Questo
argomento trae spunto dalle ultime battute dell’interessante articolo postato
da Tommaso, “alle pecore disperse nella diaspora spirituale”, apparso qualche
giorno fa, per portarne avanti la riflessione.
Oggi stiamo vivendo una sensazione nuova, mai vissuta,
diversa anche da quella che molti hanno provato quando hanno inizialmente
conosciuto la "verità". Questo senso di smarrimento è singolare
perché per la prima volta le nostre convinzioni sono state realmente e
severamente scosse dalle radici. Perché è diverso da quando un giorno siamo
diventati testimoni di Geova? E' vero che anche allora la verità ha spiazzato
le nostre idee, permettendo di conoscere cose nuove che non ci erano mai state
insegnate prima. Ed è stato come passare dalla morte alla vita, o almeno ad una
nuova vita, più felice, più soddisfacente. Ci è stato insegnato che vivere
avendo "sempre molto da fare nell'opera del Signore" fosse la cosa
più sensata che un essere umano potesse impegnarsi a compiere. C'è anche da
dire che conoscere la verità, è vero, avrebbe creato difficoltà con parenti e
amici, ma almeno, salvo casi di parentela fanatica e irriducibile, nessuno ti
avrebbe mai ostracizzato in maniera fredda e irremovibile.
Nessuna religione a
cui in precedenza appartenevamo avrebbe mai lavorato così radicalmente sulla
mente dell'individuo, riuscendo ad isolarlo dal mondo, a staccarlo dalla
realtà, a fargli vedere il resto del mondo come un nemico nelle mani del
Diavolo da evitare come la peste. O a convincerlo (e non è cosa da poco) della
futilità e pericolosità del perseguire una istruzione superiore. Insomma, siamo
stati tutti a vario titolo condizionati pesantemente nelle nostre scelte, nelle
nostre aspirazioni, nella visione del futuro, perfino nella vita privata. E
nella visione stessa della divinità, vissuta in un rapporto di continua
sudditanza dovuto alla nostra innata imperfezione, la quale rende
indispensabile un continuo bisogno di placare in qualche modo Dio che osserva le
nostre vite e accoglie le nostre richieste di perdono se supportate da azioni
riparatorie. Il tutto condito con la minaccia continua di un Harmaghedon che
spazzerà via chiunque non sia di fatto un testimone di Geova e anche chi lo è,
qualora dovesse voltare le spalle a Dio.
Abbiamo dormito per anni sonni tranquilli nella convinzione che
non potesse essere neanche ipotizzabile di dover cercare da un’altra parte una
nuova verità, perchè quella che vivevamo era LA verità. E l’abbiamo difesa a caro
prezzo. Facendo sacrifici. Rinunciando ad aspirazioni legittime per tutti ma
non per l’organizzazione. Ci siamo esposti al pubblico ludibrio, fieri di
essere diversi a causa del nome di Dio. C’è chi ha rinunciato alla gioia di
procreare “in questo sistema di cose” per dedicarsi senza distrazioni ad una
causa giusta. Molti uomini in passato hanno dato prova di neutralità
lasciandosi imprigionare piuttosto che indossare una divisa. E l’elenco non è
assolutamente esaustivo…
E' più facile forse ora capire perché le sensazioni che oggi
stiamo provando per la prima volta, all’indomani della consapevolezza che tante
cose in cui credevamo non reggono più alcun confronto, siano singolari ed
uniche nel loro genere, non paragonabili con nessun altra delle esperienze di
cambiamento mai vissute prima. Questa è troppo forte per noi, è fortemente
deludente, troppo devastante!
Forse vi ritroverete mentre leggete di seguito una sintesi
della rosa di emozioni che si sono avvicendate nella mente dal momento in cui
la nostra vita è cominciata a cambiare.
FASE 1 In principio è scattato in noi un senso di difesa
della propria fede: navigando in internet, abbiamo scoperto alcuni blog che si permettevano
impunemente di esprimersi negativamente su schiavo fedele e dottrine, e,
istintivamente, ci siamo imbattuti in discussioni a volte epiche e sanguinose,
uno contro tutti, nel tentativo di ricondurre gli altri alla nostra ragione,
forti della convinzione di essere sempre noi i depositari della verità, e gli
altri solo apostati rabbiosi.
FASE 2 Inizio del turbamento
interiore. Abbiamo cominciato ad accorgerci che i siti e i blog in internet,
con modi e argomenti diversi, erano davvero tanti. E allora il tarlo del dubbio
ha iniziato il suo lavoro di lenta e progressiva erosione delle nostre
certezze.
FASE 3. L'angoscia. Abbiamo cominciato a perdere la nostra
tranquillità e ore di sonno, pensando e ripensando con una morsa allo stomaco a
tutto quello che leggevamo e rileggevamo in questi siti “apostati”. La cosa ci
ha inizialmente fatto sentire sporchi, dato che abbiamo dedicato sempre più
tempo a sbirciare su questi siti tassativamente proibiti dallo schiavo fedele
che ha lanciato su di essi ripetutamente i suoi anatemi. Ma ormai un altro
meccanismo si era avviato in noi, conducendo alla fase 4.
