lunedì 31 dicembre 2018

OT Genesi: Parabola, mito o leggenda?



Parabola, mito o leggenda?



Inizierei con una notizia di Repubblica, di seguito allego il link


“ROMA - La "Lettera su Dio" di un genio della Fisica come Albert Einstein sbanca a Christie's. A una delle case d'asta più famose del pianeta questa letterina di una pagina e mezzo, autografa e scritta in tedesco - è stata battuta a due milioni 400 mila dollari, saliti a 2.892.500 dollari compresi i diritti d'asta. 


"La parola Dio per me non significa altro che l'espressione il prodotto della debolezza umana, la Bibbia una collezione di venerabili ma ancora piuttosto primitive leggende", scriveva nel 1954 il padre della relatività …. La "Lettera su Dio" di Einstein ha acquistato questo nome nonostante la parola Dio sia usata solo una volta durante tutto il messaggio. Lo scienziato la inviò un anno prima di morire al filosofo tedesco Eric Gutkind, autore di un libro ("Scegli la Vita: la chiamata biblica alla rivolta") che apparentemente a Einstein non era piaciuto.


La lettera contiene riflessioni su Dio, la Bibbia e il giudaismo molto dure, tanto da far ritenere già all'epoca che Einstein fosse ateo, una tesi respinta dal fisico ebreo. "La parola Dio per me non è altro che espressione e prodotto della debolezza umana, la Bibbia una collezione di leggende giuste, ma ancora primitive, che ciò nondimeno sono abbastanza puerili", scrisse. Quanto alla religione ebraica, Einstein la descrisse "come le altre un'incarnazione delle superstizioni più infantili". "Il popolo ebraico al quale appartengo e con la cui mentalità ho una profonda affinità non ha qualità diverse per me rispetto a tutti gli altri popoli", "non sono migliori". Il premio Nobel per la fisica aveva scritto decine di lettere in cui affrontava il tema di Dio e dell'ebraismo, la religione in cui era nato e cresciuto.






  • Questa è opinione diffusa tra molte persone, Einstein parla di “leggende primitive”, proviamo a vedere la differenza che passa tra parabola – mito – leggenda:

“La parabola è un racconto breve il cui scopo è spiegare un concetto difficile con uno più semplice o dare un insegnamento morale. Come anche il termine parola, etimologicamente deriva dal latino parabola (confronto, similitudine), che a sua volta proveniva dal greco parabolé (confronto, allegoria). Il sostantivo derivava dal verbo parabállein, che significava mettere di fianco, confrontare. La parabola è un genere letterario reso famoso dall'uso che è stato fatto nei Vangeli con le parabole di Gesù. In realtà quelle dei Vangeli a volte non sono parabole ma allegorie o un miscuglio dei due generi letterari.

Lo specifico del genere parabola è che introduce un esempio che vuole illuminare la realtà specificata, con un unico punto di contatto tra l'immagine e la realtà. In ciò si differenzia dall'allegoria, dove i punti di contatto tra l'immagine e la realtà sono molti o addirittura tutti”. [8]

  • Dobbiamo dire che nella cultura degli ebrei era frequente l’uso di parabole o illustrazioni, e cito il libro “Perspicacia”: 


“Nelle Scritture Ebraiche i profeti e gli scrittori biblici ebrei, mossi dallo spirito di Geova, misero per iscritto innumerevoli illustrazioni veramente calzanti. Troviamo un linguaggio illustrativo già in Genesi, nella promessa di Geova di moltiplicare il seme di Abraamo “come le stelle dei cieli e come i granelli di sabbia che sono sulla spiaggia del mare”. (Ge 22:15-18)” [9]

  • Spiegando il significato di illustrazione nel libro “Perspicacia” leggiamo: 
“La parola greca parabolè (accostamento, raffronto) ha un significato più ampio dei termini italiani “proverbio” e “parabola”. “Illustrazione” è un termine più generico, fra i cui significati sono da includersi “parabola” e in molti casi “proverbio”. Un “proverbio” racchiude una verità espressa con linguaggio vivace, spesso metaforico, e una “parabola” è un paragone o una similitudine, una breve narrazione, di solito immaginaria, da cui si ricava una morale o una verità spirituale.” [10]

  • E alla voce ‘espressione proverbiale’ leggiamo: 

