domenica 24 dicembre 2023

Un Viaggio Riflessivo attraverso i Temi Profondi di Osservatore Teocratico - Guardando al Futuro con Speranza e Crescita Spirituale

Al termine di quest'anno facciamo un po' il punto degli argomenti trattati. Sono stati tanti ma è stata davvero tanto per il nostro blog e per il tipo di argomenti che trattiamo l'interesse che ci avete dedicato. 

Un grazie infinto a tutti voi per il vostro contributo e più che altro per i tanti commenti che avete prodotto e che hanno creato il vero insieme di contenuti a cui i post fanno solo da cornice che sono l'essenza e lo spirito del blog. I post ed anche i commenti sono in gran parte di dissenso dall'organizzazione. Per molti questo dissenso si è concretizzato poi in prese di posizione che hanno profondamente segnato la propria vita. Per altri invece si è rimodulato il senso di appartenenza e in un certo senso il blog è stato visto come un ausilio per confermare le tante situazioni di disagio concrete che vedono nella congregazione e che impediscono loro di avere una vita spirituale serena.

Purtroppo le vicende di questo 2023 hanno ricreato i sentimenti di instabilità rifacendo sprofondare le persone all'interno di incubi che speravamo fossero dimenticati e invece sono ritornati in vita nella loro più feroce crudeltà. Tra gli eventi più significativi mondiali di instabilità politica abbiamo avuto l'assalto al congresso nazionale del Brasile, la svalutazione del pesos argentino per risolvere la nuova crisi finanziaria, il colpo di stato del Niger e il conflitto in Sudan. Non ci siamo fatti mancare gli attentati terroristici di tutto livello come l'attentato alla moschea di Peshawar (100 morti), il massacro al Covenant School (6 morti)  e possiamo ben includere al recentissimo sconvolgente assalto all'università di Praga (14 morti). Con la rivolta del gruppo Wagner probabilmente siamo stati  più vicini di quanto pensiamo sull'orlo di un ennesimo sconvolgimento epocale, però alla fine fortunatamente e non si saprà mai quanto si è risolto con un alito di vento.

Per ultimo ma non per importanza il 2023 ci lascia con segnali non proprio positivi sull'economia cinese che dopo anni arrembanti si stanno addensando nubi fosche di recessione e deflazione economica mentre l'Italia continua indipendentemente dal governo in carica, il suo bel trend di cicala internazionale spendendo ogni anno sempre di più di quello che produce e aumentando il mostruoso debito pubblico che si porta dietro da decenni.

Quest'anno sono state scoperte le super onde gravitazionali, onde cosmiche che fanno fluttuare lo spazio e il tempo tutto quello che esiste nell'universo ed è stato presentato un computerino Frontier che pare abbia una potenza di calcolo 10^18 istruzioni al secondo miliardi di volte più potenti di un normale PC casalingo. Ci sono stati importanti sviluppi anche nella medicina contro l'obesità, la malaria, insomma abbiamo avuto anche aspetti positivi da un punto di vista scientifico.

Per quanto riguarda il nostro blog nel nostro piccolo abbiamo continuato a proporre temi molto legati al mondo interno dei Testimoni di Geova qualcuno è riuscito nell'intento altri un po' meno ma alla fine il risultato ottenuto nel suo complesso è stato indubbiamente molto positivo. Ringraziamo tutti e in contrasto con uno fra i tanti aspetti negati alla fratellanza, cogliamo l'occasione e vi facciamo i nostri più sentiti auguri di fine anno e inizio anno nuovo, tenendo conto che però non sono i soliti auguri ipocriti di questo sistema di cose.  

Capiamo che questo potrebbe turbare molti di voi, ma lo vogliamo fare perché pensiamo che si debba imparare a rompere le catene della consuetudine. Facciamo questo tenendo conto che vogliamo bene a voi e a questo blog e sento di interpretare tutti quelli che hanno partecipato a questo progetto il desiderio di esprimere la nostra sincera gratitudine a: Tommaso, Gamma, Bet Sarim, Gatto di Schrödinger, Virgilio, Andrea, Pasquino, Beatrice, Luigi, Nonsense, Arkutrus, Salmone sa, Michel, Roberto 62, Marcus, Legenda, Stilton, Voice, Victor, Gamma, Socrate, Riflessivo e scusatemi tanto se dimentico qualcuno. Tanti auguri anche agli altri bloggatori Jhon C e anche a quel brighella di 007 un'abbraccione sentito a tutti.

Perché gli auguri? Il senso è che così come quando ti incontro ti dico buon giorno, non ha nessun senso non dirti buon anno perché è un augurio fatto in una festività che non onora Dio. Il senso religioso o l'apostasia religiosa legata all'evento è completamente ininfluente ed è secondaria rispetto a tanti altri aspetti a cui è legato invece l'augurio. Cosa diversa è l'atteggiamento ipocrita degli auguri e alla superficialità quando diventa una convenzione oppure peggio un obbligo. Li trovo coerente evitare questo approccio schizofrenico delle persone.

Sono tanti i posti belli da rileggere ne cito due "il sole torna sempre a risplendere dopo la tempesta" e "e adesso?" molto introspettivi che sono di indubbio aiuto a tutta la fratellanza che sta cercando le tante risposte che questa organizzazione purtroppo non riesce a dare. Di seguito l'elenco dei post che abbiamo fatto in questo anno, sono tanti i temi sviluppati che possono essere velocemente ripresi dal link iterativo disponibile. 

