mercoledì 31 dicembre 2025

Il bilancio “ottimistico” della WTS: quando i numeri non raccontano tutta la storia


Immaginate di essere un’azienda che deve pubblicare il proprio bilancio da mostrare gli azionisti. Se le cose vanno male sareste tentati di alterare i dati per non perdere la loro fiducia? Anche se esiste un organismo di controllo che potrebbe scoprire la truffa alcune aziende hanno agito in questo modo e solo dopo anni si è scoperto quali erano le loro reali condizioni. Spesso non è stato facile stabilire se avessero imbrogliato o travisato i fatti. I dirigenti si sono spesso difesi dicendo che in dati diffusi erano reali anche se presentati in modo “ottimistico”.


La WTS sta facendo qualcosa di simile. I dati appena presentati probabilmente non sono inventati o creati dal nulla. Come tutte le aziende astute cerca di presentarli in modo da far credere agli azionisti che le cose vadano bene, meglio di come vanno realmente. Non potendo cambiare la propria storia e non volendo modificare le proprie dottrine più controverse ha trovato il modo di rappresentare la propria situazione meglio di come sia in realtà, vediamo come.


L’aumento non viene dai nuovi convertiti




Era dagli anni ‘90 che l’aumento dei proclamatori non superava il 70% del numero dei battezzati ma quest’anno ha toccato il 72%. Anche l’anno scorso era similmente il 69%.  Dal 2017 al 2023 è stato di circa il 40%. Cosa significa questo dato? Il numero dei battezzati può essere all’incirca quello dei nuovi proclamatori, infatti la maggioranza di chi diventa proclamatore dopo poco tempo si battezza. La differenza tra coloro che entrano e l’aumento è dovuto soprattutto a due fattori: coloro che muoiono e coloro che si allontanano o vengono disassociati. Passare dal 40 al 70% significa che negli ultimi due anni il saldo tra disassociati e riassociati si è quasi azzerato. Infatti il numero di battezzati anche in precedenza era simile cioè circa 300.000 ma l’aumento del numero dei proclamatori si attestava intorno a 100.000 o poco più mentre negli ultimi due anni ha superato i 200.000. Questo significa che la politica di disassociare meno e riassociare chi se ne era andato sta funzionando. Sta funzionando bene anche la nuova politica “spunta la casella” per cui anche alcuni che non fanno servizio vengono conteggiati di default come raccontano alcune esperienze.


L’Africa compensa il declino occidentale


L’aumento mondiale del numero dei proclamatori indicato nel rapporto mondiale è dovuto anche a un altro motivo: il fattore Africa. Vediamo l’apporto che ha dato questo continente rispetto al resto del mondo. 


In Angola nel 2022 si tenevano 250.000 studi biblici, ora sono il doppio, circa mezzo milione. Anche in Congo e in Nigeria, si passa da 350.000 a oltre 750.000 studi quindi più che raddoppiati. Al contrario si nota il netto calo degli studi biblici nei paesi europei: in Moldova nel 2021 erano 12.275, ora 5.105 ovvero -58%, anche in Serbia e in Bosnia calo del 50% in 4 anni. In Italia -24% in quattro anni passando da 94.345 del 2021 a 71.978 del 2025. In Italia ci sono stati meno di 4.000 battezzati. La media 2000/2009 era di 5.133 e nel periodo 2010/2019 era 4.785. Negli ultimi 6 anni sono stati più di 4.000 solo una volta. 



Anche l’aumento del numero dei proclamatori conferma che l’Africa da il maggiore contributo: il record va per il secondo anno a Congo e Zambia che insieme hanno un aumento di oltre 50.000. Tra i 10 stati con più battezzati 2 sono sudamericani, uno asiatico e ben 6 sono africani. In Africa l’aumento dei proclamatori è stato del 7%, nelle americhe, in Asia e in Oceania circa dell’1%. In Europa c’è stato un calo dello 0,4%.







Altri dati


Il numero dei presenti alla commemorazione è diminuito del 2,3%. Facendo un confronto con il 2011 c’è stato un aumento di solo il 6,5% in 14 anni ovvero meno dello 0,5% annuo. 




Al contrario il numero di chi partecipa alla commemorazione prendendo pane e vino ha una crescita inarrestabile: un aumento di quasi il 6% per superare abbondantemente i 24.000. Superato anche i 24.312 del 1949 e quindi è il numero più alto degli ultimi 75 anni. Vi ricordate quando dicevano che il numero in diminuzione era un segno che la fine era vicina? Sarà vero anche il contrario? Il numero in aumento significa che la fine è lontana?




Il numero degli stati in cui si predica aumenta di uno passando da 240 a 241 ma non si sa quale stato sia, infatti gli stati che non hanno il rapporto in chiaro passa da 33 a 35, uno è la Bielorussia ma l’altro non è conosciuto. 