“È opinione comune che il sostantivo ebraico tradotto “espressione proverbiale” (mashàl) derivi da una radice che significa “essere simile”, “essere paragonabile” (Sl 49:12), e in effetti molte espressioni proverbiali si avvalgono di similitudini o paragoni. Alcuni collegherebbero “espressione proverbiale” col verbo ebraico che significa “dominare”; a volte infatti può trattarsi del detto di un governante, di un’espressione autorevole o che indichi superiorità intellettuale. Questa spiegazione concorda col fatto che il re Salomone, famoso per la sua sapienza, pronunciò 3.000 proverbi e mise per iscritto molte di queste espressioni proverbiali. — 1 Re 4:32.” [11]
  • All'ultimo paragrafo dell’argomento si legge: 

“Anche Balaam fu spinto da Dio a pronunciare una serie di espressioni proverbiali, messe per iscritto in forma poetica. (Nu 23:7, 18; 24:3, 15, 20, 21, 23) Lungi dall’esprimere esecrazione nei confronti di Israele, in queste espressioni proverbiali Balaam ‘lo benedisse fino al limite’. (Nu 23:11) Il carattere proverbiale di queste espressioni non sta nel fatto che la gente usasse ripetere i detti di Balaam o che le sue dichiarazioni fossero un concentrato di sapienza. Sono definite proverbiali per il loro vigore e per la loro ricchezza di significato, nonché per l’uso di varie similitudini o paragoni in alcune d’esse.” [11]

“A volte per mettere in risalto un punto si raccontava un apologo. Iotam se ne servì per spiegare ai proprietari terrieri di Sichem la follia di scegliersi come re un uomo spregevole come Abimelec. (Gdc 9:7-20)” [11]
  • Mentre è evidente nel racconto di Samuele in Giudici 9:7-20, che trattasi di una parabola e quindi non diremmo mai che Geova fece un miracolo facendo parlare gli alberi, diventa un po’ complicato nel racconto che Mosè fa di Baalam, che trattasi di una parabola, anche se nel “Perspicacia” nel paragrafo su citato si riconosce che trattasi di un proverbio o parabola, eppure continuiamo a sostenere che l’asina parlò (naturalmente personalmente sono convinto che Dio se volesse, farebbe parlare anche le pietre - Luca 19:40). 
Perché con i libri di Mosè abbiamo qualche difficoltà a identificare le parabole dai racconti reali? Simone Venturini un laureato in teologia che lavora presso gli archivi segreti del Vaticano, fa questa affermazione condivisa da molti biblisti: 

“I Biblisti ritengono oggi che il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia, siano stati scritti alla fine del VI sec. a.C. Dicendo che sono stati “scritti” non si vuole dire che siano stati “inventati”. Significa che i Giudei rientrati dall’esilio raccolsero antiche tradizioni, probabilmente tramandate da secoli, aggiungendo commenti e interpretazioni. Tutto questo lavoro diede origine all’attuale Pentateuco. 

Ma è possibile sapere quali fossero queste “antiche tradizioni” raccolte? La risposta degli studiosi è abbastanza negativa, perché la mano di chi raccolse ed editò quelle tradizioni ha nettamente prevalso su quelle antiche tradizioni. Gabi Barkay è archeologo da più di quarant’anni e due anni fa ha rilasciato un interessante intervista (in lingua inglese) su Israel Hayom. Egli sostiene che il compito dell’Archeologia non è di confermare la Bibbia, né la Bibbia è il manuale che l’archeologo deve tenere sotto mano quando studia gli strati archeologici. Ciò non significa, però, che la Bibbia – in questo caso Pentateuco e Libri storici – sia solo un’opera letteraria, priva di qualsiasi fondamento storico e che l’archeologia non abbia nulla da dire sulla storicità della Bibbia. Insomma, non è corretta la posizione di chi sostiene che la “Bibbia aveva ragione”, ossia che tutto ciò che dice è storico. Ma non è corretto neppure gettare “l’acqua con il bambino” come si suol dire.

