C'era uno spettacolo televisivo diversi anni fa che si chiamava "Il grande bluff" il protagonista un attore piuttosto sgamato effettuava dei veri e propri raid all'interno di trasmissioni televisive nazionali con il beneplacito consenso o meno del conduttore del programma. In una delle più esilaranti puntate il protagonista era diventato l'amante trans di un altro invitato. Dopo aver simulato un'operazione chirurgica per soggiacere alle volontà del partner diede la colpa al conduttore per averlo indotto a quella scelta.
Con mia moglie ricordiamo spesso le puntate di quel piccolo spettacolo televisivo e in particolare la storia surreale.
Continueremo a parlare di un altro grande bluff quello citato nel post precedente dove abbiamo visto come nel 1950 la WT tentasse di giustificare la commistione di date storiche 607 537 1914.
Come abbiamo notato le giustificazioni che legavano queste date in quell'articolo erano davvero tirate su con gli elastici e facilmente impugnabili. Adesso vedremo o meglio prenderemo in considerazione un articolo più recente che è stato scritto 58 anni dopo e che doveva mettere sopra una pietra definitiva nel pasticciaccio cronologico che si è creato riguardo queste date. Nel 2011 è comparso il primo di una serie di due articoli dal titolo "Quando fu distrutta l’antica Gerusalemme? Parte I Perché è importante saperlo, cosa dimostrano le prove" (link)
Ora come è facile comprendere già il titolo è un programma. L'intenzione sembra proprio quella di arrivare ad analizzare finalmente le "prove". Come per il post precedente ci concentreremo sui contenuti analizzandone le spiegazioni se queste saranno davvero esplicative in grado di dimostrare che la distruzione di Gerusalemme si avvenuta il 607 e non il 587.
Il sottotitolo spiega meglio la dichiarazione di intenti di questi articoli
Questo è il primo di due articoli pubblicati consecutivamente sulla Torre di Guardia che prendono in considerazione domande poste da alcuni lettori sull’esatta data di distruzione dell’antica Gerusalemme. Le risposte fornite si basano sulla Bibbia e sono frutto di attente ricerche.
“Storici e archeologi generalmente collocano la distruzione di Gerusalemme nell’anno 586 o 587 a.E.V.* Perché i testimoni di Geova dicono che sia avvenuta nel 607 a.E.V.? Su cosa si basa questa affermazione?”
Iniziamo con le considerazioni iniziali che tentano di giustificare il "particolare" interesse che la WT presta a queste profezie. Come vedete c'è sempre la tecnica "lo chiedo per un amico" perchè immaginiamo la questione per tanti fratelli è dirimente. Leggiamo quali sono le motivazioni di questo articolo
- Innanzi tutto perché quell’evento fece da spartiacque nella storia del popolo di Dio
- In secondo luogo, conoscere l’anno preciso in cui iniziò “la catastrofe” e capire come il ripristino della vera adorazione a Gerusalemme adempì una specifica profezia biblica accrescerà la vostra fiducia nell’attendibilità della Parola di Dio.
Avete già notato qualcosa? Nella prima motivazione non si capisce quale spartiacque si faccia riferimento perchè erano secoli che Israele c'erano sovrani fantoccio che barcamenavano saltellando fra adorazioni non accettate da Geova. Il tempio era l'unica espressione politica unificante del popolo e i Babilonesi lo distrussero per quel motivo e posero fine alla lunga agonia. La presenza del tempio in Israele era un tentativo del governo teocratico di uniformare la fede religiosa di quelle tribu che con le unghie tentavano di sopravvivere schiacciate fra poteri molto più grandi e importanti di loro.
Nella seconda motivazione si parla di una profezia biblica. La profezia citata da Geremia nel suo libro omonimo che possiamo leggere in Geremia 29:10
10 “Questo infatti è ciò che Geova dice: ‘Quando saranno passati i 70 anni in Babilonia, vi rivolgerò la mia attenzione+ e manterrò la mia promessa riportandovi in questo luogo’.+
Ebbene come avete notato è stato completamente tralasciato e dimenticato fra le motivazioni quelle che legano il particolare interesse di noi Testimoni di Geova diamo a questa data. Esso è infatti l'unico riferimento biblico specifico che l'immaginifico universo parallelo degli scrittori di Torre di Guardia vedono la venuta di Gesù Cristo nel 1914 ( vedi ad esempio il link). In questo articolo e in quello successivo come noterete si "dimentica" di questo non indifferente dettaglio. Forse l'intento è quello di nascondere volutamente un aspetto che potrebbe compromettere la natura stessa di questo studio? Forse ci si vergogna di mettere insieme uno studio "serioso" con uno molto più traballante come quello relativo alla interpretazione delle 70 settimane? Forse è l'inzio di un nuovo futuro intendimento che rivedrà completamente la profezia delle 70 settimane?