Gennaio


Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno




158.893 Visite complessive 2023
2.489 Commenti utenti 2023

Per finire proposta di temi da sviluppare per il prossimo anno: Cosa ne dite?

  • Il Ruolo della Tecnologia e Intelligenza Artificiale nelle Religioni: Esploriamo come le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale stanno influenzando le pratiche religiose, la divulgazione e la comprensione spirituale.
  • Diversità e Inclusione nelle Comunità Religiose: Affrontiamo il tema della diversità, inclusione e tolleranza all'interno delle comunità religiose, esplorando come le differenze vengono affrontate e celebrate.
  • La Spiritualità nell'Era Post-Pandemica: Come la pandemia ha influenzato la spiritualità e le credenze religiose? Come le persone hanno cercato conforto e significati spirituali durante tempi difficili.
  • La Religione e l'Ambiente: Approfondiamo il legame tra fede e ambiente, esaminando le risposte religiose alle sfide ambientali e l'importanza della custodia del pianeta.
  • Libertà Religiosa e Diritti Umani: Esploriamo il concetto di libertà religiosa in tutto il mondo, evidenziando situazioni in cui questa libertà è minacciata e come la religione può essere un catalizzatore per il cambiamento positivo.
  • Nuove Forme di Spiritualità e Religiosità: Indaghiamo sulle nuove espressioni di spiritualità che emergono nella società contemporanea, comprese le pratiche non tradizionali e la ricerca individuale di significato spirituale.
  • Etica nell'Innovazione Tecnologica: Approfondiamo la discussione sull'etica legata allo sviluppo tecnologico, in particolare considerando come affrontare le sfide etiche nel mondo digitale.
  • Religione e Arte: Esploriamo l'intersezione tra religione e arte, analizzando come un opera d'arte esprime e influenza la credenze religiosa e spirituali.
  • Storie di Resilienza Religiosa: Condividiamo storie di comunità religiose che hanno affrontato sfide e difficoltà, illustrando come la fede può essere un sostegno in tempi di crisi.
  • Dialogo Interreligioso: Promuoviamo il dialogo aperto tra rappresentanti di diverse tradizioni religiose, cercando punti di incontro e comprensione reciproca.

Che la pace e la serenità sia in tutti i vostri cuori ora e nei vostri giorni futuri.


Con affetto CK












domenica 17 dicembre 2023

"Tra barba e ipocrisia: Riflessioni sulle scelte personali e le discriminazioni nell'organizzazione religiosa"

Oggi parleremo del video recente sulla precisazione fatta dal Corpo Direttivo sulla barba. Prima di arrivare al video però vorrei trattare un argomento più generale che ci aiuterà a comprendere meglio le considerazioni che faremo poi nel dettaglio. Parleremo quindi di Gesù ma ancora meglio del senso dell'autorità religiosa che aveva e percepiva in quel tempo e come questo dovrebbe o deve influenzare la nostra vita. Questa premessa ci tornerà utile anche in futuro per capire meglio la posizione che avremo quando si vorrà mantenere nella mente, e più che altro nel nostro cuore, la voglia o la volontà di continuare a mettere al primo posto le cose spirituali. 
La religione può essere una forza potente per il bene nel mondo. Può fornire conforto, ed essere una importante guida spirituale per le persone. Una domanda interessante potrebbe essere quella di chiedersi: come la religione può diventare una guida e quindi quale grado di autorità deve esercitare sulle persone?
La scrittura chiave è quella di Matteo 20:25-28

In questo passaggio, Gesù insegna ai suoi discepoli che il potere non dovrebbe essere usato per dominare gli altri, ma per servire gli altri. Dice:

"I capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi le opprimono. Ma voi non sarete così; anzi, chiunque tra voi vorrà diventare grande, sarà vostro servitore; e chiunque tra voi vorrà essere il primo, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti".

Ora le parole di Gesù in questo caso, ma anche in generale non possono essere prese così ma devono essere viste nel contesto  guardando un po' tutta la sua vita complessivamente. Il disaccordo di Gesù verso la religione istituita era evidente in tanti aspetti che non tenevano conto delle vere cose importanti ma che fondavano la spiritualità nell'ipocrisia delle formalità.

  • Sabato: 
    • Matteo 12:1-14: Gesù guarisce un uomo con la mano paralizzata di sabato. I farisei lo accusano di violare la legge, ma Gesù risponde che il sabato è fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato.
    • Luca 14:1-6: Gesù guarisce un uomo con la gamba gonfia di sabato. I farisei lo accusano di violare la legge, ma Gesù risponde che il figlio dell'uomo è signore del sabato.
  • Il perdono: 
    • Luca 7:36-50: Gesù perdona una donna peccatrice che gli ha lavato i piedi. I farisei lo criticano per questo, ma Gesù risponde che il perdono è un dono di Dio.
  • L'importanza dell'amore
    • Luca 10:25-37: Un dottore della legge interroga Gesù per metterlo alla prova. Gesù risponde che il comandamento più importante è amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente. Il secondo comandamento più importante è amare il prossimo come se stessi.
Considerate o meglio consideriamo Gesù una autorità religiosa? Se si le sue parole dovrebbero assumere un significato particolare specialmente riguardo al senso dell'autorità che Gesù stesso dava alla religione "istituita" a quel tempo. Autorità, come abbiamo visto, che non era quella di controllare gli altri, così come faceva la legge mosaica, ma di servire gli altri.

