Geova benedice chi perdona del
In questo articolo a cui fa cornice la scrittura di Colossesi “Proprio come Geova vi ha perdonato senza riserve, così dovete fare anche voi” (COL. 3:13) si parla del perdono ma più che altro della capacità di perdonare. La prima domanda che ci chiediamo è che in un articolo rivolto ad una congregazione religiosa per quale motivo trattare questo aspetto? Perchè è necessario imparare a perdonare nella congregazione? Non dovrebbe essere un luogo protetto dall'influenza del mondo e che garantisce le persone dalle ansietà di questo sistema? Non dovrebbero le persone addestrate da anni di insegnamento biblico avere la capacità di evitare le trappole del sistema di cose? In generale possiamo dire che le difficoltà della vita ci pongono davanti talmente tanti problemi che non è difficile doversi trovare ad affrontare situazioni dove è necessario perdonare ma anche essere perdonati.
Ma quale è secondo voi l'evento più importante che può capitare nella congregazione che necessita la qualità del perdono? L'avete capito subito è proprio la disassociazione. Ora in questo articolo l'argomento della disassociazione, secondo me è trattato in un modo sinteticamente efficace perché in due paragrafi si spiega bene il meccanismo teocratico. Non volendo essere frainteso cito testualmente per lasciare a voi la capacità di giudicare indipendentemente dalle mie eventuali parole.
5 Quando gli anziani si incontrano con la persona che ha peccato, il loro obiettivo è quello di arrivare a prendere sulla terra la stessa decisione che è già stata presa in cielo (Matt. 18:18). Perché quello che fanno gli anziani è per il bene della congregazione? Perché la protegge: fa in modo che chi ha peccato e non si è pentito venga allontanato e non danneggi le preziose pecore di Geova (1 Cor. 5:6, 7, 11-13; Tito 3:10, 11). Inoltre quello che fanno gli anziani è per il bene di chi ha peccato, perché può aiutarlo a pentirsi e a ricevere il perdono di Geova (Luca 5:32). Gli anziani pregano a favore di chi si è pentito e chiedono a Geova di aiutarlo a riprendersi spiritualmente (Giac. 5:15).
Nella prima frase viene creato un lucchetto logico che rende la decisione giudiziaria un elemento di un ingranaggio cosmico che è inviolabile. Come fai a contestare una decisione presa in cielo? Difficile. Questo è un esempio di sviluppo logico corretto che porta ad una conclusione sbagliata perchè la premessa è sbagliata. Seguitemi nel ragionamento. La frase è legata ad una attività disciplinare che avviene in tutte le congregazioni. Il problema nasce dal fatto che è una citazione di una scrittura che vediamo al termine della frase, la scrittura di Matteo 18:18.
Questo versetto non è messo li a caso perchè è il termine dei famosi passi di Matteo indicati da Gesù per risolvere i contrasti fra fratelli. Se leggiamo bene i passi indicati da Gesù sono un modo che permette alla persone di riprendere la pace e la serenità perdute da una azione abusante di un fratello la dove ovviamente non è possibile chiedere l'intervento delle autorità. Cosa che è ben lontana dal meccanismo dei comitati giudiziari utilizzati per il controllo morale delle congregazioni. Il soggetto delle indicazioni di Gesù non è la congregazione come il paragrafo vorrebbe farci credere ma siamo noi stessi. Gesù non sta pensando alla congregazione ma a salvaguardare noi la nostra spiritualità e il nostro animo.18 “In verità vi dico: tutte le cose che legherete sulla terra saranno già state legate in cielo, e tutte le cose che scioglierete sulla terra saranno già state sciolte in cielo.+
Sovrapporre l'attività di disassociazione a Matteo 18 è un modo artificioso di immaginare che i comitati giudiziari siano il frutto di meccaniche celesti quando è solo un elemento umano. Ora ribadiamo pur comprendendo la legittimità di poter definire limiti umani nella congregazione, sempre di limiti umani parliamo. Ma nel paragrafo della Torre di Guardia successivo leggiamo quindi