Oltrepassiamo questo primo aspetto e andiamo avanti. Come abbiamo visto Geremia emette questa profezia poco prima che l'Assiria con Nabucodonosor non decida di invadere definitivamente i territori di Israele Geremia secondo il Perspicacia leggiamo riguardo al profeta Geremia:
ricevette l’incarico di profeta da giovane, nel 647 a.E.V., 13° anno del regno di Giosia re di Giuda (659-629 a.E.V.).
Secondo la cronologia ufficiale veniamo a conoscenza che il profeta visse durante il regno degli ultimi re di Giuda: Giosia (640 a.C.-609 a.C.) e Jehoahaz (609), Jehoiakim (609-598 a.C.), Jehoiakin (598-597), e Sedecìa (Sedechia) (597 a.C.-586).
Per chi ha letto il libro di Geremia avrà sicuramente notato che il dettaglio espresso dei 70 anni nella scrittura citata non sia un dettaglio non marginale. I riferimenti a questi 70 anni per lo studioso teocratico della WT non sono solo quelli nella scrittura espressa di Geremia 29:10, ma anche quelli espressi in Geremia 25:11
Geremia 25:11
Tutto questo paese sarà ridotto in rovina e diventerà qualcosa di cui inorridire, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per 70 anni”’.+
In Geremia 25:12 leggiamo infatti
12 “‘Ma quando saranno passati questi 70 anni+ chiederò conto* al re di Babilonia e a quella nazione del loro errore’,+ dichiara Geova, ‘e renderò il paese dei caldei una terra desolata per sempre.+
Riguardo a questo versetto seguendo il ragionamento del paragrafo due "senza minimamente citarlo" il piratone teocratico nella sua diatriba esegetica si esprime a riguardo.
Invece di parlare di 70 anni “a Babilonia”, molte traduzioni dicono “per Babilonia”. (Nuova Riveduta [NVR])
Guardate la curiosità questa frase appena letta, fa parte di un sottotitolo "70 anni per chi" ben guardandosi però dal citare il versetto implicato. In pratica il paragrafo spiega il significato di un versetto senza citarlo e senza farne un minimo di analisi. Le traduzioni bibliche tradizionali infatti traducono
Geremia 29:10: “… quando settant’anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo”
Ora capirete bene che l'assunto dei significati risulterebbe pesantemente compromesso se il soggetto dei 70 anni passasse da un riferimento "punizione di Israele" ad un altro "il regno di Babilonia". Ma ora potrebbe essere immaginabile che Dio il supremo dell'universo poteva pensare di creare una visione cosmogonica dei tempi soggiogandola ad un pasticcio interpretativo su una preposizione? Vi pare credibile? Il riferimento di questi 70 anni anni non è l'unico in Geremia ma compare anche in II Cronache 36:21, dove leggiamo
Si adempirono così le parole di Geova pronunciate da Geremia,+
fino a quando il paese non ebbe scontato i suoi Sabati.+ Tutti i giorni in cui il paese rimase desolato osservò il Sabato, fino al compimento di 70 anni.+
Anche in questo versetto non si parla di alcun riferimento esplicito al tempio sebbene ce ne fosse la possibilità. Anzi come si può notare la desolazione del paese era formale non sostanziale tanto che si fa notare che c'era comunque una comunità più o meno consistente che continuava ad osservare il Sabato. Ora se Dio avesse stabilito davvero una funzione spazio tempo che legasse la data della distruzione del tempio di Gerusalemme con la sua venuta nel 1914 non avrebbe fatto in modo ad esempio che in questo versetto si spiegasse semplicemente quando sono iniziati? Se il supremo Dio non ha ritenuto necessario che ci arrivasse questa informazione? Ci sarà un motivo?
Continuiamo nella analisi degli articoli e veniamo un po' al fulcro della questione.
Abbiamo il primo sottotitolo "Quando iniziarono i 70 anni" dove come era facile immaginare lo storico teocratico talebano non è in grado di trovare alcun riferimento storico che possa legare i 70 anni con il 607. Tanto che finisce il paragrafo con la sconfortante frase.
Ma che anno era? Per rispondere dobbiamo vedere quando finì quel periodo.