Ora si pongono tante questioni: Quale tipo di autorità dovrebbe esercitare una qualsiasi religione cristiana? Una sana autorità religiosa potrebbe rendere plausibile esercitare pressioni indebite sulle scelte personali dell'individuo? Una sana autorità religiosa potrebbe permettere che ci siano precetti religiosi che oltrepassino le indicazioni morali e stabiliscano regole private sull'abbigliamento intimo?

Fatta questa premessa prendiamo in considerazione il recentissimo video che è comparso sul broadcasting di Dicembre



Il video lascia piuttosto sconcertati non tanto sul merito della questione per il quale anzi ho più di un dubbio ma lo vedremo fra poco. A mio modesto avviso, questo chiarimento ufficiale del Corpo Direttivo, letto da un pizzino passato alla velina Lett, è in realtà una necessaria puntualizzazione ad una posizione che è stata già ampiamente trattata precedentemente dalla Torre di Guardia solo qualche anno fa. Infatti l'organizzazione aveva "chiaramente" (virgolette d'obbligo) espresso una posizione di questo tipo nel W 2016 pag 21

17 Che dire della barba? È appropriata per un fratello? La Legge mosaica richiedeva che gli uomini portassero la barba. I cristiani però non sono sotto la Legge e quindi non hanno l’obbligo di osservarla (Lev. 19:27; 21:5; Gal. 3:24, 25). In alcune culture una barba ben curata è accettabile e dignitosa, e potrebbe non riflettersi negativamente sul messaggio del Regno. In questi posti anche alcuni fratelli nominati hanno la barba. Altri invece decidono di non portarla (1 Cor. 8:9, 13; 10:32). In altri luoghi ci sono usanze diverse e non c’è l’abitudine di avere la barba. Di conseguenza portarla non è considerato appropriato per un ministro cristiano. In questi luoghi, portare la barba potrebbe impedire a un fratello di dare gloria a Dio con il proprio aspetto; il fratello quindi potrebbe non essere considerato irreprensibile (Rom. 15:1-3; 1 Tim. 3:2, 7).

Così come potete notare già dal 2016 c'era una posizione tollerante sulla barba. Cosa è successo quindi? Chiediamoci: Perchè questa necessità di chiarire ulteriormente con un "posizione UFFICIALE" del corpo direttivo sulla barba? (virgolette e maiuscolo non sono errori editoriali n.d.r.)

E' successo che purtroppo questa organizzazione è molto debole nel gestire le "questioni di coscienza" ed è fortemente condizionata da decenni di controllo (molto settario in alcuni aspetti) sul comportamento e sull'abbigliamento delle persone. A suo tempo quindi nel 2016 a seguito dell'analisi fatta dall'articolo letto, tanti fratelli avevano deciso incautamente di farsi crescere la barba pensando che fosse cambiato il modo di pensare così come l'articolo sembra sostenere. In realtà le cose non sono state così.

Purtroppo la retorica dell'articolo è articolata in modo da dire tutto ma anche il contrario di tutto. I concetti generali di "alcune culture", "altri luoghi" sono stati di inciampo per alcuni fratelli che pensando di essere in quelle condizioni hanno deciso di farsi crescere la barba senza tenere conto che all'interno dell'organizzazione esiste un doppio binario interpretativo.

Cosa significa questo? Chi fece la scelta di farsi crescere la barba, fu oggetto di riprensione perché i fratelli sostennero che in quel luogo non era "usanza" portarla. I fratelli poi coinvolti dalla riprensione furono oggetto di scandalo e denigrati non solo nelle congregazioni vicine ma anche nelle circoscrizioni tanto che fu inevitabile l'abbandono di loro stessi della congregazione, perché tacciati da ribelli rendendo impossibile un accordo.

Ma approfondiamo un po' la questione, a chi si riferisce nell'articolo il termine "usanza" o "cultura del luogo" ? Altra considerazione: chi di voi che ci legge conosce un solo fratello che sente di essere davvero influenzato "dall'usanza" mondana di considerare accettabile che una persona porti la barba o meno? Nessuno giusto? E quindi di quale "usanza" parliamo? La faccio breve, semplicemente non è l'usanza esterna di quelli "del mondo" ma 
quella che esiste all'interno della stessa congregazione.

Per questo motivo i fratelli sono stati oggetto di riprensione non perché si erano fatti crescere la barba ma perché creavano scandalo perchè "l'usanza" della congregazione era quella di non avere la barba. 
L'ambiguità del termine Lett non la spiega anche perchè lui e li  per dire quello che a concordato di dire. Lett in modo esplicito contrariamente alla Torre di Guardia fa riferimento alle nomine impegnate nel servizio a tempo pieno come pionieri speciali e sorveglianti ed è evidente che vogliono chiarire facendo riferimento all'usanza in voga nelle congregazioni. 
Ora considerate anche questa ulteriore considerazione. La barba contrariamente a quello che si pensa necessita di molte più cure personali, rispetto a chi si rade tutti i giorni. Deve essere sempre rasata, lavata, spazzolata ogni giorno. Farsi crescere la barba necessita che la persona abbia una maggiore cura e attenzione al proprio aspetto, molto più di chi sceglie di rasarsi anche quotidianamente. Farsi crescere la barba pone anche altre problematiche legate all'enorme varietà che il taglio potrebbe avere. 


Come fai a ritenere un taglio più spirituale di quell'altro? Ogni tipo poi, di volta in volta, porta al cambio sostanziale della fisionomia della faccia senza tenere conto che una barba troppo curata, potrebbe davvero attirare indebita attenzione verso il nostro interlocutore.

Da un punto di vista pratico in tutta confidenza se io dovessi essere il Corpo Direttivo direi che per uscire nel servizio di campo, radersi rimane la scelta migliore.