Conclusione


Il rapporto mondiale della WTS appare basato su una presentazione selettiva e strategica delle cifre. L’aumento dei proclamatori non è il frutto di una rinnovata attrattiva del messaggio, bensì l’effetto combinato di nuove politiche più permissive, di un ridotto ricorso alla disassociazione e del contributo determinante di alcuni paesi africani. Al contrario, nei paesi occidentali e in Europa emergono segnali chiari di stagnazione o declino: meno studi biblici, meno battezzati e una crescita quasi nulla o negativa.

Come nel caso dei bilanci aziendali “abbelliti”, anche qui il problema non è tanto la veridicità dei singoli numeri, quanto il messaggio complessivo che si vuole trasmettere. Un messaggio che suggerisce solidità e crescita globale, mentre un’analisi più attenta mostra una realtà molto più disomogenea e fragile. I TdG diranno che “l’opera prospera ovunque” ma i dati letti nel loro insieme, raccontano una storia diversa.


Post di Saroj


sabato 27 dicembre 2025

La Watchtower potrebbe tornare al pensiero di Russell su Atti 15:29?

ATTI 15:29 – Russell, il Concilio di Gerusalemme e il sangue

 

La Società Torre di Guardia moderna applica Atti 15 alle trasfusioni, ma Russell insegnava qualcosa di radicalmente diverso:

• Il decreto era culturale, non dottrinale.

• Non riguardava l’uso terapeutico del sangue.

• L’amore è il compimento della Legge.

•Le prescrizioni erano per armonia comunitaria, non categorie morali assolute.

 


Testo integrale di Russell tradotto (Watch Tower, 15 aprile 1909, pp. 116–118 e 4374) e commento teologico. Si tratta di parole che NON sono riportate in epoca moderna dalla Watchtower facendo credere che Egli a questo proposito avesse lo stesso identico intendimento. 

La stagione di pace e prosperità, la crescita nella conoscenza e nel numero della prima Chiesa fu seguita da un periodo di contese e discussioni ad Antiochia. Paolo e Barnaba erano tornati dal loro viaggio missionario e riferirono alla congregazione che aveva finanziato la loro missione. Insieme — loro, la Chiesa e i loro missionari — si rallegrarono del loro servizio comune a favore dei Gentili. L’opera, infatti, prosperava ovunque.

Poi giunsero da Gerusalemme, quartier generale della Chiesa, alcuni fratelli, ebrei di nascita, che, accorgendosi che i cristiani provenienti dai Gentili ignoravano la circoncisione, sollevarono una grande controversia su questo punto. Essi sostenevano che la circoncisione non poteva salvare senza Cristo, ma neppure la salvezza di Cristo sarebbe stata efficace senza la circoncisione. Le menti di molti furono turbate, e per un certo tempo sembrò probabile una divisione nella Chiesa.

Ma prevalse un consiglio migliore, e i cari fratelli Paolo e Barnaba furono inviati a Gerusalemme come delegazione per consultarsi con gli apostoli e gli anziani che si trovavano lì. La nostra lezione racconta di questa conferenza e dei suoi risultati.

Osserviamo, incidentalmente, la saggezza dimostrata da questi primi cristiani: essi avevano “lo spirito di una mente sana”. Avevano grande fiducia in Paolo e Barnaba e riconoscevano che, attraverso il loro ministero, avevano già ricevuto grandi benedizioni dal Signore — fatto che contraddiceva l’idea che non potessero essere considerati degni del favore divino senza la circoncisione.

Essi agirono saggiamente considerando che la volontà del Signore era definitiva e che la Sua volontà sarebbe stata indicata attraverso gli Apostoli, dei quali il nostro Signore aveva detto: “Qualunque cosa legherete sulla terra sarà legata in cielo, e qualunque cosa scioglierete sulla terra sarà sciolta in cielo.” Quegli apostoli, dunque, potevano essere attesi come coloro che conoscevano la volontà divina e che potevano consigliare se la circoncisione fosse ancora un obbligo per i Gentili come lo era per gli ebrei, oppure se essi fossero sciolti da quell’obbligo precedentemente posto su tutto il popolo di Abramo.

 

Il Concilio di GERUSALEMME

La gentile deferenza degli Apostoli gli uni verso gli altri, durante la conferenza, è molto evidente dal racconto. È anche notevole che essi basarono le loro conclusioni su ciò che trovarono scritto nelle Scritture (l’Antico Testamento) e sulle loro esperienze con la provvidenza divina. Gradualmente, per diversi anni, la verità era diventata sempre più chiara per loro: che il particolare favore di Dio verso gli ebrei aveva lasciato il posto a un favore generale verso persone di ogni nazione, così che chiunque, ovunque, credesse nel Signore, accettasse le Sue promesse e consacrasse la propria vita in armonia con esse, potesse d’allora in poi godere degli stessi privilegi e vantaggi dei credenti di nascita ebraica.

