mercoledì 19 giugno 2019

Non aprite quella porta (2 parte)


La volta precedente abbiamo preso in considerazione la visione generale che abbiamo del sistema di cose e abbiamo visto come interpretiamo il termine "mondo". Abbiamo visto che esiste una casa spirituale e anche essa ha una porta e abbiamo visto che molti per tanti motivi decidono di uscire fuori. Alcuni decidono per motivi religiosi altri per la mancanza di amore altri ancora perchè non si riconoscono in certe direttive come quella nefasta della disassociazione.... ops dissociazione. 


Ci siamo lasciati dicendo che tutte queste persone che lasciano e quindi aprono quella porta ed escono dall'organizzazione devono considerare un oggettivo pericolo.

Qual'è il pericolo?

Faccio un piccolo esempio reale. Ogni tanto vado a vedere le mail in spam perchè c'è il rischio che i filtri non mi lascino passare mail importanti. Quando faccio questa operazione e cioè quella di aprire la cartella di spam mi preparo prima. Mi vesto come fossi un operatore dello spurgo fognario con salopette casco visiera guanti ascellari mi siedo davanti al pc prego e apro la cartella. Dentro vi trovo il peggio che questo mondo può proporre e fortunatamente diciamo che la cosa funziona perchè in queste mail si capisce benissimo il contenuto semplicemente leggendo l'oggetto.
C'è però una particolare classe di mail in questa cloaca che sono molto divertenti e che a differenza degli altre mail invece le leggo volentieri. Queste mail scritte da valenti sconosciuti sono molto articolate e sempre ti raccontano una storia. 

Le storie 

Sono molto attraenti, ti raccontano che sono agenti bancari in posti lontanissimi che vivono in uno stato estero e hanno dei cc dormienti che vogliono chiudere ma per motivi burocratici non possono farlo e hanno bisogno di un conto corrente esterno di appoggio. Ti chiedono se gentilmente gli concedi il tuo conto e ovviamente un lauto compenso per il disturbo.

Alcune mail invece si dichiarano procuratori ereditieri di ricchi possedenti che purtroppo sono venuti a mancare improvvisamente a causa di un incidente automobilistico. Ti raccontano che sono senza eredi anzi che ci sarebbero degli eredi ma non sono in grado di poter accedere al giro bancario perchè la banca ha chiuso le sue filiali in quello stato e il conto non è più accessibile.

Ti raccontano di essere loro stessi una ricca ereditiera che purtroppo la vita ha girato le spalle perchè gli hanno diagnosticato un cancro incurabile al colon e rimangono oramai solo pochi mesi di vita. La cosa quindi sta diventando urgente per lei e ci confida le tristi difficoltà nel gestire questa eredità che non vuole condividere con la famiglia che la sta sostenendo. 


Le storie finiscono di solito chiedendoti la riserbatezza per le cose  lette e gradirebbero che rimanessero private. Sono tutte in inglese ma sono scritte bene e in alcuni casi sono davvero articolate da renderle molto interessanti e attraenti.

Alla fine tutte queste mail, comunque chiedono con estremo garbo e gentilezza le tue generalità e quindi ti danno la possibilità di poter contattare la persona protagonista di quella struggente storia.

Chi c'è dietro queste mail?

Risultati immagini per cavez truffaUn truffatore. L'inganno è piuttosto semplice chi scrive queste mail, le invia a centinaia di migliaia di indirizzi contemporaneamente e poi aspetta che qualcuno risponda. La storia in realtà è una tela (un po' grossolana diciamolo) ma chi legge sono tutti potenziali insetti. Che cosa succede se si risponde? Si finisce dentro la trappola vera che di li a poco quando va bene vi porterà via i soldi dal conto corrente. Se va male è un lampo finire sotto vicende molto più pericolose della semplice truffa specialmente quando si maneggiano soldi sporchi.

Ora immaginiamo che io risponda a queste mail e che avvenga l'inevitabile e venissi truffato. Diciamo che tu (che stai leggendo) vieni a conoscenza di questa fesseria che ho combinato. Mi daresti i tuoi soldi per fare proficui guadagni? Come potrei pretendere di essere una persona credibile, come potrei anche solo immaginare di aiutare altri? 