Ma detto questo rimangono tutte le problematiche che abbiamo da tanti anni trattato nelle pagine di questo blog. Le cose davvero importanti da rivedere non sono il chiarimento sulla barba ma il resto come ad esempio è l'ipocrisia discriminatoria che questo chiarimento si porta dietro. Ipocrisia che si evidenzia in tre aspetti sostanziali:
  1. Un organizzazione religiosa dove il Corpo Direttivo deve perdere del tempo a chiarire un aspetto secondario alle scelte personali di abbigliamento (naturalmente ipocrite) è indice di poca assennatezza generale. Vuol dire che il sistema nel suo insieme non sta funzionando bene.
  2. Per il punto precedente, se per decenni quella che è una scelta personale è stata oggetto di riprensione, il problema non sta nella scelta personale dei fratelli ma nella gestione delle riprensioni, che rendono il sistema isterico e squilibrato. Il corpo direttivo dovrebbe dare indicazioni non sulle scelte dei fratelli (cosa che non ha senso perchè li fa diventare ipocriti) ma lavorare proprio sulle riprensioni facendole diventare più equilibrate.
  3. C'è da considerare anche come l'organizzazione ancora adesso agisce nelle tante scelte dei fratelli e anche in particolar modo delle sorelle. Ad esempio per il mondo femminile l'uso obbligatorio della gonna considerando i pantaloni un esclusivo abbigliamento maschile. Una sorella che mette i pantaloni in sala gli vengono tolti i "privilegi" di servizio tagliandola fuori da tutte le attività di congregazione. Ora mentre la barba in fin dei conti è un elemento puramente estetico, usare un tipo di abito o un altro potrebbero esserci altre considerazioni non vi pare? Spesso le sorelle ci hanno ricordato di come la gonna risulti un impedimento e anche un disagio in alcune occasioni. Però mentre per l'estetica maschile si chiude un occhio per la concreta e reale praticità femminile si rimane desueti oltranzisti integralisti. Non vi pare un palese controsenso?
Nel cercare la verità dietro le scelte personali, possiamo trovare ispirazione nel libro dei Proverbi 16:9: 'Il cuore dell'uomo trama il suo cammino, ma il Signore dirige i suoi passi.' Ognuno così possa seguire il proprio cammino con fiducia, sapendo che Gesù e il nostro creatore guidano ogni nostro passo.

E, nel risolvere le controversie e le discriminazioni, possiamo trarre forza dalla Parola di Matteo 7:12: 'Quindi, tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro; questa infatti è la Legge e i Profeti.' Nell'amore e nel rispetto reciproco, possiamo superare le divisioni e costruire ponti che collegano cuori e menti.

Che ognuno trovi la forza di essere vero a se stesso, superando le barriere e abbracciando la diversità senza ipocrisie ma solo con puro amore fraterno. Amen.

venerdì 15 dicembre 2023

Testimoni di Geova contro associazione vittime testimoni di Geova, la sentenza.

Copio e incollo da un commento su PC. Una sentenza che potrebbe dare una svolta a livello europeo.


 Un giudice di Madrid ammette che i testimoni di Geova possono essere descritti come una "setta distruttiva" e i loro seguaci come "vittime"

20MINUTI


NOTIZIE14.12.2023 - 11:55H


Il magistrato respinge una denuncia contro l'Associazione delle vittime dei testimoni di Geova.


Il tribunale ha respinto una causa intentata dalla rappresentanza legale dei Testimoni Cristiani di Geova di Spagna contro l'Associazione Spagnola delle Vittime di quella confessione religiosa sulla base del fatto che il diritto alla libertà di espressione prevale sul diritto all'onore di quella confessione.


Nella sua sentenza, in cui assolve l'Associazione spagnola delle vittime dei testimoni di Geova "da tutte le accuse mosse contro di loro", il capo del Tribunale di primo grado numero 6 di Torrejón de Ardoz, Raquel Chacón, raccoglie numerose critiche da parte di ex membri di quella confessione religiosa contro certe pratiche o abusi subiti.



In questo senso, sottolinea che si tratta di "una critica legittima a certi comportamenti generalizzati compiuti dalla confessione religiosa dei testimoni di Geova, non solo in Spagna, ma anche all'estero" e sottolinea che "solo i movimenti di fedeli, o di ex fedeli, di qualsiasi religione, che denunciano pubblicamente abusi di natura spirituale o oltraggi sessuali o di qualsiasi tipo, discriminazioni o trattamenti degradanti, irregolarità, ecc., possono portare alla loro scomparsa".


Il testo del magistrato accetta anche che l'Associazione qualifichi i Testimoni di Geova come una "setta": "Per quanto riguarda la qualificazione di questa come una setta distruttiva (...) Deve essere inteso come protetto dalla libertà di espressione, anche se è fastidiosa o offensiva".


A questo proposito, egli sottolinea che gli stessi testi religiosi dei Testimoni di Geova "possono essere considerati ai nostri giorni come un controllo eccessivo sulla vita dei fedeli" e sottolinea che "l'insistenza nel conoscere i dettagli di certe relazioni, sentimentali o meno, la diffidenza nei confronti delle testimonianze o l'obbligo di consultare prima gli anziani, rispettando un rigido sistema gerarchico, rivelano un'atmosfera di insistente vigilanza" sui fedeli.


Per quanto riguarda la qualifica di "vittime", sottolinea che "moltissime persone affermano di aver subito molti danni a seguito della loro esperienza di fedeli di confessione religiosa, e vietare questo termine a nome dell'Associazione sarebbe una censura ingiustificata per queste persone che esprimono liberamente la loro opinione a seguito di esperienze in prima persona".


