sabato 29 ottobre 2022

Sulla ripetizione della storia - Considerazioni finali

Le considerazioni che possono essere fatte procedono da sé. Non si vuol cadere nel medesimo errore di abbozzare profezie estemporanee, ma in ogni cristianesimo esiste una componente escatologica e una moderata. Il piccolo saggio fin qui esposto mette in evidenza le insidie del predominio squilibrato della componente escatologica. Non c'è niente di male ad aspettare la fine del mondo, ma probabilmente è pericoloso pretenderla.

Perciò questa conclusione ricalca la prefazione: per chi conosce gli eventi storici qui riportati, certe uscite ("Noi combatteremo! Yu-uh!", "[quando gli oppositori ci inseguiranno] sarà come giocare a nascondino" Adunanza annuale 2021) risultano quanto meno infelici, se non sconvolgenti. Tutte le altre similitudini tra i movimenti ereticali dei sec XII-XIII e un certo escatologismo tascabile visibile oggigiorno tra le nostre fila sono palesi. Gli eventi dell'ultimo periodo stanno esasperando ancora di più una tendenza già crescente di per sè, fomentata dal sensazionalismo - inteso in senso letterale, cioè come potere fondato sulla sensazione pura o, per meglio risultare comprensibili, sul trasporto emozionale - sensazionalismo su cui si impernia un universo comunicativo che sotto il velo delle musiche pompose e della lacrima facile nasconde un orizzonte dottrinale abbastanza stantio.

La sensazione che questo continuo rilanciare nella partita tra la percezione reale e quella condizionata dall'attesa della fine del mondo debba avere un limite se non fisico almeno psicologico (per non dire percettivo) è forte. E la possibilità che raggiunto tale limite la situazione acceleri in modo imprevisto, virando verso il parossismo, comincia a manifestarsi in maniera non più velata. I continui rimandi a re del Sud e del Nord, a Gog, Magog, Armaghedon, Grande tribolazione, bestie, corna, statue babilonesi, ultimi - ultimissimi - giorni, accrescono aspettative che potrebbero rivelarsi autodistruttive. Nessun fenomeno reale può crescere a un ritmo esponenziale per periodi che non siano brevi perchè, semplicemente, esaurisce le risorse a sua disposizione.

Quando le risorse (psicologiche, umane, di sopportazione, di decenza) saranno esaurite, cosa succederà? Nessuno può dirlo. Può darsi che non succeda niente di niente. Che di nuovo si dica, o si mostri senza dire niente, che ci si è sbagliati una volta di più, che lo schiavo ha preso un altro abbaglio, non è mica il papa, che è infallibile. Speriamo davvero che sia così.

L'alternativa è quella che suggerisce la storia: sembra che oggi esistano delle premesse per cui potrebbe verificarsi di nuovo. Il paragrafo 19 del capitolo 18 del libro pura adorazione varrà come esempio [16](se ne potrebbero fare altre centinaia).

Chiunque abbia letto le tre parti precedenti di questa considerazione, dopo aver letto anche questo paragrafo può raggiungere le conclusioni che sono appena state esposte. La speranza di evitare la catastrofe sta negli avverbi ("è probabile... forse...probabilmente...").

Resta un ultima considerazione pratica da fare: nel momento in cui davvero si decidesse di mettersi a proclamare un messaggio di giudizio quest'ultimo, per essere credibile, dovrebbe indicare una data. D'altra parte nessuno ha mai detto che dovrà risultare credibile, ma semmai fastidioso. Un messaggio del genere attirerà l'odio non solo dei governi, ma praticamente di tutte le persone di buon senso. I più attenti avranno notato che nella presente interpretazione la proclamazione del messaggio di giudizio(2) ha come requisito a priori la distruzione della falsa religione(1), che è un evento molto improbabile, date le attuali condizioni. Ma nulla esclude che, come accaduto in passato, l'empasse di una fine del mondo mancata venga risolto con un colpo di reni verso un cambiamento di asset dogmatici. In questo caso, invertendo l'ordine tra la predicazione del messaggio di giudizio (1) e la distruzione della falsa religione (2) si avrebbero pronte all'uso le premesse per un uscita di scena dalla storia grandiosa e violenta. O, per dirla in maniera più comprensibile, della piccola fine di un mondo.