Gabi Barkay è l’autore di una delle più grandi scoperte archeologiche di tutti i tempi. Egli infatti scoprì la cosiddetta “benedizione dei sacerdoti” risalente al periodo del Primo Tempio, ossia quello risalente al periodo di Salomone (X sec. a.C.) e che poi fu distrutto dai Babilonesi (VI sec. a.C.). Era la preghiera di benedizione che i sacerdoti pronunciavano nel Tempio. Prima della scoperta, avvenuta negli anni Settanta, gli studiosi pensavano che quel testo (Numeri 6) fosse stato scritto alla fine del VI secolo. La scoperta di Barkay dimostrava invece in modo irrefutabile che quella preghiera era molto più antica.

Nel libro di Giosuè, che gli studiosi ritengono (non a torto) in gran parte non storico, il capitolo 12 riporta una lista di 31 re che Giosuè sconfisse e oggi sappiamo che nel periodo del Tardo Bronzo Antico (1500-1200 a.C.) c’erano circa 30 Città Stato cananee in Israele rette ciascuna da un re. In Giosuè 11,10 leggiamo che la città di “Hazor era la principale di tutti questi regni”. L’archeologia conferma che essa era infatti la più vasta città cananea. Perciò anche se Giosuè è un libro che ha subito una massiccia rielaborazione, non per questo esso non parla di realtà archeologicamente verificabili.

Barkay dice che quando entra in sinagoga – poiché è un ebreo osservante – egli lascia da parte i suoi studi perché essi non c’entrano con la sua fede. Sono parzialmente d’accordo con lui, anche se indubbiamente – soprattutto per noi cristiani – la storicità di alcuni fatti (magari non tutti) è fondamento per la nostra fede.” [12]

  • Quindi ci chiediamo quali sono i racconti storici, e quali sono le parabole raccontate per descrivere una realtà molto complessa? È con questa domanda andrei al nocciolo della questione, Adamo ed Eva e il peccato originale è un racconto storico o una parabola? Come si leggeva dalle citazione del libro “Perspicacia” i personaggi di una parabola non sono reali ma illustrano un fatto vero, pensate alla parabola del buon samaritano, i riferimenti erano a persone reali: i farisei privi di misericordia, i samaritani disprezzati, gli uomini comuni gli invisibili di quel tempo.

Comunque se vi sembra inadatto l’uso della parola parabola in questo modo come a voler intendere un racconto inventato ma non realmente accaduto, possiamo usare l’espressione “racconto semplificato”, che ne dite? Mi sono dilungato a spiegare il concetto di parabola e come esso potrebbe essere applicato ad alcuni racconti che troviamo nella Bibbia, ma dedichiamo spazio anche alle parole mito e leggenda.
“Mito (dal greco μύθος, mythos, pronuncia müthos) è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente in un certo contesto socio culturale o in un popolo specifico. Di solito tale narrazione riguarda dei ed eroi come protagonisti delle origini del mondo in un contesto sacrale.

Spesso le vicende narrate (oralmente) nel mito hanno luogo in un'epoca che precede la storia scritta. Nel dire che il mito è una narrazione sacra s'intende che esso viene considerato verità di fede e che gli viene attribuito un significato religioso o spirituale. Ciò naturalmente non implica né che la narrazione sia vera, né che sia falsa”. [13]

“Mito s. m. [dal gr. μῦϑος «parola, discorso, racconto, favola, leggenda»]. - 1. Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati (esseri mitici) che per un popolo, una cultura o una civiltà costituisce una spiegazione sia di fenomeni naturali sia dell’esperienza trascendentale, il fondamento del sistema sociale o la giustificazione del significato sacrale che si attribuisce a fatti o a personaggi storici; con lo stesso termine si intende anche ciascuno dei temi della narrazione mitica in quanto trattati ed eventualmente rielaborati in opere letterarie o filosofiche (per Platone, rappresentazione verosimile, in forma di allegoria, di realtà inattingibili da parte della ragione)

- 2. Idealizzazione di un evento o personaggio storico che assume, nella coscienza dei posteri o anche dei contemporanei, carattere e proporzione quasi leggendari, esercitando un forte potere di attrazione sulla fantasia e sul sentimento di un popolo o di un’età”. [14]

“Leggenda è un tipo di racconto molto antico, come il mito, la favola e la fiaba, e fa parte del patrimonio culturale di tutti i popoli, appartiene alla tradizione orale e nella narrazione mescola il reale al meraviglioso. "Leggenda" deriva dal latino legenda che significa "cose che devono essere lette", "degne di essere lette" e con questo termine, un tempo, si voleva indicare il racconto della vita di un santo e soprattutto il racconto dei suoi miracoli.


