giovedì 7 marzo 2019

Per un pugno di ceci

Questa storia ha davvero dell'incredibile. I protagonisti di certo non sono i tradizionali eretici, e quindi non possiamo certo identificarvi problematiche spirituali. Qui si parla infatti non di scomunica per peccati di fede, ma per un semplice pugno di ceci. Raccontiamo questa storia non per prendere in giro meramente i nostri amici cattolici ma per capire gli effetti devastanti di un provvedimento spirituale come la disassociazione (la scomunica ha le stesse basi scritturali) quando viene utilizzato da persone che non mettono al primo posto Geova Dio. Ma veniamo alla storia 

"Questa vicenda è finita negli annali storici della Sicilia diventando la famosa “controversia liparitana”, scoppiata nel 1711 proprio nella più grande delle isole Eolie. Quello che accadde, brevemente, è che due incaricati di mons. Nicolò Tedeschi, vescovo di Lipari, dovendo vendere dei ceci ricavati dalle decime riscosse dalla chiesa, si recarono nella piazza del mercato allestendo una piccola bancarella. Visto ciò, i catapani (cioè gli esattori fiscali) si recarono dai venditori per chiedere il pagamento della tassa di esposizione, corrispondente ad una piccola parte della merce esposta (per l’appunto un pugno di ceci). Nonostante le proteste iniziali, e visto l’esiguo ammontare della tassa, i due incaricati decisero di pagare, riferendo tuttavia la vicenda al vescovo. Messo al corrente, quest’ultimo andò su tutte le furie e chiese l’immediata restituzione del “maltolto”, in quanto il frutto delle decime non poteva essere tassato dallo stato.
 Benché la questione fosse controversa (perché la tassa non era stata imposta sulle merci bensì sullo spazio espositivo), i giurati fiscali mandarono a chiamare gli esattori convincendoli a restituire i ceci, e quelli obbedirono. Tuttavia la questione non finì là. Esaltato da questa piccola vittoria, il vescovo decise di rivalersi pesantemente, per attestare la superiorità della Chiesa, e scomunicò i malcapitati catapani, dichiarandoli anche vitandi (ovvero inavvicinabili, pena la scomunica di chiunque si avvicinasse a loro).
 Ritrovandosi improvvisamente “appestati”, i poveri esattori decisero di fare ricorso al Giudice della Monarchia, il quale li assolse, in virtù della Apostolica Legazia che equiparava il monarca al Papa per quanto riguardava le questioni religiose nel regno di Sicilia.
 Da qui la bazzecola iniziale si trasformò in un vero putiferio. Il vescovo fece ricorso a tutti i suoi poteri, causando l’ira del viceré che lo fece addirittura incarcerare, la questione arrivò sino al Papa Clemente XI, che decise di annullare l’assoluzione confermando la scomunica e causando, di conseguenza, uno smacco al potere regio in Sicilia. Insomma la “guerra dei ceci” durò per molti molti anni, coinvolgendo i più grandi esperti e giuristi dell’epoca in un effetto valanga che si protrasse incredibilmente a lungo.

 Cambiarono le dinastie: il regno di Sicilia in pochi anni passò dalla corona spagnola (prima gli Asburgo di Spagna, poi ai Borbone di Spagna), ai Savoia, agli austriaci (Asburgo d'Austria), ai Borbone di Napoli, ma il contrasto continuò e fu appianato solo dopo molti anni. Persino nel Sillabo rimase una eco delle antiche discussioni "regaliste" e una proposizione espressamente condannava l'appello per abuso."

Questo è quello che è accuto nei secoli scorsi. Perchè ci interessa? Perchè non trovate anche voi somiglianze con l'ostracismo teocratico che utilizziamo nelle congregazioni? Ora il 1700 Italiano non è esattamente il solito di quello oltreoceano ma sono convinto che in entrambi i casi ci fossero tante caratteristiche comuni. Specialmente per quanto riguarda il sentimento religioso. Probabilmente il "nuovo mondo" è stato preso d'assalto da quella parte religiosa prevalentemente protestante che l'ha pesantemente condizionato.  Ora possiamo anche fare dei distinguo ma è mia convizione sostenere che solo le differenze dogmatiche siano una sorta di unica etichetta che distinuge persone che alla fine si comportano sostanzialmente nello stesso modo.


Rif web
www.palermoviva.it

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