Con affetto, un lettore
Protagora


Riferimenti:
16. [Qualche tempo dopo la distruzione della falsa religione è probabile che Geova incarichi i suoi servitori di proclamare un messaggio molto forte, tanto che il libro di Rivelazione lo paragona a una grandinata con chicchi del peso di oltre 20 chili (Riv. 16:21, nt.). Questo messaggio, che forse annuncerà la fine imminente del sistema politico e commerciale, infastidirà coloro che lo sentiranno al punto da indurli a bestemmiare Dio. Sarà probabilmente a motivo di questo messaggio che le nazioni muoveranno l’attacco finale al popolo di Dio per metterlo a tacere una volta per sempre. Vedendoci apparentemente indifesi, penseranno di poterci distruggere con facilità. Quanto si sbaglieranno!


post di "Protagora"

sabato 22 ottobre 2022

Sono Fedele e Saggio

Il mio amico Tony negli anni 70 si considerava il più bello del quartiere, si specchiava in ogni vetrina e si pavoneggiava per le (presunte) conquiste, ho sempre voluto bene al mio amico Tony, l'ho incrociato di recente e adesso pesa 100 kg, ha perso i capelli ed é arrivato malamente ai 60 anni. Ma lui però continua a vedersi bello, purtroppo vive di un immagine percepita solamente da lui e (forse) da sua mamma, e fa molta tenerezza.

Qualche tempo addietro fui molto sorpreso quando la definizione di "schiavo, fedele e discreto" fu mutata in "schiavo, fedele e saggio".

Nella mia mente la parola saggio ha sempre avuto una connotazione impegnativa, nel mio immaginario, il saggio é il vecchio che trovi nelle grandi storie, sotto l'albero, seduto al margine della strada, che parla poco e trasmette delle Perle di Saggezza, frasi brevi che fotografano la situazione e aiutano lo sprovveduto a trovare la risposta.

Ho provato a cercare la definizione di saggio su un dizionario, il saggio dovrebbe essere colui che "nell'agire e nel parlare dimostra prudenza, comprensione, moderazione, conoscenza ed esperienza della vita"; ho confrontato questa definizione con quella di discreto, per capire meglio la differenza fra chi prima si definiva tale e adesso si vedeva saggio.

Allora, il discreto é invece colui il quale risulta essere "Persona che ha capacità di comportarsi in modo da non urtare l'altrui suscettibilità ... che ha capacità di discernimento".

Mi sono messo a riflettere sulla differenza fra le due definizioni, sul perché un individuo possa autodefinirsi in un modo piuttosto che in un altro, mi é venuto in mente il proverbio riportato al capitolo 3:7-8 " Non ti stimare saggio da te stesso... o (per la CEI) non credere di essere saggio...non diventare saggio ai tuoi occhi (per la TDNM)... non ti stimare saggio da te stesso... ecc..."

Il proverbio esposto pare scritto da un vero saggio o per molti é ispirato addirittura da Dio per avvertire gli uomini che il rischio di auto attribuirsi caratteristiche di saggezza possa distrarre dal punto successivo, "confida nel Signore (in Geova, Jahvé, Ja, Elohim)" parrebbe, per l'autore del Proverbio, che se l'individuo arriva a pensare di essere saggio può rischiare di appoggiarsi meno al proprio Creatore, il rischio per il saggio scrittore del Proverbio é per l'uomo di bastare a se stesso, di trascurare i consigli del suo Creatore e degli altri esseri umani, chi può dare consigli a un saggio?

Non arrivo a pensare che per gli otto del Corpo Direttivo l'idea di appartenere ad una classe particolare, definire se stessi "schiavo fedele e saggio", possa indurli a pensare di essere autosufficienti o addirittura auto referenziali, non potrei credere che degli esseri umani uguali a noi tutti possano, attribuendosi speciali caratteristiche, definirsi gli economi degli averi divini in terra, ipotizzando addirittura di rivestire un ruolo futuro al fianco di Cristo e dichiarare di attendersi il ruolo di comando delle schiere angeliche, cavalcare al fianco di Cristo alla guida di legioni di eserciti celestiali con cui distruggeranno quasi tutti gli esseri umani sulla terra.