Risultati immagini per cavezChiudiamo il cerchio. Quale storia vi ha convinto a farvi diventare Testimoni di Geova? Quale escamotage intellettuale ha fatto leva sui vostri sentimenti? Vi affascina la contesa universale? Credete ad un complotto demonico del sistema dove tutto è corrotto? La medicina, la letteratura, la scuola, i divertimenti? Vi affascina stare dalla parte di chi vince sempre? Queste domande personali sono più complicate di quello che sembrano perchè per tanti motivi il nostro ego ci gratifica e ci convince che siamo molto più intelligenti di quello che siamo veramente. Ma veniamo alla domanda chiave che ci ha portato a questo post. Veniamo al dubbio difficile che abbiamo quando dobbiamo rivedere la nostra posizione religiosa, e dopo tanti anni siamo arrivati a pensare che non abbiamo decisamrente fatto la cosa giusta ed è venuto il momento di uscire. E adesso?

Cosa c'è dietro quella porta?

Risultati immagini per Non aprite quella portaLa propaganda delle pubblicazioni teocratiche ovviamente vi presenterà un sistema di cose dove troverete sicuramente tutti gli orrori che sono ben peggiori del film di Hooper. In realtà la questione è molto semplice voi che adesso mi state leggendo se vi alzate e andate ad aprire quella porta fisica che vi separa dal mondo, sapete cosa troverete? 

Nulla. 

Risultati immagini per desertoNon c'è niente la dietro nessuno che vi aspetta, nessuno che vi darà il benvenuto. Siete solo voi e il mondo esterno. Fuori cè il silenzio del deserto nessun amico, nessuna persona con cui confidarci nessuna attività da poter proporre. Siamo talmente soli che possiamo proporci come cavie per il viaggio su Marte. Questo potrebbe portare a sentimenti angosciosi di solitudine e di abbandono e questa cosa potrebbe condizionarci pesantemente. 

Perchè?

Mia suocera mi confidò io fuori non riuscirei a vivere. Se tutto quello che avete costruito nella vostra vita per decenni è stato condizionato dalla presenza dell'organizzazione, uscirne senza criterio sbattendo la porta da un momento all'altro, significa che davvero dobbiamo dare fondo a tutte le nostre risorse psicologiche per cercare di superare un salto che con molta probabilità non è alla nostra portata. Il paradosso della questione è quella di fare esattamente gli stessi errori che ci hanno portato ad abbracciare questa religione. Così come senza criterio abbiamo deciso di entrare spinti da chissà quale motivo egotistico, senza criterio decidiamo di uscire, ma questa è una coerenza che non ci salva. Il dramma che ci condanna è la nostra mancanza di criterio che applichiamo bellamente a tutte le nostre decisioni. Senza criterio senza la capacità di ragionare non troveremo mai una posizione che ci aiuti a dare un senso alle cose che facciamo e il brutto e che non stiamo dando onore alla cosa più importante che Dio ci ha donato la nostra vita. Siamo come quel canarino che esce dalla gabbia è viene mangiato dal gatto...


Se siete stati assidui in congregazione, vi ricorderete sicuramente le numerose parti fatte sul podio con la metafora della pentola applicata all'eredità del peccato adamico? Tralasciate l'applicazione specifica che mi da delle perplessità, la metafora però rimane vera ed è applicabile. Se abbiamo una pentola ammaccata, tutti i dolci che faremo avranno quel problema. Non è che se cambiamo ricetta le cose verrano meglio, alla fine della cottura avremo sempre quel problema. Prima di decidere quale nuovo dolce fare dobbiamo mettere a posto la pentola; se facciamo l'applicazione, siccome in questo caso la pentola siamo noi dobbiamo quindi non essere più ammaccati dalle nostre stupidità e imparare a ragionare a riflettere bene le cose che facciamo, perchè se apriamo quella porta, si potrebbe uscire e portarci dietro il problema, perchè siamo noi il problema. 




Uscire dall'organizzazione? Pensateci bene, poi però le cose nella vita devono essere fatte a modo non devono essere soluzioni rabberciate, non si deve rischiare di diventare un POMI e ad esempio continuare a frequentare questo blog o ancora finire nel gruppo social dei quasi 40000 mila exjw di Reddit (link). E' come continuare a prendere il metadone per liberarsi dalla tossicodipendenza. La separazione dall'organizzazione è emotivamente coinvolgente è come un lutto. Per uscire fuori da situazioni di questo tipo non si deve dimenticare ma metabolizzare la perdita. Siamo sicuri che se questo sistema non ci ha dato quello che speravano potremo continuare a confidare in Geova e ad essere fervidi nella preghiera solo lui sarà in grado di sostenerci e ci darà la forza per superare le prove in questo nuovo cammino.

 Un abbraccio ragazzi vi auguro tanto amore e tanta ironia.