Essi conoscevano il rapporto di patto tra Dio e la nazione ebraica, e ci volle tempo perché si convincessero che il programma divino era avanzato di un altro passo.

Allo stesso modo, alla fine di quest’età, molti comprendono che solo un “piccolo gregge” è stato chiamato e ha risposto, sacrificandosi sotto l’attuale alta chiamata. È difficile per costoro comprendere che un cambiamento di dispensazione è imminente e che Dio intende completare l’opera di quest’età per gli “eletti” e inaugurare una nuova opera nella nuova età per i non eletti, a beneficio di “tutte le famiglie della terra”.

 

LE CONCLUSIONI DELLA CONFERENZA

Le conclusioni della conferenza ci vengono presentate in poche parole: per quanto riguarda Dio, Egli aveva riconosciuto i credenti di origine gentile mediante il Suo santo Spirito, proprio nello stesso modo in cui aveva riconosciuto i credenti di origine ebraica, “e non fece alcuna distinzione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede” (Atti 15:9).

Che altro si poteva chiedere?

E questi Gentili avevano ricevuto tutto questo favore di Dio senza essere sottoposti al giogo dell’Antico Patto della Legge. Perché — chiesero saggiamente — dovremmo imporre loro un giogo che Dio non ha imposto?

Essi riconoscevano che il Patto della Legge era un giogo, un giogo pesante, così pesante che né loro né i loro padri erano stati capaci di portarlo. Cristo li aveva liberati dal giogo della Legge. Perché imporlo ai fratelli ai quali il Signore non lo aveva mai dato?

Più ancora: riconobbero che, in un certo senso, i Gentili, essendo liberi dalla Legge e non avendo mai portato quel giogo, si trovavano in una posizione persino superiore. Da ciò la dichiarazione:

“Noi (Ebrei) crediamo che saremo salvati mediante la grazia del Signore Gesù Cristo, proprio come loro (i Gentili).”

 

Nota importante

Come vedi, Russell:

• interpreta Atti 15 come una questione di circoncisionepratiche ritualidifferenze culturaligiogo della Legge mosaica;
• riconosce che il decreto apostolico scioglie i cristiani dai vincoli della Legge;
• non parla mai del sangue in senso medico;
• non suggerisce minimamente un divieto sui trattamenti sanitari;
• non conosce né applica la dottrina TdG sulle trasfusioni
• Russell spiega Atti 15 come decisione disciplinare per mantenere la pace tra ebrei e gentili.
• “Astenersi dal sangue” significa non MANGIARLO, per rispetto verso i credenti ebrei.
• Non è requisito di salvezza e non crea cristiani: la salvezza è solo tramite Cristo
• Il sangue è simbolo tipico dell’AT, non una legge morale universale
• Non esiste alcun riferimento a trasfusioni.

Questo documento dimostra che la dottrina attuale dei TdG sulle trasfusioni NON deriva da Russell e NON deriva dal testo biblico.


Post di Stefano Greco

sabato 20 dicembre 2025

Il ritorno di Cristo sarà qui sulla terra?

C’è chi sostiene che Cristo governerà dal cielo, invisibile agli occhi umani. Altri invece credono che Egli ritornerà realmente in carne sulla terra, rendendo concreto e visibile il suo governo tra gli uomini.

Alcune confessioni religiose mantengono questa attesa: gli Avventisti del Settimo Giorno vedono nella Seconda Venuta un ritorno visibile e corporeo di Cristo che inaugurerà un regno terreno; diverse chiese evangeliche millenariste interpretano letteralmente Apocalisse e altri testi, aspettandosi un ritorno fisico di Gesù per governare sulla terra; alcuni movimenti messianici credono che Cristo tornerà corporalmente e regnerà da Gerusalemme.

Con l’aiuto delle Scritture e dell’interlineare, vogliamo riflettere insieme su questa prospettiva e valutare se il ritorno corporeo di Cristo sulla terra possa essere considerato plausibile. I vostri commenti potranno arricchire questa riflessione, offrendo ulteriori spunti e chiarimenti.





1. Apocalisse 21:1-4 La nuova creazione

“Vidi un nuovo cielo e una nuova terra … Ecco la tenda di Dio è con gli uomini! Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli.” (Apocalisse 21:1-3) Interlineare
• καινὸν οὐρανὸν καὶ καινὴν γῆν “nuovo cielo e nuova terra”: rinnovamento totale, non semplice ritorno alla condizione presente.
• σκηνὴ τοῦ θεοῦ μετὰ τῶν ἀνθρώπων “la tenda di Dio con gli uomini”: presenza divina stabile e visibile.