Non posso credere che persone sane di mente possano seguire chi si auto proclama saggio, il saggio deve essere identificato da tutti gli altri altrimenti il rischio é di essere patetici; un po' come il mio amico Tony, che si crede bellissimo e diventa un poco ridicolo quando si ripete allo specchio di essere bello, il rischio del ridicolo per chi si attribuisce doni particolari non riconosciuti da altri é quello di essere presi per matti e chi seguirebbe dei matti?

Il mio amico Tony ha però una moglie spiritosa che lo prende affettuosamente in giro e che lo mantiene coi piedi per terra, e fa bene ascoltare una voce che gli ricorda che é solo un uomo come tutti, se si isolasse in un edificio circondato da adulatori forse perderebbe il senso della misura ma, buon per lui, é saggio e ascolta le parole di chi, volendogli bene, gli ricorda che é solo un essere umano un poco panciuto, anziano e semicalvo.

Il proverbio prosegue dicendo "non ti mostrare saggio ai tuoi propri occhi, temi Geova (o il Signore, Dio, ecc...) e allontanati dal male", chissà se le mogli degli otto saggi americani ricordano loro che, dopotutto sono solo degli esseri umani. Boh?

Beth Sarim

sabato 15 ottobre 2022

Sulla ripetizione della storia - Il giudizio finale

Il 18 luglio 1300, a Parma, bruciava sul rogo Gerardo Segarelli. Ma quello era solo l'inizio della fine. Gli apostolici venivano repressi con durezza. Si affidano ora ad un nuovo personaggio, fra Dolcino da Novara, che propone un nuovo intendimento sugli sviluppi storici che stanno verificandosi: per lui Segarelli ha dato inizio a un nuovo stato spirituale, l'ultimo (sic!), in cui lo spirito guiderà finalmente gli apostoli fino all'imminente (sic!) fine del mondo. Chi non farà suo l'avvertimento di vivere in povertà e fare penitenza verrà sterminato. Nel frattempo, oltre alla morte di Segarelli, i francescani spirituali sono stati privati delle tutele offerte loro da Celestino e in parte hanno scelto l'esilio in Grecia piuttosto che rientrare tra i francescani, mentre gli inquisitori battono tutto il settentrione alla ricerca degli ultimi apostolici. Questi ultimi, accerchiati - e invisi a tutte le autorità di qualche importanza - battono la ritirata.

Dolcino scrive intorno al 1300 tre lettere ai suoi fratelli apostolici. Non ci sono pervenute, ne abbiamo solo frammenti citati dai suoi oppositori. E' la sorte che attende gli sconfitti. Nella prima lettera (agosto 1300)[13] dice che "...in questi ultimi giorni questa congregazione [gli apostolici] è stata appositamente eletta da Dio per la salvezza...", che "il clero e altri potenti religiosi sono ministri del diavolo...", che gli apostolici vengono "nascosti alla faccia degli oppositori", e infine che "entro tre anni tutti i religiosi sarannno uccisi dalla spada consegnata da Dio a un [nuovo] imperatore". Segue una seconda lettera (dicembre 1303)[14] in cui provvede un nuovo intendimento della profezia dei tre anni: gli anni sono tre, ma il conteggio precedente era sbagliato: "il primo fu il 1303, in cui venne la desolazione sul re del Sud, il secondo è il 1304 e il terzo è il 1305".

Nel frattempo Dolcino e i suoi seguaci erano braccati: continuavano a muoversi tra fortificazioni e passi alpini sempre più inaccessibili, mentre venivano decimati dal freddo, dalla fame, e dagli agguati dei nemici, come in un orrorifico nascondino. L'ultima lettera di Dolcino non ci è pervenuta: non è remota la possibilità che contenesse l'invito alla lotta armata, mentre il papa stava per bandire la crociata contro gli apostolici. Da un certo punto in poi Dolcino si deve essere reso conto che le profezie che lo avevano reso popolare non si sarebbero realizzate; ma a quel punto gli rimanevano due strade: arrendersi e andare incontro al rogo, come era già successo a Segarelli, o provare una resistenza. Scelse la seconda strada, benchè l'astenersi da qualsiasi atto di violenza fosse un imperativo per la dottrina degli apostolici. Sicuramente dovette trovare una giustificazione scritturale per questo cambio di vedute, ma non ne mancano nel vecchio testamento che citava tanto abilmente nelle sue prime due lettere.

