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domenica 19 febbraio 2023

La fine degli ultimi giorni 8

Da testimone di Geova, mi è stato insegnato che la fine a cui si riferiva Gesù nel versetto 14 era quella dell'attuale sistema di cose. Di conseguenza, fui portato a credere che la buona notizia del regno che stavo predicando sarebbe giunta al suo completamento prima di Armaghedon. Infatti, non solo sarebbe finita prima di Armageddon, ma sarebbe stata sostituita da un messaggio diverso il messaggio di giudizio. Questa continua ad essere la convinzione tra Testimoni.

“Questo non sarà il momento di predicare la “buona notizia del Regno”. Quel tempo sarà passato. Il tempo della "fine" sarà arrivato! ( Matteo 24:14 ) Senza dubbio, il popolo di Dio proclamerà un messaggio di giudizio incisivo. Ciò potrebbe comportare l'annuncio che il mondo malvagio di Satana sta per giungere alla sua completa fine”. (w15 15/7 p. 16, par. 9)

Naturalmente, questo ignorerebbe completamente l'affermazione di Gesù che “nessuno conosce il giorno né l'ora”. Non solo, ha anche detto ripetutamente che verrà come un ladro e voi sapete che un ladro non comunica al mondo che sta per rapinare la tua casa.

Immagina, per un attimo un ladro che mette cartelli nel quartiere, dicendo che la prossima settimana svaligerà la tua casa. È ridicolo non vi pare? Eppure questo è esattamente ciò che i Testimoni di Geova intendono predicare secondo la Watchtower. Stanno dicendo che Gesù o Geova dirà loro in un modo o nell'altro, che è tempo di dire a tutti che il ladro sta per per venire a casa tua a svaligiarti.

Questo insegnamento secondo cui la predicazione della buona notizia sarà sostituita da un messaggio finale di giudizio poco prima della fine non solo antiscritturale; si fa proprio beffe della parola di Dio.

Questo tipo di mentalità indottrinata è molto radicata e può influenzarci in modi sottili, quasi impercettibili. Potremmo pensare di essercene liberati, quando poi improvvisamente alza la sua brutta testa e ci risucchia dentro il mare delle inutilità. Per molti, infatti è quasi impossibile leggere Matteo 24:14 e non pensare che si applichi ai nostri giorni.

Fammi chiarire meglio questo aspetto. Ti do la mia opinione a riguardo quello che credo è che Gesù non stesse parlando ai suoi discepoli del completamento dell'opera di predicazione, ma del suo progresso. Naturalmente l'opera di predicazione sarebbe continuata molto tempo dopo la distruzione di Gerusalemme. Nondimeno li assicurava che la predicazione della buona notizia sarebbe giunta a tutti i gentili prima della fine del sistema di cose giudaico. Questo si che si è rivelato vero. Nessuna sorpresa c'è stata in quel caso. Gesù letto in questo modo non si è sbagliato.

Ma che dire di me, invece? Sbaglio se concludo che Matteo 24:14 si adempì nel primo secolo? Sbaglio a concludere che la fine a cui si riferiva Gesù fosse la fine del sistema di cose giudaico?

Delle due una: o stava parlando della fine del sistema di cose giudaico, o si stava riferendo a una fine "diversa". Non è evidente alcuna base nel contesto per credere che ci sia un'applicazione primaria e secondaria o un tipo e antitipo così come voi conoscete bene i termini. Questa non è una situazione tipo/antitipo. Menziona solo un'estremità la sua fine. Quindi, supponiamo, nonostante il contesto, che non sia la fine del sistema di cose ebraico. Quali altri candidati sono messi in gioco?

Deve essere 'una fine' legata alla predicazione della Buona notizia. 