La visione di Giovanni descrive dove Dio pone la sua tenda tra gli uomini. È plausibile che Cristo, Signore risorto e glorificato, possa venire a stabilire il suo Regno sulla terra rinnovata, rendendo visibile la sua dimora tra gli uomini. Non è una definizione dogmatica, ma una lettura possibile che invita a riflettere: se Dio stesso abita con gli uomini, non si può forse pensare che Cristo sia presente corporalmente e glorificato in questa nuova creazione?

2. Zaccaria 14:4 Localizzazione terrestre

“In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi.” (Zaccaria 14:4) Interlineare (LXX/ebraico)
• רַגְלָיו / οἱ πόδες αὐτοῦ “i suoi piedi”: espressione di concretezza corporea, non simbolica.
• עַל־הַר הַזֵּיתִים “sul monte degli Ulivi”: luogo geografico preciso e definito.

La profezia di Zaccaria non parla in termini astratti, ma indica un punto d’arrivo fisico: il monte degli Ulivi, lo stesso luogo da cui Gesù ascese al cielo (Atti 1:12). L’immagine dei “suoi piedi” che si posano su un luogo concreto rafforza l’idea di una presenza corporea e visibile.

3. Matteo 26:29 La vite nuova nel Regno

“Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio.” (Matteo 26:29) Interlineare (greco)
• γεννήματος τῆς ἀμπέλου “frutto della vite”: realtà concreta, vino della terra.
• πίνω μεθ’ ὑμῶν “lo berrò con voi”: comunione reale con i discepoli.
• ἐν τῇ βασιλείᾳ τοῦ πατρός μου “nel regno del Padre mio”: dimensione futura, ma concreta e condivisa.

Gesù annuncia che berrà di nuovo il frutto della vite insieme ai suoi discepoli, ma in una condizione futura: nel Regno del Padre. L’immagine richiama un gesto corporeo e comunitario.

4. Rivelazione 5:10 Regno sacerdotale sulla terra

“E li hai fatti essere un regno e sacerdoti per il nostro Dio, e regneranno sulla terra.” (Rivelazione 5:10) Interlineare (greco)
• βασιλείαν καὶ ἱερεῖς “un regno e sacerdoti”: dignità regale e funzione sacerdotale.
• βασιλεύσουσιν ἐπὶ τῆς γῆς “regneranno sulla terra”: dominio concreto e terreno.

La visione apocalittica colloca i redenti come sacerdoti e re sulla terra.

5. Matteo 19:28 Rigenerazione e governo con Cristo

“Gesù disse loro: ‘In verità vi dico che nella rigenerazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito siederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù d’Israele.’” (Matteo 19:28) Interlineare (greco)
• ἐν τῇ παλινγενεσίᾳ “nella rigenerazione”: rinnovamento cosmico.
• καθίσεται ὁ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου “il Figlio dell’uomo siederà”: insediamento regale e glorioso.
• ἐπὶ δώδεκα θρόνους “su dodici troni”: autorità concreta.
• κρίνοντες τὰς δώδεκα φυλὰς “giudicando le dodici tribù”: esercizio reale di giustizia.

Il testo parla di un insediamento regale e visibile, con troni e giudizio esercitato su un popolo concreto.

Ulteriori Scritture citate da coloro che credono in un ritorno corporeo di Cristo sulla terra

Coloro che sostengono questa prospettiva fanno riferimento anche ad altri passi biblici, quali: Atti 1:11 “Questo Gesù, che è stato tolto da voi ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo.” Apocalisse 1:7 “Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà.” Isaia 2:2-4 – “Egli giudicherà fra le nazioni… da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.”Geremia 23:5 “Susciterò a Davide un germoglio giusto … ed egli regnerà da re e prospererà.” Luca 22:30 “Perché possiate mangiare e bere alla mia tavola nel mio regno e sedere su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele.” Salmo 2:6-8 – “Io ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo.” Michea 4:1-3 “Il monte della casa del Signore sarà stabilito in cima ai monti… Egli sarà giudice fra molti popoli.” Apocalisse 20:4 “Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni.”

Conclusione

Cristo, nel suo ritorno, potrebbe inaugurare un regno visibile e vicino. Se le cose stanno così, i suoi re e sacerdoti, trasformati e glorificati, sarebbero presenti tra gli uomini: le persone potrebbero vederli, ascoltare il loro insegnamento, toccare con mano la loro giustizia e forse sperimentare segni miracolosi che confermano la verità del Regno. In tal caso, sarebbe un contatto diretto e tangibile con il Signore e con coloro che regnano con Lui. La vita quotidiana potrebbe essere illuminata dalla pace, dalla guarigione e dall’amore, e la presenza di Cristo diventerebbe la certezza che Dio abita davvero con gli uomini.