I dolciniani cominciarono a saccheggiare e assaltare i villaggi dei contadini, e persero così anche la connivenza della popolazione locale. La battaglia finale si combattè presso un corso d'acqua, che secondo un cronista dell'epoca "era rossa per il sangue dei corpi degli uccisi e dei feriti"[15]. Dolcino fu catturato vivo e condannato a morte, dopo essere stato brutalmente torturato.

post di Protagora


Riferimenti

13. De secta illorum qui se dicunt esse de ordine Apostolorum, Bernardo Gui, 1319

14. Idem

15. Historia fratris Dulcini heresiarche, Anonimo sincrono, XIII sec.



Fonti bibliografiche:

Oltre alle citate,

Le eresie medievali, B. Garofani, Carocci, 2008

Eretici ed eresie medievali, G.G. Merlo, Il Mulino, 1989

sabato 8 ottobre 2022

Visto che sono riprese le attività teocratiche

Riguardo alla ripresa delle attività teocratiche, vogliamo  riprendere il tema degli abusi visto che l'organizzazione ha ricordato che esiste una policy interna che da sempre, ha utilizzato la tecnica di negare i problemi.  

Abbiamo già fatto un post specifico sulla vicenda della Royal Commission australiana che ha coinvolto anche l'organizzazione in questa sorprendente vicenda (ma solo agli ingenui) che ha aperto il vaso di pandora degli abusi. La Royal Commission ha fastidiosamente identificato le seguenti politiche e pratiche nei Testimoni di Geova che rendono la risposta dell'organizzazione agli abusi sessuali sui minori problematica, politiche che da sempre sono state oggetto di denuncia da parte di tanti fratelli che sono stati silurati:

• l'organizzazione non ha la pratica di denunciare abusi sessuali su minori alla polizia o ad altri tipi di autorità governative.

• prima del 1998, una sopravvissuta ad abusi sessuali su minori doveva presentare la propria denuncia in presenza del proprio aggressore

• se l'imputato non confessa, vi è un requisito inflessibile che vi siano due testimoni oculari di un episodio di abusi sessuali su minori

• le donne sono assenti dai processi decisionali del sistema disciplinare interno (le donne devono rispondere di atti sessuali violenti a persone di sesso maschile senza alcun tipo di aiuto)

• non è previsto chiaramente che un sopravvissuto sia accompagnato da una persona di supporto durante il processo disciplinare interno

• l'organizzazione ha pratiche di gestione del rischio di abuso limitate e inefficaci

• l'organizzazione ha una politica e una pratica di ostracizzare e abbandonare coloro che desiderano lasciare l'organizzazione.

Leggi il rapporto completo. ( lingua inglese )


Ora conoscendo con chi si ha a che fare siamo sicuri queste segnalazioni sono state considerate ad un livello di poco superiore alla carta disponibile nei bagni per la pulizia intima. Detto questo ribadiamo la problematica e sottolineiamo che la risposta dell'organizzazione non c'è stata, tranne quella di compilare un capitolo intero nel libro segreto degli anziani relativo agli abusi sessuali denunciati che è totalmente inutile e completamente fuorviante per anziani e fratelli che pagano sulla loro pelle l'inconsistenza delle direttive che questa organizzazione non è in grado di dare e di mettere in atto. Questo fatto è perfettamente coerente con il completo disallineamento di questa organizzazione e della fratellanza dal mondo reale.

Il post che vedete è stato ripreso ed è datato 2018 i video su YouTube permangono da quella data.

Video interrogatorio al membro del corpo direttivo Jackson






Video testimonianza di due anziani di congregazione durante il processo. 








(POST Originale di Oste del 16/04/2018)


Aggiornamento 14/03/2019

Questa indagine è iniziata il 2012 si è conclusa con la consegna di un report il 15 Dicembre 2017

  • Articolo Avvenire (Avvenire -Italiano ) link
  • Articolo la stampa sul segreto confessionale (La stampa - Italiano) link
  • Discorso del primo ministro australiano ( The Guardian - Inglese ) link

Video discorso del primo ministro



Servizio giornalistico sullo scandalo australiano.




