giovedì 30 maggio 2019

Lo affrontai di persona

“Lo affrontai di persona” è il tema del discorso iniziale dell’adunanza infrasettimanale in programma nella settimana del 27 Maggio 2019. 


Si basa sull’episodio raccontato dall’apostolo Paolo in Galati 2:11-14 

Pietro sapeva benissimo che Dio non è parziale, anni prima con una visione gli aveva fatto capire di non considerare impure le cose a prescindere, se era evidente che Dio stesso le aveva purificate. Lo stesso valeva per le persone. Questo lo preparò ad incontrare Cornelio un gentile e pure soldato che Gesù dimostrò di approvare ancora prima che fosse battezzato, mandando lo spirito santo. Alla faccia di chi credeva che l’approvazione divina fosse prerogativa esclusiva dei giudei e dei loro rituali.   

A distanza di molti anni Pietro ad Antiochia sembra aver capito la lezione difatti sta in compagnia di cristiani non giudei. O forse no? 
Quando arrivarono certi ebrei da Gerusalemme, evidentemente per timore degli uomini, Pietro si separò dai non ebrei, agendo così contrariamente a quanto Gesù stesso aveva indicato. La sua condotta ipocrita portò altri tra cui Barnaba a seguire lo stesso comportamento. E’ palese che questo modo di fare andava contro lo spirito cristiano e danneggiava delle persone in un certo senso più deboli, oltre che la nascente comunità cristiana. 
Paolo è pubblicamente, ed in modo molto diretto, costretto a correggere Pietro e fa bene a farlo. 

Quali lezioni trarne come indica la guida per l’Adunanza? 

1)Dobbiamo essere coraggiosi (w18.03 31-32 par. 16). 
2)Il timore degli uomini è una trappola (it-2 479 par. 1). 
3)I servitori di Geova, inclusi i fratelli che hanno incarichi di responsabilità, non sono perfetti (w10 15/6 17-18 par. 12). 
4)Dobbiamo continuare a impegnarci per eliminare qualunque tipo di pregiudizio sia radicato in noi (w18.08 9 par. 5). 

Tutti aspetti condivisibili se non fosse che all’atto pratico i riferimenti accanto ad ogni punto finiscano per snaturare le conclusioni che se ne potrebbero trarre. 

Al punto 1 la Torre di Guardia citata spiega che i coraggiosi devono essere gli anziani quando danno consigli, gli altri, i fratelli in generale devono solo essere umili ed accettarli per rendere loro più facile il darli. 

Al punto 2 si fa giustamente notare il pericolo del timore dell’uomo, un vecchio problema per Pietro che dopo aver rinnegato Gesù a causa di questo timore, dopo circa 20 anni ancora non aveva risolto il problema e non per paura dell’arresto ma per la semplice paura dell’opinione degli altri. 

Il punto 3 invita a non sorprendersi della presenza di errori tra l’organizzazione di Dio ma nei paragrafi dei riferimenti e anche quelli successivi si capisce che l’obiettivo è stoppare le critiche. Una sorella racconta che prega per chi si comporta male perché Geova vuole che i suoi servitori vadano d’accordo. Il messaggio e che sugli errori bisogna “metterci una pietra sopra”. 

Il punto 4 evidenzia che si potrebbe avere pregiudizio anche senza rendersene conto, aggiungo che questo episodio dimostra che Pietro nonostante il tempo e l’esperienza di Cornelio non aveva lavorato sulla sua personalità, era rimasto sostanzialmente un razzista. 

Cosa non dice questa parte che invece avrebbe dovuto se trattata in modo onesto e completo?   

Ad esempio che come l’apostolo Pietro, oggi molti anche in posizioni elevate nell’organizzazione mantengono impunemente alcuni pregiudizi sui fratelli. Molti discorsi durante le visite di zona dei membri del Corpo Direttivo contengono battute infelici che lo dimostrano, ad esempio quella di Morris quando in Italia ci aspettavamo la pubblicazione della ultima versione della Traduzione del Nuovo Mondo, ci invitò a consolarci mangiandoci un cannolo o le battutine costanti sul fatto che ci piace mangiare. Ma se ne potrebbero citare di peggiori. 