FASE 4. Le nostre letture proibite sono aumentate in termini
di frequenza e quantità. Abbiamo iniziato a fare ricerche personali a 360°, e
ci siamo accorti che la portata di questa nuova ondata superava le nostre
aspettative. Abbiamo scoperto che in tutto il mondo esistono siti e blog che
parlano dell'argomento testimoni di Geova. La cosa ci ha sconcertato, ma da un
altro punto di vista ha cominciato a rasserenarci, facendoci sentire non più
soli, ma parte di una comunità virtuale enorme, mondiale, estesa, come la
stessa fratellanza in cui abbiamo sinora militato.
FASE 5 Il nostro apporto nei salotti virtuali comincia a
cambiare connotati. Continuiamo sì a contrastare quello che secondo noi sono
solo false accuse nei confronti dell'organizzazione e della dottrina, ma
cominciamo a manifestare i primi segni di accondiscendenza su argomenti
indiscutibili e verificabili nelle congregazioni, quali il comportamento di
quelli definiti "cavalieri rampanti della fede", ovvero l'ipocrisia
di fratelli che predicano bene ma razzolano male. Il tarlo continua a rosicare
nella nostra mente…
FASE 6 Una pietra miliare. Lo scandalo pedofilia. Ecco la
goccia che ha fatto traboccare i nostri vasi. La vergognosa esposizione dello
schiavo di fronte ad una commissione governativa che con totale disinvoltura e
professionalità riesce a mettere alle corde un suo rappresentante proprio su un
campo in cui egli dovrebbe essere "infallibile", la esegesi biblica!
Versetti alla mano, un "semplice" impiegato dello stato australiano
riesce più volte a mettere in serio imbarazzo un membro unto del corpo
direttivo. Lo shock che abbiamo subìto in questa vicenda ci ha lasciato ancora
oggi storditi e disorientati, vuoi anche per la sconcertante scoperta della
piaga pedofilia nel popolo di Dio, popolo che si permetteva il lusso di puntare
il dito su tutte le altre denominazioni religiose su questo e altri argomenti.
FASE 7 Scatta in noi una reazione inquietante. "Ma
allora è proprio vero quello che dicono in questi siti circa lo schiavo, che non
è infallibile e può dunque sbagliarsi? Allora se possono sbagliarsi, possono
anche fallire su decisioni capitali che potrebbero prendere per me, circa la
neutralità cristiana, il sangue e altre cose ancora…" Allora abbiamo
continuato ad approfondire le cose e siamo venuti a conoscenza dei modi
sospetti in cui lo schiavo ha gestito le risorse finanziarie della fratellanza,
delle vendite sospette di sale delle assemblee e sale del regno, betel e
appartamenti di cui neanche conoscevamo l'esistenza e la lussuosità degli stessi,
il tutto senza alcuna rendicontazione ai fratelli contribuenti. Allora scatta
la fase successiva
FASE 8 Approfondimenti dottrinali. Cercando ancora di prendere
le difese della nostra “organizzazione”, abbiamo almeno tentato di salvare il
salvabile. Ok, lo schiavo ha assunto comportamenti deludenti, ma almeno la
dottrina, la verità, è fatta salva! Invece facciamo l’amara scoperta che: il
1914 è una data non additata dalle profezie bibliche, che Gerusalemme senza
ombra di dubbio non è stata devastata nel 607 a.E.V., che la dottrina sul
sangue è errata perché semplicemente non sostenuta dalle scritture, che la
pratica dell’ostracismo seguito alla disassociazione non è un insegnamento cristiano,
che la commemorazione della morte di Gesù così come da noi celebrata è tutta da
rivedere, e tante altre spiegazioni che di
scritturale hanno ben poco. Queste sono state scoperte paragonabili ad un raid
aereo americano che, come nel caso letterale della guerra del golfo dei primi
anni ’90 devastò e rase al suolo un regime totalitario, in senso spirituale
hanno dilaniato la nostra mente e la nostra coscienza spazzando via ogni nostra
precedente certezza in materia dottrinale.
FASE 9 La
consapevolezza. Siamo all’approdo. Ormai ci rendiamo conto di aver conseguito
una rinnovata mentalità, finalmente aperta e disinvolta, ci sentiamo cristiani
ma non con la necessità di aderire strettamente ad una confessione religiosa in
quanto ritenuta ora un mezzo al servizio della nostra adorazione resa a Dio. Viviamo
un’ euforia, “confusi e felici”, per usare una citazione musicale. Perché da un
lato tutto questo ci fa sentire bene, soddisfatti. Dall’altro ci rendiamo conto
di essere dei clandestini, non potendo condividere queste nuove scoperte con
nessuno dei nostri familiari e amici. Siamo ancora testimoni di Geova ma non nel
senso più proprio di come i nostri fratelli e parenti cristiani lo intendono.