L'avvocato Carlos Bardavío, autore del libro Sects in Criminal Law, si è congratulato con l'associazione spagnola delle vittime dei Testimoni di Geova per la sentenza, che ha descritto come la loro "più grande vittoria giudiziaria fino ad oggi".


"Come dice il titolo, la sentenza riconosce che i Testimoni di Geova esercitano un controllo eccessivo sui loro membri e questo può essere criticato come una setta", ha scritto in un messaggio su Twitter, in cui ha anche rilasciato la sentenza per intero.


https://victimasdetestigosdejehova.org/wp-content/uploads/2023/12/SentenciaProc729-2021_sin_nombres_fin.pdf


sabato 9 dicembre 2023

"Esplorando la Sessuofobia e la Discriminazione di Genere: Riflessioni su Dina e la Responsabilità delle Amicizie"

Salve ragazzi oggi parleremo di un aspetto particolare legato alla relazione tra uomini e donne. In particolare alla visione di come vengono interpretati certi aspetti che rischiano di travalicare nella misoginia latente.

Prima di affrontare questo aspetto, desideriamo dedicare un momento all'attenzione di tutti voi che leggete e commentate nel blog. Abbiamo cercato più volte di sottolineare l'importanza dei vostri commenti, che oggettivamente riteniamo siano la parte più significativa del nostro blog. Ormai ad un po' di tempo siete voi, in realtà, a diventare i custodi di questo blog e dei temi che presenta. In un certo senso, nel corso di tutti questi anni, abbiamo affrontato la maggior parte degli argomenti grazie al vostro contributo, analizzando e approfondendo molti aspetti scritturali in modo più completo. Adesso, in un certo senso, vogliamo chiedervi di assumervi una responsabilità maggiore nei confronti del blog, rendendolo un luogo piacevole dove è possibile esprimere opinioni anche in disaccordo ma tenendo sempre in mente la finalità del blog. Tutti noi dobbiamo come imparare ad usare questi nuovi strumenti di comunicazione le parole scritte hanno un valore diverso rispetto a quelle dette.

Ci sono temi di grande importanza che toccano profondamente e rappresentano una serie di visioni ed opinioni che questa organizzazione inietta nelle persone e nei 'fratelli', condizionando i loro giudizi e la loro visione del mondo.

Uno di questi temi e la discriminazione di genere e nello specifico quella relativa alla considerazione che viene data ed accettata (cosa da non dimenticare) alle donne.

Per capire meglio di cosa parliamo prendiamo spunto dal libro  Come rimanere nell’amore di Dio e arriviamo al capitolo Stai alla larga dall’immoralità sessuale!. In questo capitolo raggiungiamo il sottotitolo La scelta sbagliata di Dina. Ora questo capitolo e queste considerazioni non sono per nulla una novità, da sempre l'interpretazione che viene data a questo passo biblico è questa. Ora confrontatevi un attimo sul testo è ragionateci su.


LA SCELTA SBAGLIATA DI DINA
13. Quali amicizie scelse Dina?

13 Le amicizie che scegliamo possono influenzarci molto, sia in bene che in male. Se i tuoi amici rispettano le norme di Dio, potranno aiutarti a fare lo stesso (Proverbi 13:20; leggi 1 Corinti 15:33). Quello che successe a Dina dimostra quanto è importante scegliere bene i propri amici. Dina era una delle figlie di Giacobbe, quindi crebbe in una famiglia che adorava Geova. Lei non era una persona immorale, ma fece amicizia con alcune ragazze cananee che non adoravano Geova. I cananei la pensavano in modo molto diverso riguardo al sesso rispetto al popolo di Dio, ed erano conosciuti per la loro immoralità (Levitico 18:6-25). Mentre era con le sue amiche, Dina incontrò Sichem, un ragazzo cananeo, che fu attratto da lei. Sichem era considerato “l’uomo più onorevole” della sua famiglia. Lui però non amava Geova (Genesi 34:18, 19).

14. Cosa successe a Dina?
14 Sichem fece qualcosa che per lui non era sbagliato ma normale. Dato che Dina gli piaceva, “la prese e la violentò”. (Leggi Genesi 34:1-4.) Quello stupro scatenò una serie di eventi che si rivelarono tragici per Dina e per tutta la sua famiglia (Genesi 34:7, 25-31; Galati 6:7, 8).

15, 16. Come possiamo diventare saggi?
15 Non dobbiamo fare gli stessi errori di Dina per capire che le norme morali di Geova sono per il nostro bene. La Bibbia avverte: “Chi cammina con i saggi diventerà saggio, ma chi va con gli stupidi se la passerà male” (Proverbi 13:20). Poniti l’obiettivo di comprendere “ciò che è giusto” per Geova; così ti eviterai inutili problemi e sofferenze (Proverbi 2:6-9; Salmo 1:1-3)
Condividete gli aspetti che sono sopra descritti? Dina ha davvero fatto una scelta sbagliata? Dina è davvero la causa degli eventi tragici che poi si sono riversati su tutta la famiglia? Considerate anche ma questa è davvero la chiave di lettura corretta?