Armaghedon segna la fine dell'attuale sistema di cose ed è collegato alla predicazione della buona notizia. Tuttavia, non vedo alcun motivo per concludere che stesse parlando di Armageddon. Quindi per riassumere quello che abbiamo imparato: nessuno, compresi i testimoni di Geova, stanno predicando "adesso" la vera Buona notizia in tutta la terra abitata a tutte le nazioni in questo momento.

Se, in futuro, i figli di Dio riusciranno a raggiungere tutte le nazioni del mondo con una "vera" buona notizia predicata da Gesù, allora potremmo riconsiderare la nostra comprensione, ma ad oggi quali prove abbiamo che questa sia davvero una buona notizia? Quale riferimento abbiamo per rendere plausibile la spiegazione della sovrapposizione delle generazioni?

Come affermato prima, la mia preferenza nello studio della Bibbia è  l'esegesi. Lasciare che la Bibbia interpreti se stessa. Se vogliamo farlo, allora dobbiamo stabilire i criteri su cui basare la nostra comprensione del significato di ogni dato passaggio della Scrittura. Sono tre i punti interessanti che meritano la nostra attenzione e che riguardano La buona notizia che predichiamo, lo scopo per cui predichiamo e la fine che porterà in questo sistema di cose. 

La buona notizia

Qual è la buona notizia? Non c'è nulla nel libro degli Atti (il resoconto principale dell'opera di predicazione del I secolo) che indichi che i primi cristiani andavano da un luogo all'altro dicendo alla gente che potevano diventare amici di Dio e quindi essere salvati dalla distruzione mondiale.

Qual era l'essenza della buona notizia che predicavano? Giovanni 1:12 dice praticamente tutto.

“Ma a quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio, perché avevano fede nel suo nome” ( Giovanni 1:12 ).

Però ragioniamo su questa scrittura, non puoi diventare qualcosa che lo sei già. Se sei già figlio di Dio, non lo puoi diventare di nuovo. Secondo la dottrina teocratica tutte le persone che accoglievano il messaggio diventavano figli di Dio. Ma questo non ha senso. Prima della venuta di Cristo, gli unici esseri umani che erano stati figli di Dio erano Adamo ed Eva. Ma hanno perso la condizione o eredità quando hanno peccato. Sono diventati diseredati. Non potevano più ereditare la vita eterna. Di conseguenza, tutti i loro figli sono nati al di fuori della famiglia di Dio. Quindi, la buona notizia è che ora possiamo diventare figli di Dio e afferrare la vita eterna perché possiamo essere di nuovo in grado di ereditarla da nostro padre.

“E chiunque avrà lasciato case o fratelli o sorelle o padre o madre o figli o campi per amore del mio nome riceverà molte volte di più ed erediterà la vita eterna”. ( Mt 19:29 )

Paolo lo esprime molto bene quando scrive ai Romani:

“. . .Poiché tutti coloro che sono guidati dallo spirito di Dio sono davvero figli di Dio. Perché non avete ricevuto uno spirito di schiavitù che fa di nuovo paura, ma avete ricevuto uno spirito di adozione a figli, per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!" Lo spirito stesso testimonia con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se dunque siamo figli, siamo anche eredi, eredi sì di Dio, ma coeredi di Cristo. . .” ( Romani 8:14-17 )

Possiamo ora riferirci all'Onnipotente con un vezzeggiativo: “Abbà, Padre”. È come dire papà è un termine che mostra l'affetto rispettoso che un bambino ha per un genitore amorevole. In questo modo diventiamo suoi eredi, coloro che ereditano la vita eterna e molto altro ancora.

Ma c'è di più nel messaggio della buona notizia. Il messaggio immediato della buona notizia non è della salvezza mondiale, ma di essere scelti come figli di Dio. In Ecclesiaste leggiamo

“Mi sono detto riguardo ai figli degli uomini: “Dio li ha sicuramente messi alla prova affinché vedessero che non sono che bestie”. Perché il destino dei figli degli uomini e il destino delle bestie è lo stesso. Come uno muore così muore l'altro; anzi, hanno tutti lo stesso fiato e non c'è vantaggio per l'uomo sulla bestia, perché tutto è vanità. ( Ecclesiaste 3:18 , 19 NASB)

L'uomo viene elevato ad un grado superiore rispetto alla natura del creato. Così, l'umanità – la creazione – viene liberata dalla schiavitù del peccato e restituita alla famiglia di Dio attraverso la rivelazione dei figli di Dio che ora vengono radunati.