6. Se una persona viene disassociata, è ancora possibile che Geova la perdoni? Spiegate.
6 Supponiamo che quando una persona si incontra con gli anziani emerga il fatto che non è pentita. In questo caso verrà disassociata. Se la persona ha violato la legge del paese in cui vive, gli anziani non la proteggeranno dalle conseguenze delle sue azioni. Geova infatti permette ai governi di giudicare e punire chiunque trasgredisca la legge, a prescindere dal fatto che sia pentito oppure no (Rom. 13:4). Se però in seguito la persona si pente sinceramente e cambia modo di pensare e di agire, Geova è pronto a perdonarla (Luca 15:17-24). E questo indipendentemente da quanto sia grave il peccato che ha commesso (2 Cron. 33:9, 12, 13; 1 Tim. 1:15).
Come possiamo notare il comitato giudiziario non giudica il peccato ma il pentimento. Perchè nella fenomenologia dell'organizzazione religiosa, quando si è di fronte a questo tipo di comitato si da per scontato che tu venga disassociato e vuol dire che sono state già prese in considerazione gli elementi che servono per darti l'annuncio di essere espulso dalla congregazione.
In questo paragrafo il discorso si allarga includendo anche una precisazione necessaria al polverone generale che questa pratica religiosa ha creato in tutto il mondo. Infatti si parla di persone che hanno commesso reati.
Se la persona ha violato la legge del paese in cui vive, gli anziani non la proteggeranno dalle conseguenze delle sue azioni.
Il motivo basilare è che se sarebbe semplicemente un grosso problema vivere dove si ottengono due pene per lo stesso reato. Immaginate ad esempio un fratello che evade il fisco (a no scusate...) che ruba al supermercato il fratello non può essere condannato per il furto da un comitato giudiziario e da un eventuale giudice civile. In questo caso i Testimoni di Geova hanno correttamente interpretato questa impostazione perché si ci sarebbe un conflitto di interessi che dovrebbe poi essere giustificato.
Questo fatto garantisce di essere riconosciuti dalle autorità come ente religioso e allo stesso tempo la possibilità da parte della congregazione di avere un sistema giudiziario di salvaguardia dalle tante oggettive situazioni imbarazzanti che si creano quando la fratellanza turbolenta crea scompiglio.
Pur ammettendo uno metodo corretto questo non fa la gestione della disassociazione corretta. Il motivo è sostanzialmente legato proprio alla gestione del peccato. Come fai a capire se una persona è pentita o meno? Il pentimento è alla stessa stregua di un giudizio delle intenzioni le persone possono avere motivazioni complesse come la vita e i comportamenti sono naturalmente difficili da interpretare. Ma qui sveliamo un piccolo arcano teocratico, la soggettività di un giudizio aleatorio ed effimero del pentimento è un elemento secondario rispetto alla disassociazione. Infatti a bene vedere l'espulsione è solo nella forma giudicata dalle intenzioni del pentimento.
Nella realtà la fratellanza i comitati giudiziari esercitano il potere sul peccato tanto che la durata della disassociazione è spesso proporzionata alla percezione del peccato stesso. Sappiamo di casi dove fratelli e sorelle sono condannati alla disassociazione perenne, e che le forme di pentimento sono inutili perchè tutte le volte viene fuori la presunta vastità dello scandalo arrecato anni prima.
Come venirne fuori dalle perenni incongurenze di questa organizzazione?
A questo punto arriva il paragrafo sette dell'articolo che ci mette davanti la soluzione finale a tutti i più grandi problemi teocratici.