23 commenti:

  1. Interessante serie di post.
    Il periodo di informazione tramite blog, libri, video ect.. credo serva proprio a questo. Aprire la porta e ed osservare cosa c'è fuori. Infine decidere se chiudersela alle spalle o rientrare.
    Credo che, convinti della propria verità, non ci sarà bisogno di ripetere a vita i concetti che ci hanno indotto a uscire dal varco e chiuderlo.
    Quindi aprire la porta e andarsene senza solide convinzioni penso sia deleterio.
    Una vita dentro non si rinnega con facilità, essendo programmati per ricercare specifiche conferme nella vita.
    Fraterni saluti,
    Truman

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    1. Ciao @Truman Smith le tue parole sono ragionevoli. Andarsene senza solide convinzioni non è deleterio ma è da sconsiderati. Questa masnada di personaggi che invocano la potatura dello schiavo malvagio sono degli spiritati che combattono contro dei matti. Che si ammazzino fra di loro

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  2. Sa di storia infinita, quando atreiu deve salvare tutto, ma per riuscirci, deve combattere contro il nulla.

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  3. Al riguardo ho trovato illuminante il post di Eric Wilson "Geova ha sempre avuto un’organizzazione?"

    (https://www.baruq.uk/has_jehovah_always_had_an_organization-it.html)

    Eric conclude con questo pensiero condivisibile

    "Geova si prende cura dei suoi fedeli servitori individualmente, non ci ama collettivamente ci ama individualmente, come un padre ama ciascuno dei suoi figli a modo suo"

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    1. "Geova ha sempre avuto un’organizzazione?"

      Se si... basterebbe chiedere: Perchè Russel allora non si unì a quella ma ne fondò una nuova?

      Se no...

      In ogni caso, qualquadra non cosa...

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  4. Eric Wilson è stato un'anziano per 40 anni e dopo aver scoperto le magagne dell'organizzazione e le scritture manipolate, ha cominciato a fare video su you tube, è stato disassociato per apostasia nonostante dimostrasse con le riviste e libri le incongruenze. I suoi video sono stati per me determinanti per dire basta e mettere fine alla Mia manipolazione mentale! Consiglio a tutti quelli che capiscono l'inglese di ascoltare tutte i suoi video perchè a me hanno aperto un mondo!

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  5. Brooklyngirl.lui ha aperto la porta ed è uscito.

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  6. Interessante e valevole il concetto di "sistemare prima la pentola".. infatti noto che molti pomo restano in realtà pomi, ovvero, fisicamente fuori, ma con la testa ancora dentro. Non nel modo che la sigla indica, cioè convinti che questa sia la verità, piuttosto con la testa continuamente rivolta all'organizzazione con rabbia (versione pomi2.0?) Lasciar andare il passato fa parte della guarigione, sarebbe impossibile dimenticarlo, ma la direzione da intraprendere è di accoglierlo come esperienza di vita, come parte del viaggio che li non si ferma ma va avanti!
    Un appunto: fuori non c'è il deserto. Ci sono persone, come ce ne sono dentro, né più, né meno.
    Consiglio di leggere il post di Eliseo:"come rinascere, parte 3" su tdg consapevoli. Troverete il link sulla colonna di destra.

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    1. E be Barnaba come dirti il deserto è ovviamente una metafora che vuole esprimere lo stato mentale e le sensazioni che provano tutti quelli che decidono di aprire la porta e uscire fuori. Se non fosse così se fuori non ci fosse il deserto non ci sarebbe bisogno di leggere un post “come rinascere 3” che è un manuale di sopravvivenza non ti pare?

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    2. Gatto di Schroedinger19 giugno 2019 alle ore 23:12

      il deserto sono anche le distanze, quelle che metti fra te e gli altri con la fuga in avanti della consapevolezza prima, e la presa di coscienza poi che l'universo non fa perno su di te, ne sulle tue scelte e soprattutto sulla tua "opera".
      Il deserto è prendere coscienza che sei poco altro che rumore di fondo e che un sistema inerziale assoluto di riferimento su cui misurare ogni cosa che fai non c'è.
      Il deserto è ridimensionarsi a granello di sabbia in mezzo alla duna in costante movimento e saperne accettare il disordine.
      Accettato questo, il resto è tutta discesa. In fondo c'è vita anche le deserto, basta saperla cercare

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    3. @Capitan Kirk, ci hanno convinti che fuori era il deserto, questo è come se ci avesse instillato l'agorafobia.
      Ecco perché possono essere utili post che aiutino a muovere i primi passi, una specie di percorso psicologico.