Ecco qua lo studioso teocratico finisce il paragrafo con una ammissione sconcertate. Ora notate cosa accade nel paragrafo successivo. Ad un certo punto compare un link
In questo link troverete questi riferimenti. Che bello finalmente abbiamo delle prove storiche che ci aiutano a comprendere quando finirono i 70 anni di desolazione. In realtà si parla della data che vede la distruzione dell'impero Babilonese. Come potete notare il paragrafo parla di conferme ma non con la scrittura biblica ma di conferme incrociate fra tavolette che definiscono l'anno che Ciro conquisto Babilonia. Anche se non è uno studio molto rigoroso però ha un senso.
▪ Antiche fonti storiche e tavolette cuneiformi: Diodoro Siculo (ca. 80-20 a.E.V.) scrisse che Ciro divenne re di Persia durante “il primo anno della cinquantacinquesima Olimpiade”. (Biblioteca storica, IX, 21) Quell’anno fu il 560 a.E.V. Lo storico greco Erodoto (ca. 485-425 a.E.V.) afferma che Ciro fu ucciso “dopo aver regnato 29 anni”, il che ne collocherebbe la morte durante il trentesimo anno di regno, nel 530. (Le Storie, I, 214) Tavolette cuneiformi indicano che Ciro regnò sul territorio babilonese per nove anni prima di morire. Quindi, se torniamo indietro di nove anni rispetto al 530, anno della sua morte, arriviamo al 539. Fu allora che Ciro conquistò Babilonia.
La conferma di una tavoletta cuneiforme: Una tavoletta astronomica babilonese d’argilla (BM 33066) conferma che Ciro morì nel 530. Anche se contiene alcuni errori sulle posizioni astronomiche, la tavoletta riferisce di due eclissi lunari che dice siano avvenute nel settimo anno di Cambise II, figlio e successore di Ciro. Secondo gli studiosi, tali eclissi furono visibili a Babilonia il 16 luglio 523 e il 10 gennaio 522. Questo colloca l’inizio del settimo anno di Cambise nella primavera del 523 e, di conseguenza, il suo primo anno di regno nel 529. L’ultimo anno di Ciro sarebbe quindi stato il 530 e il suo primo anno di regno a Babilonia il 539.
Ora con queste premesse possiamo immaginare che troveremo prove che in qualche modo confermano l'invasione dell'esercito babilonese e la relativa distruzione del tempio. Bene lo studioso teocratico si è accorto che non si fanno i conti senza l'oste e così ha scoperto che le datazioni cronologiche non si fanno facendo somme o sottrazioni degli eventi che non si controllano prendendo spunto da sommarie interpretazioni bibliche. Così contraddicendo le prove storiche appena presentate per il 537 il nostro storico teocratico inizia una vera e propria attività di debunker cercando di smontare criticando quelle stesse prove che a pocanzi utilizzato per dimostrare la credibilità del 537!!!
In primo luogo inizia con un sottotitolo "Quanto sono accurati gli storici classici?". Così inizia a demolire la credibilità degli storici del periodo classico elencando i problemi di datazione in cui sono incappati. Vengono così citati Beroso, Poliistore, Giuseppe Flavio e Tolomeo. Il concetto espresso per semplificare è quello di dire, siccome nei loro resoconti ci sono errori essi non possono essere utilizzati come riferimento.
Già da questo capiamo il tentativo del nostro storico teocratico di barare anche in modo vergognoso mi verrebbe da dire. Un considerazione di questo tipo come quella di trovare errori di datazione degli storici potrebbe solo essere presa in considerazione da chi non fa lo storico. Solo un folle potrebbe mettersi li e fare delle datazioni cronologiche di quel periodo senza tenere conto del contributo di questi scrittori dell'epoca.
La domanda da inetto è quella che leggiamo nella nota sottostante: "Se questi storici sono attendibili, perché sono in disaccordo?". Io credo che se ad un qualsiasi esame uno studente ponga una questione di questo tipo posso solo immaginare il tipo di defenestrazione che può avere seguito.
Ad esempio su Beroso lo studioso teocratico si accanisce senza molti fronzoli con una citazione di illustri sconosciuti che metterebbero gli scritti della "Storia di babilonia" scritta da lui, nemmeno come zeppa di una tavolino traballante. Ora non conosco Beroso ne i suoi scritti e ma un approccio di questo tipo su uno scrittore del primo secolo avanti era volgare, per me rende l'articolo stesso inaffidabile.
Per lo studioso teocratico l'approccio è sempre quello arrogante e presuntuoso illuminato di dire io conosco tutto e so le cose come stanno mentre voi siete persone del mondo infedeli e fra breve sarete distrutti.