In seguito la parola acquistò un significato più esteso e oggi la parola leggenda indica qualsiasi racconto che presenti elementi reali ma trasformati dalla fantasia, tramandato per celebrare fatti o personaggi fondamentali per la storia di un popolo, oppure per spiegare qualche caratteristica dell'ambiente naturale e per dare risposta a dei perché.



Le leggende si rivolgono alla collettività, come i miti e spiegano l'origine di qualche aspetto dell'ambiente, le regole e i modelli da seguire, certi avvenimenti storici, o ritenuti tali, allo scopo di rinsaldare i legami d'appartenenza alla comunità.” [15] 

  • Come si può notare tra mito e leggenda vi sono sottili differenze, ma potrebbero avere come punto di partenza una storia vera, e se questo lo accomunasse alla parabola tanto usata dagli ebrei, si aprirebbe un nuovo modo di vedere alcuni dei racconti contenuti nella Bibbia!
  • È interessante che il libro ‘Perspicacia’ alla voce Diluvio dei giorni di Noè con tanto di prospetto a pagina 328, si riconosce che ci sono leggende del Diluvio provenienti da sei continenti e varie isole. [16]


Bibliografia:
[8] Wikipedia “Parabola (letteratura)”
[9] It-1 p.1264
[10] It-1 p.1161
[11] It-1 p.867-868; p. 1264
[12] Dal blog di Simone Venturini “Bibbia e Archeologia: un rapporto difficile”
[13] Wikipedia “Mito”
[14] Vocabolario Treccani “Mito”
[15] Wikipedia “Leggenda”
[16] it-1 p. 328 “Diluvio dei giorni di Noè”


19 commenti:

  1. Come promesso sto seguendo con interesse i tuoi post su Genesi. Però...
    Ovviamente non c'è nessuna prova che il Pentateuco sia stato scritto nel VI secolo a.c. Dalla storia del popolo d'Israele sembra proprio che conoscessero il contenuto di quei libri molto bene, quindi sarei più per l'ipotesi classica che sia stato Mosè a farne la raccolta. Del resto sul monte Sinai con Dio ci passò molto tempo e di informazioni per scrivere Genesi puo' averne ricevute di prima mano.
    Comunque sia, anche nel primo secolo il racconto di Genesi era messo in dubbio. Pensiamo al discorso di Paolo ad Atene, gli Epicurei e gli Stoici non gli credettero, ed anche per i Greci che accettarono il Cristo era difficile liberarsi della filosofia e della mitologia greca. Paolo tuttavia aveva un punto fermo: "Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per riprendere, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona." Quando Paolo dice "tutta" intende proprio "tutta", da Genesi a Malachia. E credeva che i racconti di Genesi fossero ispirati, quindi cose realmente accadute. Quindi per lui nelle Scritture non c'erano ne miti ne leggende, e le uniche parabole che considerava tali erano quelle di Gesù. Io la penso come lui. Il fatto che Dio abbia rivelato pochi dettagli sulla sua azione o abbia semplificato il racconto perché fosse comprensibile agli uomini di quel tempo non sminuisce Genesi. Del resto la Bibbia è un libro di fede, la ricerca storico-scientifica dei riscontri si può anche fare se ci appassiona, facendo attenzione che la fede non vada in tilt se i riscontri non si trovano tutti o "sembrano" contraddire il racconto biblico.

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    1. Gatto di Schroedinger2 gennaio 2019 alle ore 10:24