Per decenni abbiamo considerato questa storia come se Dina fosse effettivamente la causa del male arrecato alla famiglia di Giacobbe ma siamo davvero sicuri che sia così? Cosa dice la Bibbia a riguardo? La Bibbia accusa Dina di aver provocato la strage? Il passo biblico in questione è quello di Genesi 34 

Dina, la figlia che Giacobbe aveva avuto da Lea,+ aveva l’abitudine di uscire per stare con* le ragazze del paese.+Sìchem, figlio di Èmor l’ivveo,+ un capo del paese, la notò; quindi la prese e la violentò 

ma ad esempio potrebbe essere utile leggere Genesi 33 per capire per quale motivo Dina era li.
18 Dopo essere partito da Pàddan-Àram,+ Giacobbe arrivò sano e salvo nella città di Sìchem,+ nel paese di Cànaan,+ e si accampò vicino alla città. 19 Quindi acquistò dai figli di Èmor, padre di Sìchem, una parte del campo in cui aveva piantato la sua tenda. La pagò 100 pezzi di denaro.+Quindi acquistò dai figli di Èmor, padre di Sìchem, una parte del campo in cui aveva piantato la sua tenda. La pagò 100 pezzi di denaro.+20 Lì eresse un altare e lo chiamò “Dio è l’Iddio di Israele”.+

E si proprio Giacobbe si era messo a commerciare con i Cananei. Era stato lui ad andare in quel luogo. Era davvero colpa di Dina? Ora il sospetto piuttosto evidente è che il giudizio dato a questo racconto sia in realtà un "pregiudizio", dato purtroppo alla considerazione che viene dato al genere femminile. Abbiamo continue notizie di omicidi efferati che fanno parte di un mondo purtroppo dove risulta evidente che ancora adesso si può arrivare alla perdita della cognizione di realtà. Purtroppo alcuni di questi sono rivolti a donne che hanno chiesto di cambiare vita e non sono state comprese. Per un momento però vorrei che si tentasse di vedere la cosa da un punto di vista ancora più alto rispetto a quello legato alla "semplice" misoginia.

Perché per arrivare alla misoginia c'è un primo step che è quello di confondere le cause. Prima della misoginia ci sono articoli come quello che abbiamo appena letto che confondendo le cause con gli effetti inducono in errore condizionando però la nostra vita. 

Attenzione però perché il tema delle amicizie sbagliate non è un tema scorretto ma potrebbe diventarlo se usiamo un  esempio biblico come quello di Dina che risulta essere molto debole e inefficace per questo scopo anzi potrebbe essere frainteso.

Da qui ovviamente nasce un altro problema endemico di questa organizzazione. Nello specifico io che attualmente non sono convinto che Dina sia la causa dei problemi suoi e della sua famiglia, non posso rispondere alla domanda dello studio, perché se dico quello che penso ad una adunanza pubblica riceverei subito una visita dagli anziani e da li a poco verrei disassociato perché la mia opinione causerebbe divisione nella congregazione. 

Ora condividerete con me che se la visione generale è quella di fraintendere l'esperienza di Dina facendole diventare in un colpo solo vittime due volte vuol dire proprio che non ci siamo. Siamo al paradosso che Dina diventa vittima perché è stata stuprata da Sichem e in più giudicata peccatrice dalle opinioni di  questa organizzazione in modo strumentale. Possiamo solo considerare che siamo davanti ad un abbaglio clamoroso? o sbaglio?

Riflettiamo e consideriamo la saggezza contenuta nella Profezia di Isaia, Capitolo 5, Versetto 20: 

'Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene; che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre; che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!' 

In un mondo dove la confusione tra cause ed effetti può generare pregiudizi e giudizi distorti, dobbiamo però ricordare l'insegnamento di Gesù, che ci esorta a 'non giudicare affinché non siate giudicati' (Matteo 7:1).

Il tema delle amicizie e il caso di Dina quando frainteso ci portano a riflettere sul potere delle narrazioni e sulla responsabilità nell'utilizzo di esempi biblici. Come affermato in Ebrei 4:12,

'La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito'.

È nostra responsabilità utilizzare la Parola di Dio con discernimento. La difficoltà di esprimere opinioni divergenti è un problema reale, ma dobbiamo continuare a cercare la verità focalizzandoci non sulle persone ma sugli argomenti. 

In conclusione, con questo post possiamo trovare il coraggio di guardare a Dina non solo come vittima di un atroce crimine, ma anche come una figura che ci sprona a esaminare criticamente il modo in cui comprendiamo e applichiamo la Parola di Dio nelle nostre vite. Che il nostro cammino sia guidato dalla verità, dall'amore per le cose spirituali e dalla comprensione. Amen.

domenica 26 novembre 2023

Oltre le Sfide: Un Viaggio di Fede e Resilienza

Prendiamo in considerazione un recente articolo di studio della Torre di Guardia del Giugno 2022


Geova benedice chi perdona del
 22 giugno pp. 8-13

In questo articolo a cui fa cornice la scrittura di Colossesi  “Proprio come Geova vi ha perdonato senza riserve, così dovete fare anche voi” (COL. 3:13) si parla del perdono ma più che altro della capacità di perdonare. La prima domanda che ci chiediamo è che in un articolo rivolto ad una congregazione religiosa per quale motivo trattare questo aspetto? Perchè è necessario imparare a perdonare nella congregazione? Non dovrebbe essere un luogo protetto dall'influenza del mondo e che garantisce le persone dalle ansietà di questo sistema? Non dovrebbero le persone addestrate da anni di insegnamento biblico avere la capacità di evitare le trappole del sistema di cose? In generale possiamo dire che le difficoltà della vita ci pongono davanti talmente tanti problemi che non è difficile doversi trovare ad affrontare situazioni dove è necessario perdonare ma anche essere perdonati. 

