rivista anche durante l'esecuzione.

Giovanni nel contempo da una più completa descrizione dei fatti enfatizzando la sensazione di paura che Pilato provava per le conseguenze di quella esecuzione. I giudei giocarono con il peso delle sue paure, perchè sapevano bene cosa era la lex romana e quali erano le conseguenze per chi veniva trovato colto in fallo.

Giovanni 19:12
12 Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridavano, dicendo: Se liberi costui, non sei amico di Cesare. Chiunque si fa re, si oppone a Cesare.

A proposito in che lingua si parlavano Gesù e Pilato? Aramaico? Greco o Latino? Se qualcuno sa rispondere lo faccia noi invece riprendiamo considerando le ultime ore di vita di Gesù. Possiamo intuire che Pilato disprezzasse tutto il mondo giudaico così come intuiamo anche che il mondo giudaico disprezzava Pilato. In questa schermaglia i giudei fecero di tutto per far diventare la condanna di Gesù una questione politica. Pilato aveva forse il sentore del disastro che stava combinando e si nota il disagio che provava in quel procedimento giudiziario posticcio e raffazzonato. Ma nella testa di Pilato c'erano evidentemente ben altri pericoli che intravedeva che facevano diventare di secondaria importanza acconsentire che si mettesse a morte un innocente.


Questa a ben vedere è un po' una rappresentazione di cosa significa il compromesso politico. Quello che vediamo quotidianamente nelle notizie dei quotidiani quando i politici cercano accordi. Chi non conosce le assurde terminologie politiche italiane come le convergenze parallele e quel approccio verboso dove si cerca di spiegare tutto e il contrario di tutto come l'Azzeccagarbugli di Manzoniana memoria. Cercare di accontentare tutti si finisce per non accontentare nessuno. Il povero Pilato mai si sarebbe immaginato di diventare per la storia un icona mondiale del "me ne lavo le mani".

Ma ritorniamo alla folla e alle sue decisioni che come abbiamo visto hanno storicamente caratteristiche poco lusinghiere. I vangeli stessi ci danno un idea delle aspettative sbagliate che avevano e anche Gesù ne era consapevole.


Luca 2:38

"In quel momento si avvicinò e cominciò a ringraziare Dio, parlando del bambino a tutti quelli che aspettavano la liberazione di Gerusalemme."



Giovanni 12:12,13


"Gli andarono incontro gridando... Sia benedetto il Re d’Israele!"

Le persone non dimostravano di avere fede e di apprezzare la santità la moralità l'etica allontanandosi da Dio avevano sostituito tutte queste cose con i concetti di utile, vantaggio, interesse personale. Erano accecate solo dall'egoismo. I secondi fini che il popolo aveva non erano però allineati con la sua volontà ne ovviamente di quella che lo aveva mandato. Le stesse folle che prima sembrava lo osannassero adesso invece lo tradivano invocando la sua morte sul palo di tortura. 

Marco 15:15

15 Allora Pilato, desiderando compiacere la folla, liberò Barabba; e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse messo al palo.

Matteo 27:20
20 Ma i capi sacerdoti e gli anziani convinsero la folla a chiedere Barabba e a far mettere a morte Gesù.


Delle folle non ci possiamo fidare sono manipolabili controllabili... influenzabili perchè le folle sono fatte di individui e  "Un individuo nella folla è un granello di sabbia fra altri granelli di sabbia, mossi dalla volontà del vento." (LeBon)





referenze web:

http://www.ildialogo.org/ebraismo/Dibattito_1247837034.htm
http://antrodichirone.com/index.php/it/2016/04/27/il-politichese-breve-storia-di-come-abbiamo-affondato-la-nave/
http://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/In-che-lingua-parlavano-tra-loro-Pilato-e-Gesu
https://it.wikipedia.org/wiki/Processo_di_Ges%C3%B9