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    4. Non forzerei troppo il concetto del "fuori c'è il deserto". Forse è meglio immaginare che fuori c'è un altro mondo con condizioni fisiche diverse a cui abituarsi gradatamente. E' come passare da un ambiente sottoposto ad una determinata pressione ad un altro a pressione differente. Per far questo, per evitare deleteri effetti sull'essere umano, per passare dal primo ambiente ipotizzato all'altro, si transita attraverso la "camera di decompressione", ambiente che favorisce un passaggio meno traumatico. Ecco a cosa servono questi blog come il presente: a decomprimerci per poter poi mettere piede nell'altro ambiente. Giusto quello che dice il Capitano a riguardo del rimanere ancora a frequentare questi blog in futuro. Deve per forza arrivare il tempo in cui ognuno di noi, dopo un soggettivo periodo di adattamento, dovrà abbandonare la frequentazione di questi blog.
      Una cosa è certa. Almeno parlo per quel che mi riguarda. Il germe della consapevolezza, una volta che ha trovato terreno fertile nel nostro io interiore, non smette più di svilupparsi e riempire con le sue ramificazioni ogni spazio prima concesso alla vecchia inconsapevolezza. Ti rende sempre più alieno al mondo in cui si è vissuti sinora. Io frequento ancora le adunanze. Ma, a parte la piacevole compagnia di qualche caro fratello/amico, sento di non appartenere per niente a quel mondo. A volte sono proprio infastidito, a disagio, nell'ascoltare quello che viene pronunciato dal podio. Proprio non riesco più ad accettare una singola parola. Non voglio più vedere la pietà stampata sulla faccia di ipocriti pastori che vengono a chiederti come stai senza che vogliano ascoltare veramente la risposta. Non riesco più a fare un commento perchè, nonostante tutta la buona volontà che ci metto, non riesco a trovare una sola nota che risuoni alla frequenza delle mie corde. Il paradosso, per rifarmi al post di capitan Kirk, è che è proprio nella sala del regno che avverto un senso di desolazione e di deserto psicologico, e non il contrario. La verità è che si ha paura (per il momento), di "aprire quella porta" non per timore di quello che si troverà dall'altra parte, ma per i legami amicali e familiari che si andranno a compromettere irrimediabilmente. Ad oggi posso affermare che sto tollerando faticosamente la mia frequentazione alle adunanze solo ed esclusivamente per quest'ultima ragione addotta. Ma non so quanto ancora resisterò, visto che questa leva familiare fa perno sulla mia povera coscienza sempre più dolorante.
      Per anni mi sono sforzato di vivere una vita quanto più possibile coerente con le mie convinzioni. Perchè dovrei smettere proprio ora di farlo? Questo mi sta insistentemente chiedendo la mia coscienza, e per il momento faccio finta di non averla ascoltata.....

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    5. Caro Ieu io ne sto uscendo, anche se in punta di piedi, perchè forzare la mano mi creerebbe problemi sociali. Quello che tu stai provando l'ho provato anch'io. Discorsi di cui faresti a meno volentieri. Ragionamenti scontati, a volte sembrano studi biblici destinati a noi dell'uditorio. A volte i discorsi e gli studi sembravano coincidere. Si diceva , ma sono rammemoratori, ma di cui ne avrei fatto volentier a meno perchè ne avevo le tasche piene. Luce progressiva? Ma di cosa vanno parlando? Poi, l'atteggiamento spocchiso assunto dagli oratori che sembravano campeggiare sul podio. Discorsi già scontati che facevano capire in anticipo dove volevano andare a parare. Si, quelli che stai provando non è colpa tua ma è il deficit che c'è nella congregazione, la mancanza di "vero amore". Sventolato invece ai quattro venti, e tu ci hai creduto per tanti anni. Ma da un po di tempo a questa parte, non sei tu ad esserti ammalato ma l'associazione a cui appartieni, non ha più quel bel fiore all'occhiello di cui tanto si vantava in passato, l'amore distintivo. Auguri.

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  7. Si , vero ,è uscito ma anche se era qualche anno che non andava piu a nessuna adunanza, hanno fatto in modo di fargliela pagare, c'è il video dove lo hanno invitato ad un comitato giudiziario dove lui si è presentato con dei testimoni e loro si sono rifiutati di farlo entrare e quindi andando via lo hanno disassociato ugualmente per apostasia

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  8. BROOKLYNGIRL. Capitan_kirk introdusse l'ultima sua considerazione con una domanda "uscire dall'organizzazione? La separazione dall'organizzazione.....è come un lutto ".Entrare puoi entrare, con tanto di accoglienza in pompa magna,;ma non puoi uscirne con le ossa sane,.Se contesti, puoi avere tutte le ragioni che vuoi, ma sarai considerato un spostata, e come tale sarai trattato, solo per il semplice fatto che non hai ubidito alla direttiva. Prima di aprire la porta, pensiamoci molto bene.

