Proverbi 17:12 È meglio imbattersi in un’orsa privata dei suoi piccoli che in uno stupido nella sua stupidità.+
Capita di avere de dubbi su quanto diciamo. La ricerca delle fonti diventa una costante, un momento di confronto con se stessi più che con il resto del mondo. La ricerca bibliografica serve a dipanare dubbi, perplessità e ci mette al riparo dalle critiche più feroci: quelle che facciamo a noi stessi.
Se anche a te è capitato sappi che sei in buona compagnia ed è pure un buon segno perché a quanto pare i dubbi li ha chi è più intelligente o più colto. Chi non ha mai dubbi, invece, tende ovviamente a non sincerarsi sulla bontà di quello che ha detto o sta per dire o per dirla come mia nonna “solo gli stupidi sono sicuri di loro stessi, gli altri hanno solo forti dubbi”.
E’ l’effetto Dunning – Kruger descritto nel 1999 è stato riportato alla ribalta recentemente da molti articoli sull’argomento.
In che cosa consiste questo effetto? Piccola storia David Dunnig è uno psicologo dell'università del Mitchigan ed è appunto diventato noto nell'ambiente per gli studi condotti assieme a Justin Kruger altro psicologo dell'iniversita di New York. Il risultato dei loro studi si riassume nel grafico sottostante.
Nell'asse delle Y il grado di fiducia e nell'asse delle X il grado di competenza della persona. Come notate c'è un picco di fiducia che è molto vicino allo stato di incompetente totale. In pratica le persone che esprimevano più fiducia delle altre erano le più ignoranti.
In passato, molti autori e ricercatori avevano pubblicamente esposto la loro opinione in merito. Bertrand Russel disse che “il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”; Friedrich Schiller sostenne che “neanche gli Dei possono nulla contro la stupidità umana”; William Shakespeare affermò che “il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”. Non possiamo poi non riportare Platone che nell’Apologia di Socrate attribuisce a quest’ultimo la frase “Certo sono più sapiente io di quest’uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente, soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo” (cap. 6).
Senza scomodare Platone, Socrate né la buonanima di mia nonna, cerchiamo di contestualizzare l’effetto Dunning – Kruger: il problema non sono quelli che hanno dubbi, ma quelli che non ne hanno mai. In questi personaggi l’effetto Dunning – Kruger è in agguato perché non consente di percepire i propri limiti. Di certo ne avrete incontrato qualcuno in azienda, spesso ostentano una sicurezza tale che alcuni scambiano per carisma mentre è solo incapacità di riconoscere i propri limiti neppure di fronte al palesarsi dei propri errori. Di contro le persone intelligenti sono ben consce dei propri limiti perché sanno che ci sono persone ben più dotate di loro e quindi si pongono sempre le domande “Avrò fatto bene? Sarà la scelta giusta?”.
Un buon sistema di valutazione delle competenze sarebbe opportuno per riuscire a misurare con il metro chi fa cosa e come lo fa, anche perché, pur di mantenere inalterata la propria serie di infallibili azioni, lo stupido tende spesso a scaricare sugli altri le cause del proprio fallimento.
Insomma, Forrest Gump, o meglio sua mamma, aveva torto. Non è vero che “stupido è chi lo stupido fa” ma “stupido è chi non ha mai dubbi su se stesso”.
Ovviamente non possiamo non trovare una applicazione pratica di questo effetto per chi sta all'interno dell'organizzazione da Testimoni di Geova. No so non vorrei darmi troppe arie ma io è già in tempi non sospetti avevo, come dire, compreso che l'organizzazione confida molto in questa sovrastima naturale che abbiamo di noi stessi.