Cristo desidera che le persone, prima di essere giudicate, comprendano appieno e siano consapevoli che ciò che stanno ascoltando è la volontà di Dio; i miracoli stessi, come disse Gesù: “Se non credete alle mie parole, credete a quello che faccio”, costituirebbero un’ulteriore garanzia. Questo significherebbe che il giudizio avverrà sulla base di una piena consapevolezza della volontà divina. E come Gesù stesso dichiarò: “Io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvarlo” (Giovanni 12:47), il suo ritorno potrebbe manifestare questa salvezza universale, offrendo a tutti la possibilità di riconoscere la verità e di accogliere l’amore eterno di Dio prima che il giudizio sia stabilito.

Se davvero accadrà così, ciò che i re e i sacerdoti insegneranno non sarà frutto di opinioni personali o interpretazioni divergenti, ma una verità unica e perfettamente unita, senza alcuna variazione di intendimento. Tutti direbbero la stessa cosa, perché quell’insegnamento sarebbe il pensiero stesso di Dio, eterno e immutabile.

Secondo le Scritture, la venuta di Cristo apre una prospettiva di speranza condivisa: un mondo rinnovato, una giustizia visibile, una comunione reale con il Signore e con i redenti. Non è paura, ma amore che prepara i cuori. Il Re viene per salvare, e la sua presenza sarà motivo di gioia per tutti coloro che lo attendono. Questa sarà una buona notizia anche per coloro che si sono allontanati dalla fede a motivo delle delusioni causate dagli uomini, dai capi religiosi o dalle istituzioni: finalmente potranno vedere che il Regno non dipende da fragili strutture umane, ma dalla volontà perfetta e dall’amore eterno di Dio.

Aprire la mente a più possibilità su come Cristo porterà il suo Regno non significa indebolire la fede, ma rafforzarla: ci aiuta a non limitare l’opera di Dio a una sola prospettiva umana, e a riconoscere che la ricchezza delle Scritture può contenere più livelli di compimento. Considerare alternative, un regno celeste, un regno terrestre, o una realtà che unisce entrambi, ci spinge a scavare più a fondo nei testi sacri, a confrontarci con la loro complessità e a crescere nella speranza. In questo modo, l’attesa diventa non solo certezza, ma anche dialogo vivo con la Parola, che continua a rivelare nuove sfumature e a preparare i cuori alla venuta del Re. Confrontarci con altri che possono avere idee diverse ci arricchisce: coltivare un atteggiamento mentale aperto ci permette di valutarle, approfondirle e scoprire nuove prospettive.

Qualunque forma assumerà il suo ritorno, una certezza rimane: Cristo viene per salvare.

Giovanni 12:47 “Se uno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto per giudicare il mondo, ma per salvare il mondo.”

In queste parole si posa la nostra speranza: un ritorno che non nasce per condannare, ma per rialzare ciò che è caduto, per illuminare ciò che è confuso.

La sua venuta sarà sempre salvezza, perché questo è il cuore stesso del Figlio: ricondurre ogni creatura alla vita.

Post de “il resiliente”


sabato 13 dicembre 2025

Mentono consapevolmente e con uno scopo

LA BUGIA CHE HA RISCRITTO IL 1914



Questa bugia è esposta chiaramente nella rivista “La Torre di Guardia” del primo settembre 1966 a pag. 519: “Per oltre trent’anni prima di quella data … i testimoni di Geova hanno additato l’anno 1914 come tempo in cui Cristo avrebbe cominciato il suo dominio del Regno”. Vediamo in questo articolo qual’è la bugia, perché questa falsità è rilevante e in che modo è stata ripetuta in tempi recenti. 


COSA C’È DI FALSO


Russell, presidente ed autore della Torre di Guardia, non ha mai sostenuto che Cristo avrebbe cominciato a regnare nel 1914. La data da lui indicata era il 1878. Niente di quello che sosteneva corrisponde a ciò che credono gli attuali TdG. Tale credenza fu modificata solo dopo il 1930. Per approfondire questo tema vi rimando a due articoli di approfondimento già pubblicati.



Il suo pensiero in sintesi lo possiamo capire da una tabella contenuta nel libro “The Time is at Hand” a pag. 248 in cui si faceva un parallelo su ciò che accadde nel primo secolo e gli avvenimenti che secondo lui stavano accadendo a fine ‘800.



Da qui si evince che per lui il 1914 corrispondeva a ciò che ora ci si aspetta per Armaghedon e che l’inizio del Regno del regno di Cristo, che ora credono sia avvenuto nel 1914, allora era posto nel 1878 (la presenza nel 1874).


