sabato 30 settembre 2023

L'amore il principio e il suo contrario

«[La dialettica] considera anche il bene e il suo contrario e le loro specie subordinate, definisce l'eterno e il suo contrario, procedendo in ogni caso scientificamente e non con l'opinione.» (Plotino, Enneadi, ivi)

Oggi parliamo d'amore, ma nel dettaglio parliamo di un argomento che nelle adunanze cristiane viene spesso citato come riferimento al quale vengono dedicati discorsi dal podio o comunque importanti sezioni o parti di rilievo. In questa trattazione però vorrei evidenziare le differenze che sono associati all'argomento "Amore" per comprendere meglio come poi viene di conseguenza affrontata la vita a seconda delle interpretazioni che vi diamo.

Indubbiamente parlare d’Amore è molto sentito nella congregazione e possiamo anche in un certo senso dire sviluppato in tanti aspetti che aiutano molti ad affrontare e comprendere  relazioni, sentimenti, emozioni che nella nostra vita sono spesso complicati da gestire e capire bene.

Tante volte parliamo d’amore ma ognuno di noi lo intende in modo diverso ed è un problema notorio anche all’interno di una coppia interpretarlo in modo diverso. Partiamo subito con le differenze sintattiche del termine Amore fra la congregazione con quello che viene tradizionalmente usato nel sistema fuori dall'organizzazione. 


Treccani

Amore . Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia: amore ... non è altro che unimento spirituale de l’anima e de la cosa amata (Dante); a. materno, filiale, fraterno; a. alla famiglia, agli amici; l’a. del padre, che questi ha per i figli o che essi hanno per lui. Può indicare l’affetto reciproco: a. coniugale; Era tra questi due solo un a. Ed un volere (Caro); ...

L'amore in generale nella vita è associato al concetto di affetto intenso ad una persona volto ad assicurare sentimenti emotivi e di esclusiva dedizione. L'amore è spesso identificato nel piacere sensuale ma ci sono anche riferimenti a forme di amore più ampio e generale. Le canzoni sono tipicamente il mezzo mediatico che più di ogni altro parlano d'amore.

All'interno del sistema teocratico il concetto di Amore assume un significato decisamente più specifico nella sua applicazione ma nel contempo quando si parla di amore viene ampliato ed esteso molto di più. Mentre in genere al di fuori della teocrazia si parla di amore incondizionato (l’amor non si comanda), all'interno delle congregazioni il termine amore viene spiegato e applicato ad una ad una forma più controllata e meno sentimentale. 

Spesso per fare questo viene spiegato come il termine amore nell'antica Grecia venga definito da quatto termini.

Gli antichi Greci hanno individuato quattro forme primarie di amore: quello parentale-familiare (storge), l'amicizia (philia), il desiderio erotico ma anche romantico (eros), infine l'amore più prettamente spirituale (agape, il quale può giungere fino all'auto-annientamento o kenosis)[5][6]

Nelle pubblicazioni teocratiche si fa riferimento ad Agape con il termine che identifica l'amore per antonomasia, nel libro perspicacia si spiega in questo modo

Nel dizionario greco di cui è corredata la sua concordanza (Exhaustive Concordance of the Bible, 1890, pp. 75, 76), sotto filèo, James Strong osserva: “Essere amico di (avere un debole per [una persona o una cosa]), cioè avere affetto per (indicando attaccamento personale, in materia di sentimento o simpatia; mentre [agapào] è più ampio, abbracciando spec. il giudizio e il deliberato consenso della volontà in materia di principio, dovere e correttezza . . . )”.

Si utilizza quindi una citazione del grecista James Strong per evidenziare un aspetto fondante di questo modo di vedere che è quello di identificare Agape come l'amore guidato dal principio .

In realtà il termine amore in ebraico non ha questa struttura e per certi versi il termine è più vicino a quello che utilizziamo in italiano

La parola ebraica basilare per "amore" – אהבה, ahavah – viene usata per descrivere sentimenti intimi o romantici o relazionali, come per esempio l'amore tra genitore e figlio in Genesi 22:2,25,28-37:3[1], l'amore tra amici intimi in 1 Samuele 18:2,20:17[2], o l'amore tra un giovane e una giovane nel Cantico dei cantici.