E’corretto non meravigliarsi della presenza di comportamenti errati nell’organizzazione ma a volte non basta girarsi dall’altra parte o pregare e basta, solo per non turbare la quiete. Se siamo noi diretti testimoni di un problema, se non si tratta di una semplice opinione personale, se sono implicati dei principi o si commettono abusi sui più deboli non si può “lasciare la cosa nelle mani di Geova”, come l’apostolo Paolo si deve intervenire. 

E qui arrivano le altre due lezioni, evitare il timore dell’uomo e avere coraggio. 
Pietro era stato con Gesù, era apostolo da più tempo di Paolo, aveva quella che chiameremmo esperienza maggiore, Paolo si poteva chiedere: che faccio lo dico o non lo dico? 
Se avesse avuto timore o tenuto conto della posizione nell’organizzazione sarebbe rimasto in silenzio, anche noi potremmo trovarci a dover fare una simile scelta davanti a chi ha apparentemente un’esperienza maggiore o una posizione più alta. 

Inoltre Pietro ci viene detto facesse parte del Corpo Direttivo di Gerusalemme, ammesso che esistesse un organismo del genere a quel tempo, Paolo si sarebbe potuto chiedere: lo riprendo o no un membro del Corpo Direttivo? Si può fare? Visto la posizione che occupa me la farà pagare? 
In fondo se Gesù lo ha messo lì ci penserà lui a risolvere la questione. 

E invece no! Coraggiosamente intervenne con una correzione pubblica e diretta perché quella serviva.  
Attenzione quindi a non idolatrare le persone “importanti”, attenzione a non trovare alibi per non fare il nostro dovere. Lasciare le cose nelle mani di Geova in questo caso non sarebbe stato un atto di fede ma l’alibi dei vigliacchi. Le mani di Geova potrebbero essere le nostre quando vediamo un problema in congregazione e possiamo e dobbiamo “affrontarlo di persona”. Paolo lo insegna. 

E Pietro, membro del Corpo Direttivo, si prende la sua riprensione pubblica senza inventarsi che quelle erano false notizie e bugie sul suo conto raccontate dai nemici del cristianesimo fatte girare in una falsa lettera ai Galati. Umilmente si prende la sua brutta figura e zitto! 

Anche lui a modo suo affrontò il problema di persona. 

Chissà se da qualche parte qualcuno in adunanza tutto questo lo avrà detto... 

GAMMA

21 commenti:

  1. Pilotare le applicazioni, e come rubare tutti lo fanno 😅.
    Tornando seri, quale linea prevarebbe oggi quella di Pietro o di Paolo?
    Secondo me Paolo oggi sarebbe considerato come minimo apostata.

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  2. Ho fatto le medesime riflessioni sul passo biblico.
    L'una vera lezione è che nessuno deve sentirsi al di sopra degli altri, nemmeno un membro
    del CD, che potrebbe benissimo essere mancante e ripreso pubblicamente da qualcuno 'inferiore'. Esattamente come insegna il racconto ispirato di Pietro e Paolo.
    Ma, ovviamente, questa è l'unica applicazione che non è stata fatta a dovere.
    Prova ad alzarti una mattina e riprendere pubblicamente Morris e vedi che fine fai....

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  3. Chi aveva ragione, Pietro o Paolo?,dipende, per condannate uno, bisogna essere immune dello stesso errore, o uno simile. L'apostolo Paolo dice al versetto 12 che l'apostolo Pietro si separò, per timore dei circoncisi, lo seguirono altri e persino con chi Paolo ebbe una violenta disputa:Barnaba. Prendiamo atti 15:1-29,Paolo e Barnaba si oppongono alla circoncisione, e decisero di presentare la questione a Gerusalemme,dagli apostoli e gli anziani ,e la decisione fu presa, di non aggiungere nessun'altra peso eccetto alcune cose necessarie elencati al versetto 29.L'apostolo Paolo le rispetta le decisioni prese, e che dovevano essere rispettate IN TUTTE le congregazioni ,e al versetto 39 c'è la disputa fra Paolo e Barnaba, e si separano!,Ora andiamo al cap.16:1-3 Paolo a listra inconta Timoteo, cosa fa l'apostolo Paolo?Al versetto 3 dice:"Paolo espresse il che Timoteo lo accompagnare. (E cosa fecce Paolo a Timoteo)lo circoncise a motivo dei giudei che erano in quella zona.anche l'apostolo Paolo ebbe timore e non rispetta la decisione dello spirito Santo, degli apostoli e gli anziani di Gerusalemme. Come la mettiamo?chi aveva ragione l'apostolo Paolo, o l'apostolo Pietro?

