Gesù il figlio del macellaio
Inizio raccontandovi una storia vera e poi una parabola, tempo fa quando i tdG organizzavano i viaggi di gruppo in Egitto e Israele, a un gruppo di fratelli gli capitò una guida turistica che accompagnandoli a visitare i luoghi della vita di Gesù disse tra lo stupore e le risate dei fratelli “Gesù il figlio del macellaio” e ora vi racconto la parabola, c’è una guida turistica ebrea a Gerusalemme che vi farà visitare la locanda in cui il buon samaritano portò l’uomo caduto vittima dei ladroni, divertente vero?
Ma torniamo alle cose serie!
Gesù fece largo uso delle parabole quando parlava, naturalmente noi siamo in grado di capire quando si tratta di un’illustrazione o di un racconto di un fatto reale, sicuramente il contesto fornisce un valido supporto per capirlo.
Affrontai tempo fa questo argomento con il post “Enigma 4026”, in essenza illustravo come non solo Gesù, ma la narrativa ebraica faceva largamente uso di parabole, illustrazioni, allegorie, riporto alcuni commenti interessanti:
Gamma 7 settembre 2018 15:29
Grazie Tommaso. Il tutto si collega con quanto scrissi a suo tempo nel post "Cappuccetto Rosso e la bibbia". Attenzione però che il metodo descritto pur con buone intenzioni potrebbe diventare pericoloso e deve essere applicato con imparzialità ed onestà perché altrimenti finiamo per voler salvare, arrampicandoci sugli specchi, storie non salvabili (tipo diluvio) solo perché altrimenti ci sentiremmo a disagio. Attenzione anche perché il problema è definire in base a quali criteri o autorità passiamo dall'accettare qualcosa come reale (quando fa comodo) e invece altro come allegorico o parabola (quando diventa scomodo).
Non vogliamo mica ripetere gli errori della Wts?
Capitan Kirk 8 settembre 2018 08:28
Rompicapo... il post evidenzia un problema sostanziale che lo spirito critico consapevole deve affrontare. Come solito Gamma anticipa un po’ tutti quando sostanzialmente ci dice attenzione perché lo spirito critico deve essere indipendente dalle intenzioni di comodo. Quindi già ci ha messo in situazione scomoda, ma io aggiungo anche che quelle intenzioni le chiamerei atteggiamento. Da una parte c’è chi vive nell’irrazionalità della fede come se tutto fosse sangue di San Gennaro dall’altra la critica diventa l’orrido dell’agnosticismo. Fra la credulità è il miscredente ci sarà pure un posto dove conciliare le cose.
Barnaba 8 settembre 2018 17:57
@Gamma, ma è proprio ciò che stavo dicendo, molti da tdG convinti in ogni punto passano a buttare tutto all'aria, o bianco o nero! Se il diluvio non è universale allora non c'è stato alcun diluvio, se Adamo ed Eva non sono stati creati 6000 anni fa, allora è tutto falso..
Ecco i danni creati dal credere in modo letterale ad ogni parte delle scritture, dimenticando di collocarle nel loro tempo.
Probabilmente un domani rideranno di ciò che ci fa discutere adesso, siamo figli del nostro tempo, come lo era Russell che oltre a scoprire importanti gemme spirituali prese anche tante cantonate, una su tutte, le piramidi usate per chissà quali calcoli.
Lucio 10 settembre 2018 12:45
Sono d'accordo con te Barnaba, finalmente! Molte cose delle Scritture non mi quadrato, ma spiegare il tutto col cieco caso neppure. Si nota molta coerenza nella natura, un progetto grandioso che va al di là dei singoli attori naturali, siano essi animali, piante o cose. Poi il tutto ci appare per la maggior parte bello e funzionale. Dio, l'Onnipotente, la Causa Prima, la Vita hanno lavorato lentamente per milioni di anni per arrivare fino a noi. E noi, da esseri saccenti, pensiamo di aver capito tutto! Non solo lo diciamo a noi, ma alcuni, pretendono pure di poterlo insegnare ad altri. È proprio vero è meglio "non confidare nei nobili" - Salmo 146:3,4
Naturalmente anche gli altri hanno fatto interessanti commenti come Socrate69, Roberto, Libero pensatore, e altri ancora che voglio ringraziare di nuovo per il loro contributo a sviluppare il tema.
