I punti principali
- Il dato sulle ore totali è stato eliminato
- Il requisito delle ore di pioniere ridotto da 70 a 50
- Per essere considerati proclamatori attivi basta spuntare una casella
- È molto più difficile venire disassociati e comunque ci vuole più tempo
- Si è fatta una campagna per far tornare chi è fuori anche da anni, basta una letterina. Si sono accorciati i tempi per essere riassociati
Per quanto riguarda il punto 1 si vede dal grafico che i risultati erano in calo. Se si potessero contare le ore fatte quest’anno il calo sarebbe ancora più netto: i pionieri sono aumentati del 5% ma dedicano il 29% di tempo in meno. I proclamatori potendo semplicemente barrare una casella fanno il minimo e alcuni neanche quello. Scenderemmo sicuramente sotto il livello del 2021.
Il punto 2 è l’errore più evidente dal punto di vista delle leggi statistiche: si paragonano due valori disomogenei. Diminuendo il requisito delle ore è diventato più facile fare il pioniere e quindi il numero è cresciuto.
Per quanto riguarda il punto 3 molti proclamatori se dovessero dichiarare quante ore dedicano al servizio e quante pubblicazioni lasciano si sentirebbero in imbarazzo. Dare la possibilità di essere considerati attivi semplicemente barrando una casella ha risolto a molti il problema.
I punti che più di ogni altro hanno segnato la svolta nel rapporto di quest’anno però sono il 4 e il 5. Analizzando i dati dei singoli stati rispetto all’anno precedente si nota infatti che per quanto riguarda i maggiori aumenti non è cambiato molto rispetto agli ultimi due anni: Congo, Zambia e Nigeria insieme hanno avuto un aumento di oltre 50.000 proclamatori. Quello che è cambiato sono gli stati in calo. Mentre fino al 2022 gli stati che segnavano una diminuzione di oltre 1.000 proclamatori erano sempre più di 10 quest’anno sono solo due tra cui l’Ucraina. Evidentemente le nuove regole sulla disassociazione hanno frenato l’emorragia di fuoriusciti, nel contempo la campagna volta a farli rientrare ha avuto buoni risultati. Come siano andate le cose lo si nota in particolare dal rapporto degli Stati Uniti. Nel 2022 e 2023 c’era stato un calo complessivo di oltre 22.000. Quest’anno un aumento di oltre 16.000. Probabilmente in questa nazione c’è un grosso bacino di ex TdG che se ne sono andati negli ultimi anni e quindi è stato possibile trovare più aderenti alla campagna di rientro in corso.
Che le cose stiano così è evidente anche da un altro dato: la differenza tra il numero dei battezzati e l’aumento dei proclamatori. Questo dato permette di capire quanti sono all’incirca i disassociati e i riassociati. Non è possibile fare un calcolo preciso perché non si conosce ad esempio quanti sono i decessi. Si può però fare un calcolo approssimativo facendo alcune ipotesi plausibili.
Facciamo un esempio basato sui dati del 2016 con le cifre arrotondate. C’erano 8 milioni di proclamatori. Ci sono stati 260.000 battezzati e il numero dei proclamatori è aumentato di 140.000. La differenza è di 120.000. Se i decessi sono stati l’1% dei proclamatori ovvero 80.000 il numero dei disassociati al netto dei riassociati è stato di 40.000. Ripeto sono calcoli approssimativi ma che possono dare l’ordine di grandezza.
Chi si battezza tuttavia potrebbe essere diventato proclamatore l’anno precedente o addirittura, nel caso dei figli nati dentro, alcuni anni prima. Per questo motivo si ottengono dati più precisi considerando un periodo di alcuni anni. Prendiamo il decennio 2014-2023: Battezzati 2.498.667; aumento procl. 757.084; deceduti (presunti) 873.246; usciti-rientrati 868.337. La media è quindi di oltre 86.000 che se ne vanno ogni anno.