Ormai siamo persone diverse, con nuove convinzioni “open source”, riusciamo a
mettere tutto liberamente in discussione e non temiamo più di doverci
confrontare con fedi diverse e filosofie, che da questo momento vengono
recepite come modi diversificati per arrivare a tendere ad una verità più autentica.
Però…
FASE 10 La più critica. La fase delle reazioni a tutto
questo stravolgimento mentale. Ed eccoci all’epilogo di questo lungo discorso.
Le reazioni. Si nota, leggendo qua e là e ascoltando in giro, che sono molti
quelli che si sono fatti prendere dalla rabbia, e hanno bruscamente smesso di
servire Dio. Alcuni stanno avendo problemi familiari, nel tentativo di
convincere forzosamente il coniuge ad accettare queste nuove vedute, altri
stanno abbracciando idee atee, agnostiche. C’è chi mette in totale discussione
l’intero testo biblico. E c’è chi infine, come molti di noi in questo blog,
spero tutti, che sta tentando di capire il da farsi cercando di non perdere
l’equilibrio e cedere ad azioni sconsiderate.
La domanda ora è: “Quale sarà invece la fase 10 per noi
consapevoli che vogliamo continuare ad avere una stretta relazione con Dio
padre e suo figlio Gesù?” Sì, come pensiamo di affrontare questa nuova realtà
che sta costringendo tutti noi a vivere da clandestini in una congregazione che
sentiamo sempre meno nostra? Altri di noi stanno vivendo per la prima volta la
situazione della famiglia religiosamente divisa, con moglie contraria o marito
contrario perché l’altro o l’altra non ci ha seguiti ancora in questa
metamorfosi.
Qualcuno pensa sia utile, per smorzare i pugni che la propria coscienza
sta sferrandoci nello stomaco, trovare il
modo per defilarsi da incarichi di insegnamento, per chi ad oggi è un nominato in congregazione. Già questo garantirebbe una
convivenza più sostenibile tra nuove vedute e precedenti insegnamenti, visto
che almeno non sarai costretto ipocritamente ad insegnare ad altri quello in
cui non credi più.
Un’altra idea che altri stanno attuando è quella di
predicare la buona notizia con il solo uso della Bibbia quale “kit (unico) dell’
insegnante”. Ciò non è solamente nobile e quanto di più bello possa fare un
cristiano, ma tra l’altro è anche “consentito” dal protocollo, visto che una
delle presentazioni suggerite della guida cristiana prevede il solo uso della
Bibbia. E dunque non destereste mai il sospetto di nessuno e contemporaneamente
dareste un buon esempio a chi vi osserva.
Se fosse possibile, sarebbe davvero rafforzante, perché no, incontrarsi con qualche altro consapevole.
Ecco un altro suggerimento utile.
Col proprio coniuge, è consigliabile fare piccoli passi. Si
potrebbe, come qualcuno già sta attuando, inizialmente cominciare col dire che
avete letto qualcosa di interessante non già sui blog che potrebbero essere
presi per apostati, ma su siti ufficiali, per esempio quelli della royal
australian commission, o quelli dell’OSCE, dove si evince la presenza strana
della watchtower in una commissione governativa assimilabile all’ ONU, o quelli
relativi a fondi speculativi in cui, se fate bene ricerche, esce fuori il nome
della watchtower che investe in titoli che non si addicono ad una religione
cristiana. E poi, pian piano che le linee difensive del nostro coniuge cominciassero
ad arretrare, proseguite con cautela su argomenti più dottrinali. Il tempo
mostrerà il da farsi in base alle opportunità. Ma per favore non scateniamo
inutili crociate, presi dal fervore di quanto ormai si schiude sotto i nostri
occhi. Questo è controproducente e pericoloso. Il nostro coniuge, come noi
finora, è stato dotato di un sistema immunitario tale da riconoscere
immediatamente l’apostata e isolarlo in un batter d’occhio. Se dovesse accadere
ciò, il rischio di una crisi è dietro l’angolo! Non diamo luogo al diavolo.
Questi, ci rendiamo conto, sono dei compromessi. Non è certo
quello che auspichiamo per le nostre esistenze. Ma capiamo che il percorso è
ancora lungo. I nostri familiari avranno bisogno dei loro tempi per maturare queste
nuove convinzioni. Se mai lo faranno. E nel frattempo?
Non è facile percorrere il sentiero in cui ci siamo
imbattuti. Le insidie sono tante. E sarà sfibrante in certi casi sopportare
quello che più non sentiamo, che non ci appartiene, ormai. Ma la gioia
interiore di aver scoperto finalmente una libertà che “renderà liberi” non ha
prezzo. Penso di interpretare il sentimento di ciascuno di voi in tal senso. La
verità costa sempre qualcosa. Ma è un prezzo che vale la pena di pagare, se
significherà dare un senso diverso e più vero alla vita….
Qualunque altra cosa vi venga in mente, qualunque
suggerimento utile alla sopravvivenza in questa “terra di mezzo” in cui ci troviamo,
rendetelo per favore fruibile alla comunità.