Giacomo ci dice: "Poiché lo ha voluto, ci ha generati mediante la parola della verità, perché fossimo certe primizie delle sue creature". ( Giacomo 1:18 )

Se dobbiamo essere primizie come figli di Dio, allora i frutti che seguono devono essere gli stessi. Se raccogli le mele all'inizio del raccolto, raccogli le mele alla fine del raccolto. Tutti diventano figli di Dio. L'unica differenza è nella sequenza.

Quindi, riducendo ai minimi termini, la buona notizia è la dichiarata speranza che tutti noi possiamo tornare alla famiglia di Dio con tutti i relativi benefici che ne conseguono. Per questo motivo guardiamo Gesù come nostro salvatore.

La buona notizia riguarda il ritorno alla famiglia di Dio come un figli di Dio.

Questa opera di predicazione, questa dichiarazione di speranza per tutta l'umanità, quando giunge alla sua fine? Non può essere quando non ci saranno più umani che hanno bisogno di sentirlo.

Se la predicazione della buona notizia si concludesse ad Armaghedon, questo lascerebbe fuori miliardi di persone. Notate l'assurdo considerando i miliardi di persone che risorgeranno dopo Armaghedon? Alla loro risurrezione, non verrà detto loro che anche loro possono diventare figli di Dio se ripongono fede nel nome di Gesù? Ovviamente. E questa non è una buona notizia? Ci sono notizie migliori di quelle possibili? Non credo.

Lo scopo

Lo scopo risulta più evidente se ci poniamo la domanda, perché i testimoni di Geova insistono sul fatto che la predicazione della buona notizia finisca prima di Armaghedon? La risposta è perché la “buona notizia” che stanno predicando equivale a dirti: “Unisciti all'organizzazione dei testimoni di Geova e sarai salvato dalla morte eterna ad Armaghedon, ma non aspettarti di ottenere la vita eterna sino a quando non sono scaduti altri mille anni. "

Ma ovviamente non è questa la buona notizia; cioè da Testimoni di Geova abbiamo la tendenza a fraintendere le questioni e purtroppo questo è uno di quei casi dove si comprendono fischi per fiaschi. Ribadiamo il concetto che la buona notizia per un fedele cristiano non è quella di diventare Testimone di Geova ma quella che: “Puoi diventare un figlio di Dio ed ereditare la vita eterna se riponi fede nel nome di Gesù Cristo ora”.

Cosa succede se non riponi fede in Gesù per diventare un figlio di Dio ora? Ebbene, secondo Paolo, rimani parte della creazione. Quando i figli di Dio saranno rivelati, allora la creazione gioirà nel vedere che anche loro possono avere l'opportunità di diventare figli di Dio. Se rifiuterai l'offerta in quel momento ovviamente non ci saranno più scuse che potranno giustificarti

La fine

Quando avverrà la fine di questo sistema si smetterà di predicare?

A ben vedere questo sarà ragionevole solo nel momento in cui l'ultimo essere umano sarà resuscitato, non ti pare? Questo termine della predicazione è davvero collegata a una fine?

Secondo Paolo sì.