7. Cosa significa perdonare qualcuno che ha peccato contro di noi?
7 Ci sentiamo davvero sollevati pensando al fatto che non dobbiamo stabilire se Geova perdonerà o no una persona che ha peccato. C’è però qualcosa che dobbiamo decidere. Immaginiamo che una persona pecchi contro di noi, forse in modo grave. Potrebbe scusarsi e chiederci di perdonarla. Ma anche se non lo facesse possiamo decidere di perdonarla, cioè di liberarci del rancore e della rabbia che potremmo provare nei suoi confronti. Questo potrebbe richiedere tempo e impegno, soprattutto se la cosa ci ha ferito profondamente. La Torre di Guardia del 15 settembre 1994 dice:
“Perdonare un peccatore non significa condonare il peccato. Per il cristiano, perdonare significa lasciare con fiducia la cosa nelle mani di Geova. È lui il giusto Giudice di tutto l’universo e a tempo debito farà giustizia”. Perché Geova ci incoraggia a perdonare e a lasciare che sia lui a giudicare?
Ecco qui in questo paragrafo si parla di lasciare le cose nelle mani di Geova. Questo è a mio avviso uno dei più forti e potenti lucchetti logici che vengono utilizzati quando la situazione disperata non può essere risolta per i limiti di questa teocrazia.
L'interpretazione indotta di questa esortazione è quella di scaricare a Dio le responsabilità umane. Quante volte vi sarà capitato un nominato o un anziano che vi guarda sconcertato e alzando le spalle apostrofa la situazione dicendo "lasciamo con fiducia le cose nelle mani di Geova? Da quel momento in poi si crea una gigantesco tsunami di rassegnazione che investe il malcapitato che finisce affogato nella melassa dell'inconsistenza delle procedure teocratiche.
L'effetto secondario e che quando si arriva a queste conclusioni di questo tipo le persone possono solo immaginare che Dio sia dietro ad un complotto del male. Lo spirito di questo paragrafo non è un po' quello di Pilato dove noi ci laviamo le mani e ci liberiamo dalle responsabilità scaricandole su altri? In questo caso a chi? A Dio? Davvero? Non è forse un invito a diventare atei?
L'impossibilità di trovare una chiave che la porte della giustizia può essere molto gravoso per una persona che adesso deve trovare da se le risorse per uscire dal problema. In realtà basterebbe seguire semplicemente le indicazioni di Gesù che fra l'altro erano quelle che gli israeliti già facevano nelle legge mosaica.
Nel caso conosciate persone affrante e in difficolta prendete l'occasione per incoraggiarle. Vi propongo una bozza di lettera che spero ognuno di voi possa rielaborare e riscrivere in modo personale in modo che sia il più possibile un gesto genuino e sincero. Le persone in difficoltà hanno più bisogno di comprensione e di una persona che li ascolti. Detto questo le parole di incoraggiamento possono scaldare il cuore rendere più lieve le nostre più profonde ansietà nei momenti più complessi e difficili.
buona serata
Nelle parole del Salmo 34:17-18, leggiamo: "Il giusto ha molte avversità, ma il Signore lo libera da tutte. Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto e salva gli spiriti spezzati."
Ti esorto a non rassegnarti di fronte alle sfide che la vita ti presenta. Sì, potrebbero esserci tempi difficili, ma sappi che non sei solo/a. Il tuo Creatore conosce il peso che porti e sente il battito del tuo cuore. Nei momenti di disperazione, Egli è vicino a te.
Guarda avanti con fede, perché anche quando il cammino sembra oscuro, la luce della speranza risplende nel tuo cuore. Nella lettera di Paolo ai Filippesi 4:13, leggiamo: "Posso ogni cosa in colui che mi fortifica." Con il sostegno divino, supererai le sfide che ti si presentano.
Ricorda sempre che sei un essere straordinario, plasmato con amore e proposito. Non lasciare che le avversità ti spezzino, ma permetti loro di temprarti come l'oro nel fuoco.
In questo momento di difficoltà, prega, spera e agisci con fiducia, sapendo che il tuo cammino è sostenuto da una forza più grande di te. Che la tua fede sia il faro che illumina il tuo percorso e che il tuo cuore sia ricolmo di speranza.
Con affetto e incoraggiamento, [Tuo Nome]