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    1. Paolo non era apostolo...l’apostolo era Pietro ed è questo il problema accennato da Gamma. ... come dire chi va da Morris a dirgli che non è un bel lavoro andare in giro a comprare casse di Whisky? Chi ha il coraggio di ringraziarlo e di toglierli la nomina anche solo per un po’ giusto per motivi di opportunità?

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    2. Capitan_kirk Paolo era apostolo, anche se lui si definisce il minimo degli apostoli. In romani, 1cor. ;2cor. ;GALATI efesini.colossesi. 1tim.;2tim.Tito.dicono che Paolo era apostolo. Altrimenti neanche, Mattia era un apostolo, Atti.1:26.

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    3. He he caro Virgilio non te la prendere il capitano ha le sue idee... Pietro era una persona direttamente nominata da Gesù in vita e faceva parte del corpo direttivo. Paolo no. Questa differenza è la chiave per capire il post. C’è certa gente in giro che pensa di avere l’immunità diplomatica teocratica e si può permettere il lusso di dire scemenze spirituali.

      Un abbraccio

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    4. @C_Kirk
      Concordo con la tua analisi.
      Dirò di più.
      C’è un insegnamento che, a mio modesto parere, va oltre l’umiltà della riprensione subita da Pietro.
      Non solo Pietro è membro del CD e di Paolo non si ha la certezza che lo sia.
      In tutta probabilità non lo è, poiché Paolo, in più occasioni, è sottoposto alle decisioni prese dal CD (non da lui quindi.)…
      Ma la quasi totalità della sostanza delle Scritture Greche Cristiane - ovvero il DNA del primo cristianesimo - sono attribuite a Paolo, non ad altri ‘apostoli’ titolati.
      Allora, attraverso quale canale ispirato Dio ha dispensato cibo a suo tempo in passato, nel primo secolo?
      Attraverso Pietro & C?
      Il 70-80% del nuovo testamento (cioè l'intero Cristianesimo, potremmo concludere) è scritto sotto ispirazione da Paolo, che, forse, non era manco membro del CD….

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    5. Pietro dopo tutti gli schiaffoni che aveva preso da Gesù si guardava bene dal prendere iniziative. Con la morte di Gesù il silenzio degli apostoli è emblematico se confrontato con il lavoro di Paolo che voleva a tutti costi creare una religione... e a ben vedere ci riuscì perché di lì a poco nacque la cristianità che conosciamo. Poi criticatemi pure non ci sono problemi

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  4. Caro capitano è proprio come dici tu, e su ciò che scrivi, la penso come te, in particolare per chi pensa, che con la scusa di essere CD O WTS pensano di dettare regole a cui si deve ubbidire, anche se sbagliate,e essere immuni perché sono loro che danno la direttiva e gli altri devono ubbidire, anche tu sei un caro fratello Capitano.

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  5. Virgilio non è che pensano di dettare le regole le dettano!!!!! E una dittatura o fai così o sei fuori e ti tolgo la famiglia e finché sarà così manterranno il controllo sulle pecore

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  6. Unknown, non addolcisci neanche un po' la pillola, vai subito al dunque,

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  7. Virgilio guarda Morris, uno scandalo simile ed è ancora lì provaci tu a fare una cosa del genere come disse Alberto sordi nel marchese del grillo "io so io e voi non site un c..." non so se rendo Paolo

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  8. Comunicazione di servizio:
    Fra le pagine fisse iniziali ne abbiamo aggiunta una denominata Pubblicazioni Consapevoli. Sono alcuni testi riassunti in formato libro che sono stati scritti dalla fratellanza consapevole. Dove traspare un po' tutte le ansietà che hanno accumulato dopo decenni di fedelissima militanza. Sono diversi libri li stiamo rivedendo e il primo ha il titolo "Voci dal deserto di En Ghedi" il terribile deserto dove si era rifugiata la compagine ribelle di Davide inseguito da Saul che lo considerava una minaccia da togliere di mezzo. Da questi luoghi nascosti del web coperti dal nick che usano, la fratellanza rende testimonianza, e non è proprio quella che ci aspettavamo.