“Tuttavia, ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di coloro che si sono addormentati [nella morte]. Infatti, poiché la morte è per mezzo di un uomo, anche la risurrezione dei morti è per mezzo di un uomo. Infatti, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo tutti riceveranno la vita. Ma ciascuno nel proprio rango: Cristo la primizia, poi coloro che appartengono al Cristo durante la sua presenza. Poi, la fine , quando consegnerà il regno al suo Dio e Padre, quando avrà annientato ogni governo e ogni autorità e potenza. Poiché deve regnare finché [Dio] non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. Come ultimo nemico, la morte deve essere ridotta a nulla. ( 1Cor 15,20-26

Alla fine, quando Gesù avrà ridotto a nulla ogni governo, autorità e potere e persino ridotto a nulla la morte, possiamo tranquillamente affermare che la predicazione della buona notizia sarà terminata. Possiamo anche dire che ogni essere umano che sia mai vissuto in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo, di qualsiasi tribù, lingua, popolo o nazione avrà ricevuto il messaggio della buona novella.

Quindi, se si preferisce guardare a questo come un compimento assoluto piuttosto che soggettivo o relativo, possiamo dire inequivocabilmente che alla fine del regno millenario di Cristo questa buona novella sarà stata predicata in tutta la terra abitata per ogni nazione prima della fine.

Posso vedere solo due modi in cui Matteo 24:14 può applicarsi e soddisfare tutti i criteri. Uno è relativo e uno è assoluto. Sulla base della mia lettura del contesto, penso che Gesù stesse parlando relativamente, ma non posso dirlo con assoluta certezza. Altri preferiranno l'alternativa, e alcuni anche ora continueranno a credere che le sue parole si applichino all'insegnamento dei testimoni di Geova secondo cui la predicazione della buona notizia termina poco prima di Armaghedon.

Quanto è importante capire esattamente a cosa si riferisse? Bene, mettendo da parte per il momento l'interpretazione dei testimoni di Geova, le due possibilità che abbiamo discusso non ci toccano in alcun modo al momento. Non sto dicendo che non dovremmo predicare come abbiamo visto c'è una buona notizia da dare alle persone e francamente non vedo perchè non dovrei farlo ogni volta che mi si presenta l'opportunità. 

Detto questo, con Matteo 24:14, non stiamo parlando di un segno che predice la vicinanza della fine. Ma questo è ciò che i Testimoni hanno affermato erroneamente e notate quanto su questo aspetto hanno fatto leva sui sentimenti delle persone.

Quante volte si torna a casa da un'assemblea di circoscrizione o da un'assemblea di regione e invece di sentirsi sollevati si prova un senso di colpa? Ricordo che da anziano ogni visita del sorvegliante di circoscrizione era qualcosa che temevamo. Erano sensi di colpa. L'organizzazione non è motivata dall'amore, ma dalla colpa e dalla paura.

L'errata interpretazione e l'errata applicazione di Matteo 24:14 pone un pesante fardello su tutti i testimoni di Geova, perché li costringe a credere che se non fanno del loro meglio e oltre nella predicazione di porta in porta lo faranno essere colpevole di sangue. Moriranno eternamente persone che avrebbero potuto essere salvate se solo avessero lavorato un po' di più, sacrificato un po' di più. Se c'è consapevolezza incominciamo con smetterla di sentirci in colpa per cose che non hanno senso e concentriamoci sulle cose più importanti

riferimento web: https://beroeans.net/2019/11/12/examining-matthew-24-part-4-the-end/


giovedì 19 maggio 2022

La fine degli ultimi giorni - parte 2

I discepoli stanno attraversando un momento difficile, quando hanno iniziato ad allontanarsi dal tempio, ed era come se sapessero che l'avrebbero visto per l'ultima volta con Gesù.

  • Matteo 24:1 Mentre Gesù se ne andava dal tempio, i suoi discepoli gli si avvicinarono per mostrargli gli edifici del tempio
  • Marco 13:113 Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che edifici!”
  • Luca 21:55 In seguito, mentre alcuni parlavano del tempio e di come fosse ornato con belle pietre e doni offerti a Dio,
Notate come i tre evangeli siano molto coerenti con l'emozione di far vedere qualcosa a Gesù che evidentemente non sentiva ne percepiva allo stesso modo. Il versetto seguendo di Matteo 24:2 leggiamo testualmente “Vedete tutte queste cose?... In verità vi dico che qui non resterà pietra su pietra; tutti saranno gettati a terra”. ( Matteo 24:2 NIV)

Dato quel contesto, cosa pensi che avessero in mente gli apostoli quando chiesero a Gesù: "Dicci, quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?" ( Matteo 24:3 NWT) Poniti la domanda da solo...

