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sabato 16 gennaio 2021

Come ti rovino un bambino

 


Un recente cartone paragona il triplice tradimento di Pietro ad un tentativo non riuscito da parte del bimbo di appropriarsi di un pasticcino abbandonato su una tavola al termine di un compleanno!! Da notare che la sfortuna perseguita il bambino in quanto non solo cade, come Pietro, nel timore dell'uomo e quindi verrà assalito dai sensi di colpa, ma non riesce neanche a godere del reato mangiandosi il dolce (si sporca solo il naso…). Ma perché questo? Forse perché se lo mangiava non lo si poteva più utilizzare nella serie non essendo più esemplare?? 

A parte gli scherzi, quando si parla di compleanno la presa di posizione del GB è drastica. Lo si può notare verificando come sono stati tradotti i seguenti versetti: Giobbe 1:4 e 3:1. La Rb8 li traduceva in modo più coerente e vicino all'originale ebraico con "E i suoi figli andavano a tenere un banchetto nella casa di ciascuno nel suo proprio giorno" e "Dopo ciò Giobbe aprì la bocca e invocava il male sul suo giorno". Il termine ebraico per "suo o proprio giorno" è lo stesso, yō·w·mōw. Molte traduzioni rendono il termine con "giorno della nascita" e, per il versetto 1:4, anche con "compleanno". Questo potrebbe far pensare che i figli di Giobbe si ritrovassero per festeggiare il loro compleanno. La versione del 2017, però, interviene a gamba tesa per eliminare qualsiasi dubbio in merito; 1:4 viene tradotto "ciascuno in un giorno stabilito" (con nota in calce "ciascuno a turno") e 3:1 con "il giorno della sua nascita" (con nota in calce "il suo giorno"). Ma il termine ebraico è lo stesso!! 

Quindi la traduzione dei versetti è stata forzata per allinearla all'attuale intendimento relativo ai compleanni supponendo, con certezza, che i figli di Giobbe non potevano trovarsi per festeggiare il loro compleanno. A differenza del festeggiare i compleanni, le scritture sono molto chiare sull'"aggiungere" o "togliere" parole dalle Sacre Scritture e sulla relativa punizione! Allora, perché è stato fatto? I traduttori hanno avuto timore di qualcuno? L'hanno fatto volutamente? Non lo sappiamo, ma è una traduzione forzata, lontana dal significato originale dei termini ebraici, utile solo per confermare un intendimento umano e per non far nascere dubbi nella mente dei fratelli. E' quindi più grave sporcarsi il naso con un pasticcino o torcere le scritture a proprio favore, per timore o addirittura volutamente? Ma chi è che ora si sente in colpa, il traduttore o il bambino? Certamente solo il bambino, e per estensione tutti i figli di TdG. Questo è grave, molto grave, violento, ma anche molto triste. Concludo con il pensiero di un terapeuta che, visto il cartone, ha esclamato: "Questa è violenza mentale!".

post di Denis Denis