Visualizzazione post con etichetta #1914. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #1914. Mostra tutti i post

sabato 21 maggio 2022

La fine degli ultimi giorni - parte 3

L'esegesi richiede di ascoltare ciò che è stato detto con l'orecchio di un discepolo del primo secolo.

Riprendiamo il tema della paruisia che abbiamo lasciato in sospeso la volta precedente. Per farlo perà c'è da considerare che esiste un altro significato per parusia che non si trova in italiano. Per capire però meglio questo problema dei termini spieghiamo un po' meglio quale è il grosso problema delle traduzioni che ad esempio alla Betel affrontano quotidianamente.

Il dilemma del traduttore

Questo è spesso il dilemma che deve affrontare il traduttore. Capita spesso che una parola in una lingua ha un significato per il quale non esiste una parola corrispondente nella lingua di destinazione. Un buon traduttore deve rendere il significato e le idee dello scrittore, non le sue parole. Le parole sono semplicemente gli strumenti che usa, se gli strumenti non sono in grado di descrivere il senso che si vuole trasmettere saranno inadeguati, non servirà a nulla.

“Se non hai un coup de pied aux fesses”. Mai prima d’ora nella storia del Brasile un’espressione francese ha causato ripercussioni come quella usata dal segretario generale della FIFA, Jèrôme Valcke, che voleva invitare il paese ad avanzare nei lavori per la Coppa del Mondo del 2014. Tradotte letteralmente, le parole del leader lo fanno assomigliare  come “prenderti a calci in culo”. Lo stesso Valcke ha sottolineato che la sua frase era stata interpretata male. […] “ Ma questo è un un palese idioma. E gli idiomi non possono essere tradotti parola per parola. L’idioma in questione, significa “lottare” e nel contesto significano cose del tipo, “accelerare il ritmo” ha spiegato l’insegnante. (ESPN Radio Estadão, 2012)

Ma ci sono dei ma nella traduzione di qualsiasi testo che seguendo queste indicazioni farebbe intendere che lo studio dei significati escluderebbe a prescindere un approccio letterale al testo. In realtà questo non avviene mai per ovvi motivi. Per chi è un professionista la traduzione letterale tornerà invece molto utile ed è vitale per la comprensione "finale" del testo. L'analisi delle parole consentono di avere una idea generale del tipo di testo e dell'approccio che deve essere attuato per poi dopo ottenere la migliore traduzione possibile.

Questo è il motivo per cui si preferisce una traduzione letterale per motivi di studio, perché ti avvicina molto al significato dell'originale. Naturalmente, ci deve essere la volontà di capire, quindi orgoglio presunzione e qualsiasi pregiudizio ogni buon studioso lo deve buttare fuori dalla finestra. Non possiamo capire nessun documento, per non parlare di uno scritto migliaia di anni fa in una lingua antica, senza comprenderne il contesto testuale, storico, culturale e personale.

Ritorniamo a noi

Nel caso dell'uso della parusia da parte di Matteo, è il contesto culturale che dobbiamo considerare.

La Concordanza di Strong dà la definizione di parusia come “presenza, venuta”. In italiano, questi termini hanno una relazione tra loro, ma non sono strettamente sinonimi. Inoltre, il greco ha una parola perfettamente adatta per "venuta" ed è "eleusi" , che Strong's definisce come "venuta, arrivo, avvento". Quindi, se Matteo intendeva "venuta" come implica la maggior parte delle traduzioni, perché ha usato "parusia" e non "eleusi" ?

Lo studioso della Bibbia, William Barclay, ha questo da dire su un antico uso della parola parusia.
“Una delle cose più comuni è che le province datano una nuova era dalla parusia dell'imperatore. Gli storici romani hanno datato una nuova era dalla parusia di Gaio Cesare nel 4 d.C., così come fece la Grecia dalla parusia di Adriano nel 24 d.C. Con l'arrivo del re emerse una nuova sezione di tempo."
Un'altra pratica comune era quella di coniare nuove monete per commemorare la visita del re. I viaggi di Adriano possono essere seguiti dalle monete coniate per commemorare le sue visite. Quando Nerone visitò Corinto furono coniate monete per commemorare il suo "adventus", avvento, che è l'equivalente latino del greco parusia . Era come se con l'arrivo del re fosse emersa una nuova serie di valori.

La parusia è talvolta usata per indicare "l'invasione" di una provincia da parte di un generale. È così viene usata per l'invasione dell'Asia da parte di Mitradate. Descrive l'ingresso in scena di un potere nuovo e conquistatore”. (Parole del Nuovo Testamento di William Barclay, p. 223)

Con questo in mente, leggiamo Atti 7:52 
(Atti 7:52) Qual è il profeta che i vostri antenati non perseguitarono? Uccisero quelli che preannunciarono la venuta del Giusto, di cui voi ora siete diventati i traditori e gli assassini,