Gesù, sapeva cosa avevano in mente, cosa li riguardava, cosa stavano veramente chiedendo e quali pericoli avrebbero dovuto affrontare dopo la sua partenza. La Bibbia dice che li amò fino all'ultimo, e l'amore cerca sempre il vantaggio della persona amata. ( Giovanni 13:1 ; 1 Corinzi 13:1-8 )

L'amore di Gesù per i suoi discepoli lo ha spinto a rispondere alla loro domanda in modo che ne avrebbero poi trovato beneficio. Se la loro domanda presupponeva circostanze diverse dalla realtà, non avrebbe avuto senso rispondere. Tuttavia, c'erano cose che non sapevano, cose che non potevano sapere e cose che non potevano ancora capire 

  • (Matteo 24:36) “Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre.
  • (Atti 1:7) Lui rispose: “Non sta a voi conoscere i tempi o i periodi che il Padre ha posto sotto la propria autorità,
  • (Giovanni 16:12) “Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora non siete in grado di comprenderle.
Riassumendo questo punto: Gesù trascorse quattro giorni a predicare nel tempio e durante quel periodo profetizzò la fine di Gerusalemme e del tempio. Poco prima di lasciare il tempio per l'ultima volta, disse ai suoi ascoltatori che il giudizio per tutto il sangue versato da Abele fino all'ultimo profeta martirizzato sarebbe sceso su quella stessa generazione. Ciò segnerebbe la fine del sistema di cose ebraico; la fine della loro età. I discepoli volevano sapere quando sarebbe successo.

Ma questo era davvero utto ciò che si aspettavano che accadesse?

No.

Poco prima che Gesù ascendesse al cielo, gli chiesero: "Signore, restituisci il regno a Israele in questo tempo?" ( Atti 1:6 NWT)

Sembra quindi che accettassero che l'attuale sistema ebraico sarebbe finito, ma credevano che una nazione ebraica restaurata sarebbe seguita sotto Cristo. Ciò che non riuscivano a cogliere in quel momento erano le scale temporali coinvolte. Gesù gli aveva detto che si sarebbe assicurato il potere regale e poi sarebbe tornato, ma dalla natura delle loro domande sembra evidente che pensavano che il suo ritorno sarebbe coinciso con la fine della città e del suo tempio.

Si è rivelato essere così?

A questo punto, è vantaggioso tornare alle questioni sollevate in precedenza sulla differenza tra il racconto di Matteo della questione e quello di Marco e Luca. Matteo aggiunge la frase: "Quale sarà il segno della tua presenza?" Come mai? E perché quasi tutte le traduzioni lo rendono 'il segno della tua venuta' o 'il segno del tuo avvento'?

Questi sono termini sinonimi?

Possiamo rispondere alla prima domanda rispondendo alla seconda. E non commettere errori, sbagliare si è già dimostrato spiritualmente devastante, quindi proviamo a farlo bene questa volta.

Quando la Traduzione letterale di Young e la Traduzione del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova rendono la parola greca parusia , come “presenza”, sono termini letterali. Da Testimoni di Geova ci stiamo concentrando sull'uso comune della parola, che letteralmente significa "essere accanto" (AIUTO Word-studies 3952) Il  pregiudizio dottrinale ci fa credere che Gesù è invisibilmente presente dal 1914. Questa quindi non è la seconda venuta di Cristo. Da Testimoni di Geova, Gesù è venuto, o verrà, tre volte. Una volta come Messia, di nuovo nel 1914 come Re davidico ( Atti 1:6 ) e una terza volta ad Armaghedon...