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  9. Ormai tutte le pubblicazioni della WTS e le informazioni del JW.ORG, per i TdG sono la Bibbia 2

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    1. Sbagliato, sono la Bibbia n.1. Sulla bibbia qualche dubbio è consentito sulle pubblicazioni no.

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  10. Quando a Paolo viene comandato di fare il sacrificio nel tempio(dagli anziani di Gerusalemme corpo direttivo per la wts) Paolo "ubbidisce", ma le cose non vanno bene;
    Quando Pietro(membro del corpo direttivo) viene ripreso da Paolo le cose vanno bene.
    Morale bisogna ubbidire solo quando le cose vengono fatte seguendo la giustizia di Geova.

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  11. Morale: Geova non usa sempre (solo) il corpo direttivo come canale per trasmettere verità.

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  12. Giusto. Ma ricordate che abbiamo solo concesso l'ipotesi che vi fosse un corpo direttivo. Parola e concetto che non é affatto presente nelle scritture.
    Stante questo dato di fatto direi che Dio non usa "mai" il Corpo direttivo per trasmettere niente. Nel caso di Atti cap.15 il tanto decantato Corpo Direttivo dimostra di essere quanto di piú lontano vi fosse dal concetto di canale e di veritá. Era un canale otturato se mai.
    Solo grazie all'ostinazione di Paolo e con Dio che non sapeva piú come farglielo capire, che la faccenda della circoncisione prende la giusta piega, altrimenti addio al cristianesimo appena nato.

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    1. Ecco Gamma con questo commento mi dai sponda ad una precisazione perché anche io ho parlato di un corpo direttivo del primo secolo. In realtà ho motivo di pensare che il primo cristianesimo sia stato più influenzato dalle tradizioni degli apostoli che erano ancora a Gerusalemme e che si stavano allargando anche in tutti i territori limitrofi, che non ad un corpo direttivo così come ci viene presentato tipicamente nelle adunanze per giustificare Warwick

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    2. Gatto di Schroedinger8 giugno 2019 alle ore 01:27

      Il "corpo direttivo" è uno dei tanti "paradossi del comma 22" dell'organizzazione

      - Il corpo direttivo può fallire o errare,
      - il corpo direttivo è guidato da Dio,
      - Dio è infallibile,
      - ergo il corpo direttivo non fallirà (e se lo farà sappiamo già di chi è la colpa)

      - Geova trasmette informazioni solo al canale corpo direttivo,
      - il corpo direttivo può però tuttavia prendere decisioni errate e diffondere "verità" che possono anche dottrinalmente rivelarsi fallaci,
      - il corpo direttivo va ubbidito perché ricevendo informazioni da Geova è come se tu ubbidissi direttamente a lui,
      - Geova non può mentire ne sbagliare, quindi se ci si accorge che la "verità" distribuita dal CD è in realtà fallace, allora in base ai punti precedenti
      - Geova ha fornito una "verità" che andava bene per quel tempo
      - Il fatto che arrivi dal corpo direttivo quindi è comunque una verità

      aggiungo quindi altri postulati a tale assioma mantenendo la logica JW per portare acqua al mio mulino

      - la verità quindi potrebbe vivere di autostati sovrapposti, potrebbe essere contemporaneamente vera e falsa; se con il tempo puzza come un gorgonzola scaduto in uno slum di Calcutta allora ritenta con la prossima versione di verità
      - la verità è quindi assimilabile alla scatola del gatto di Schroedinger, anzi, vivendo di più autostati sovrapposti e potendo essere contemporaneamente vera e falsa fino a che non ci andiamo a guardare dentro (cosa che accade in pratica quando arriva la scatola della nuova verità) possiamo definire la verità corrente "verità di Schroedinger" ed è possibile calcolare la relativa funzione d'onda mediante l'equazione di Dirac
      - il gatto di Schroedinger da dentro la scatola può vedere la verità prima degli altri
      - Non vi spoilero nulla nemmeno sotto tortura :)

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    3. Credo che Erwin Schrödinger che formulò il noto esperimento teorico che porta il suo nome, se avesse saputo le implicazioni filosofiche del suo esperimento, non so se sarebbe morto di risate o vivo e terrorizzato 😂😂

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Grazie per il commento.