Sul fronte della cristianità il Ratzinger aveva già capito il disastro che stava nascendo e di come il suo papato sarebbe stato pesantemente condizionato da questa infamia. Non avendo alternative in questo video le storiche scuse pubbliche per gli abusi sessuali datato 2008 che probabilmente furono l'inizio della tempesta perfetta che portarono alle sue dimissioni.




Di seguito invece potrete vedere il video con le altrettante storiche scuse dell'organizzazione nel broadcasting del corpo direttivo.



Di nuovo un salutone a tutti

sabato 1 ottobre 2022

Sulla ripetizione della storia - La delusione

Gli attacchi alla Chiesa fatti dagli spirituali riguardavano, certamente, la chiesa come istituzione spirituale che si era macchiata di aver tradito l'ideale evangelico della povertà, ma risultavano essere anche un attacco verso la chiesa come istituzione civile. Dopo la fine della lotta per le investiture, e in particolare dopo il 1250, quelle che erano state le due grandi autorità dell'europa occidentale (il regno normanno di Sicilia e il sacro romano impero) erano decadute, e la chiesa avrebbe fatto in Italia il bello e il cattivo tempo fino all'inizio del XIV secolo. Il lettore può interpretare perciò un attore di questa vicenda che parli contro la chiesa come qualcuno che sferra un attacco spirituale, e questo è sicuramente giusto, ma tenga conto che una sferzata contro la chiesa, alla fine del XIII secolo, era anche - e in certi casi, principalmente - un attacco politico, a soggetti politici, che prendevano decisioni politiche. Perciò quando un tale, nel 1305 dirà che il papa è la bestia dell'Apocalisse, sta sì dando un giudizio spirituale sul capo della chiesa, ma sta soprattutto lanciando un'invettiva contro l'uomo politico più in vista del suo tempo: è uno scenario difficile da penetrare per un moderno, ma tant'è.

Questo aiuterà il lettore a spostarsi su un altro piano che, specie in questo secondo capitolo, presenta forti analogie col presente e, forse, col futuro.

Arrivò il 1260. L'anno indicato dai seguaci di Gioacchino da Fiore come quello dell'inizio della fine. I flagellanti, un altro movimento radicale, cominciò dal centro italia la predicazione di un messaggio di giudizio, accompagnato dalla penitenza pubblica. Ben presto questo movimento cominciò a espandersi in tutta Europa, e manifestazioni di pentimento e penitenza sono testimoniate fino in Germania e Boemia. Intorno a quegli anni anche Gerardo Segarelli cominciò la sua predicazione di giudizio intorno a Parma, raccomandando la penitenza al popolo ("Penitentiam agite"). Segarelli, a differenza di Olivi o di Gioacchino, non era istruito e non elaborò un pensiero escatologico complesso, ma raccolse intorno a se' una grande quantità di discepoli. Il suo movimento venne detto "apostolico".

All'inizio la chiesa e il potere civile non dovettero perseguitare gli apostolici: persino Bernardo Gui, loro accanito oppositore, dice che "correvano per il mondo [...] e predicavano al popolo dappertutto, [...] sembravano buoni agli ascoltatori, specialmente ai semplici[..] e, contrariamente al comportamento comune dei fedeli e alla loro vita e morale, mostravano esteriormente perfetta vita apostolica"[11]; non erano poi così diversi dai francescani spirituali, non creavano particolari turbolenze a livello civile, e non è da escludere che molte cariche pubbliche e ecclesistiche avessere realmente paura dell'imminente fine del mondo.

Poi il 1260 passò, la fine non era arrivata. A questo punto si osserva l'inizio di un processo di radicalizzazione che si potrebbe definire suicida e che sarebbe comico, se non fosse tragico. I vari movimenti cominciano ad arroccarsi sulle loro posizioni e ad adottare una violenza nei modi che prima era di sicuro meno marcata. Se Gioacchino e Pietro di Giovanni Olivi avevano attaccato l'opulenza della Chiesa in generale ma non avevano mai pensato di rovesciarla personalmente come istituzione, ora i movimenti più integralisti cominceranno a dimostrare la loro aggressività con sempre più sfrontatezza, sia verso il potere ecclesiastico che verso quello dello stato - che in molti casi, comunque, come già detto, coincidono. E' una deriva comune a praticamente tutti i movimenti escatologici, quando le attese vengono disattese: forse discende da un atteggiamento malsano di inferiorità rispetto al divino (che porta a ritenersi indegni di un Suo intervento, e a profondersi perciò nel provocarlo), o forse da una sicurezza di sé che sfocia nella tracotanza (preso atto del mancato intervento divino, ci si adopera per fare da sé).