Di seguito la tabella con i dati dei battezzati a cui viene sottratta la cifra dei decessi e l’aumento dei proclamatori. Quello che si nota è la drastica riduzione del dato dell’ultima riga: “usciti-entrati”. Questo valore era quasi sempre stato superiore a 30.000 è sceso a meno di 5.000. Uno dei motivi è probabilmente è indicato nell’annuncio che anticipava alcuni dati del rapporto. Per la prima volta viene indicato il numero dei riassociati: 65.816 nel 2024. È stato detto che ciò rappresenta un aumento del 43,2% rispetto all’anno precedente. Significa che l’anno scorso erano 45.960. La differenza è di 19.856 riassociati in più rispetto all’anno scorso. Questa campagna tuttavia avrà effetto soprattutto quest’anno. Chi voleva rientrare ha ricevuto l’invito e l’ha accettato, si tratta di un provvedimento “una tantum”. Nei prossimi anni il dato dei riassociati tornerà probabilmente quello degli anni precedenti.
Presenti alla commemorazione
Si è passato da 19.374.737 nel 2011 a 21.119.442 quest’anno. Si tratta di un aumento del 9% in 13 anni ovvero lo 0,7% medio annuo. Molto meno della crescita della popolazione mondiale. In parte dipende da quanti familiari accettano l’invio per far contenti i parenti Testimoni e quindi varia di anno in anno.
Partecipanti alla commemorazione
Continuano ad aumentare, circa 1.000 in più dell’anno scorso. Siamo tornati quasi al numero del 1949. All’epoca erano 24.312 ora siamo a 23.212. Di questo passo li raggiungiamo l’anno prossimo. Piano piano arriviamo a 144.000.
Trent’anni dopo
Confrontando il numero dei proclamatori con quello del 1995 fa si nota che in alcuni stati in questo luogo periodo non c’è stato nessun aumento.
Confronto tra i continenti
L’andamento è molto diverso da un continente all’altro: in Europa nel 2017 (dopo l’esclusione della Russia dal rapporto in chiaro) c’erano 18.265 congregazioni, ora sono 16.697. In Africa nello stesso periodo si è passati da 28.724 a 32.258. Idem per gli studi biblici: nel 2013 in Europa si tenevano 862.555 studi, nel 2021 erano 525.124, l’anno scorso 469.064, ora 433.727. In Africa si è invece passati da 1.831.363 del 2021 a 3.775.775 (nel 2016 erano più di 4 milioni).
Il maggior numero di studi e di battezzati è in Africa. Anche in questo caso è interessante vedere come sono cambiate le proporzioni negli ultimi anni.
L’Italia
In Italia si assiste a un crollo del numero degli studi biblici che avrà conseguenze su tutto il resto. Erano 126.243 nel 2013, 118.676 nel 2016, 94.345 nel 2021, 85.997 l’anno scorso, 76.648 quest’anno. I battezzati sono in leggero aumento: mi aspettavo meno di 3.000 invece sono più di 4.000. Anche in questo caso però i risultati probabilmente non dureranno: se calano gli studi saranno meno quelli che alla fine si dedicano. Come si vede dai seguenti grafici la tendenza è quella.
Media proclamatori per congregazione
Ci sono nazioni, soprattutto in Africa, con un numero basso di proclamatori per congregazione. In queste nazioni però c’è crescita. In Mozambico ad esempio solo 47 proclamatori per congregazione. In questa nazione però c’è stato un aumento dei proclamatori del 13% rispetto al 2023 e ben 1,8 sudi in media a proclamatore. In Canada la media proclamatori per congregazione è 106 (era 86 nel 2019), negli USA è 104 (era 96 nel 2019), a Puerto Rico (che ha meno proclamatori rispetto al 1995) 100. Queste differenze sono quindi dovute in parte alle aspettative di crescita e alle presenze di persona alle adunanze. Dove ci sono tanti studi e battezzati probabilmente ci sono anche più presenti rispetto ai proclamatori, viceversa in Europa e in Nord America molti seguono su Zoom. Un altro fattore potrebbe essere la difficoltà di trovare volontari e l’aumento dei PIMO. Per far funzionare una congregazione infatti occorrono molti fratelli e sorelle disponibili: le parti alla scuola teocratica, la pulizia della sala, le contribuzioni, l’acustica, ecc. Creando congregazioni grandi si hanno maggiori probabilità di avere qualcuno disponibile.
