sabato 3 novembre 2018

Cancellata la condanna a morte per Asia Bibi


https://www.repubblica.it/esteri/2018/10/31/news/pakistan_cancellata_2
3la_condanna_a_morte_per_asia_bibi_la_contadina_cristiana_accusata_di_blasfemia-210439381
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Forse qualcuno avrà pensato, ma come sono arretrati questi islamici!

Pensate che con la nostra 'ostracizzazione' siamo poi così diversi?

Ho maturato la convinzione che la libertà di espressione dovrebbe essere una conquista dell'umanità.
Cambiare religione, credo politico, la propria opinione su cose e persone, non dovrebbe essere punita ne fisicamente ne psicologicamente.

Semmai fosse necessario lasciamo al Dio della rispettiva confessione religiosa che impartisca la disciplina che merita l'infedele.

13 commenti:

  1. Bravo Tommaso,gira l'esortazione sulla libertà di espressione al CD e vediamo come troveranno scritture ad effetto,con forzature volute,per farti cambiare idea.
    Ma possiamo stare tranquilli che Morris ha altri problemi da affrontare,come i pantaloni attillati dei fratelli,questi sono i veri problemi dell'organizzazione,non la pedofilia,l'ostracismo e via dicendo che tutti noi ci incaponiamo a mettere in evidenza.

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  2. Secondo il Governo Russo non siamo così diversi, tanto che hanno applicato la legge contro il fondamentalismo anche a noi. Spinti o no dalla Chiesa Ortodossa (tesi a cui credo poco), stanno sicuramente esagerando e dispiace che sia così, ma non me la sento di dire che il Governo Russo ha tutti i torti. La libertà religiosa che ci viene concessa, quando e dove ci viene concessa, molto spesso non è un riconoscimento delle nostre ragioni o un rispetto per la fede religiosa in generale, ma un modo di ragionare libertario, e spesso libertino, delle società corrotte di questo mondo in mano al Nemico, dove prospera l'idea che ognuno può fare quel che gli pare, e tale libertà viene riconosciuta a noi perché fa comodo a chi la riconosce, così si sentono liberi da regole di vita che ritengono incompatibili con la "modernità".

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  3. Riflettevo su questo aspetto. L'ostracismo perpetrato all'interno della nostra comunità religiosa viene giustificato necessario per difendere la purezza della congregazione dalla partecipazione spirituale con persone che hanno scelto deliberatamente di violare principi biblici. Questi principi biblici sappiamo che sono legati alle interpretazioni date ad una serie di scritture che stabiliscono norme di comportamento utili e necessarie agli equilibri della comunità. In generale non sono contrario al fatto che ci siano forme di disciplina perchè penso siano naturlamenente implicita nei principi che limitano i nostri comportamenti. Nella mia famiglia ci sono regole e forme di disciplina naturali e non ho difficoltà a percepirle anche all'interno della congregazione. La disciplina anche quando è giusta non è mai percepita bene così purtroppo i sentimenti che proviamo non possono aiutarci a capire se siamo stati giustamente disciplinati o meno.

    Nelle procedure disciplinari attuate nella congregazione però vedo tre problemi principali.

    1 Chi attua la disciplina. La famiglia o la congregazione? Perchè la famiglia deve prendersi il carico di stabilire le stesse regole della congregazione?

    2 Chi riceve la disciplina. Possiamo disciplinare persone che non hanno la facoltà di decidere nella propria vita tipo minorenni o persone con deficit intellettivi riconosciuti? Mi riferisco a minorenni e più che altro a persone con forme riconosciute di depressione. Su questo proprio non capisco quali motivazioni possono avere comitati giudizari che disassociano persone mentalmente debilitate e passano la vita a disassociarle continuamente per 5 6 7 volte.

    3 Cosa succede quando chi stabilisce/attua il principio commette errori? Chi ad esempio nella congregazione sostiene che la disassociazione debba essere considarata come le pene detentive di questo sistema. Più è grande il peccato più è grande la durata dell'ostracismo cosa palesemente antiscritturale e non conteplato da nessuna direttiva. Oppure ad esempio che la prima domanda di riassociazione venga sempre negata un altro modo universalmente accettato antiscritturale e anch'esso non previsto da nessuna direttiva. Cosa bisogna fare a questi comitati?

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  4. K. K caro... semplicemente non dovrebbero esistere comitati ma veri pastori liberi da "flatulenze mentali"*
    a cui realmente sta a cuore la pecora.

    *espressione liberamente tratta da un blog di aiuto per inattivi

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  5. Qualche settimana fa al adunanza è stata commentata la scrittura di giovanni 12 v 42, dove si parlava del timore del l uomo , una manina alzata ha commentato: che nella sinagoga cera chi non aveva il coraggio di dire come stavano e cose per paura di essere espulsi, questo significava perdere privilegi materiali , ed essere emarginati dalla comunità , il commento va avanti dicendo: cosa possiamo imparare ? possiamo imparare che non dobbiamo aver paura del l uomo se amiamo la verità dobbiamo avere il coraggio di dire come stanno le cose ( ovviamente si riferiva quando si va a predicare ) al costo di rimetterci come persone ------ -----io ovviamente dopo il commento sono andato in bagno perchè mi è venuto l acido allo stomaco,.

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    1. Sai leggendo la tua esperienza mi è sembrato un commento consapevole detto da un inconsapevole un po' come il profeta Balaam, non avertene ma mi hai fatto sorridere... Sono diventato socio azionario della Maloox se vuoi il prossimo carico te lo faccio scaricare da te. Un abbraccio.

