ATTI 15:29 – Russell, il Concilio di Gerusalemme e il sangue
La Società Torre di Guardia moderna applica Atti 15 alle trasfusioni, ma Russell insegnava qualcosa di radicalmente diverso:
• Il decreto era culturale, non dottrinale.
• Non riguardava l’uso terapeutico del sangue.
• L’amore è il compimento della Legge.
•Le prescrizioni erano per armonia comunitaria, non categorie morali assolute.
Testo integrale di Russell tradotto (Watch Tower, 15 aprile 1909, pp. 116–118 e 4374) e commento teologico. Si tratta di parole che NON sono riportate in epoca moderna dalla Watchtower facendo credere che Egli a questo proposito avesse lo stesso identico intendimento.
“La stagione di pace e prosperità, la crescita nella conoscenza e nel numero della prima Chiesa fu seguita da un periodo di contese e discussioni ad Antiochia. Paolo e Barnaba erano tornati dal loro viaggio missionario e riferirono alla congregazione che aveva finanziato la loro missione. Insieme — loro, la Chiesa e i loro missionari — si rallegrarono del loro servizio comune a favore dei Gentili. L’opera, infatti, prosperava ovunque.
Poi giunsero da Gerusalemme, quartier generale della Chiesa, alcuni fratelli, ebrei di nascita, che, accorgendosi che i cristiani provenienti dai Gentili ignoravano la circoncisione, sollevarono una grande controversia su questo punto. Essi sostenevano che la circoncisione non poteva salvare senza Cristo, ma neppure la salvezza di Cristo sarebbe stata efficace senza la circoncisione. Le menti di molti furono turbate, e per un certo tempo sembrò probabile una divisione nella Chiesa.
Ma prevalse un consiglio migliore, e i cari fratelli Paolo e Barnaba furono inviati a Gerusalemme come delegazione per consultarsi con gli apostoli e gli anziani che si trovavano lì. La nostra lezione racconta di questa conferenza e dei suoi risultati.
Osserviamo, incidentalmente, la saggezza dimostrata da questi primi cristiani: essi avevano “lo spirito di una mente sana”. Avevano grande fiducia in Paolo e Barnaba e riconoscevano che, attraverso il loro ministero, avevano già ricevuto grandi benedizioni dal Signore — fatto che contraddiceva l’idea che non potessero essere considerati degni del favore divino senza la circoncisione.
Essi agirono saggiamente considerando che la volontà del Signore era definitiva e che la Sua volontà sarebbe stata indicata attraverso gli Apostoli, dei quali il nostro Signore aveva detto: “Qualunque cosa legherete sulla terra sarà legata in cielo, e qualunque cosa scioglierete sulla terra sarà sciolta in cielo.” Quegli apostoli, dunque, potevano essere attesi come coloro che conoscevano la volontà divina e che potevano consigliare se la circoncisione fosse ancora un obbligo per i Gentili come lo era per gli ebrei, oppure se essi fossero sciolti da quell’obbligo precedentemente posto su tutto il popolo di Abramo.
Il Concilio di GERUSALEMME
La gentile deferenza degli Apostoli gli uni verso gli altri, durante la conferenza, è molto evidente dal racconto. È anche notevole che essi basarono le loro conclusioni su ciò che trovarono scritto nelle Scritture (l’Antico Testamento) e sulle loro esperienze con la provvidenza divina. Gradualmente, per diversi anni, la verità era diventata sempre più chiara per loro: che il particolare favore di Dio verso gli ebrei aveva lasciato il posto a un favore generale verso persone di ogni nazione, così che chiunque, ovunque, credesse nel Signore, accettasse le Sue promesse e consacrasse la propria vita in armonia con esse, potesse d’allora in poi godere degli stessi privilegi e vantaggi dei credenti di nascita ebraica.
Essi conoscevano il rapporto di patto tra Dio e la nazione ebraica, e ci volle tempo perché si convincessero che il programma divino era avanzato di un altro passo.
Allo stesso modo, alla fine di quest’età, molti comprendono che solo un “piccolo gregge” è stato chiamato e ha risposto, sacrificandosi sotto l’attuale alta chiamata. È difficile per costoro comprendere che un cambiamento di dispensazione è imminente e che Dio intende completare l’opera di quest’età per gli “eletti” e inaugurare una nuova opera nella nuova età per i non eletti, a beneficio di “tutte le famiglie della terra”.
LE CONCLUSIONI DELLA CONFERENZA
Le conclusioni della conferenza ci vengono presentate in poche parole: per quanto riguarda Dio, Egli aveva riconosciuto i credenti di origine gentile mediante il Suo santo Spirito, proprio nello stesso modo in cui aveva riconosciuto i credenti di origine ebraica, “e non fece alcuna distinzione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede” (Atti 15:9).
Che altro si poteva chiedere?
E questi Gentili avevano ricevuto tutto questo favore di Dio senza essere sottoposti al giogo dell’Antico Patto della Legge. Perché — chiesero saggiamente — dovremmo imporre loro un giogo che Dio non ha imposto?
Essi riconoscevano che il Patto della Legge era un giogo, un giogo pesante, così pesante che né loro né i loro padri erano stati capaci di portarlo. Cristo li aveva liberati dal giogo della Legge. Perché imporlo ai fratelli ai quali il Signore non lo aveva mai dato?
Più ancora: riconobbero che, in un certo senso, i Gentili, essendo liberi dalla Legge e non avendo mai portato quel giogo, si trovavano in una posizione persino superiore. Da ciò la dichiarazione:
“Noi (Ebrei) crediamo che saremo salvati mediante la grazia del Signore Gesù Cristo, proprio come loro (i Gentili).”
Nota importante
Come vedi, Russell:
Questo documento dimostra che la dottrina attuale dei TdG sulle trasfusioni NON deriva da Russell e NON deriva dal testo biblico.
Post di Stefano Greco

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