Così notiamo un primo aspetto interessante. Nella terminologia teocratica il significato della parola amore è più vicino alla lingua greca che non a quella ebraica. Mentre nella linguaggio comune il termine amore è molto più vicino a quello ebraico che non alla struttura greca. Come potete immaginare questo modello interpretativo d'amore modifica il nostro atteggiamento e la percezione che gli diamo. In questo momento non sto dicendo che sia sbagliato, sto semplicemente tentando di comprovare il fatto che quando diamo significati diversi ad una parola ci comportiamo in modo diverso.

L'amore guidato dal principio circoscrive l'argomento e identifica due zone distinte dell'animo umano che senza di esso non sarebbe possibile comprendere. "Il principio" infatti è una espressione che sta alla base di una dottrina e la dottrina è il riferimento delle legge di Dio. Così tutto quello che sta all'interno del principio è parte dell'amore quello che sta fuori no. Questa eccezione del termine porta ad avere problemi ma lo vedremo meglio tra un po'.

Nelle scritture l’amore è spesso evidenziato utilizzando il concetto reciproco che in italiano viene espresso con il termine Odio.

Seguendo questa logica è quindi perfettamente plausibile che Dio provi Amore ma anche Odio. Malachia in effetti ci presenta questa doppia ambivalenza nei primi tre versetti del suo libro dove leggiamo

Malachia 1:1,3

1 Dichiarazione solenne. Il messaggio* di Geova a Israele per mezzo di Malachìa.* 2 “Vi ho amato”,+ dice Geova. Ma voi dite: “In che modo ci hai amato?” “Esaù non era il fratello di Giacobbe?”,+ dichiara Geova. “Eppure io ho amato Giacobbe 3 e ho odiato Esaù;+ ho reso i suoi monti desolati+ e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto”.+

Questo versetto è interessante perché ci aiuta a capire meglio i concetti o meglio l'analisi per comprenderli. La tecnica di Malachia è evidente nel modo di spiegare le cose identificando il concetto da spiegare (vi ho amato come Giacobbe) con il suo reciproco (ho odiato Esaù). Un po' come quando capiamo l'entità luce utilizzando il concetto del buio. Qui siamo nella stessa situazione, Malachia parla a Israele con la voce di Geova è dichiara il suo amore, mentre gli Israeliti sono come straniti da questa dichiarazione e non capiscono il modo con cui sono stati amati. Infatti chiedono "In che modo ci hai amato?" perché evidentemente c'è qualcosa che non torna in questo rapporto compromesso con il creatore. Malachia però spiega quindi loro cosa è l'amore di Dio nei loro confronti descrivendo il concetto opposto e cioè descrivendo l'odio. L'odio di Dio verso Esaù.

Qui si apre un universo di considerazioni filosofiche perchè si può giustamente spiegare l'amore con l'odio per un essere umano, risulta più complicato fare queste relazioni con il creatore dell'universo. Può quindi Dio davvero odiare una persona?

A ben vedere sull'utilizzo del verbo odiare si potrebbe utilizzare un'altra scrittura controversa che è quella di Luca 14:26 dove Gesù usa questo stesso concetto applicandolo però alle persone.

 26 “Se qualcuno viene da me e non odia il padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita,+ non può essere mio discepolo.+

 L'organizzazione interpreta questo versetto in modo letterale ed esegue una distinzione sul termine Odio. La spiegazione che ne viene data si riassume in questi termini

Nella Bibbia il verbo “odiare” ha diverse sfumature di significato. Potrebbe denotare un sentimento di ostilità dettato dalla cattiveria, che spinge qualcuno a fare del male agli altri. Potrebbe riferirsi al senso di ripugnanza o forte avversione per qualcuno o qualcosa che porta a non voler avere nulla a che fare con quella persona o cosa. Oppure potrebbe semplicemente avere il senso di amare di meno. Ad esempio, quando si dice che Giacobbe odiava Lea e amava Rachele, si intende che amava Lea meno di quanto amasse Rachele (Ge 29:31, nt.; De 21:15, nt.), e il termine è usato in questo senso anche in antichi scritti della letteratura ebraica. Quindi Gesù non stava incoraggiando i suoi discepoli a nutrire ostilità o avversione nei confronti dei familiari o di sé stessi, cosa che sarebbe in contrasto con il resto delle Scritture. (Confronta Mr 12:29-31; Ef 5:28, 29, 33.) In questo versetto “odia” potrebbe essere reso “ama di meno”.

Ora questo tipo di interpretazione è plausibile ma secondo noi c'è qualche problemino di troppo sull'identificare il termine Odiare. E' coerente con l'impostazione di questa teocrazia nel dare il più possibile una interpretazione biblica letterale ma come in questo caso nascono problemi pratici come quello di immaginare che il termine odiare in Genesi 29:31 abbia davvero lo stesso significato di quello utilizzato da Gesù. Ma è molto strano perchè Gesù non parlava greco ma Aramaico e i termini come abbiamo visto non sono i soliti. 