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  6. Capitano d'accordo con te, volelo solo puntualizzare che sono anche io per la disassociazione o per la dissociazione, secondo me ciò è insito nel concetto di libertà di cambiare opinione.
    Ma non per l'ostracizzazione, quel metodo che ha il sapore di "puoi cambiare idea ma te la faccio rimpiangere", metodo controrio a tutte le manifestazioni dell'amore cristiano descritte in 1 Corinti 13:4-7.

    P.s. Se dobbiamo rallegrarci della verità dobbiamo poter dirla ... 😁

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    1. Si Tommaso volevo solo estendere il tema della disciplina io e te parliamo di ostracismo ma è un termine che non è “Teocratico” e la fratellanza tradizionale non comprende. In tutti i casi una tecnica di coercizione piuttosto efficace come la pena di morte. Alcuni sostengono che la pena di morte sia crudele ma sotto molti aspetti è molto più crudele l’ostracismo. Come disse il giudice McClellan “non è crudele”

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    2. Scusate dovevo terminare il commento dicevo come disse il giudice McClellan agli sbigottiti anziani disse queste parole “non è crudele che un fratello è una sorella già messo alla prova da un abuso subito nella congregazione non possa decidere di allontanarsi dalla congregazione senza essere ostracizzato dagli affetti a lui più cari?”

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    3. Come spesso leggiamo,dobbiamo ammettere con tutta sincerità,che è strano farsi dare lezioni di vita,a volte anche scritturali,da persone del mondo che in teoria,dovrebbero essere profani di sapere certe cose.
      Non è un bel vanto per tutti noi e per tanto più per quelli che,vedono le persone del mondo,dall'alto in basso,disprezzandoli a volte.

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  7. Da quanto comprendo, le espulsioni esistevano anche nel 1 secolo, non c'erano comitati perché i casi venivano affrontati dagli anziani (come corpo) e la decisione veniva proposta alla congregazione, che veniva messa al corrente dei fatti accertati ("tutti gli astanti" erano proprio tutti, non solo quelli che per caso avevano saputo o erano testimoni oculari) e dei motivi per cui l'espulsione era necessaria, per il bene di tutti.
    Cosa può accadere se la disassociazione non viene praticata è ben illustrato dal capitolo 2 della seconda lettera di Pietro. Nelle congregazioni a cui scriveva Pietro si lasciava correre, evidentemente, e sembra, da quello che scrive, che i corrotti avessero privilegi di peso nelle congregazioni.
    Da quel racconto e dalle lettere di Paolo si nota quanto era difficile già allora "mantenere la purezza della congregazione" (concetto introdotto in tempi moderni da chi ritiene di praticare una forma di adorazione più pura degli altri...).
    Sui tre punti del Capitano, che saluto:
    D'accordo sul primo punto, è la congregazione che attua la disciplina, la famiglia segue le regole della famiglia, che sono altra cosa. Il punto era stato chiarito dal secondo articolo di studio della W 15/1/75, molto equilibrato ma purtroppo accantonato dopo pochi anni. Mi accontenterei che quegli articoli di studio venissero ripresi e applicati in toto. Non è il massimo ma sarebbe un grosso passo avanti.
    D'accordo sul secondo punto. Situazione che ho vissuto da membro di un comitato giudiziario nell'affrontare il caso di una sorella con problemi mentali. Niente disassociazione su accordo unanime di tutti e tre i componenti del comitato, e non credo che alcuno di loro si sia minimamente pentito di quella decisione. Sui minorenni, credo che il battesimo non sia affatto per minorenni. Se ci si battezza da maggiorenni, non ci sarebbero comitati per minorenni.
    Sul terzo punto, lo scopo della disassociazione dovrebbe essere solo uno: "Rimuovere l'uomo malvagio di fra noi", come dice Paolo, per evitare che con il suo modo di fare e di pensare possa corrompere altri. Invece i Comitati applicano un vero e proprio Giudizio della persona (che spetta solo a Dio), con un Codice Penale non scritto e pene variabili in base al tipo di peccato, con tanto di "attenuanti generiche" (leggi pesi e misure diversi a seconda dei casi... o delle persone coinvolte).
    Una cosa è salvaguardare le pecore dai lupi, altra cosa è giudicare prima del tempo e sostituirsi a Dio nel Giudizio. Ecco perché Gesù in Matteo 18 non dice di togliere il saluto a chi non ascolta nemmeno la congregazione, ma di trattarlo "come un uomo delle nazioni e un esattore di tasse", persone che gli ebrei del suo tempo salutavano senza problemi.
    Quello che trovo contraddittorio in tutto questo è l'"associazione spirituale" dove si fa confusione. Vietata in famiglia, ma di fatto praticata in congregazione, dove viene permesso al disassociati di frequentare le adunanze e associarsi spiritualmente con noi. Nel 1 secolo ci si radunava in case private e in piccoli gruppi. Una volta disassociata una persona, non credo che il padrone di casa gli consentisse ancora di presentarsi a casa sua come prima. E questo potrebbe essere il senso del consiglio di Paolo. Oggi invece può frequentare.... forse per fargli subire ogni settimana l'umiliazione di cento fratelli che ne lo guardano ne lo salutano, familiari compresi? C'è da riflettere....

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    1. Libero pensatore, hai dato una risposta molto efficace alle domande che ho posto. La terza questione è in effetti molto più ampia di quello che sembra. Come nominati facciamo i nostri errori di valutazione e bisogna ammetterlo certo però che non siamo aiutati ad avere un corretto intendimento se poi l’approccio dei vari CO è quello di punire il trasgressore.

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    2. Ci sono alcuni poeti della teocrazia riformisti che intervengono con epurazioni tecniche magari togliendo incarichi alla bisogna. Ma con queste tradizioni orali cosa vuoi riformare?

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Grazie per il commento.