Considerazioni introduttive dal letargo
Dopo un po' di tempo di assenza dal blog mi ero trovato con un cumulo di argomenti distillati dal blob narrativo sciorinato dall'organizzazione negli ultimi mesi, ma la mancanza di tempo per redigere qualcosa "al volo" ha tuttavia finito con l'invalidare le costruzioni e argomentazioni che avevo in mente.
Mi spiego: argomentare quanto veniva enunciato dal podio televisivo o da quello reale è un po' come yogurt aperto in una casa senza frigorifero in agosto.
Primo perché la retorica prodotta ha il solo scopo di renderti, per dirla alla Pink Floyd, confortably numb, grezzamente traducibile in "piacevolmente insensibile"; l'emivita delle parole e dei concetti espressi e cacciati a martellate nella testa dei fratelli è come quella dell'eroina nelle vene di un tossico inveterato, 3 ore e se ne è già persa la metà, mezza giornata e non ve ne è quasi più traccia.
Ho dedotto che dev'essere questo il motivo per cui gli abusatori cronici di detta retorica saltano dalla sedia ogni volta come tappi di spumante per cose meno che ordinarie ripetute in un algoritmo ricorsivo che cicla in un loop infinito sulle medesime cose, solo aumentando il volume degli aggettivi superlativi ad ogni ciclo: all'uscita da ogni giro l'uditore deve evidentemente avere una sorta di "garbage collector" che ripulisce la sua RAM e il nostro malcapitato finisce con il non ricordare nulla, figurarsi poi di li a qualche giorno.
Quando arriva lo tsunami retorico i fratelli ormai chiudono le paratie del cervello e ormai la persuasione è puro esercizio di "brute force", forza bruta della ripetizione.
C'è da capirli; bisogna pur sopravvivere all'alluvione di irrilevanza entro la quale viene diluita la verità. Si perché di questi tempi, come disse anni fa fa Gamma, la verità è un lusso che non ci possiamo più permettere.
Secondo, il mestiere del blogger e del debunker di caciara spirituale è diventato terribilmente difficile, esattamente quanto lo è diventato quello della satira politica. Se si da sufficiente tempo a questa gente, questa produrrà a stretto giro di posta una realtà sempre più estrema e sempre più indistinguibile dalla parodia stessa, spesso battendola sul suo stesso terreno.
Un esempio di queste dinamiche di progressione esponenziale dell'assurdo è il tentativo fallimentare di produrre una "cultura pop" dell'ortodossia cristiana nei giovani e meno giovani tdg; emerge specie dai video musicali e dalle drammatizzazioni presentate alle assemblee, che di fatto sono un "bundle" in cui vengono piazzati gli aggiornamenti di sicurezza contenenti le nuove opinioni, i nuovi standard e i nuovi cliché confezionati dal Corpo Direttivo, aggiornati e tirati a lustro e che devi ficcarti in testa prima di subito. Adeguarsi senza frapporre indugio, non vorrete mica far piangere Geova?
L'ultima drammatizzazione francamente non ho capito dove volesse andare a parare: Una ragazza si ingastrisce perché un altra fa collane e le vende sui social, si monta tutta una questione di stato che in qualsiasi ambiente sociale verrebbe abortita con un occhiata di traverso, tipo quelle che ti fanno vedere il neon con la scritta "ma sei scemo?" lampeggiare sulla fronte di chi l'occhiata te la tira, volano stracci e non si capisce bene perché (ma i capisce bene che sono tutti piuttosto depressi), si fa la pace ma non si capisce bene perché (dobbiamo ancora capire per quale motivo sta gente era "litigata") e ci si trova tutti a cantare in modo sgraziato e stonato canzoni che erano già brutte di suo con un entusiasmo finto e un sorriso ancora più finto e tenuto su con i plinti, quello li, quello che solo i morti dentro riescono a produrre. Poi ci si saluta con la sensazione di avere avuto a che fare con un gruppo di bipolari maniaco depressivi e passivo aggressivi appena entrati in modalità maniacale.