PERCHÉ È RILEVANTE

Questa falsità è notevole perché viene usata per sostenere la credibilità dell’organizzazione dei TdG e come prova della guida divina su di loro (Torre di Guardia del febbraio 2024 a pag. 23 par. 11). Le previsioni fatte a quel tempo, sostengono, sono una chiara prova del fatto che era Dio a guidarli. Diversamente, dicono, come avrebbero potuto sapere in anticipo quello che sarebbe successo? Ebbene nulla, ripeto nulla di ciò che dissero si avverò. Nessuna delle 7 previsioni fatte per l’ottobre del 1914 si adempì (crollo della falsa religione, rapimento in cielo della chiesa, ecc. per la lista completa vedi i due articoli sopra indicati). Questo toglie ogni sostegno a coloro che millantano che fosse Dio a suggerire tali previsioni.

LA FALSITÀ VIENE RIBADITA


Nel corso degli anni questa bugia è stata ripetuta più volte con delle varianti. Ribadire questo concetto è servito a convincere la maggioranza che quanto millantato fosse vero. Prendiamo ad esempio la Torre di Guardia in inglese del primo maggio 1988 a pag. 22. Si racconta una esperienza avvenuta nel 1928 in cui viene data testimonianza a una donna dicendole che la seconda venuta di Gesù sarebbe avvenuta nel 1914. La donna è incredula e per convincerla le viene offerto il libro “Arpa di Dio”. Cosa si afferma in quel libro? Che la seconda venuta di Gesù avvenne nel 1874. Ma come? Per convincere quella donna le viene dato un libro che afferma una cosa diversa? Tutto regge perché quasi nessuno controlla cosa dice quel libro. Che le cose stiano così è confermato da una rivista del 1930, cioè di due anni più tardi, che dimostra che a quel tempo per la WTS la seconda venuta di Gesù era avvenuta nel 1874.


In anni recenti questa bugia è stata edulcorata: La Torre di Guardia del febbraio 2024 a pag. 23 par. 11 si limita a dire che Russell e i suoi collaboratori avevano capito che “il 1914 sarebbe stato un anno importante” e che “fu chiaro che era Geova che li stava guidando in quelle ricerche”. In realtà le aspettative di Russell sul 1914 furono completamente disattese. L’affermazione dell’opuscolo “Ecco” secondo cui “nel 1914 queste profezie cominciarono ad adempiersi in modo sorprendente” non è assolutamente vera. Qui se c’è una cosa davvero sorprendente è il modo in cui mentono consapevolmente e come la stragrande maggioranza dei TdG non se ne accorga o fa finta di niente.






CONCLUSIONE


Anche questo caso mostra come la Watchtower costruisca una narrativa ripetendo la stessa falsità, adattata in base alle occasioni, per convincere i membri di essere guidati da Dio. Col tempo le vecchie pubblicazioni non sono più facilmente accessibili, la memoria dei membri viene manipolata dalla comunicazione ufficiale e così la falsità diventa “verità condivisa”, senza verifica.
Non si tratta di un semplice errore ma di una falsità deliberata e funzionale a sostenere la narrativa della guida divina. La verità documentata mostra che la dottrina del 1914 non deriva da Russell e non è mai stata prevista correttamente. In realtà è stata costruita ad arte negli anni per consolidare l’autorità dell’organizzazione. Anche l’annuncio stesso che Russell avrebbe fatto entrando nella sala da pranzo a inizio ottobre del 1914 è un episodio artefatto, funzionale a una narrativa manipolatoria (L’annuncio di Russell del 1914). Non si tratta di imprecisioni o di sviste, si tratta di narrazioni deliberatamente ricostruite per far credere di essere guidati da Dio.

Post di Saroj



sabato 6 dicembre 2025

La vendetta del Vivere Bene

Molti di voi lettori di OT (sia per conversione che per nascita) avete trascorso una parte significativa della vita come Testimoni di Geova. Ciò che ci accomuna è il momento in cui avete trovato il coraggio di rompere la barriera che impediva di farsi domande e cercare risposte al di fuori del contesto chiuso in cui siamo stati.

Questa scelta è un vero e proprio terremoto che ha cambiato tutte le regole della nostra vita. Lo tsunami emotivo è spesso dolorosissimo, specialmente quando porta all'allontanamento dagli affetti più cari per aver commesso il solo "reato" di aver messo in discussione aspetti irrisori e senza senso dell'organizzazione.

Le Fasi del "Lutto" e il Rischio della Stasi

Le fasi che si devono affrontare sono simili a quelle di un lutto complesso:
  • Shock o Rifiuto iniziale.
  • Il Dolore della perdita.
La Rabbia, che subentra rapidamente quando si realizza di essere stati ingannati o di aver subito ingiustizie.