Ma quale è secondo voi l'evento più importante che può capitare nella congregazione che necessita la qualità del perdono? L'avete capito subito è proprio la disassociazione. Ora in questo articolo l'argomento della disassociazione, secondo me è trattato in un modo sinteticamente efficace perché in due paragrafi si spiega bene il meccanismo teocratico. Non volendo essere frainteso cito testualmente per lasciare a voi la capacità di giudicare indipendentemente dalle mie eventuali parole.

5 Quando gli anziani si incontrano con la persona che ha peccato, il loro obiettivo è quello di arrivare a prendere sulla terra la stessa decisione che è già stata presa in cielo (Matt. 18:18). Perché quello che fanno gli anziani è per il bene della congregazione? Perché la protegge: fa in modo che chi ha peccato e non si è pentito venga allontanato e non danneggi le preziose pecore di Geova (1 Cor. 5:6, 7, 11-13; Tito 3:10, 11). Inoltre quello che fanno gli anziani è per il bene di chi ha peccato, perché può aiutarlo a pentirsi e a ricevere il perdono di Geova (Luca 5:32). Gli anziani pregano a favore di chi si è pentito e chiedono a Geova di aiutarlo a riprendersi spiritualmente (Giac. 5:15).

Nella prima frase viene creato un lucchetto logico che rende la decisione giudiziaria un elemento di un ingranaggio cosmico che è inviolabile. Come fai a contestare una decisione presa in cielo? Difficile. Questo è un esempio di sviluppo logico corretto che porta ad una conclusione sbagliata perchè la premessa è sbagliata. Seguitemi nel ragionamento. La frase è legata ad una attività disciplinare che avviene in tutte le congregazioni. Il problema nasce dal fatto che è una citazione di una scrittura che vediamo al termine della frase, la scrittura di Matteo 18:18. 

18 “In verità vi dico: tutte le cose che legherete sulla terra saranno già state legate in cielo, e tutte le cose che scioglierete sulla terra saranno già state sciolte in cielo.+

Questo versetto non è messo li a caso perchè è il termine dei famosi passi di Matteo indicati da Gesù per risolvere i contrasti fra fratelli. Se leggiamo bene i passi indicati da Gesù sono un modo che permette alla persone di riprendere la pace e la serenità perdute da una azione abusante di un fratello la dove ovviamente non è possibile chiedere l'intervento delle autorità. Cosa che è ben lontana dal meccanismo dei comitati giudiziari utilizzati per il controllo morale delle congregazioni. Il soggetto delle indicazioni di Gesù non è la congregazione come il paragrafo vorrebbe farci credere ma siamo noi stessi. Gesù non sta pensando alla congregazione ma a salvaguardare noi la nostra spiritualità e il nostro animo.

Sovrapporre l'attività di disassociazione a Matteo 18 è un modo artificioso di immaginare che i comitati giudiziari siano il frutto di meccaniche celesti quando è solo un elemento umano. Ora ribadiamo pur comprendendo la legittimità di poter definire limiti umani nella congregazione, sempre di limiti umani parliamo. Ma nel paragrafo della Torre di Guardia successivo leggiamo quindi 


6. Se una persona viene disassociata, è ancora possibile che Geova la perdoni? Spiegate.

6 Supponiamo che quando una persona si incontra con gli anziani emerga il fatto che non è pentita. In questo caso verrà disassociata. Se la persona ha violato la legge del paese in cui vive, gli anziani non la proteggeranno dalle conseguenze delle sue azioni. Geova infatti permette ai governi di giudicare e punire chiunque trasgredisca la legge, a prescindere dal fatto che sia pentito oppure no (Rom. 13:4). Se però in seguito la persona si pente sinceramente e cambia modo di pensare e di agire, Geova è pronto a perdonarla (Luca 15:17-24). E questo indipendentemente da quanto sia grave il peccato che ha commesso (2 Cron. 33:9, 12, 13; 1 Tim. 1:15).


Come possiamo notare il comitato giudiziario non giudica il peccato ma il pentimento. Perchè nella fenomenologia dell'organizzazione religiosa, quando si è di fronte a questo tipo di comitato si da per scontato che tu venga disassociato e vuol dire che sono state già prese in considerazione gli elementi che servono per darti l'annuncio di essere espulso dalla congregazione.

In questo paragrafo il discorso si allarga includendo anche una precisazione necessaria al polverone generale che questa pratica religiosa ha creato in tutto il mondo. Infatti si parla di persone che hanno commesso reati.

Se la persona ha violato la legge del paese in cui vive, gli anziani non la proteggeranno dalle conseguenze delle sue azioni. 

Si vuole ribadire in modo netto una separazione fra il sistema giudiziario tradizionale e quello che avviene all'interno delle congregazioni. È questo se pensate bene è corretto.

Il motivo basilare è che se sarebbe semplicemente un grosso problema vivere dove si ottengono due pene per lo stesso reato. Immaginate ad esempio un fratello che evade il fisco (a no scusate...) che ruba al supermercato il fratello non può essere condannato per il furto da un comitato giudiziario e da un eventuale giudice civile. In questo caso i Testimoni di Geova hanno correttamente interpretato questa impostazione perché si ci sarebbe un conflitto di interessi che dovrebbe poi essere giustificato.

Questo fatto garantisce di essere riconosciuti dalle autorità come ente religioso e allo stesso tempo la possibilità da parte della congregazione di avere un sistema giudiziario di salvaguardia dalle tante oggettive situazioni imbarazzanti che si creano quando la fratellanza turbolenta crea scompiglio.