(Atti 1:6) Quando si furono riuniti, gli chiesero: “Signore, è questo il tempo in cui ristabilirai il regno per Israele?”


ma non finisce qui.

sabato 14 maggio 2022

La fine degli ultimi giorni - parte 1

Karl Brjullov (1799-1852) - Gli ultimi giorni di Pompei
Matteo 15:9: “ Mi adorano invano; i loro insegnamenti sono semplicemente regole umane”. (NIV)













Buona giornata a tutti ragazzi e ragazze, oggi faremo un viaggo che ci porterà nell'immaginario teocratico degli “ultimi giorni”. Sarà un sorta di regressione, che ci porterà a prendere in considerazioni tanti aspetti fondanti della fede e per questo motivo li definiamo importanti comprenderli a fondo anche e sopratutto, nel nostro nuovo ruoli di consapevoli. Gli "ultimi giorni" sono una definizione temporale che da Testimoni di Geova conosciamo molto bene e sappiamo bene a cosa facciamo riferimento senza ambiguità. Parleremo nel dettaglio di quella universalmente chiamata “la profezia di Gesù degli ultimi giorni” che è scritta in Matteo 24 ; Marco 13 ; e Luca 21. Questa profezia è centrale negli insegnamenti, così come lo è con tutte le altre religioni avventiste. E' un viaggio di sola andata fatto di diversi post... ma questo lo scopriremo poi... buona lettura.

Le parole profetiche che si trovano in questi tre racconti evangelici sono il risultato di una domanda posta a Gesù da quattro dei suoi apostoli. In primo luogo Matteo 24:3.

  1. Matteo 24:3 –  Mentre sedeva sul Monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in privato e gli chiesero: “Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e della conclusione del sistema di cose?”
  2. Marco 13:3 , 4 -Mentre sedeva sul Monte degli Ulivi di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea gli chiesero in privato: 4 “Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose dovranno giungere alla conclusione?” 
  3. Luca 21:7 – Allora gli chiesero: “Maestro, quando avverranno dunque queste cose? E quale sarà il segno del tempo in cui queste cose dovranno accadere?”
Dei tre, solo Marco ci dà i nomi dei discepoli che pongono la domanda. Gli altri non erano presenti. Matteo, Marco e Luca comunque ne hanno sentito parlare di seconda mano. Matteo spezza la domanda in tre parti. Matteo include la domanda: "Qual è il segno della tua presenza?" ed è l'unico che lo fa.

Per uno studio esegetico serio, potremmo chiederci perché questo elemento viene omesso da Marco e Luca? Pensate alla risposta e proponetela ai lettori del blog, tenete conto che questi aspetti non sono secondari, sono la base per la profezia degli ultimi giorni e non possono essere semplicemente fatti scadere a differenze marginali. Il tema biblico deve essere preso nel suo contesto completo.

Vediamo il contesto

Erano tutti ebrei e come ben sapete avevano una caratteristica molto particolare che li rendeva diversi rispetto a tutti gli altri popoli. A quel tempo le "nazioni" avevano governi aggregati dalla religione. Non esistevano governi laici ma solo religiosi. La religione così stava sopra alle leggi che governavano il popolo.

Le differenze religiose creavano identità uniche e il relativo senso di appartenenza ad un gruppo guidato da forze superiori. Da un punto di vista meramente pratico ciò che distingueva la religione ebraica dalle altre religioni nazioni era che lei fu il primo governo monoteista al mondo. Tutti gli altri stati erano governati da religioni politeiste adoratori di idoli e tutti adoravano un pantheon di dei. I romani adoravano Giove e Apollo, Nettuno e Marte. Ad Efeso adoravano un dio dai tanti seni di nome Artemide. Gli antichi Corinzi credevano che la loro città fosse stata fondata da un discendente del dio greco, Zeus. Tutti questi dei ora sono scomparsi. Sono svaniti nelle nebbie della mitologia. Erano falsi dei.