Sopportare l'idea di essere stati ingannati è difficile, spesso impossibile nei primi momenti. Riuscire ad attraversare questa rabbia è vitale per andare avanti. Il rischio è di rimanere intrappolati in un secondo cerchio di un girone infernale: essere fuori dalla religione TDG, ma costantemente invischiati nelle dinamiche emotive sbagliate che questa organizzazione induce nelle persone (senso di inadeguatezza, sensi di colpa, prostrazione, confusione cognitiva).

Il segreto è anche quello di imparare a lasciare andare e di prendere le cose con il peso che meritano. È confortante scoprire che la vita va avanti anche senza il nostro controllo. Non possiamo cambiare il nostro passato, ma accettandolo possiamo riprendere in mano il nostro futuro. La vita ha davvero tanto da donarci e sono tante le scoperte che possiamo fare.

La Miglior Vendetta: Vivere Bene

A tal proposito, condividiamo un pensiero potente trovato su Reddit:
"Lasciare una religione è (o sarà) la decisione più profonda e impegnativa che tu possa mai prendere... Queste emozioni sono valide, ma rimanere intrappolati nell'amarezza spesso prolunga il dolore stesso da cui si cerca di fuggire. È qui che entra in gioco il vecchio detto: 'La miglior vendetta è vivere bene.'"
Non fraintendeteci: la rabbia è un sentimento valido e, in questo caso, ben giustificato. Ma quando ci concentriamo sull'odiare la religione, le stiamo ancora lasciando controllare le nostre vite. Diventa l'ombra in ogni conversazione, in ogni ricordo, in ogni scelta.

Al contrario, concentrarsi sulla felicità (nuove amicizie, lavoro significativo, crescita personale) allenta quella presa. La gioia recide il cordone che l'amarezza non può sostenere. La guarigione più profonda deriva dall'investire nella propria felicità piuttosto che cercare di vincere argomentazioni contro la propria fede precedente.

Il Cuore Prima del Sacrificio: La Bibbia a Sostegno della Libertà

Le Scritture offrono un fondamento solido per un rapporto spirituale libero e diretto, mettendo in discussione la centralità dell'organizzazione:
Il Signore Guarda il Cuore
1 Samuele 16:7: "...Il Signore infatti non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, ma il Signore guarda il cuore."

Questa scrittura (nel contesto della scelta di Davide, il più piccolo) è la chiave del riscatto dal conformismo. Dio guarda l'essenza interiore e non l'adesione alle convenzioni umane che si trasformano in strutture religiose che opprimono e tolgono la libertà.

Misericordia, Non Sacrificio
Osea 6:6: "Poiché io voglio la misericordia e non il sacrificio, e la conoscenza di Dio più degli olocausti."

Basterebbe solo questa frase per smantellare la retorica di chi crede di fare gli interessi di Dio solo all'interno di un'organizzazione. Dio insegna il significato di misericordia e sacrificio, valori che spesso non c'è modo di imparare in contesti rigidi.

Adorazione in Spirito e Verità
Giovanni 4:23-24: "Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori."

Gesù, parlando alla Samaritana (vittima di discriminazione religiosa e sociale), era proprio li per ribadire e convincerla che Dio non richiede un'organizzazione clericale. L'adorazione è in Spirito (la parte intima) e Verità (la realtà e l'autenticità). La vicinanza a Dio è possibile anche nell'ansia e nella "guerra" del sistema, senza intermediari o "signori della fede".

Giustizia, Misericordia, Umiltà
Michea 6:8: "Egli ti ha fatto conoscere, o uomo, ciò che è bene; che cosa richiede da te il Signore, se non praticare la giustizia, amare la misericordia, e camminare umilmente con il tuo Dio?"

Non c'è richiesta più vera e pura: la nostra vita deve mettere al primo posto questi valori spirituali. Quanto è diretta e semplice questa scrittura e quanto poco spazio lascia al palinsesto complesso che questa organizzazione ha preteso di dimostrare

Dalla Vendetta Distruttiva alla Vendetta Costruttiva

Il proverbio è stato reso celebre dal poeta inglese George Herbert nel XVII secolo. Egli intendeva sottolineare che la vera forza non sta nel rispondere al male con altro male, ma nel dimostrare, attraverso una vita piena e felice, di non essere più schiavi dell’offesa subita.

Formulazione Originale: "Living well is the best revenge." (Citato come singolo aforisma, n. 520, in Jacula Prudentum del 1651).

Per Herbert (sacerdote anglicano), il detto si allinea con l'etica cristiana di perdono e non-resistenza al male, dimostrando che l'odio dell'aggressore non ha avuto un potere duraturo sulla tua grazia. E' anche una citazione nostrana della poetessa Alda Merini più diretta ed esplicita: “La miglior vendetta? La felicità. Non c’è nulla che faccia più impazzire la gente che vederti felice.”