Pur ammettendo uno metodo corretto questo non fa la gestione della disassociazione corretta. Il motivo è sostanzialmente legato proprio alla gestione del peccato. Come fai a capire se una persona è pentita o meno? Il pentimento è alla stessa stregua di un giudizio delle intenzioni le persone possono avere motivazioni complesse come la vita e i comportamenti sono naturalmente difficili da interpretare. Ma qui sveliamo un piccolo arcano teocratico, la soggettività di un giudizio aleatorio ed effimero del pentimento è un elemento secondario rispetto alla disassociazione. Infatti a bene vedere l'espulsione è solo nella forma giudicata dalle intenzioni del pentimento.

Nella realtà la fratellanza i comitati giudiziari esercitano il potere sul peccato tanto che la durata della disassociazione è spesso proporzionata alla percezione del peccato stesso. Sappiamo di casi dove fratelli e sorelle sono condannati alla disassociazione perenne, e che le forme di pentimento sono inutili perchè tutte le volte viene fuori la presunta vastità dello scandalo arrecato anni prima.

Come venirne fuori dalle perenni incongurenze di questa organizzazione?

A questo punto arriva il paragrafo sette dell'articolo che ci mette davanti la soluzione finale a tutti i più grandi problemi teocratici.

7. Cosa significa perdonare qualcuno che ha peccato contro di noi?

7 Ci sentiamo davvero sollevati pensando al fatto che non dobbiamo stabilire se Geova perdonerà o no una persona che ha peccato. C’è però qualcosa che dobbiamo decidere. Immaginiamo che una persona pecchi contro di noi, forse in modo grave. Potrebbe scusarsi e chiederci di perdonarla. Ma anche se non lo facesse possiamo decidere di perdonarla, cioè di liberarci del rancore e della rabbia che potremmo provare nei suoi confronti. Questo potrebbe richiedere tempo e impegno, soprattutto se la cosa ci ha ferito profondamente. La Torre di Guardia del 15 settembre 1994 dice:
“Perdonare un peccatore non significa condonare il peccato. Per il cristiano, perdonare significa lasciare con fiducia la cosa nelle mani di Geova. È lui il giusto Giudice di tutto l’universo e a tempo debito farà giustizia”. Perché Geova ci incoraggia a perdonare e a lasciare che sia lui a giudicare?

Ecco qui in questo paragrafo si parla di lasciare le cose nelle mani di Geova. Questo è a mio avviso uno dei più forti e potenti lucchetti logici che vengono utilizzati quando la situazione disperata non può essere risolta per i limiti di questa teocrazia.

L'interpretazione indotta di questa esortazione è quella di scaricare a Dio le responsabilità umane. Quante volte vi sarà capitato un nominato o un anziano che vi guarda sconcertato e alzando le spalle apostrofa la situazione dicendo "lasciamo con fiducia le cose nelle mani di Geova? Da quel momento in poi si crea una gigantesco tsunami di rassegnazione che investe il malcapitato che finisce affogato nella melassa dell'inconsistenza delle procedure teocratiche.

L'effetto secondario e che quando si arriva a queste conclusioni di questo tipo le persone possono solo immaginare che Dio sia dietro ad un complotto del male. Lo spirito di questo paragrafo non è un po' quello di Pilato dove noi ci laviamo le mani e ci liberiamo dalle responsabilità scaricandole su altri? In questo caso a chi? A Dio? Davvero? Non è forse un invito a diventare atei?

L'impossibilità di trovare una chiave che la porte della giustizia può essere molto gravoso per una persona che adesso deve trovare da se le risorse per uscire dal problema. In realtà basterebbe seguire semplicemente le indicazioni di Gesù che fra l'altro erano quelle che gli israeliti già facevano nelle legge mosaica.

Nel caso conosciate persone affrante e in difficolta prendete l'occasione per incoraggiarle. Vi propongo una bozza di lettera che spero ognuno di voi possa rielaborare e riscrivere in modo personale in modo che sia il più possibile un gesto genuino e sincero. Le persone in difficoltà hanno più bisogno di comprensione e di una persona che li ascolti. Detto questo le parole di incoraggiamento possono scaldare il cuore rendere più lieve le nostre più profonde ansietà nei momenti più complessi e difficili.


buona serata

Caro amico/a,

Nelle parole del Salmo 34:17-18, leggiamo: "Il giusto ha molte avversità, ma il Signore lo libera da tutte. Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto e salva gli spiriti spezzati."

Ti esorto a non rassegnarti di fronte alle sfide che la vita ti presenta. Sì, potrebbero esserci tempi difficili, ma sappi che non sei solo/a. Il tuo Creatore conosce il peso che porti e sente il battito del tuo cuore. Nei momenti di disperazione, Egli è vicino a te.

Guarda avanti con fede, perché anche quando il cammino sembra oscuro, la luce della speranza risplende nel tuo cuore. Nella lettera di Paolo ai Filippesi 4:13, leggiamo: "Posso ogni cosa in colui che mi fortifica." Con il sostegno divino, supererai le sfide che ti si presentano.

Ricorda sempre che sei un essere straordinario, plasmato con amore e proposito. Non lasciare che le avversità ti spezzino, ma permetti loro di temprarti come l'oro nel fuoco.

In questo momento di difficoltà, prega, spera e agisci con fiducia, sapendo che il tuo cammino è sostenuto da una forza più grande di te. Che la tua fede sia il faro che illumina il tuo percorso e che il tuo cuore sia ricolmo di speranza.

Con affetto e incoraggiamento, [Tuo Nome]