Presumo che si sia voluto esagerare ficcando fra le righe troppi messaggi "a nuora perché suocera capisca"; con tutti questi "middleware" messi e mezzo nel flusso della narrazione esce fuori un quadro completamente fittizio, grottesco, sgraziato, stanco e anche deprimente, specie nella sua esaltazione di una gioia di sottomarca comperata su Wish.
Tutti i video successivi che dovrebbero motivarti paiono template di spot pubblicitari di Fastweb di 10 anni fa, quelli col faccione di Clooney: presentano la stessa costruzione della leva emotiva, del richiamo all'immaginazione a cui segue la presentazione del logo o messaggio e il relativo playoff. Devono essersi comperati quel format all'agenzia pubblicitaria in saldo.
Finito il pistolotto, proverò a proporre argomentazioni e volutamente provocatorie e sganciate dall'attualità WT e che sono un po degli evergreen per entrare nei comma-22 della dottrina della WT
La neutralità illusoria
Una delle dottrine bandiera di cui si è parlato anche nella recente assemblea è quello della neutralità. Del resto lo si fa in tutte: il contenuto dei discorsi, fateci caso, è il medesimo tutti gli anni; si cambia giusto il titolo che viene confezionato in ragione del tema dell'assemblea ma il prodotto all'interno è sempre lo stesso.
La dottrina della neutralità per come la conosciamo sembra apparentemente lineare, ma l'impressione regge solo in apparenza; sembra profonda ad uno sguardo superficiale, ma appare superficiale ad una osservazione profonda.
La questione in realtà è abbastanza complessa, la WT pialla tutto per bene con ogni tecnica e modalità di interruzione del pensiero attuata principalmente mediante i soliti pochi argomenti: Gesù che non si vuole fare re, la colpa del sangue delle guerre a cui non partecipi, il regno di Dio che risolverà tutto, eccetera.
La retorica dell'organizzazione si fonda su opinioni che richiedono che il fruitore della retorica stessa non si formi opinioni proprie (condizione ovviamente illusoria) se non l'ortodossia filtrata dal retore.
Ho aperto decine di articoli e la questione neutralità viene immediatamente derubricata con queste argomentazioni, senza entrare nel dettaglio delle implicazioni della propria NON scelta se non dal punto di vista della falsa dicotomia giusto-sbagliato a priori. Le situazioni aneddotiche prese ad esempio sono sempre estreme, condizioni limite che più che la regola rappresentano l'eccezione nella vita della fratellanza.
Nel corso del tempo la microgestione della questione neutralità si è estesa poi fino ad invadere ogni aspetto della vita del tdg: non basta non appartenere ad un partito politico ma anche votare per un referendum diventa un problema, fare il rappresentante di classe a scuola e firmare petizioni sindacali può costarvi la distruzione eterna.
Non basta solo essere neutrali ma è divento peccato pure il maturare opinioni (figurarsi esprimerle) sulle questioni che scorrono attorno a noi. Non serve cercare di capire la realtà, c'è chi la capisce per te perché tu non debba fare lo sforzo di capirla, vuoi mai che poi capisci una cosa diversa.
Con queste premesse ci vuole niente che la partecipazione ad una assemblea di condominio valga un comitato giudiziario.
Poi fa nulla se partecipi a campagne di pressione via lettera verso governi per modificare leggi a tuo sfavore (tipo Russia) oppure accetti di corrompere ufficiali pubblici per risparmiarti la naja, finendo poi con il risultare inquadrato fra la riserva dell'esercito (tipo Messico) o accettare soldi e prebende dai governi vari o iscriversi all'ONU.
In tutti gli articoli che trattano la questione la narrazione è piuttosto appiattita sul "persecution porn", sull'aneddotica, meglio se collocata in un periodo bellico.