Una alternativa interpretativa più convincente è quello di dire che Gesù utilizzi la metafora dell'assurdo per scioccare stupire gli ascoltatori spiegando la grandezza per l'amore per lui e per ciò che rappresenta, (qui ritorniamo all'esempio di Malachia), con l'odio per le persone più care. E' un assurdo odiare i famigliari, non è che li amiamo di meno.

Questo modo di procedere nel spiegare i concetti attraverso il reciproco è generale e lo troviamo in tanti passi espresso in molti modi. In 1 Corinti 13:4,8 l'apostolo Paolo per spiegare le caratteristiche dell'amore utilizza questa stessa logica spiegando cosa è parte dell'amore ma anche cosa non include. 

4 L’amore+ è paziente+ e premuroso.+ L’amore non è geloso,+ non si vanta, non si gonfia d’orgoglio,+ 5 non si comporta in modo indecente,+ non cerca il proprio interesse,+ non cede all’ira,+ non tiene conto del male.+ 6 Non si rallegra dell’ingiustizia,+ ma si rallegra della verità. 7 Copre ogni cosa,+ crede ogni cosa,+ spera ogni cosa,+ sopporta ogni cosa.+ 8 L’amore non viene mai meno

L'amore (agape) nella vita quotidiana è quindi decidere di stare in una sorta di recinto morale scegliendo fra cose accettevoli e cose non accettevoli. Così risulta fondamentale capire chi e come si definiscono i limiti di questo recinto. 

Chi stabilisce questi limiti? Non certo noi, questo è il mestiere della religione. Noi diventiamo religiosi proprio perchè è la religione a definire i limiti delle cose da amare e quelli da odiare. Limiti che però Gesù ha tentato di scaridinare per tutta la vita tanto da utilizzare questi strumenti dialettici per pungolare l'insostenibile rigidità a cui era arrivata la classe religiosa Ebraica. Purtroppo dobbiamo  ammettere che nei discorsi teocratici odierni si sta inserendo un po' di farisaismo dove si evidenzia che l'amore debba essere sempre guidato dal principio esaltando gli aspetti punitivi. 

Ma adesso tentiamo di rispondere alla domanda quali sono gli effetti negativi quando si mette al primo posto l'amore guidato dal principio? Vi faccio un esempio prendendo spunto da una notizia comparsa di recente su un giornale online.

Qualche giorno fa una Youtuber Mormone è stata arrestata perchè nei video pubblicava esperienze famigliari dove i figli venivano educati togliendo loro il sonno e il cibo.



 
Risulta facile intravedere lo scandalo educativo di questa ragazza che con poco scrupolo ha usato la vita della sua famiglia mettendola sotto i riflettori del web con l’aggravante della religione professata che potrebbe sicuramente aver peggiorato la sua percezione della vita.  Nel caso di questa famiglia la giovane madre aveva evidentemente confuso l'educazione che è l'espressione più sentita di amore guidato dal principio dei genitori verso i figli. L'aveva fatta diventare strumentale a se stessa.  Questo è l'effetto che si ottiene quando si odiano i propri famigliari "amandoli" di meno. Meno di chi? Meno dell'organizzazione religiosa professata.

La chiave di lettura corretta dell'amore guidato dal pricipio è che quando proviene da Dio non ci sono problemi ma se proviene da una organizzazione allora le cose cambiano. Ad esempio se un organizzazione religiosa decide con chi puoi leggere la bibbia oppure no quello è un amore guidato dal principio sbagliato. Se il principio viene dall'organizzazione religiosa allora succedono esattamente queste cose come quella della ragazza Mormone, anzi sono inevitabili.

I mormoni seguono la Bibbia con molta e profonda dedizione e loro hanno indubbiamente un forte attaccamento ai principi religiosi. Ma se l'attaccamento al principio prende il soppravvento si perde la percezione della realtà e persone che non hanno un intendimento chiaro possono pensare che la forte educazione religiosa possa essere totale tanto da diventare nello stesso tempo un esempio strumentale di propaganda a prescindere. Tutti i mormoni educano i figli in un certo modo ed è proprio quello che ingenuamente la nostra giovane madre pensava di poter condividere senza avere ripercussioni.