      La narrazione della realtà è cambiata anche solo nel corso degli ultimi 30-40 anni sulla base degli strumenti che si avevano a disposizione per trasmettere i contenuti della narrazione stessa: libri, televisione e alla fine internet con le sue mille sfaccettature.
      Si è perso l'approccio nozionistico tipico dei libri di testo del secondo dopoguerra per un approccio più visivo, immediato, emotivo e legato essenzialmente alla percezione sensoriale.
      Guardate un cinegiornale dell'Istituto Luce dei tempi del fascismo e trovate un altra modalità narrativa calata ad hoc per la propaganda.
      Tutto questo per dire che non sappiamo nel dettaglio come la narrazione della realtà veniva fatta in un periodo nel quale la trasmissione della conoscenza e delle lezioni di vita ad esse associate venivano fatte in un contesto storico nel quale non vi era possibilità di accesso a strumenti documentali (scritti ecc) per nessuno o più in generale per la massa.
      Molta della conoscenza doveva essere ipersemplificata a "immagine mentale" o storia che fosse facilmente memorizzabile e che avesse in essa "embedded" anche la lezione di vita associata.
      Io immagino che sia Gesù, sia Paolo sia il popolo a cui parlavano erano perfettamente coscienti di questa modalità di narrazione della storia passata e delle circostanze presenti e non si sarebbero aspettati altro che questo tipo di approccio e che ragionassero di conseguenza, anche perché alla fine della fiera l'accesso massivo a strumenti documentali sarebbe arrivato solo 19 secoli dopo, a metà-fine '800 ancora il 90% della popolazione era analfabeta.
      Per cui l'ispirazione non ce la vedo tanto nella storia in se che viene narrata (che è il mezzo, l'immagine mentale che trasporta il senso, il significante) ma nella lezione di vita "embedded" in essa (che è il fine, il concetto, il significato)
      Il significante è spesso sostituito nella sua rappresentazione sulla base del "media" che lo trasporta, il secondo resta più o meno costante nel tempo.
      Trasportare "significanti" concepiti per le contingenze di 4000 anni fa "as is" per le contingenze presenti produce spessissimo risultati paradossali.
      Basta anche andare indietro molto meno, un cinegiornale di epoca fascista che trasmetteva solennità al narrato ora fa solamente ridere.

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    2. @Gatto non sai quanto mi intrippa questo argomento. Anche solo prendendo in considerazione processi di comunicazione semplicissimi la complessità lascia sconcertati. Le civiltà antiche doveva fare affidamento alle tradizioni orali per tramandare fatti e vicende delle generazioni più antiche. La conoscenza (quella che adesso chiamiamo internet) era posseduta dai vecchi del paese che tramandavano oralmente le storie passate.

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    3. Ciao,a tutti sono un nuovo testimone inattivo,ormai da qualche anno..visitando vari blog,e facendo ricerche sulla bibbia,ho avuto la conferma che non è ispirata,ma è semplicente una coppia rielaborata di antichi scritti Sumeri!!La genesi il Diluvio universale,la vergine che partorisce un salvatore dei tanti,prima e dopo gesu:https://it.m.wikipedia.org/wiki/Epopea_di_Gilgameš.https://crepanelmuro.blogspot.com/2016/07/la-bibbia-copiata-da-testi-sumeri.html?m=1..ps:È una cosa assurda trovarsi a scrivere in vari blog,perché nell'organizzazione la liberta di parola è pari a zero.Privacy idem!!!Bisogna essere sempre sottomessi alla teocrazia,che è in realtà una dittatura!! Pretendono cieca ubbidienza,pur sapendo di essere imperfetti e non ispirati!!questa sottomissione equivale quasi a idolatria,pretendono che adoriamo il vitello D'oro organizzazione...Per non parlare poi di queste societa'esempio ibsa(gli studenti biblici)esistono ancora..si occupano della vendita di immobili(costruiti con manodopera gratuita dei fratelli):https://ibsaproperty.com/#about..buon risvegli a tutti

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    4. Eccone naltro slegato

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    5. Ozzy,grazie di esistere,se non ci aprivi gli occhi eravamo fregati,ora invece
      stiamo tutti più tranquilli e sereni.........

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  2. Sono d'accordo con te, sto semplicemente mettendo sul 'tavolo' pareri autorevoli con cui dobbiamo confrontarci.

    Con la difinizione di mito o leggenda volevo evidenziare che si fondano su storie vere, ma non ho detto che Genesi sia un mito o una leggenda.

    Per quanto riguarda Simone Venturini e Gabi Barkay, uomini di fede come noi si trovano ad affrontare lo stesso problema di cui stiamo discutendo noi con Genesi ma esteso a tutto il Pentateuco, ma non mi sembra siano diventati atei.

    Ripeto io come te sono convinto dell'autenticità di Genesi ma vista alla luce di "racconto semplificato", potrebbero aprirsi prospettive nuove nella comprensione del testo ...