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  9. io la porta l'ho aperta per entrare ma inconsapevole perchè avevo soltanto 11 anni e sono entrata mano nella mano con mia mamma , ne sono uscita a pezzi da quella porta perchè per quasi 50 anni ci ho creduto con tutta me stessa e ho dato me stessa , rinunciando a moltissime cose: Ne sono uscita da consapevole e sono più che convinta della mia scelta, sono inattiva da 3 anni e dopo aver elaborato il mio lutto , adesso sono serena finalmente.

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  10. cara sorella brooklyngrl come vedi qusto sito gestito da fratelli,che pongono dei temi interessanti da svolgere,informando ache la fratellanza di informazioni riservate ai soli anziani di congregazione,CO,e a livelli alt,WTS,CD, E VARI COMITATI ,DEGLI SRITTORI ETC.e noi samo invitati a esprimere le notre opinioni in merto all'argomento,includendo ache delle esperienze personali,è vero avvolte andiamo fuori tema, oci esprimiamo nella maniera non corretta , allora ,come si fa ina vera famiglia dve tutti i cmponenti sono importanti in egual misura,come in una famiglia con diversi figli non avrà preferenze per un figli che per un altro ,ma cercherà di aiutare ogni singolo figlio secondo il suo bisogno,perchè desidera che tutti i suoi figli siano felici in egual misura. tranquilla nessuno in questo blg si sente nè padre ne madre di nessuno ,e questo ci fa sentire a nostro agio,e come libri aperti facciamo conoscere i nostri pensieri ,anche tu l'ho hai fatto.A 11 anni eri ancora una bimba unsuggerimento è che non ndbbiammo abbaterci più di tanto matteo 24:13.sappi che in questo blog ci sno sia fratelli e sorelle che ti vogliono un gran bene e tengono in alta considerazione ciò che scrivi,un caro saluto fraterno,e continua a commentare.

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  11. Il deserto... concetto interessante. Il deserto è dove si è ritirato Gesù a digiunare e pregare. Non è necessariamente un luogo di morte e desolazione, può essere un luogo di raccoglimento e ritiro spirituale. Un luogo di straordinaria bellezza all'alba ed al tramonto. Uno spettacolo sconfinato la notte. Il deserto è un luogo ricco di simbolismi e spesso va attraversato (come dagli ebrei che vi vagarono 40 anni per arrivare alla terra promessa). Forse si fuori c'è un deserto da attraversare per arrivare da qualche parte

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    1. Vero tranquillo... il deserto potrebbe anche diventare una risorsa.

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    2. Non c'è deserto più grande di una finta oasi.

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    3. https://osservatoreteocratico2.blogspot.com/2019/05/informe-e-deserta-tohu-wavohu.html?m=1

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  12. Aprire una porta non necessariamente deve essere il nulla. Potrebbe essere invece una vita nuova. Uscire da un luogo permeato da un gruppo di persone che si atteggia a comandare su altri di per sè prevede una forma di subordinazione. Quindi, ubbidire a chi? A degli uomini? Per giunta falsi? Non dimentichiamo che nella nostra vita dentro questa organizzazione siamo comunque cresciuti, e questo vuol dire che abbiamo fatto esperienza ed un carico di conoscenza, buono o brutto che sia ce l'abbiamo. Quindi uscendo, anche se ci sentiamo defraudati del tempo perso, Affrontiamo la vita per quella che è, magari non prestando più quella fede e lasciandola in mano ad esseri umani che pretendono di avere la verità. Affermazioni del genere non portano da nessuna parte e come si dice anche in questo blog le esperienze negative dicono molto su che sorta di insegnamenti vi sono. Lasciare una associazione del genere, per molti è il solo modo di liberarsi da un condizionamento durato anni. Tuttora molti credono in quella fine suonata dalla WTS periodicamente, per inculcare nel credente il cambiamento. Ma Gesù Cristo parlò esclusivamente della fine? Non fu un soggetto marginale della sua predicazione? Ma la WTS ne ha fatto il suo cavallo di battaglia con annesso il 1914, che adesso non fa colpo più su nessuno.

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Grazie per il commento.