Questo è il tema del secondo di due articoli Torre di Guardia di Aprile 2017 (edizione
per lo studio) dedicati al tema della giustizia. Lo scopo dichiarato
per tutti e due articoli nella premessa della rivista è il seguente:
“Quando pensiamo
di aver visto o subìto un’ingiustizia, la nostra fede, la nostra
umiltà e la nostra lealtà potrebbero essere messe alla prova. In
questi articoli esamineremo tre episodi biblici che ci aiuteranno ad
avere lo stesso concetto di giustizia che ha Geova”.
Gli episodi biblici
presi in esame sono: quello di Giuseppe, quello della famiglia di
Nabot calunniato e ucciso da Acab per prendergli la vigna, e poi
quello dell’apostolo Pietro per il suo comportamento ipocrita. Lo scopo reale però,
è ben diverso da quello dichiarato, basta leggere bene la premessa
“Quando pensiamo di aver visto o subìto un’ingiustizia...”.
Perché non è stato
scritto “quando abbiamo visto o subìto un’ingiustizia”?
Scrivere in questo
secondo modo legittimerebbe l’esistenza di una ingiustizia reale
che di conseguenza provoca una reale rabbia e una reale necessità
di intervento da chi ne ha facoltà. La frase della
premessa invece, permette un interessante giochino in entrambi gli
articoli, fatto ai danni di chi vede o subisce un trattamento
ingiusto, ovvero la ripetizione ipnotica dei concetti che riporto
letteralmente di seguito e che trovate disseminati nei vari
paragrafi:
- Come reagiremmo se
pensassimo di essere stati vittime di qualche ingiustizia…
(leggi: è la tua immaginazione)
- Quando si
verificano situazioni del genere, che peraltro sono rare…
- ...potremmo
erroneamente concludere (leggi: è la tua immaginazione) che
nella congregazione sia stata fatta un’ingiustizia a noi o ad
altri.
- il nostro modo di
vedere le cose risente dell’imperfezione o perché non
conosciamo tutti i fatti (leggi:
è la tua immaginazione e sei tu l’ingiusto se ti arrabbi)
- Se pensiamo di aver subìto un’ingiustizia (leggi: è la
tua immaginazione) , dovremmo stare attenti a non fare pettegolezzi.
(leggi: sei tu l’ingiusto se ti arrabbi)
-potremmo renderci conto che in realtà non siamo stati vittime
(leggi: è la tua immaginazione) di un’ingiustizia.
- faremmo bene a ricordare che parlare di qualcuno in modo offensivo
(leggi: sei tu l’ingiusto se ti arrabbi) non migliorerà la
situazione
-lasciamo che sia Geova a intervenire (leggi: ma lui non lo
farà perché tutti pensano sia la tua immaginazione)
- In rare occasioni, potrebbe capitare a noi o a qualcuno che
conosciamo di vedere o subire quella che sembra un’ingiustizia
nella congregazione
- Vedremo inoltre in che modo essere pronti a perdonare quando
assistiamo a un’ingiustizia nella congregazione ci permette di
rispecchiare la giustizia di Geova. (è il girarsi dall'altra
parte, non il fare qualcosa, se possiamo, che ci rende giusti)
- In questo caso, l’umiltà li avrebbe protetti: li avrebbe
aiutati a non smettere di servire fedelmente Geova (leggi: continua a
fare tutto come prima e zitto altrimenti non sei umile), consapevoli
del fatto che per Dio non è possibile agire ingiustamente. (leggi: è
solo la tua immaginazione)
- Questo significa che, quando emette un giudizio, Geova tiene in
considerazione fattori a noi sconosciuti. (leggi: sei tu
l’ingiusto se ti arrabbi)
- Come reagiremmo nel caso in cui gli anziani prendessero una
decisione che non capiamo o non condividiamo? (leggi: sei tu l’ingiusto se ti arrabbi)
- In primo luogo, l’umiltà ci porta a riconoscere che non
abbiamo il quadro completo della situazione. (Nemmeno se la cosa
riguarda te e conosci tutto, è solo la tua immaginazione)
- Questa consapevolezza ci spingerà a essere umili, a
riconoscere i nostri limiti e a modificare il nostro punto di
vista (l’ingiustizia non cambia, ma tu devi farlo: è solo la tua
immaginazione)
- aspettare con sottomissione e pazienza che sia Geova a porre
rimedio alla situazione (leggi: continua a fare tutto come prima e
zitto altrimenti non sei umile)
-E si spera che nessun fratello abbia inciampato per l’errore
commesso da quell'uomo imperfetto. (leggi: presa per il …. tanto
era lui l’ingiusto se si è arrabbiato)
- saremmo capaci di aspettare pazientemente che sia il capo
della congregazione, Gesù, a occuparsene (leggi: ma lui non lo farà
perché tutti pensano sia la tua immaginazione)
- e se un fratello che ha sbagliato nei nostri confronti continuasse a
servire come anziano o ricevesse ulteriori privilegi, riusciremmo a
essere felici per lui? (Leggi: preparati oltre al danno pure alla
beffa)
- dobbiamo essere determinati a rispecchiare il senso di giustizia che
ha Geova, riconoscendo con umiltà i nostri limiti e perdonando
generosamente chi sbaglia nei nostri confronti. (Nemmeno se la cosa
riguarda te e conosci tutto, è solo la tua immaginazione, sei tu
l’ingiusto se ti arrabbi)
Dopo siffatti articoli il proclamatore medio viene portato a dubitare
di se, dei propri occhi e delle proprie facoltà mentali, se vede o
subisce un’ingiustizia. Se si arrabbia, non è l’ingiusto che sbaglia, è la vittima che
non è umile e pronta a perdonare. Perciò sii sempre sorridente e non modificare di una virgola il tuo
impegno teocratico, altrimenti non sei paziente e anche se ci sono
prove inoppugnabili dell’errore stai zitto, altrimenti diventi un
calunniatore. Aspetta Geova che beninteso non farà nulla, visto che
nessuno di noi avendone le facoltà, si fa’ usare come suo
strumento. Se il senso di “giustizia” di Geova è veramente quello
illustrato e praticato dalla WTS – JW.org, non meravigliamoci se poi si diventa atei.
Questo è un JW.org Effect!
( Post di Gamma Forum Osservatore Teocratico 2017-06-24 15:42:31 )