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    1. Per la cronaca,non sono diventato ateo,credo ancora in dio,ma non in geova descritto nell'antico testamento,che era il mandante di veri e propri genocidi...uccideteli tutti a fil di spada,era il suo comando..Sono dell'idea che di Dio non sappiamo nie te,brancoliamo nel buio!I teologi si sono fatti un idea di Dio,e l'anno portata avanti nel corso dei secoli,alterando a proprio piacimento gli antichi scritti...nei testi biblici antichi,non esiste il termine Dio,eternita',onnipotente..Sono stati aggiunti dopo dalle religioni,aloro uso e consumo,per controllare le masse.Tutti hanno la loro verità,attingendo da un unica fonte per comodità.E'piu facile una verità preconfezionata,che dà una speranza invece di una verita scomoda..Infine se vogliamo parlare delle profezie...La più grande (e dolorosa) profezia non adempiuta è stata la parousia di Cristo, attesa già al tempo dei primi cristiani, tutte le scritture indicano che sarebbe stata imminente. Solo i teologi per forza di cose han dovuto rivolgerla ad un futuro non definito, e tutta questa serie di scritture non si sono adempiute:
      Matteo 10:23 Non sarebbe finito il giro delle città.
      Matteo 16:28 I presenti non avrebbero visto la morte
      Matteo 24:34 Non sarebbe passata la loro generazione
      1Cor 7:29-31 Il tempo rimasto è ridotto, cambia tutto.
      1Tessalon 4:15,17-18 Sarebbero stati ancora in vita
      Giacomo 5:7-9 La presenza del Signore si è avvicinata
      Ebrei 10:37 Ancora POCHISSIMO e non tarderà
      Rivelazione 22:7,10,12,20 Più volte detto vengo presto

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    2. @Ozzi ti ringrazio per l'attenzione che ci presti. Volevo dirti però che da queste parti abbiamo un approccio diverso per affrontare certi argomenti. Qui per rispetto al blog e alle persone che lo frequentano non è consentito predicare ne fare propaganda. Gli interventi devono essere attinenti al post o eventualmente ai commenti. Nel caso ti chiedo comunque di leggere le pagine regolamento linee guida e la netiquette per farti un idea generale.
      Ti ringrazio in anticipo per la comprensione che ci vorrai mostrare nei prossimi interventi.

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    3. A mergine della risposta che ti ha dato Osservatore, vorrei aggiungere che è comprensibile il disappunto per essere stati 'usati' da una religione, ciò può condurre a posizioni opposte e altrettanto estremiste.

      Ma permettimi di dire che una tale chiusura potrebbe impedirti di vedere oltre!

      Poi per quanto riguarda le profezie che citi, non hai preso in considerazione la possibilità che siano già state adempiute?
      Di questo abbiamo ampiamente discusso in passato su OT. 🤗

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  3. Grazie per non avermi censurato,posso dire di pensarla come Einstein,riguardo alla bibbia...Se cosideriamo la Genesi:Secondo alcuni studiosi come Charles H. Hummel[1], Hermann Gunkel[2], S. H. Hooke, Gordon Wenham, Karl Barth e altri, il libro non è storia nel senso moderno da noi inteso; non è nemmeno un libro di favole. Si può dire che è un libro di storia religiosa, per alcuni allegorico e didascalico dove, pur probabilmente non essendo veri i particolari, sono importanti le idee fondamentali di relazione con Dio. Un altro punto di vista è che il libro fa propri tanti racconti presi dalla mitologia dei popoli orientali.Un altra prova che e'una rivisitazione dei testi Sumeri:http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2000/08/31/Cultura/BIBBIA-IL-MITO-DELLA-CREAZIONE-COPIATO-DAI-SUMERI-NUOVE-PROVE_133900.php?today=true.Poi se vogliamo parlare di qualsiasi profezia,ebbene si sono adempiute,perche scritte post eventum,prima si verificavano i fatti poi le scrivevano..Purtroppo abbiamo studiato un libro che dice tutto e il contrario di tutto,prestandosi a libera interpretazione.Domani uno qualsiasi di noi,potrebbe fondare una nuova religione,dicendo di essere ispirato,e guidato dallo spirito santo😆,...Stiamo a contendere Su dei Romanzi,mescolati a storia,e a mitologia...Spero xi essere stato più o meni in tema,ma si sa un po mi allargo..buona notte!!

