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domenica 16 maggio 2021

Il paradosso della tolleranza.

LA TOLLERANZA ! – Studio Service

Buon giorno

Oggi parleremo del paradosso della tolleranza. Prenderemo spunto da una recente newsletter dove l'università della Sapienza di Roma ha messo su un tavolo di discussione dove potersi confrontare con le realtà religiose.

Mercoledì 28 aprile 2021 alle ore 15.00, prosegue il terzo ciclo degli incontri settimanali con i rappresentanti delle comunità religiose italiane "Le vie del dialogo interreligioso", nell'ambito delle attività della "King Hamad" Chair for interfaith dialogue and peaceful coexistence, in collaborazione con Fondazione Roma Sapienza. L'incontro è dedicato ai Testimoni di Geova.

Sono intervenuti i nuovi rappresentanti dell'ufficio stampa di Roma Christian di Blasio e Marco Caproni della Betel che salutiamo e che hanno presentato il tema "Testimoni di Geova: tra stereotipi, realtà e rappresentazione mediatica".


C'era la possibilità di potersi connettere via Zoom e francamente avrei davvero partecipato volentieri la dissertazione sociologica della contrapposizione fra stereotipi e realtà dei nostri rappresentanti teocratici. Per chi ha ascoltato la conferenza magari ci saprà dire. Noi dal canto nostro ci basta il titolo per entrare nell'argomento..

Una dei problemi che un po' tutti i consapevoli si pongono quando iniziano a pensare divergenti dall'organizzazione a prescindere che siano fisicamente o meno al di fuori è quella di chiedersi come considerarsi nel momento stesso che ci accorgiamo che non siamo più allineati con il pensiero unico teocratico. Una cosa che indubbiamente viene vissuto come una liberazione come quello di credere ma meglio di sostenere di credere pedissequamente a tutto ciò che l'organizzazione sostiene senza che ci sia la possibilità di avere opinione diversa.

Trasfusioni di Sangue, interessi sociali o politici, ma anche ad esempio opinioni sulla venuta del Diluvio oppure che ne so sulla semplice morte di Cristo sul palo o sulla croce.

Una caratteristica di tutti questi aspetti è quella che conosciamo bene è che l'organizzazione al suo interno non "tollera" opinioni diverse. Questo tipo di approccio pone un problema che non è banale sulla tolleranza a cui l'organizzazione ha deciso di risolvere in un certo modo.


Che cosa è la tolleranza e cosa significa tollerare?

C'è un testo interessante in rete che si intitola "tolleranza o tollerare?" Lo metterò in link a questo post e in questo breve testo si prende spunto dai concetti che il Devoto Oli usa per descrivere i termini.

Secondo il Devoto-Oli il verbo tollerare, come primo significato, vuol dire: “Sopportare, rinunciando ad opporsi, situazioni, comportamenti o atteggiamenti irregolari o spiacevoli”

Il testo ci aiuta a comprendere come questa definizione abbia al suo interno una impostazione anche nella scelta dei termini particolare. Come si può notare usa "Sopportare" e "Irregolari". C'è quindi una connotazione implicita che il verbo tollerare è legato a qualcosa che non solo non faccia parte della nostra esperienza ma anche sia al di fuori delle nostre regole.

Da consapevoli in genere, tutti hanno la sensazione che l'organizzazione abbia un mood naturalmente intollerante.

Noi ci fermiamo qui è ci chiediamo quindi una volta nella consapevolezza "Davvero dobbiamo tollerare anche cose che sono fuori dalle regole?". 

Riprendiamo l'incontro interreligioso dell'università. Con molta probabilità il nostro Di Biasio parlando degli stereotipi avrà sicuramente attinto argomentazioni da testi filosofici come il Trattato sulla tolleranza di Voltaire dove la discriminazione e l'intolleranza religiosa vengono trattati come il male sociale. A noi le argomentazioni di parte sul perché e il percome l'organizzazione dei Testimoni di Geova sia davvero discriminata, non interessano un po' perché sappiamo i motivi in tutti i casi è più interessante per noi capire cosa significa essere tolleranti e nella consapevolezza ci chiediamo:

La tolleranza ha dei limiti?

In pratica se ad esempio vediamo nell'organizzazione una forma naturale di intolleranza dobbiamo pensare che si deve essere tolleranti su tutto? Anche al di fuori delle regole? La risposta a questa domanda è che la tolleranza ha dei limiti, ma non lo diciamo noi. Questi concetti di banalità liceale si conoscono da tempo. Il filosofo Popper dette una definizione nella descrizione del paradosso della tolleranza nella pubblicazione "La società aperta e i suoi nemici" scritta nel 1945 (tenete a mente la data perchè è significativa). In breve si sostiene che una società tollerante senza regole diventerà succube di forme sociali interne naturalmente intolleranti.

Un piccolo inciso lo voglio fare su Popper perchè merita più che una attenzione. Popper non è un filosofo come gli altri. Ha vissuto nel ventesimo secolo ha visto il peggio che l'umanita poteva fare e dire. Amico di Einstein ha visto con i suoi occhi cosa era possibile ottenere dal progresso scientifico.  Il suo contributo e le sue idee nel corso degli anni è stato enorme che solo in parte i numerosi riconoscimenti accademici ne hanno dato testimonianza. Studiare Popper ovviamente per un Testimone di Geova ha lo stesso effetto di una badilata di sabbia negli occhi non riesci più a riconoscerti all'interno di una comunità religiosa. Le idee di Popper demoliscono e distruggono tutte le forme di certezza scientifica e religiosa. Conoscendo poi i meccanismi sociali con cui si sono evoluti i governi la politica la società stessa del secolo scorso ne è stato testimone e un grande visionario.