Poi l'articolo parla del canone di Tolomeo e anche qui il nostro studioso teocratico cerca di distruggere la credibilità di Tolomeo. Trova qualche riferimento che potrebbe aiutarlo ma ovviamente non può esagerare senza rischiare di essere stroncato dalla critica. Alla fine può riconoscere solo che Tolomeo a omesso di identificare le datazioni di qualche re o principe che magari invece nelle tavolette compaiono. Per questo fattore la sentenza finale è:
Ma, viste le sue omissioni, dovrebbe essere considerato esatto dal punto di vista cronologico?
Secondo lo storico teocratico Tolomeo non dovrebbe essere utilizzato come riferimento semplicemente per le omissioni che sembrano trapelare dagli scritti. Un po' come dire siccome Geova non ci ha fatto le branchie è un dio inaffidabile. Anche in questo caso un palese giudizio di una superficialità disarmante.
Ma questa è un po' l'arringa generale dello storico teocratico "le omissioni". In pratica lo studioso teocratico riconosce che la storia tradizionale ha un fondamento siccome il resoconto finale è quello di far intercorrere due eventi che farebbero venire meno l'interpretazione profetica ci devono essere elementi storici che ancora non conosciamo (e nel particolare la speranza che esista qualche re che non è stato scoperto e che magari ci permette di aggiungere i 20 anni che mancano per raggiungere il 607).
In tutto l'articolo seguente è stato redatto in modo da screditare tutto e tutti senza portare nessun tipo di considerazione fattiva se non quello di dover dimostrare a tutti i costi che il 607 è la data di distruzione di Gerusalemme. La disperazione è tale che ad un certo punto leggiamo
Come detto, le lacune nella storia presentata dalle Cronache babilonesi inducono a pensare che queste non siano un resoconto cronologico completo.10
Con questa frase che cosa dobbiamo concludere? Il ragionamento è un po' questo, siccome ci sono delle discordanze, questo fa pensare che non ci sia un resoconto cronologico completo, allora cosa dobbiamo fare? Lo dobbiamo inventare e fare finta che esista? Così ad esempio per lo studioso teocratico in Babilonia studiavano il cielo e si segnavano eventi celesti che lascia davvero stupefatti. Ora sentite come lo storico teocratico giudica la tavoletta astronomica babilonese.
Anche se in una certa data ci fu effettivamente un’eclissi, non si può dire con certezza che pure le informazioni storiche che lo scrittore della tavoletta mise in relazione con quella data siano accurate.
A me risulta palese il tentativo neanche tanto malcelato di demonizzare lo studio acritico di tante persone che hanno fatto quello che il nostro storico teocratico non sta facendo. Analizzare i fatti che ha. La serie di articoli termina in questo modo.
Gli esperti hanno più volte messo in dubbio l’accuratezza biblica. Ma spesso la scoperta di nuovi elementi non ha fatto altro che confermare ciò che dice la Bibbia.* Coloro che la ritengono degna di fiducia hanno buoni motivi per farlo; ci sono infatti valide prove che dimostrano la sua accuratezza storica, scientifica e profetica. Questo li porta a concludere che è davvero ciò che dice di essere: l’ispirata Parola di Dio.
Ecco come si finisce per buttarla in caciara. Il problema dello storico teocratico è che sta vedendo il cielo con il cannocchiale rovesciato. Gli astri del cielo si vedono lo stesso ma essi risulteranno molto ma molto più lontano di quello che in realtà lo sono. Far diventare il 607 un atto di fede condizionato per altro da elementi interpretativi che possono essere benissimo giustificati in altri modi lascia veramente esterrefatti.
Ma poi ragioniamo un attimo se con quel stesso metro di misura con cui l'organizzazione giudica l'attendibilità di scritti e di persone storiche si giudicasse questa organizzazione con tutti gli errori le correzioni le rivisitazioni, gli adempimenti profetici. Che tipo di attendibilità si potrebbe dare? Dobbiamo davvero metterci li e giudicare questa organizzazione ad esempio per tutte le interpretazioni profetiche che è stata in grado di pronunciare riguardo l'adempimento della generazione di Matteo 24:34? Qui non è in gioco l'attendibilità della bibbia così come l'ultimo paragrafo cerca abilmente di traviare il lettore. Con questo grande bluff di dire le cose come ci piacciono e non come sono è in gioco la credibilità dell'organizzazione che è tutta una altra cosa. Ma siamo davvero sicuri che sia ancora in gioco?
bibliografia
https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200002421
https://it.wikipedia.org/wiki/Geremia
http://www.bibbia.it/Geremia.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Berosso#cite_note-11
https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Tolomeo
http://digitale.bnnonline.it/index.php?it/103/tolomeo-cosmographia
https://openlibrary.org/authors/OL45265A/Ptolemy
https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Poliistore
https://www.sacred-texts.com/cla/af/af02.htm