Principato di Monaco e Rota
Ecco la novità del 2024: abbiamo raggiunto 240 stati (erano 239 nel 2023) perché si è aggiunto il Principato di Monaco. Prima non si predicava? L’annuario del 1981 diceva: “Sebbene sia vietato compiere l’opera di testimonianza di casa in casa fra i 27.000 abitanti di Monaco, i proclamatori della congregazione francese di Beausoleil vi hanno predicato regolarmente. Nel 1978 c’erano sette Testimoni attivi a Monaco”. Non mi sembra quindi una novità, aggiungendolo però il numero degli stati aumenta.
D’altro canto l’isola di Rota ha una congregazione sebbene ci siano solo 2 proclamatori. Non sarebbe più corretto considerare questi come gruppo isolato affiliato a un’altra congregazione? Facendolo però il numero degli “stati” in cui ci sono congregazioni scenderebbe a 239, meglio lasciarla. Anche in questo caso un po’ di “trucco”.
L’annuncio
Il rapporto completo viene pubblicato sempre a fine anno ma a ottobre viene fatta una anticipazione. I dati riportati in questo annuncio hanno sempre toni trionfalistici. L’anno scorso il punto forte era l’aumento dell’85% del numero dei battezzati. Detto così può sembrare un gran risultato. In realtà dal 1990 al 2020 i battezzati erano circa 300.000 ogni anno, a volte di più. Nel 2021 e 2022 sono stati la metà. Nel 2023 sono ritornati al livello precedente. Se un dato si dimezza e poi torna quello di prima l’aumento sarà del 100%. Nessun gran risultato quindi.
Quest’anno l’annuncio ha seguito il solito tono. Come ho già scritto si sono usati termini come: “un massimo di…”, “È stato emozionante anche sapere che…”, “altri dati che hanno registrato un incremento…”, “un aumento del...” (espressione usata 6 volte) e in poche righe vengono inseriti due punti esclamativi. Il punto forte (secondo loro) è stato il raggiungimento di 9 milioni di proclamatori. Gran risultato? Per passare da 8.201.545 a 9.043.460 ci sono voluti 10 anni. Si tratta di un aumento medio dell’1% annuo, anche in questo caso meno della popolazione mondiale e molto meno degli anni precedenti. Niente risultati eclatanti quindi.
La realtà
Le cose stanno molto peggio di come appaiono in questi numeri. Quanti PIMO non vanno in servizio e barrano la casella per quieto vivere? Quanti vanno ancora di casa in casa? Quanti passano da una chiacchiera al carrello a una chiacchiera a bar? Quante congregazioni vengono unificate e quante sale vendute? Quanti bambini vengono battezzati? Quanti sono bloccati e uscirebbero se non ci fossero conseguenze sui rapporti familiari?
Un edificio pericolante può essere rafforzato con dei puntelli. Non influiscono direttamente sullo scheletro dell’edificio, il quale rimane inadeguato e a rischio di crollo, tuttavia possono contribuire a stabilizzarlo per un certo periodo. La struttura della WTS è compromessa. Le dottrine basilari non reggono: 1914, 144.000, schiavo fedele, 1919, generazione, sono tutte argomentazioni sempre più insostenibili. Sono stati presi provvedimenti esteriori che la rendono l’organizzazione più bella se la si guarda superficialmente: la barba per gli uomini, i pantaloni per le donne, i video emozionanti, le musichette orecchiabili. Anche la mistificazione delle statistiche è un tentativo di far credere che “va tutto ben madama la marchesa” come diceva una vecchia canzoncina. Un’imbiancata alle pareti su cui si manifestano grosse crepe. Si sta tentando di demolire questa religione e ricostruirla senza traslocare i residenti. L’operazione è ardita e pericolosa. Alcuni che se ne sono accorti sono scappati di corsa. Voi cosa farete?