Questo passo è piuttosto famoso lo conoscono in tanti, sostiene Popper nel libro "La società aperta e i suoi nemici".

"Il cosiddetto paradosso della libertà è l’argomento per cui la libertà, nel senso dell’assenza di qualsiasi controllo restrittivo, deve portare a un’enorme restrizione, perché rende i prepotenti liberi di schiavizzare i mansueti. Questa idea, in una forma un po’ diversa e con una tendenza del tutto diversa, è chiaramente espressa da Platone. Meno noto è invece il paradosso della tolleranza: la tolleranza illimitata deve portare alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi."

Questa considerazione ci consente di mettere un interessante paletto alla tolleranza. Secondo Popper non possiamo essere tolleranti verso chi non è tollerante. Semplicemente perchè questa posizione pone in essere una discriminante sociale irrisolvibile di tollerare gli intolleranti. Le recenti vicissitudini politiche italiane ne è stata applicato il concetto quando si sono negati alcune rievocazioni del pensiero fascista. L'obbiezione di limitare il libero pensiero a quello fascista non ha retto al concetto Popperiano che non puoi dare diritto di parola a chi sostiene che la parola non è un diritto. Da questa base ci permettiamo di allargarla considerando quello che adesso sta avvenendo in Russia.

Per farlo consideriamo come Popper conisdera come si debba comportarsi con chi ha filosofie intolleranti. Infatti nel testo continua sostenendo.

"In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni."

Da questo potremmo fare due considerazioni o il governo Russo è un governo intollerante debole incapace di trovare argomentazioni razionali da tenere sotto controllo l'opera pubblica dei Testimoni di Geova, oppure è un governo forte e nello stesso tempo intollerante, incapace di tenere sotto controllo le attività pubbliche tolleranti o meno.

Ritorniamo al nostro concetto di tolleranza. L'organizzazione ha tentato di porsi il problema della tolleranza con un articolo dedicato. Come al solito non ha capito nulla tanto da riuscire nei paragrafi ad andare subito in contraddizione. Nella torre di Guardia del 1953 e quindi una decina di anni dopo il libro di Popper è comparso un articolo distopico "Tolleranza per l'unità e l'incremento". In questo articolo di rivista si proclamano intenzioni fantasmagoriche ma è tutto un paciugo di retorica senza senso. Notate cosa si legge nella prima parte di un paragrafo.

"Quelli che mostrano intolleranza non conoscono Dio, poiché Dio è sommamente tollerante. In qual modo ha Geova manifestato tolleranza? Nel fatto ch’egli ha tollerato questo iniquo sistema di cose per oltre quattromila anni. "

Già uno si chiede da dove vengono i 4000 anni. Comunque leggiamo bene che gli intolleranti non conoscono Dio perché è sommamente intollerante. Giusto? Vediamo invece che visione di Dio da il paragrafo proseguendo.

Poi, a suo tempo, Geova Dio manifesterà la propria potenza superiore e distruggerà Satana e l’intera sua organizzazione come distrusse Faraone e il suo esercito nel mar Rosso. Questo segnerà da parte di Dio il termine della sua tolleranza verso Satana e il suo vecchio mondo. — 1 Giov. 5:19; Apoc. 12:7-10; 18:21; 19:19, 20.

Come dire Dio è sommamente tollerante ma a frecce alternare. Fino a quando non lo sarà più. Un po' come quello che sosteneva che non fumava, sino alla prossima sigaretta. Vi sembra un modo sensato di argomentare? 

L'articolo finisce con la scrittura di Romani 15:1 e 2.

“Però, noi, che siamo forti dovremmo sostenere le debolezze di quelli che non sono forti, e non compiacere a noi stessi. Ciascuno compiaccia al suo prossimo in ciò che è buono per sua edificazione” (Rom. 15:1, 2, NW) L’intolleranza è il putrido frutto della falsa adorazione. La tolleranza cristiana è il frutto squisito della vera adorazione che conduce all’unità e all’incremento.

Qui è evidente il tentativo di sovvertire i concetti, qualcuno che non sa quello che sta dicendo, maciullando la logica come un tritacarne tanto che alla fine dell'articolo la persona deve leggere la sua carta di identità per ritornare in se.  Una continuo girare intorno agli assunti in un loop eterno di logica circolare. Non a caso prendono proprio la scrittura di Romani dove l'apostolo Paolo sta facendo una mossa disperata nel tentativo di ripristinare l'ordine perduto, cercano di riprenderne le fila ad un cristianesimo che inizia a sfilacciarsi ed implodere su se stesso.

La struttura di questa organizzazione è incapace di stabilire qualsiasi tipo di collegamento con la società. Un organizzazione, psicopatica schizofrenica, che cercano invano di manipolare la realtà con considerazioni da brivido, come immaginiamo sia avvenuto con la presentazione dell'amico Di Blasio.

Vi immaginate l'ipotesi di complotto sociale che saranno stati capaci di imbastire per ottenere l'unica cosa che desiderano ottenere? A be ovviamente questo meeting aveva uno scopo preciso. Volete sapere quale? Volete sapere cosa ha spinto la Betel per partecipare a questo incontro sulla tolleranza religiosa? Lo stesso annuncio evidenzia bene, perché subito dopo svela.

Un breve excursus, dalle prime comunità formatesi oltre un secolo fa, al riconoscimento giuridico, all’Intesa con lo Stato non ancora approvata.

Il caro di Blasio, sarà l'ennesimo cerino da bruciare nel mucchio dell'inconsistenza, per cercare di ottenere quello che in altre nazioni sono riusciti ad ottenere con meno difficoltà. Ma secondo voi per quale motivo l'intesa con lo stato Italiano non è stata ancora approvata?