Federico II di Svevia
“Federico Ruggero Costantino di Hohenstaufen (nato a Jesi, 26 dicembre 1194 – morto a Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250) è stato re di Sicilia dal 1198 al 1250, Duca di Svevia dal 1212 al 1216, Re dei Romani dal 1212 e poi Imperatore del Sacro Romano Impero.
Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal Papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo.” [1]
●Perché nel prologo ho incluso Federico II? Chi oserebbe mettere in dubbio l’esistenza di Federico II? Abbiamo abbondanti prove storiche e archeologiche di quello che disse e fece, questa certezza storica non impedì la formazione di miti e leggende popolari, e sono trascorsi ‘solo’ 768 anni dalla sua morte!
Abbiate pazienza e non traete conclusioni affrettate da quanto detto, siamo solo al prologo ☺.
Socrate è mai esistito?
“Socrate, figlio di Sofronisco (nato a Atene, 470 a.C./469 a.C. – morto a Atene, 399 a.C.), è stato un filosofo greco antico, uno dei più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale. Il contributo più importante che egli ha dato alla storia del pensiero filosofico consiste nel suo metodo d'indagine: il dialogo che utilizzava lo strumento critico dell'elenchos (ἔλεγχος, "confutazione") applicandolo prevalentemente all'esame in comune (ἐξετάζειν, exetάzein) di concetti morali fondamentali. Per questo Socrate è riconosciuto come padre fondatore dell'etica o filosofia morale.
È ben noto il fatto che Socrate non abbia lasciato alcuno scritto per sua scelta personale perché fece dell'oralità lo strumento essenziale del suo "fare filosofia" in forma dialogica. Ricaviamo quindi il pensiero di Socrate dalle opere dei suoi discepoli. Egli visse nel periodo in cui avvenne l'importantissimo passaggio dalla tradizione orale a quella scritta, cambiamento che ha sortito un grande effetto nella vita dell’uomo, le cose ritenute di rilievo vengono finalmente impresse su carta e tramandate ai posteri. Lui, però, decise di non lasciare nulla di scritto, la sua attività di conoscenza si concentrava esclusivamente sul dialogo.
Molti studiosi di storia della filosofia concordano nell'attribuire a Socrate la nascita di quel peculiare modo di pensare che ha consentito l'origine e lo sviluppo della riflessione astratta e razionale, che sarà il fulcro portante di tutta la filosofia greca successiva. Il primo a sviluppare questa interpretazione della dottrina socratica fu Aristotele che attribuì a Socrate la scoperta del metodo della definizione e induzione, che egli considerava uno, ma non l'unico, degli assi portanti del metodo scientifico. Paradossale fondamento del pensiero socratico è il "sapere di non sapere", un'ignoranza intesa come consapevolezza di non conoscenza definitiva, che diventa però movente fondamentale del desiderio di conoscere. La figura del filosofo secondo Socrate è completamente opposta a quella del saccente, ovvero del sofista che si ritiene e si presenta come sapiente, perlomeno di una sapienza tecnica come quella della retorica.” [2]
●La biografia di questo personaggio storico ci porta a fare diverse considerazioni che ci aiutano a sviluppare il nostro argomento:
1) ‘Egli ha dato il contributo più grande alla formazione del pensiero occidentale, con il metodo di indagine’. Questo ci suggerisce di analizzare cosa ha contribuito alla formazione delle bias cognitive del pensiero occidentale.
2) ‘Egli visse in un periodo in cui ci fu un passaggio dalla tradizione orale a quella scritta’. Questo ci ricorda Mosè che per primo con Genesi segnò il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta, e Gesù che preferì l’insegnamento orale e quello che abbiamo di scritto proviene dai suoi discepoli.
3) ‘Egli evidenziò il paradosso di non poter avere una conoscenza definitiva, ma che ci motiva nel desiderio di conoscere’. Questo ci suggerisce di continuare nella ricerca con umiltà intellettuale.
Bibliografia:
[1] Wikipedia “Federico II di Svevia”
[2] Wikipedia “Socrate”
Ma anche solo considerando i testi scritti, la letterattura classica ci è arrivata grazie a chissà quante copie. Alcuni personaggi o le loro vicende compaiono in copie uniche e si prendono per vere le loro storie grazie alle interpolazioni che gli studiosi ne fanno.
RispondiEliminaFare gli storici seri è un lavoro faticosissimo e per nulla banale.
A proposito dimenticavo. Un annuncio per tutti in fondo al blog abbiamo messo un nuovo gadget che contiene la mappa aggiornata in tempo reale dei vulcani attivi e dei terremoti. Magari a qualcuno interessa...
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