Come adori un falso dio? E' un processo molto articolato ma piuttosto consolidato nei tempi antichi. Nella bibbia abbiamo numerosi esempi.

Ci sono due modi per adorare un falso Dio, un dio mitologico come Giove dei Romani. O fai quello che pensi che lui voglia che tu faccia, o fai quello che il suo prete dice che sia la sua volontà. In questo ultimo caso si da per scontato che ci sia qualche falso prete che ti dica di farlo. E' palese che stai davvero adorando gli uomini.

Purtroppo gli ebrei adoravano gli uomini ed è la prova l'abbiamo appena letta nelle parole di Gesù in Matteo 15:9. E' evidente che Gesù stava dimostrando molto efficacemente che non bastava appartenere ad un gruppo religioso eletto per seguire davvero la volontà di Dio.

Gesù stava predicando era un modo di vivere la religione ma come abbiamo appena detto non c'erano differenze fra religione e governo. Predicare una nuova religione significava dividere il paese in focolai di sedizione con fenomeni di ribellione incontrollata. La religione era politica.


Karl Brjullov (1799-1852) -
Gli ultimi giorni di Pompei (dettaglio)

Se eri un ebreo allora, l'unico posto in cui adorare il vero Dio è all'interno del giudaismo, e il luogo in cui la presenza di Dio esiste sulla terra è nel Santo dei Santi, il santuario interiore all'interno del Tempio di Gerusalemme. Togli tutto ciò e togli Dio dalla terra. Come potresti adorare ancora Dio? Dove potresti adorare Dio? Se il tempio non c'è più, dove puoi offrire i tuoi sacrifici per il perdono dei peccati? L'intero scenario sarebbe impensabile per un ebreo di quell'epoca.

Eppure questo è ciò che Gesù aveva predicato. Nei tre capitoli di Matteo che precedono la loro domanda leggeremo gli ultimi quattro giorni trascorsi da Gesù nel tempio, condannando i capi per ipocrisia e profetizzando che la città e il tempio sarebbero stati distrutti.
( Matteo 23,29-36 ) “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! Poiché tu costruisci le tombe dei profeti e adorni i monumenti dei giusti; e tu dici: "Se fossimo stati ai giorni dei nostri padri, non saremmo stati loro partecipi del sangue dei profeti". Così testimoniate voi stessi che siete figli di coloro che hanno assassinato i profeti. Tu, dunque, riempi la misura dei tuoi padri. Serpenti! Progenie di vipere! Come sfuggirai alla sentenza della Geenna?» “Per questo, ecco, vi mando profeti, saggi e scribi. Alcuni li ucciderai e li crocifiggerai, altri li flagellerai nelle tue sinagoghe e perseguiterai di città in città; così che su di te verrà tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Berechia, che tu hai ucciso tra il tempio e l'altare. In verità vi dico che tutte queste cose ricadranno su questa generazione».
Riesci a vedere la situazione come l'avrebbero vista loro? Sei un ebreo che crede che l'unico posto per adorare Dio sia a Gerusalemme nel tempio e ora il figlio di Dio, quello che riconosci come il Messia, sta dicendo che le persone che ascoltano le sue parole vedranno la fine di tutte le cose. Immagina come ti farebbe sentire.

Quando ci troviamo di fronte a una realtà che noi, come esseri umani, non vogliamo o non siamo in grado di contemplare, entriamo in uno stato di negazione. Cosa è importante per te? La tua religione? Il tuo paese? La tua famiglia? Immagina che qualcuno di cui ti sei fidato come oltre l'affidabilità ti dicesse che la cosa più importante della tua vita sta per finire e tu sarai in giro per vederlo. Come lo gestiresti? Saresti in grado di gestirlo?

continua…