Nel 1274 al concilio di Lione il papa (Gregorio X, preme ricordare come fosse autorità religiosa, ma anche marcatamente politica) condannò gli apostolici e li invitò ad entrare in un ordine monastico già esistente. Era una norma che si potrebbe giudicare di buon senso: se ogni Segarelli qualunque si fosse messo in testa di creare un suo ordine (e in qualche misura stava avvenendo) la chiesa non avrebbe avuto modo di fare altro che badare agli ordini monastici. Peraltro anche la soluzione adottata non era particolarmente gravosa: tra i francescani , per esempio, c'era un movimento spirituale in cui gli apostolici probabilmente non si sarebbero trovati a disagio, a costo di qualche privazione.

Invece gli apostolici non accettarono il richiamo. Intensificarono anzi i loro attacchi con atti anche plateali: cominciarono a minare l'ordine sociale lasciando intendere che la povertà dovesse essere estesa anche ai laici, come infatti loro stessi erano laici. Questa attitudine minava l'ordine sociale esistente e, se fosse stata abbracciata dalla popolazione, avrebbe portato a disordini civili inimmaginabili. Perciò a più riprese venne condannato dalla chiesa, e dalla fine del XIII secolo cominciò la persecuzione sistematica degli spirituali francescani.

Qualcuno può pensare che le alte gerarchie fossero insensibili alle profezie sulla fine del mondo, o che stessero incominciando a perseguitare gli estremisti per invidia. L'evento successivo di questa storia dimostra l'esatto contrario.

Le motivazioni dell'elezione a papa di Pietro del Morrone (Celestino V) sono oscure. Talmente oscure da rendere verosimili quelle spirituali, che nella scelta dei papi medievali non hanno avuto spesso spazio. Una leggenda narra che i cardinali lo avrebbero eletto unanimemente (dopo ben due anni di consultazioni) poichè uno di loro lo aveva ricevuto in sogno. Di certo si sa che lui stesso aveva spedito una lettera in cui prediceva "gravi mali sulla chiesa" se non si fosse raggiunto un accordo in breve tempo. Pietro non era un cardinale, ma un vecchio monaco penitente che godeva e ricambiava la simpatia del movimento spirituale francescano.

L'universo escatologico medioevale era in tripudio. In molti videro in Celestino il papa santo preannunciato da Gioacchino. Jacopone da Todi gli dedicò una lauda, in cui lo esortava a portare il cambiamento che gli uomini di buona volontà aspettavano[12]. Lui, da parte sua, fermò le persecuzioni contro i francescani spirituali e li riconobbe come una comunità separata sotto la sua protezione. Sembrava davvero che fosse cominciato il "refrigerio dei santi". I movimenti escatologici ripresero vita dappertutto, fiduciosi che l'interpretazione biblica di Gioacchino fosse corretta, come dimostravano inequivocabilmente gli eventi.

Poi, improvvisamente com'era iniziato, tutto finì. Dopo 100 giorni Celestino si dimise e al suo posto venne eletto Bonifacio VIII, uno dei papi più violentemente repressivi verso gli spirituali e gli apostolici. Il sogno era finito e lo straniamento di chi aveva sperato di vedere adempiersi le profezie toccò il parossismo:

Il clima di attesa apocalittica era infuocato e i più ormai leggevano qualsiasi evento in un ottica di attesa: si cercavano compulsivamente segni dell'imminenza della fine del mondo (carestie, discordie civili, governanti malvagi, eventi astronomici ecc.) e si scrutava la scena politica per capire chi fossero i protagonisti delle cose che stavano per accadere.

Nel 1305 Ubertino da Casale (un francescano spirituale di rilievo) arrivò a identificare la bestia di Rivelazione con papa Bonifacio VIII. Il cerchio si stava chiudendo. La fine era alle porte.

post di Protagora


Riferimenti:
    11. De secta illorum qui se dicunt esse de ordine Apostolorum, Bernard Gui 1319
    12. "Como segno a saietta, / tutto lo monno a te affitta:" Que farai Pier dal Morrone, 1294