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    1. @Ozzy, sono io che ti ringrazio per aver espresso la tua opinione, mi sembra ci sia stata una leggera apertura rispetto ai primi due commenti.

      Per quanto riguarda la mitologia Sumera/Babilonese è programmato per lunedi 7 un post dedicato, se hai pazienza li troverai cosa penso al riguardo.

      Pe le profezie da te citate, fai confusione perchè quando Gesù e gli apostoli le pronunciarono ancora non erano adempiute. Poi se vogliamo discutere sulla datazione dei vangeli e delle lettere apostoliche dovremmo aprire una discussione a parte.

      Riguardo al formare una nuova religione, sarei molto attento a non confondere Fede con religione! La Fede è una cosa molto personale che può essere condivisa, ma se la organizzi in religione spesso perde il suo vero significato.

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    2. Ciao Ozzy ci sono alcune cose che non capisco. Prendo stralci dei tuoi commenti giusto per capire:

      "Ciao,a tutti sono un nuovo testimone inattivo,ormai da qualche anno.."

      Da questo capisco che sei un inattivo quindi non fai rapporto di sevizio così capisci cosa significa essere attivo. Capisci cosa è una congregazione e che almeno formalmente continui ad essere un Testimone di Geova per tanti motivi. Deduco che ti hanno fatto uno studio che ti hanno battezzato ma nello specifico capisco che uscivi in servizio e quindi predicavi identificandoti come Testimone di Geova. Di questa frase però non capisco perchè ti definisci "nuovo"? Perchè nuovo se poi comunque evidentemente è già passato qualche anno?

      Un altra cosa che non capisco è questa frase successiva

      "Per la cronaca, non sono diventato ateo, credo ancora in dio, ma non in geova descritto nell'antico testamento"

      geova non si scrive così ma si scrive con la G maiuscola se hai letto tutti gli studiosi che citi (Charles H. Hummel[1], Hermann Gunkel[2], S. H. Hooke, Gordon Wenham, Karl Barth) nessuno lo scrive in quel modo.
      Perchè? Un refuso? Oppure una scelta voluta?

      Mi fermo qui giusto per capire.

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    3. Ciao,intendevo sono nuovo,come visitatore del blog,da qualche anno innattivo nel servizio,e niente sala.So'che Geova si scrive con la maiuscola,ma quando messaggio con lo smartphone scrivo come mangio,cioè male..!quando ho scritto refuso non so',È colpa dello smart..😆,non sono un leone con la tastierina...Cercherò di verificare cio che scrivo...scusate

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    4. Per capitan,quando ho scritto credo in Dio non in Geova,intendevo questo:https://unoeditori.com/ecco-perche-il-dio-yahweh-dellantico-testamento-non-e-lo-stesso-dio-del-nuovo-testamento-2/.poi https://youtu.be/jDyHMq4CjfU

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    5. @Ozzy da queste parti ci piace di più sentire le opinioni dei commentatori che non i rimandi del nostro pensiero ad altri. Altrimenti siamo punto e a capo con la WT.

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  4. Genesi "PARABOLA,MITO O LEGGENDA "Si è già parlato del giardino di eden e degli angeli posti per impedire ad Adamo ed Eva di entrare di nuovo prendere il frutto (Gentile. 3:24 ).che Noè fece entrare nel l'arca . (Gen.6:18,19 ).A noi è stato insegnato che la storia umana è suddivisa in varie età. Età della pietra età del rame, età del ferro. La domanda posta è "MITO, PARABOLA O LEGGENDA ".Tra un'età e l'altra non passano poche centinaia di anni o qualche migliaia di anni. Adamo con Eva peccano hanno dei figli che all'oro volta ne hanno degli altri. arriviamo a Lamec (Gentile. 4:18 , 19 ) Se continuiamo la lettura, di Genova. Cap. 4 e leggiamo i versetti ,da 20 a 22 notiamo che ci sono già le tende ,la "CETRA",IL flauto, "RAME E FERRO ".Secondo questo racconto le varie età non ci sono. La domanda MITO, PARABOLA O LEGGENDA, E LA SPIEGAZIONE DATA È INTERESSANTE.

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  5. Gentile ,Genova .va letto Genesi. Scusate

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  6. Si vede che la wts legge il nostro blog e corre ai ripari e dice che Genesi è ispirato da Geova .E che era mondiale e non locale.

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Grazie per il commento.