52   5101 [e]
52   tina
52   τίνα
52   Which
52   IPro-AMS
3588 [e]
tōn
τῶν
of the
Art-GMP
4396 [e]
prophētōn
προφητῶν
prophets
N-GMP
3756 [e]
ouk
οὐκ
not
Adv
1377 [e]
ediōxan
ἐδίωξαν
did persecute
V-AIA-3P
3588 [e]
hoi
οἱ
the
Art-NMP
3962 [e]
pateres
πατέρες
fathers
N-NMP
4771 [e]
hymōn
ὑμῶν  ?
of you
PPro-G2P
2532 [e]
kai
καὶ
And
Conj
615 [e]
apekteinan
ἀπέκτειναν
they killed
V-AIA-3P
3588 [e]
tous
τοὺς
those
Art-AMP
4293 [e]
prokatangeilantas
προκαταγγείλαντας
having foretold
V-APA-AMP
4012 [e]
peri
περὶ
about
Prep
3588 [e]
tēs
τῆς
the
Art-GFS
1660 [e]
eleuseōs
ἐλεύσεως
coming (venuta)
N-GFS
3588 [e]
tou
τοῦ
of the
Art-GMS
1342 [e]
Dikaiou
Δικαίου  ,
Righteous One
Adj-GMS
3739 [e]
hou
οὗ
of whom
RelPro-GMS
3568 [e]
nyn
νῦν
now
Adv
4771 [e]
hymeis
ὑμεῖς
you
PPro-N2P
4273 [e]
prodotai
προδόται
betrayers
N-NMP
2532 [e]
kai
καὶ
and
Conj
5406 [e]
phoneis
φονεῖς
murderers
N-NMP
1096 [e]
egenesthe
ἐγένεσθε  ,
have become
V-AIM-2P







































Qui la parola greca non è “presenza” (parusia) ma “venuta” (eleusis). Gesù venne come Cristo o Messia quando fu battezzato da Giovanni e unto con spirito santo da Dio, ma anche se allora era fisicamente presente, la sua presenza regale ( parusia ) doveva ancora iniziare. Non aveva ancora cominciato a regnare come re. Quindi, Luca in Atti 7:52 si riferisce alla venuta del Messia o Cristo, e non quella di Gesù in qualità di Re.

Quindi, verrebbe da dire che quando i discepoli hanno chiesto della presenza di Gesù avevano l'idea di riferirsi al ritorno di Gesù in qualità di Re.

Il fatto che pensassero che il governo regale di Cristo avrebbe coinciso con la distruzione del tempio, non significa che fosse davvero necessario che accadesse. Il fatto che volessero un segno del suo arrivo o avvento come re di certo non significa che ne avrebbero avuto per forza di cose uno. Questa domanda viene dire che non sia stata ispirata da Dio. 

Apriamo una parentesi importante
Quando diciamo che la Bibbia è ispirata da Dio, ciò non significa che ogni opera scritta in essa provenga da Dio. Diciamo un ovvietà quando il Diavolo tentò Gesù, Geova Dio non stava mettendo parole in bocca a Satana. Chi crede in Dio sa che il diluvio è esistito ma sa anche che potrebbe essere esistito non come ci è stato fatto intendere.
Da Testimoni di Geova affermiamo che Gesù iniziò a regnare nel 1914 come Re. Ora poniamoci la domanda seria che tutti si pongono e nessuno poi da una risposta concreta, dove sono le prove? 

La presenza di un re dell'antica Roma quando raggiungeva una provincia romana era davvero evidente. Quando il re era presente le cose cambiavano, si emanavano leggi, si avviavano progetti. L'imperatore Nerone fu intronizzato nel 54 d.C. ma per i Corinzi la sua presenza iniziò nel 66 d.C. quando visitò la città e propose la costruzione del Canale di Corinto. Non è successo perché è stato assassinato poco dopo, però penso che sei in grado di avere un idea di quello che sostengo.

Allora, dov'è la prova che la presenza del re di Gesù iniziò più di un secolo fa? Del resto, quando alcuni dicono che la sua presenza iniziò nel 70 EV, anche in quel caso dove sono le prove? L'apostasia cristiana, i secoli bui, la guerra dei 100 anni, le crociate e l'inquisizione spagnola, non sembra che tutti questi avvenimenti dimostrino la presenza di un re come quello che mi aspetto che sia. Altrettanto di questa organizzazione che difficilmente possiamo credere che sia davvero governata da questo stesso re.

L'evidenza storica ci porta alla conclusione che la presenza di Cristo, sebbene menzionata nella stessa domanda, sia un evento separato dalla distruzione di Gerusalemme e del suo tempio.

Quindi, Gesù è stato in grado di avvisarli sulla vicinanza della fine del sistema di cose ebraico?

Alcuni potrebbero chiedere: “Gesù divenne re nel 33 EV?” Potrebbe essere, in Salmo 110:1-7 parla che si sarebbe seduto alla destra di Dio finché i suoi nemici non sono sotto i suoi piedi. Anche in questo caso, con non si tratta necessariamente che si parli dell'intronizzazione di un re, ma della visita o presenza di un re. Le cose non coincidono.  Possiamo solo essere certi che l'evidenza di un re o di un governo celeste sulla terra non l'abbiamo per quanto si battano i piedi e si digrignino i denti.

C'è chi crede che tutte le profezie pronunciate da Gesù, comprese quelle che si trovano nell'Apocalisse, si siano adempiute nel I secolo. Questa scuola di teologia è conosciuta come Preterismo e coloro che la sostengono sono chiamati Preteristi. Personalmente, non mi piacciono le etichette perché non piace pensare di essere parte di gruppi identificabili con una definizione. In tutti i casi valgono le stesse considerazioni che abbiamo fatto poc'anzi.

Il fatto che alcune delle parole di Gesù si siano adempiute nel I secolo è al di là di ogni ragionevole dubbio,. La domanda è se tutte le sue parole si applicano al primo secolo. Alcuni sostengono che sia così, mentre altri sostengono un duplice adempimento. Una terza alternativa è che parti della profezia si siano adempiute nel I secolo mentre altre parti devono ancora avverarsi.

ma siamo solo all'inizio del viaggio...