Ad esempio chi di noi non si ritiene particolarmente ferrato nelle scritture? Non avete mai provato l’ebrezza di incontrare qualcuno che nel territorio dopo che voi con la supponenza uguale all’intero collegio docente di Oxford avete improvvisato la lettura di una scrittura e l’impunito dopo lo sfoggio letterario di averla trovata in 2.47 secondi netti ci chiede bellamente la domanda mortale “si ma in che contesto?” è noi iniziamo una scalata al Burji Khalifa trasformati da dottorandi in archeologia biblica a commessi al Burger King. Siete anche voi fra quelli che fanno o facevano a gara a chi trovava per prima la scrittura citata dall'oratore sul podio? Quante volte abbiamo guardato quel fratello patetico che non riesce mai a trovare il libro di Abdia o la lettera di Giuda? Avete provato a registrarvi e notare ad esempio il tono imperioso con il quale abbiamo preso l'abitudine di avvinghiare le persone con discorsi a gagno nel tentativo di dimostrare che Gesù regna dal 1914? Provate.
Ma questo non è un problema, tanto quanto sia un problema la nostra vera competenza. Questo lo dico a quella pioniera che aveva mangiato la foglia che tentò di giustificarsi dopo che avevamo appurato che il concetto di generazione era fuori dalle righe mi disse "Ma io mi fermo a quello che dice l'organizzazione, poi se le cose non sono corrette, ci penserà Geova" ecco cara pioniera appunto ci penserà Geova all'organizzazione ma anche a te che leghi l'asino dove vuole il padrone.
Questa organizzazione ha costruito un sistema di nozioni completamente disallineato dalla realtà e abbiamo accettato che queste nozioni diventassero le nostre certezze.
- Il battesimo che ci rende aderenti a Dio ma anche e più che altro all'organizzazione.
- Il rapporto di servizio che diventa dimostrazione delle promesse fatte al battesimo e elemento ostracizzante.
- Dio che richiede (presuntamente) la vita per rispettare il valore simbolico del sangue.
- La famiglia che diventa strumento di controllo dell'organizzazione.
- La venuta del Cristo nel 1914 che da più di 100 anni stabilisce l'inizio degli ultimi giorni che ovviamente non sono ultimi ma per te lo sono.
- Lo "Schiavo" comanda e se ti sembra che qualcosa non torna nei termini è meglio che inizi ad uscire prima che sia troppo tardi.
- Che la generazione iniziata dal 1914 vedrà Harmaghedon e se per te la generazione è passata da quel bello, non sei tu che decidi quanto deve essere lunga ma lo "Schiavo".
- Lo schiavo fedele e "saggio" è il tramite con il quale Geova guida il suo popolo che per ovvi motivi deve essere sottomesso. E' lui che governerà il mondo dopo Harmaghedon e da Warwick si stanno preparando per l'evento.
Questo è un breve elenco di certezze richieste da tutti i fratelli. Siamo addirittura arrivati a controllare tutto anche le questioni di coscienza che però sono finte, tanto quanto i documenti sul rispetto della privacy che firmiamo in banca.
Quante volte abbiamo, da anziani, detto ad un fratello dubbioso "è una questione di coscienza" ma poi dopo stabilivamo anche le implicazioni che portavano quelle libere scelte ad essere vincoli a senso unico?
Tutto questo palinsesto teocratico cosa crea? Crea la situazione che vediamo. Un sistema che influenza direttamente i fratelli autoreferenziale con un Dunning Kruger effect in corso, per questo è diventato tanto arrogante quanto superficiale. Avete mai sentito parlare dei "cavalieri della fede" personaggi pittoreschi che attraversano la teocrazia e mettono i bastoni fra le ruote della fratellanza? Sono il risultato di questo sistema nel bene e nel male vittime pure loro. Il fratello non riesce a mettersi in discussione perchè non è capace di fare un minimo di analisi e critica senza rischiare di peggiorare la situazione che è diventata allarmante.
La congregazione non ha anticorpi per queste cose perchè questa teocrazia ha tolto qualsiasi strumento per impedire che i fratelli possano avere altri riferimenti. La fratellanza nel sistema può sopravvivere solo se non si pone problemi. Se si stabilissero principi razionali che fossero in grado di considerare con oggettività quello che viene imposto di credere, crollerebbe tutto. Per questo è irriformabile. La stupidità così è diventata un metodo, che dilaga e non solo un atteggiamento sbagliato, ma normale, che abbiamo tutti.
Buona serata