La questione della "verginità dalle opinioni" è poi ovviamente diventata un enorme volano di ipocrisia nei rapporti fra fratelli: nessuno dice più cosa pensa perché socialmente inaccettabile, le persone si fidano meno di chi non dice cosa pensa, le persone nascondono ancora di più i propri sentimenti e pensieri verso coloro di cui si fidano poco e il cerchio si chiude per ricominciare da capo. La risultante è che abbiamo più maschere in congregazione che al carnevale di Venezia.
Il Comma 22
"«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»"
Ma si sa, non mi stanco di ripetere che il mondo è più complesso di come lo si vuole raccontare e a darci la misura del livello di infantilismo del pensiero a cui l'organizzazione anela è un discorso presentato in una delle ultime assemblee: per sostenere la neutralità si cita l'esempio di un fratello ospitato da una famiglia che non si intrometterebbe mai in un litigio interno di detta famiglia ospite.
"Se una famiglia ci invita e una volta a casa loro vediamo che iniziano a litigare non prendiamo le parti di nessuno...."
Beh detta così pare condivisibile, e infatti è un argomento fantoccio.
Ma proviamo a generalizzare la regola, esattamente come si farebbe per validare una teoria fisica o matematica: Mettiamo che tu sia a casa di questa famiglia e che esattamente come sopra la situazione cominci a scaldarsi.
Ad un certo punto il marito salta al collo della moglie con l'idea di strangolarla e quella inizia a stramazzare esanime.
La tua neutralità vale ancora? Lasceremo fare il marito finché Geova non ci pensi e ci metta una pezza? Lasciamo le cose nelle mani di Dio? ognuno per se e Dio per tutti?
La WT non riconosce causa di forza maggiore che non sia nel perimetro dei suoi interessi, tuttavia in una situazione come questa il non intervento non ti renderebbe in parte colpevole di omicidio visto che avresti potuto agire e non lo hai fatto?
La tua neutralità nel caso è una acquiescenza diretta all'atto di omicidio, una passiva e remissiva condiscendenza all'atto che potevi impedire e non hai impedito
La generalizzazione della regola WT oltre il perimetro di quelle 4 cose generalmente riportate negli articoli, finisce con il portare al paradosso, la posizione avrebbe dovuto tenere il fratello alla larga dalla colpa del sangue è diventato nel caso di specie causa di colpa del sangue.
Non aveva modo di non produrre una trasgressione, sia che avesse mantenuto l'integrità alla WT maniera (colpa del sangue per non aver salvato chi era in tuo potere salvare) sia che non avesse mantenuto questa integrità (rottura della neutralità cristiana per la WT)
Quindi finiamo il nostro gioco di generalizzazione del modello mentale del CD sulla questione con il paradosso che ogni scelta che fai ti avrebbe portato alla dissociazione o alla disassociazione.
Insomma un bel problema senza soluzione come quello della Kobayashi Maru che il Capitano ha ben presente.
Un altra solidissima logica è quella presentata nel discorso della domenica mattina, in cui si paragona il male ad un ragno che tesse ragnatele e che i movimenti per la giustizia si impegnano a rimuovere senza rimuovere il ragno (satana). Per sostenere la logica neutrale la WT non ha senso rimuovere la ragnatela se non possiamo rimuovere la causa.
Generalizzando secondo la nostra regola, immaginiamo quindi che le ville a Tuxedo del corpo direttivo debbano essere invase da ragnatele e dune di polvere mosse dal vento, perché cavoli, non ha senso spolverare visto che non possiamo rimuovere la sorgente del pulviscolo, ovvero l'atmosfera. Di li a poco la polvere tornerà.
E immagino pure che nessuno proverà a curarsi da nessun malanno, men che meno da quelli cronici, visto che non possono rimuovere l'imperfezione e nemmeno risolvere problemi cronici; aspetteranno quindi Geova che ci metta una pezza.
E perché lavarsi, se di li a poco tornerai a puzzare?