La scrittura di Luca che abbiamo citato precedentemente quelle parole di Gesù potrebbero essere interpretate male tanto da considerare l'amore Agape guidato dal principio e confonderlo con “l'amore per il principio”. La dico in modo un po’ brutale se l'organizzazione religiosa spinge i fedeli a mettere al primo posto questo tipo d'amore rende perfettamente possibile "odiare" i nostri congiunti immaginando di avere il benestare di Gesù. 

Siamo sicuri che questa visione errata dell'amore sia tutta colpa della ragazza? Siamo sicuri che i precetti religiosi che lei ha dovuto gestire e subire nella sua vita, non l'abbiano influenzata talemente tanto da considerare certe scritture in un certo modo impedendole di avere sano discernimento?

Così veniamo alla nostra congregazione. Non è che per caso anche nella nostra congregazione mette al primo posto l'amore guidato dal principio? Prendiamo qualche esempio dalle pubblicazioni.
 
w76 15/2 pp. 104-110L'amore cristiano si basa sull’amore di Geova

4. A quale tipo d’amore si riferì Gesù in Giovanni 13:34, 35, e come fu manifestato tale amore?

4 La legge mosaica richiedeva l’amore del prossimo, non l’amore basato sul principio che porta a sacrificarsi. Ma Gesù, dando ai suoi seguaci un “nuovo comandamento”, indicò che dovevano farsi riconoscere dall’amore che induce a sacrificarsi per gli altri, poiché aggiunse: “Come vi ho amati io, che voi pure vi amiate l’un l’altro”. L’amore di Gesù fu un amore basato sul principio, cioè amore agápē, che lo indusse a sacrificarsi.

 w75 15/11 pp. 688-695 Coltivate intenso amore gli uni per gli altri

10 A causa dell’eredità da Adamo, tutti gli uomini furono concepiti nel peccato e generati con l’inclinazione a sbagliare. (Sal. 51:5) Dio lo sa. Quindi è spinto ad amare il genere umano non a causa di alcun merito o eccellenza di cui questo sia dotato, ma particolarmente perché comprende che, a suo tempo, molti uomini accetteranno il suo amore e metteranno la loro vita in armonia con la sua volontà. (Rom. 5:8-11) Agápē esprime perciò il significato dell’amore che si distingue per il rispetto del principio. Or dunque, se imitiamo l’esempio del nostro Padre celeste ameremo anche quelli che non mostrano di meritare il nostro amore. Essi possono essere cinici, egoistici e perfino immorali o criminali. Odieremo ciò che fanno e dicono, ma, nello stesso tempo, ci preoccuperemo del loro benessere personale. Faremo tutto il possibile per incoraggiarli ad accettare l’amore di Dio. Coltivi tu tale amore per il genere umano nel suo insieme, un amore guidato dal principio?

nwtsty Giovanni — Approfondimenti al capitolo 3

L’amore (agàpe) è elencato per primo tra gli aspetti del “frutto dello spirito” (Gal 5:22), ed è ampiamente descritto in 1Co 13:4-7. L’uso che nelle Scritture viene fatto di agàpe dimostra che questo amore spesso comporta più di uno slancio emotivo verso un’altra persona. In molti contesti ha una portata più ampia; questo tipo di amore è spesso espresso in modo più riflessivo e ponderato (Mt 5:44; Ef 5:25). Quello coltivato dai cristiani dovrebbe quindi essere un amore dalla connotazione etica, che si basa su ragioni di principio, dovere e correttezza. Non è comunque privo di sentimento, dato che spesso include un profondo affetto (1Pt 1:22). Questo è evidente dall’uso che se ne fa nel Vangelo di Giovanni. Quando scrisse che “il Padre ama il Figlio” (Gv 3:35), Giovanni usò il verbo agapào, ma quando riportò l’affermazione con cui Gesù descrisse quello stesso rapporto, “il Padre vuole bene al Figlio”, usò il verbo filèo (Gv 5:20).

g01 8/8 pp. 8-11 Spezzare la spirale dell’odio

         Cosa significa amare

Innanzi tutto tenete presente che l’amore a cui si riferiva Gesù non è il genere di affetto che potrebbe esistere tra due intimi amici. La parola greca che esprime questo genere di amore è agàpe, che ha il senso di amore guidato o governato dal principio. Questo tipo di amore non include necessariamente caloroso affetto. Essendo guidato da giusti princìpi, spinge a cercare i migliori interessi degli altri, a prescindere dal loro comportamento. L’amore agàpe è quindi capace di trascendere le inimicizie personali. Gesù stesso dimostrò questo tipo di amore quando, anziché invocare il male sui soldati romani che lo avevano messo al palo, pregò: “Padre, perdona loro, poiché non sanno quello che fanno”. — Luca 23:34.


"Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore." - 1 Giovanni 4:8

Indipendentemente dalle differenze religiose, l'amore è un sentimento universale che ci avvicina a Dio e agli altri. L'amore è un linguaggio spirituale che ci unisce attraverso il divino dono dell'affetto e della compassione. Si deve celebrare e coltivare questo amore senza confini, superando le differenze religiose e abbracciando l'unità che esso può portare nelle nostre vite.


In conclusione, l'amore in realtà è un potente e universale sentimento che supera qualsiasi barriera religiosa o dogmatica. Sebbene la fede possa influenzare le nostre vite, l'amore è una forza autentica che si manifesta indipendentemente dalle credenze religiose. Nella sua purezza, l'amore ci unisce, ci fa sentire vivi e ci ricorda che, alla fine, siamo tutti esseri umani alla ricerca di connessioni sincere e significative. Lasciamoci guidare dalla compassione, dalla comprensione reciproca e dalla gentilezza, piuttosto che dalle limitazioni imposte da credenze religiose oppressive, e scopriremo un amore più profondo e autentico che ci connette tutti e ci rende più vicini a Dio.

Buona serata

4 commenti:

  1. Mi pare capitano, che hai tralasciato il più eclatante bug conseguente a questo ragionamento di amore telecomandato. L'ostracismo come segno d'amore verso i disassociati. Questa è un'affermazione che nasce da ragionamenti imposti e che crea profonde spaccature in seno alle famiglie coinvolte.

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  2. Allora non dovrei commentare su questo argomento perché di problemi psicologici ne ho da vendere, anzi da svendere! e come disse Troisi "magari avessi i complessi tu hai un'orchestra in testa"! Fatta questa premessa direi che, e ciò mi consola, nell'organizzazione ad avere "orchestre" c'è ne sono in molti compresi i nominati.
    Tornando all'argomanto è chiaro che creare questo tipo di amore a telecomando crea una zona confortevole in cui è difficile uscirne fuori specie per chi ha problemi relazionali.
    Ma l'amore dovrebbe essere manifestato in modo spontaneo e senza far sentire chi è "normodotato" un endicappato, questo modo di stimolazione l'amore è completamente privo di amore.

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  3. Beth Sarim..., l'Amore permetterebbe a chiunque di agire correttamente, se Gesù ha ribadito che solo esercitare l'Amore per Dio e per il prossimo rimane l'unico obbligo dell'uomo, un motivo ci sarà.
    La sostituzione di questo concetto con l'adozione di mille regole e norme, circolari, adunanze, congressi, discorsi, video, pubblicazioni, é il "di più che é dal malvagio".
    Barnaba accenna al meraviglioso dono della disassociazione, che viene praticato per aiutare i peccatori a capire come ci si debba comportare, che provvedimento meraviglioso!!
    Tutti noi possiamo confermare, per esperienza diretta, che i reati di moralità sono ormai puniti con delle pacche sulle spalle, mentre inesorabile é la mannaia sui reati di opinione.

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  4. Mentre la dottrina biblica si è evoluta, passando dall'amore condizionato di YHWH (ti tratterò bene solo se avrai me come unico Dio, e solo se seguirai le mie leggi) all'amore incondizionato di Gesù, come specificato in Romani 5:6-8 che morì per noi mentre eravamo ancora peccatori, senza aspettarsi niente in cambio, la dottrina dei TdG invece non si è evoluta. L' amore quindi dovrebbe essere disinteressato, la forma più nobile, che non pretende di cambiare le persone secondo i propri criteri, e non giudica, ma considera le persone uniche e irripetibili con le
    caratteristiche positive e negative che caratterizzano l'individuo. E' il tipo di amore che ha un genitore verso i figli, o un amico stretto, o un parente benevolo: un sentimento che non ha bisogno di scelte, perchè è spontaneo. I TdG sono rimasti ancoràti all'amore condizionato, che valuta se si è meritevoli di essere amati, oppure come scrive Snoopy nella vignetta, di essere trascurati. I TdG ti vogliono cambiare, farti fare cose che per conto tuo non sceglieresti, l'amore devi guadagnartelo seguendo le direttive e gli obblighi teocratici, oppure ti giudicano e smettono di amarti se non stai alle regole, anche solo se scegli di studiare all'università, invece di essere felici per te.

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Grazie per il commento.