Oggi il detto continua a ispirare perché rovescia la prospettiva: la vendetta non è distruzione, ma costruzione. Ci invita a investire energie nella propria crescita e gioia, trasformando il dolore in libertà.
Quindi, invece di chiederci "Come posso dimostrare che si sbagliano?", si potrebbe iniziare a provare a chiederci "Cosa mi fa sentire vivo?". Tante sono le domande che possono darci uno scopo e un nuovo centro di gravità, liberandoci dai fantasmi del passato. Alla fine, la vera giustizia la fai a te stesso levandoti pure la sottile soddisfazione di esserti vendicato vivendo bene.


domenica 30 novembre 2025

Il momento in cui la Torre di Guardia cambiò per sempre

Il momento in cui la Torre di Guardia cambiò per sempre non arrivò con un grande annuncio o un titolo in prima pagina. Arrivò come un sussurro, appena percepito, stampato in silenzio. Ma quel momento sta facendo collassare lentamente, ma inesorabilmente, la Società Torre di Guardia. Vediamo quale fu quel momento e quali furono le sue implicazioni.


1º novembre 1995


Un solo numero della rivista “La Torre di Guardia” cambiò tutto per i Testimoni di Geova. Tra le sue pagine, quasi inosservata, appariva una silenziosa inversione dottrinale che ridefinì una “generazione” e, per milioni di credenti, ridefinì la realtà. Per oltre 80 anni la Società Torre di Guardia aveva infatti insegnato che il mondo sarebbe finito prima che morisse la generazione viva nel 1914. Quel numero però conteneva un cambiamento radicale: non più una generazione letterale, ma simbolica.


Prima del cambiamento i Testimoni di Geova avevano creduto per decenni che “questa generazione” (Matteo 24:34) si riferisse a coloro che avevano visto gli eventi del 1914.  Molti avevano rinunciato a matrimonio, figli, carriera, convinti (dallo Schiavo fedele e saggio) che la fine fosse imminente. Nel 1975, migliaia vendettero le proprie case e abbandonarono tutto, poiché la Torre di Guardia suggeriva che quell’anno potesse segnare 6.000 anni di storia umana e l’inizio del Regno di Cristo. Quando nulla accadde, la delusione fu enorme. Tuttavia, la dottrina della “generazione del 1914” mantenne vivo il senso d’urgenza.


Il cambiamento del 1995


Quando gli anni ’90 arrivarono e i sopravvissuti del 1914 stavano morendo, la Società dovette scegliere: ribadire o cambiare. Scelse la seconda via.  Ed ecco l’uscita: “Questa generazione si riferisce alle persone che vedono il segno della presenza di Cristo ma non si ravvedono.” Così sparì l’idea che i nati prima del 1914 avrebbero visto Armaghedon. 


Rimase una generazione indefinita, simbolica. Per molti, fu la fine di un sogno. Il “conto alla rovescia” si fermò.  Infatti la crescita mondiale dei Testimoni calò drasticamente dal 6% al 2% annuo. L’entusiasmo svanì, era Il prezzo della speranza rinviata. Il proverbio biblico dice: “La speranza rinviata fa languire il cuore” (Proverbi 13,12).  Molti sentirono rabbia e tradimento: avevano sacrificato tutto per un’illusione. Solo il 37% di chi nasce Testimone resta nella religione da adulto (fonte: Pew Research).


Nel 2010, per salvare la dottrina, la Torre di Guardia introdusse la teoria della “generazione sovrapposta”: due gruppi di “unti” che si sovrappongono nel tempo. Una trovata…. per prolungare la profezia, per allungare il brodo. L’organizzazione, nata sull’idea che la fine fosse imminente, ora invita a non speculare più. E di recente, ai più anziani, ricorda che potrebbero non vivere abbastanza per “vedere la fine di questo sistema di cose”. Ma una religione fondata su una promessa di certezza non può sopravvivere all’ambiguità. Il momento del 1995 segnò quindi l’inizio di un lento declino, spirituale e organizzativo. Ancora ricordiamo cosa dice la Scrittura “La speranza rinviata fa languire il cuore.” (Proverbi 13,12). Quel versetto descrive perfettamente l’attuale condizione spirituale di milioni di Testimoni delusi.


Da un punto di vista cristiano, la vicenda mostra quanto sia pericoloso legare la fede a una data o a un evento profetico. Gesù ha insegnato: “Vegliate, perché non sapete né il giorno né l’ora” (Matteo 25,13).  La vera speranza non è in un calcolo cronologico, ma nella fiducia personale in Cristo risorto.  Questo raccoglie una organizzazione che ha usato la realtà delle cose ultime non come una promessa di amore, ma come un’arma di controllo.


Post di Stefano Greco